MESSINA, LE MANI DELLA MAFIA SUGLI APPALTI

e6b985ce4e9a121675d38813f70e5a16.jpgUn altro duro colpo è stato inferto dai carabinieri alle cosche mafiose operanti nella provincia tirrenica di Messina e collegate agli esponenti di spicco della criminalità organizzata catanese.

Quindici ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia, sono state seguite a Messina, Catania ed Ancona.

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, danneggiamenti, detenzione illegale di armi. Altre 30 persone sono indagate a piede libero, nell’elenco ci sarebbero alcuni nomi eccellenti. Le indagini, condotte dal Ros sin dal 2006, hanno documentato le infiltrazioni del gruppo criminale affiliato alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto in alcuni appalti pubblici nel Messinese.

Tra questi lavori quelli per la metanizzazione e per il raddoppio della tratta ferroviaria Messina-Palermo. Tra gli interessi illeciti del sodalizio criminale anche l’indotto relativo alla gestione delle due discariche più importanti dell’area che smaltiscono rifiuti solidi urbani e speciali dell’intera provincia di Messina. Il sodalizio criminale, guidato da Carmelo Bisognano, era considerato dai militari dell’Arma legato al clan Santapaola di Catania.

Secondo i militari dell’Arma, gli arrestati nell’operazione ‘Vivaio’ erano legati al sodalizio criminale dei Mazzarroti di Barcellona Pozzo di Gotto ed erano riusciti a ottenere, con minacce e intimidazioni, appalti e sub appalti pubblici per la fornitura di metano in alcuni comuni, lavori su parte della tratta ferroviaria Messina-Palermo e la gestione dello smaltimento dei rifiuti delle discariche di Tripi e Mazzarà Sant’Andrea.

Secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, a capo del clan criminale c’erano Carmelo Bisognano e Tindaro Calabrese. Tra i due sarebbero poi sorti dei conflitti e il secondo avrebbe cercato con atti intimidatori di eliminare le ditte legate a Bisognano, sostituendole con alcune di suo gradimento. Il più grave atto intimidatorio accertato dai carabinieri è l’incendio di 7 betoniere della Mediterranea Costruzioni. Il conflitto tra i due sarebbe culminato nel 2007 con l’omicidio di Antonino Rottino, uomo legato a Bisognano. Per questo omicidio il 25 agosto del 2007 era stato arrestato Aldo Nicola Munafò.

Questi gli arrestati nell’operazione Vivaio eseguita stamani dai carabinieri del Ros: Carmelo Bisognano, 41 anni, Santi Bonanno, 42 anni, Tindaro Calabrese, 35 anni, Agostino Campisi, 47 anni,  Alfio Giuseppe Castro, 55 anni, il cittadino albanese Zamir Dajcai, 35 anni, Enrico Fumia, 42 anni, Enzo Marti, 47 anni, Roberto Martorana, 38 anni, Aldo Nicola Munafò, 40 anni, Michele Rotella, 68 anni, Stefano Rottino, 36 anni, Nunziato Siracusa, 36 anni, l’imprenditore Carmelo Salvatore Trifirò 36 anni.

MESSINA, LE MANI DELLA MAFIA SUGLI APPALTIultima modifica: 2008-04-10T17:44:36+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo