Da Roma in linea Claudia Benassai. Dietro le quinte de “L’Avventura”

cbenassi.jpgdi Claudia Benassai

“Di tutte le isole meravigliose, l’isolachenoncè è la più comoda e la più solida: non è né troppo grande, né troppo LBIANCA.jpgarticolata, non ha noiosi distacchi tra un’avventura e l’altra (…) “. L’autore di Peter  Pan J.Mattew Barrie aveva scritto questi versi per un’isola nata dal genio della fantasia. Un’isola sperduta, fantastica e irreale. Un’isola che la Sicilia vanta tra il suo meraviglioso patrimonio artistico. Panarea:una delle sette perle delle Eolie. Misteriosa e affascinante allo stesso tempo. Centro della movida eoliana nella stagione estiva e protagonista indiscussa con il suo incantevole paesaggio dell’Avventura. Capolavoro firmato dal grande regista italiano: Michelangelo Antonioni.

Correva l’anno 1960 e l’isola di Panarea era un’isola selvaggia e poco popolata. Non è azzardato dire che proprio grazie alla visione cinematografica le Eolie e Panarea cominciano ad avere un’attenzione particolare da parte dei visitatori. I  milanesi acquistano terreni e ruderi avventura.jpgper realizzare le prime case, si costruiscono i primi alberghi e piano piano l’isola acquista l’immagine che noi conosciamo.

Sul cinema eoliano e in particolare sul film di Antonioni molto è stato scritto, ma forse pochi o nessuno ha o pensato di andare a intervistare i personaggi. Coloro che il film l’hanno vissuto dal retroscena. Quindi per sentire qualcosa di nuovo  ci è sembrato interessante sentire la voce di chi a quel film ci ha lavorato. A Panarea abbiamo intervistato Giovanni Tesoriero e Bartolino Taranto.

Giovanni Tesoriero ha seguito la troupe del regista per tutta la lavorazione del film. Da Lisca Bianca a Bagheria. Da Noto a Siracusa non tralasciando Messina. La lavorazione su lisca bianca è durata due mesi. Le difficoltà non mancarono sia di ordine organizzativo sia per le avversità climatiche. La troupe stanziata a Panarea, faceva ogni girono avanti e indietro da Lisca Bianca. “ Io sono rimasto tre giorni sull’isolotto di Lisca Bianca solo in compagnia delle pecore “ così racconta Giovanni che  all’epoca in cui fu girato il film aveva diciotto anni.

avventura1.jpgUna giornata lavorativa che durava anche tre ore, tra il mare in  tempesta e l’ospitalità di un’isola che nei lontani anni sessanta aveva come unico albergo solo il Cincotta. Ma una domanda ci siamo permessi di farla al nostro testimone per conoscere ancora più da vicino il nostro regista,che nostro testimone ha avuto il privilegio di conoscere personalmente .Un uomo che del cinema  ha scritto la storia italiana ed europea . Com’era Michelangelo Antonioni?  “Antonioni era un bravo regista, attento e scrupoloso ma ogni tanto s’incazzava e faceva  girare la stessa scena fino a sei volte “.

Bartolino Taranto ci racconta che Panarea cinquantotto anni fa, all’epoca della realizzazione del film non era tutta accoglienza, c’erano pochi locali, ogni cinque giorni si andava a Lipari (l’isola più grande dell’arcipelago) per rivedere le riprese. Bartolino ricorda la frenesia di quei giorni. La costruzione della casa su Lisca Bianca e le difficoltà per portare il gruppo elettrogeno su quell’isolotto sperduto in mezzo al mare. Una paga di 800 lire giornaliere, 1200 lire per una intera  giornata lavorativa.

La gente del luogo era contenta della presenza di Antonioni sull’isola ,di quei riflettori, di quelle luci che hanno consacrato l’immagine di un avventura2.jpgpaesaggio incantevole che  colpisce non solo il cinefilo o gli isolani ma tutti coloro che ogni anno rinnovano il loro amore per questa piccola perla ,che non è diventata celebre solo grazie al contributo cinematografico  ma soprattutto grazie ad un paesaggio che incanta,stupisce tra realtà e sogno.

Da Roma in linea Claudia Benassai. Dietro le quinte de “L’Avventura”ultima modifica: 2010-01-07T13:25:00+01:00da leonedilipari
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