Eolie&parco

amarrapiccola.jpgdi Antonio Marra

Vorrei soffermarmi alla descrizione di cosa e’ un Parco Nazionale con l’ umilta’ di cercare di spiegare a chi ha una coscienza ambientale lontana da questo concetto e realizzo di bene,quelle che sono le reali potenzialita’ di una struttura investita in Ambiente atta a valorizzare il territorio.Cercando di non offendere nessuno apro il discorso per vincere il preconcetto.In questi giorni di combattute ragioni elettorali motivate dall’ascesa al trono del complesso compito amministrativo del Comune Lipari ed Eolie,ho sentito parlare le varie componenti rappresentative in riferimento al Parco nazionale delle Eolie e quasi tutte,dico quasi perche’ per fortuna qualcuno che si propone positivamente e con chiarezza di idee c’e’,si sono espresse sfavorevolmente o previo requisiti insostenibili per la creazione del Parco Eolie,vedendolo e vivendolo non come bene comune ma come limite e castrazione.Addirittura si e’ accennato al totale fallimento su tutto il territorio Nazionale di questa forma di creazione di zona tutelata volta a valorizzare il territorio e a creare economia Ambiente.

Questo mi ha lasciato capire che non c’e’ una coscienza ambientale adatta nel nostro territorio e che il preconcetto,alimentato da ignoranza,e’ vincente nella definizione ma non nei fatti concreti.Abbiamo qui di fronte il Parco dei Nebrodi,uno dei tanti e fortunati parchi di cui la nostra Sicilia beneficia e che porta questa regione ad essere tra le piu’ fortunate in Italia per le aree ambientali.Quanti di voi lo hanno visitato o lo conoscono? Chi ci e’ andato e’ andato per vivere il Parco come Ambiente o per la schiticchiata? E’ lo stesso modo con cui lo vivono le persone dei luoghi e paesi di quella area della Sicilia.Ne vivono solo le strutture di riecezione dove e’ possibile soffermarsi per il pranzo o fare la brace,lo disprezzano perche’ li limita nella raccolta dei funghi,nelle discariche abusive e nella costruzione di abitazioni.Ma i parchi ci sono e funzionano anche se limitatamente alle possibilita’ sempre minori di questa epoca di crisi e di superfluo,dove il superfluo e’ l’ amore per il territorio e per l’ambiente.

Abbiamo una educazione sbagliata,anzi non abbiamo una educazione Ambientale e poco si fa nelle scuole per creare una coscienza di partecipazione alla qualita’ della vita nostra e del pianeta.Per fortuna nei giovani questo e’ molto sentito ed e’ piu’ vicino che alle generazioni come la mia e quelle precedenti.Io sono cresciuto nell’era dello spazio e dell’industria,dell’abusivismo , ora lo spazio e’ prezioso e l’ambiente va preservato con forme di economie attive che producano occupazione e valore.Un parco non limita le economie ma le sostiene.Certamente vincola e vincola quelle aree di particolare valore ambientale che e’ giusto che siano vincolate,ma i vincoli sono diversificati e tante sono le aree di uso agricolo,pastorale,per la fluizione didattica ed escursionistica guidata.Soprastante ho parlato dei Nebrodi dove la pastorizia occupa la stragrande parte del territorio del Parco,gli allevatori ne hanno beneficiato con le recinzioni e si sono assoggettati solo al passaggio delle Portelle atte a creare accessi alle aree di interesse per consentire la fluizione ai visitatori.

Le aree agricole hanno beneficiato della valorizzazione del prodotto ma se non nasce nelle persone quella sinergia di collaborazione ed apertura,quella volonta’ di apprezzare e non disprezzare, il valore che viene creato  finisce,dovuto alla mancanza di capacita’ organizzativa e culturale adeguata alla complessita’ della struttura e vita di un parco nazionale,enorme beneficio ed interesse di motivazione turistico ambientale che valorizza il territorio rendendolo unico nella sua particolarita’.Cosa vi aspettate da un parco nazionale ,i giardini della Regia di Caserta o i Boboli di Firenze,l’orto botanico di Palermo? Un parco e’ un valore immenso ed e’ creato dalla Natura,e’ quello che avete sotto gli occhi tutti i giorni quando guardate il Monte S’Angelo o il territorio che l’isola ha riconquistato dopo gli anni di abbandono delle coltivazioni.

E’ capire il meccanismo di vita con cui lentamente la Natura vive ,si muove e si rigenera,con cui ci meraviglia.L’economia di Isole come le nostre vanno diversificate per poter agire su largo spettro,cosi come ci vogliono le strutture ci vogliono le aree protette altrimenti si perde la motivazione per cui si sono create le strutture e quando tutto e’ fatto non c’e’ piu’ il territorio che era la motivazione che ci ha portato a creare le strutture.Non si tratta solo di controllare l’espanzione abitativa o la speculazione turistica, le discariche.Quelle gia con un attenta politica amministrativa sono ben definite .Un Parco e’ ben altra cosa,e’ un investimento nell’ambiente per creare economia Ambientale.

Eolie&parcoultima modifica: 2012-05-04T09:22:27+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

pspinella.JPGdi Pinuccio Spinella
Ritengo che siano maturi i tempi per promuovere un “Dibattito” dal titolo “Progetto Parco Isole Eolie”. Il Dibattito, a mio avviso, si dovrebbe sviluppare su una progettualità che ogni “competitors” presenta  esprimendo la propria opinione su “Parco si o Parco o no”. Il progetto dovrebbe contenere alcuni elementi di base:
bozza di regolamento, valorizzazione del territorio con particolare riferimento alla fruizione dei siti naturalistici (parco vulcani – spiagge bianche – itinerari di traking – cultura e tradizione, ambiente).
Raccolta e smaltimento dei rifiunti in un contesto ambientale di pregio.
Una fiscalità particolare per i Comuni Montani: Lipari è comune montano per cui ricorrono tutte le disposizione della Legge nazionale sulla montagna e sono applicabili, perchè la normativa di gestione dei Parchi è Nazionale di competenza del Ministero dell’Ambiente.
Viabilità: avviare un processo di utilizzazione di mezzi elettrici incentivando la sostituzione con interventi da parte del Ministero.
 
Il progetto di “parco” dovrebbe fare emergere un’isola molto particolare singolare tanto da attrarre un forte interesse naturalistico:
l’utilizzazione dello stabilimento di San Calogero come “Club House” a servizio di un campo di Golf sottostante l’area di Madoro.
 
Come si può dedurre, una progettualità “Parco” potrebbe rappresentare una svolta molto interessante e mi pare utile per tutti affrontarla con saggezze e lungimiranza.
 
Eolie&Parcoultima modifica: 2010-12-07T10:42:36+01:00da leonedilipari
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Eolie&parco

aemail.jpgLa fama del tuderte Antonio Pinotti è sbarcato nelle isole Eolie sull’onda di una polemica locale.
Su un blog locale è scritto infatti che “ In democrazia ritengo vadano rispettate, e comunque adeguatamente valutate, le opinioni e le scelte di chi non la pensa esattamente come noi e non vedo pertanto nulla di scandaloso nella presa di posizione del Sig. Antonio Pinotti riguardo alla recente decisione del Consiglio Comunale sulla problematica del Parco. Diversamente opinando si cadrebbe inevitabilmente nel preconcetto, scivolando nella faziosità “a prescindere”.
Esattamente l’opposto di quanto ho sempre asserito sino ad oggi essere necessario per un sereno confronto tra diverse “anime“ della popolazione; confronto sistematicamente glissato dai sostenitori della scelta pseudo ambientalista del Parco sulla opportunità del quale Ti invito a fare un semplice giro di orizzonte che non si limiti alle Cinque Terre, all’Arcipelago Toscano, a quello de La Maddalena, ma che spazi sino al parco nazionale dello Stelvio, ove buona parte della popolazione, sull’orlo oramai di una “crisi di nervi” per le ricadute scellerate dei vai limiti imposti, chiede a gran voce la revoca del decreto istitutivo o all’area protetta di Portofino, ove è stata richiesta la rideterminazione in minus della perimetrazione del parco.

E’ pertanto originale che qualcuno, esterno alla nostra Associazione, voglia “indirizzare “la nostra attività sin quasi a chiederci conto di chi, pensandola come noi, ci appoggia in una lotta che sappiamo benissimo essere impari ma che siamo ben decisi a portare avanti anche, occorrendo, in sede di Giustizia Amministrativa.
-Vorrai pertanto prendere nota, caro Pino, che Antonio Pinotti (Corriere dell’Umbria e pubblicista del Cacciatore.com) ed Angelo Stango (Presidente del Partito Politico Caccia Ambiente), al Convegno sul Parco Nazionale delle Isole Eolie, organizzato dal Comune di Lipari nel luglio scorso, sono stati relatori indicati dall’Associazione Cacciatori Eoliani, rappresentata dal geom. Angelo Scafidi, anch’essa facente parte del cd “fronte comune del NO”, unitamente a La Voce Eoliana, Pantelleria Libera ed a una delegazione delle Egadi (cui non è stato consentito di intervenire visto che si è avuto fretta di smobilitare baracca e burattini un volta che “Sua Eccellenza” il ministro (con la “m” minuscola) si è accomiatata dopo aver ascoltato tutti gli esponenti dei “favorevoli” al parco); e ciò lo si può evincere facilmente sia dagli atti del convegno (basta richiederli al Comune di Lipari) sia dai vari comunicati postati sui blog locali.

Non vedo quindi quale cordone ombelicale possa legare La Voce Eoliana ed il Partito Politico Caccia Ambiente se non quello di aver partecipato ad un convegno per esprimere le ragioni del NO al Parco, in maniera democratica e civile.
Come (quasi) tutti, quel giorno, abbiamo avuto il piacere di conoscere il sig. Pinotti ed il dott. Stango instaurando con loro un semplice rapporto di cordiale amicizia senza alcuna altra pretesa o promessa futura; e ciò ci ha portato ad avere il piacere di postare alcuni articoli inerenti i parchi scritti dal sig. Pinotti, e allora?… Francamente, pur non essendo un cacciatore, non vedo il motivo della demonizzazione di tale categoria di soggetti la cui attività venatoria, invero oramai alquanto ridotta e criticata spesso a sproposito, risulta normata in maniera rigida e puntuale.”

Eolie&parcoultima modifica: 2010-11-29T07:54:36+01:00da leonedilipari
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Eolie&parco

dgrillo.JPGPremetto che a nostro avviso il Parco sia un ottimo orientamento per la salvaguardia del patrimonio naturalistico delle Eolie, ma mirkosaltalamacchia.JPGsperiamo anche che non sia un ottimo deterrente per favorire gli interessi di pochi a discapito di molti. Abbiamo letto con molto interesse gli interrogativi posti dal Dott. Spinella, che condividiamo come punti focali per la soluzione di certi quesiti. Quello che tralascia il Dott. Spinella e che non tutti gli eoliani ragionano nell’ottica “vincente o perdente”, e che alcuni vogliono soltanto salvaguardare la natura, utilizzando i vincoli del parco per impedire un ulteriore cementificazione. Quello che abbiamo notato dai vari pareri è la condivisione dell’elemento PARCO. ma con finalità differenti.

Da una parte che chi lo vede come una soluzione di marketing per lo sviluppo economico, e dall’altra chi lo vede come strumento per preservare la natura, con l’illusione che entrambe le finalità possano seguire un percorso parallelo.  NON è COSI’,non siamo ipocriti !!!. Se vogliamo che il Parco non diventi l’ennesimo AFFARE che favorisca una strumentalizzazione politica,dobbiamo fare CHIAREZZA per sapere realmente a cosa si va in contro. Solo così avremo gli strumenti necessari per poter valutare senza pregiudizi e con consapevolezza.
Chiudiamo con una frase del Gattopardo d i T.di Lampedusa: “ Se tutto deve rimanere com’è, è necessario che tutto cambi”.
 
Danilo Grillo e Mirko Saltalamacchia (cittadini disinformati)
Eolie&parcoultima modifica: 2010-11-27T20:30:00+01:00da leonedilipari
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Eolie&parco

gfontipiccola.jpgdi Gesuele Fonti*

 

in merito al comunicato diffuso sui siti di informazione locale dai gruppi consiliari UDC e Nuovo Giorno, relativamente all’istituzione del  parco nazionale delle Isole Eolie, rappresenta quanto segue. Intanto consiglierei a UDC E Nuovo Giorno, e per essi ai loro illuminati componenti il gruppo consiliare, che   prima di affermare “l’inutile deliberato del Consiglio Comunale” saggezza avrebbe imposto di attendere la conclusione dell’iter del procedimento in tutte le sue fasi, eventualmente, anche giudiziaria. I consiglieri di UDC e Nuovo giorno affermano “avevamo anticipato di non essere d’accordo a quel deliberato che da li a poco si sarebbe espresso negativamente su questo Parco,” (all’istituzione) probabilmente perché favorevoli  comunque all’istituzione del parco nazionale delle isole eolie, salvo poi far credere alla gente di essere contrari alla sua istituzione.

 

Prova ne è, che in data 26 febbraio 2010 tutti i rappresentati dei gruppi di minoranza, compresi UDC e Nuovo Giorno,  con richiesta di autoconvocazione del Consiglio Comunale prot. 7435  pari data, chiedevano, di esprimere parere FAVOREVOLE all’istituzione del Parco Nazionale Terrestre e Marino delle Isole senza nemmeno conoscere gli atti del procedimento.

Coerenza avrebbe voluto, che gli stessi gruppi di minoranza portassero avanti, fino in fondo, la loro tesi (giusta o sbagliata che sia) che è quella del no a questo tipo di parco e a questa perimetrazione. Va da se che affermare e dichiarare di essere contrari a questo tipo di parco e a questa perimetrazione, significa condividerne l’istituzione,  tanto che nella parte finale del comunicato di UDC e Nuovo Giorno  ribadisce “di essere contrari A QUESTO PARCO E DI QUESTA PERIMETRAZIONE”

 

Non ha giustificazioni poi l’asserire  “abbiamo evitato di votare contro o astenerci e siamo usciti dall’aula per non contrapporci e non far sorgere equivoci o strumentalizzazioni” ,  in quanto lasciando  l’aula vi siete sottratti al confronto nella sede istituzionale competente e ancora peggio non avete prodotto una contro proposta o emendare quella in discussione.

Nel documento posto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale ed approvato dai consiglieri comunali  Rifici, Casilli, Finocchiaro, Longo, Megna, Fonti,Giuffrè, Gugliotta e Centorrino,  si è deliberato: Di esprimere volontà contraria alla istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie. Di conferire mandato al Sindaco,organo monocratico responsabile dell’esecuzione degli atti consiliari, di trasmettere immediatamente il presente provvedimento al Signor Presidente della repubblica On. Giorgio Napolitano, al Signor Presidente della Regione Siciliana On. Raffaele Lombardo, all’On.le Assessore Regionale Territorio e Ambiente, agli On.li Consiglieri dell’Assemblea Regionale Siciliana, ai sig.ri Sindaci del Comuni di Leni, Malfa e S. Marina Salina; all’On.le Ministro dell’Ambiente. Di conferire mandato al Sindaco di promuovere la costituzione di un tavolo tecnico con gli altri Comuni eoliani e con la Regione Sicilia, finalizzato a concorrere alla formazione sostanziale della contraria volontà regionale; Di conferire mandato al Sindaco di richiedere un pronunziamento inequivocabile da parte del Governo e dell’Assemblea Regionale Siciliani, che neghino in modo chiaro al Ministero dell’Ambiente l’intesa di cui all’art. 8 comma 3 L. 394/1991.

 

Ma cosa c’è di tanto scandaloso nella delibera del Consiglio Comunale approvata il16/11/2010 che avrebbe scatenato il convincimento del Ministro e dei sui tecnici di accelerare  l’iter e istituire subito il Parco nazionale delle Isole Eolie? Come mai i consiglieri di minoranza, ad eccezione del Consigliere Centorrino, hanno cambiato completamente opinione sull’istituzione del parco? Infatti, i Consiglieri Comunali Paino, Lauria, Dalia, Sabatini e Biviano, in data 11/7/2010 delibera Consiglio Comunale n. 58 avente ad oggetto Parco Nazionale delle Isole Eolie dichiaravano; Consigliere Mario Paino UDC:  “dice che è una vittoria per tutta la gente di Pianoconte ma anche di tutta la popolazione eoliana.  Il Parco condiviso tutti lo volevano adottare ma nessuno sapeva cosa fosse,ma il 100% della popolazione di Pianoconte è contraria a Parco. Ribadisce le difficoltà che si sono avute per avere in Consiglio Comunale per la presenza dei funzionari regionali. Ritiene che questo Consiglio Comunale se si esprimerà per il “no” al parco non sarà la vittoria di Longo o di altri, ma sarà la vittoria della gente di Pianoconte e non sarà la sconfitta di nessuno. Un “no” al Parco non è soltanto utile ma doveroso “. …omississ Consigliere Lauria UDC per dichiarazione di voto:  “dice di votare favorevolmente al documento presentato perché si è sempre stati contrari al Parco  ed al limite potrebbe essere favorevole al parco col consenso della gente, consenso che però non c’è. Per cui si è sempre più convinti per un “no” al Parco e pertanto dice di votare favorevolmente il documento sul parco” Consigliere Comunale D’alia per dichiarazione di voto:  “dice di votare contrario al Parco perché vive in campagna e comprende con quanta fatica la gente coltiva la terra ed il Parco a loro arrecherà danno. Il Parco sarà un altro carrozzone con tanti costi che pagheranno i cittadini e non la Prestigiacomo che viene a sponsorizzare il parco.

 

Ribadisce il suo “no” al Parco.  Consigliere Sabatini Nuovo Giorno:  “dice che egli a differenza del consigliere Casilli  non dirà la propria posizione sul Parco, ma gli interessa quello che vuole la gente a discapito della propria posizione. Si è appreso che oggi la maggioranza non è presente per il Parco. A marzo il Parco c’era, allora perché il consigliere Casilli vuole aspettare il Ministro, per sentirsi dire cosa? Giorno 17 ci sarà l’ennesimo show. Il Consiglio Comunale ha chiesto con un documento chiaro di fermare il gioco perché ha sentito la gente e si deve avere il coraggio di dire le cose come stanno,senza ipocrisia. Anche il Consigliere Biviano per dichiarazione di voto: “ringrazia i consiglieri di minoranza che anno portato all’attenzione dell’opinione pubblica la problematica del Parco partecipando anche alle varie riunioni. Crede che anche questa sia una grande “bufala” come quella sui porti. Preannuncia il proprio voto favorevole alla proposta così come emendata perché anche se il Parco potrebbe essere una opportunità ritiene che il nostro territorio si già abbastanza tutelato con gli strumenti che già ci sono. Con 250 mila Euro per il Parco si riuscirà a mala pena il Consiglio di Amministrazione e qualche dipendente.

 

Con le attuali condizioni non si sente di dire si ad una ipotesi di Parco che appare una grossa bufala. È un parco non condiviso dalla gente. È facile, ora che tutto lascia presagire all’imminente istituzione, dire “VE LO AVEVAMO DETTO”   e salire così sul carro di chi vuole l’istituzione del Parco, del quale in verità non siete mai scesi.  Per non parlare del Consigliere Guarino citato nel comunicato,meglio avrebbe fatto nell’affrontare la questione Parco a declinare l’invito del Sindaco a ricoprire l’incarico di consulente dell’Amministrazione redigendo perimetrazioni ed esprimendo pareri. Non si diventa classe dirigente strumentalizzando ogni occasione  e scappando di fronte ad un problema che potrebbe arrecare seri problemi all’economia di questo paese. Nel momento in cui si va forse diritti verso una decisione già presa da tempo e senza avere avuto alcuna possibilità interloquire con i tecnici e lo stesso Ministro,che va ricordato aveva promesso di ritornare in Consiglio Comunale, cosa che ancora oggi si attende, abbiamo ritenuto giusto  esprimere un netto dissenso all’istituzione del parco,e forse questo un torto?  Infine, nel rimanere sempre più convinto di avere operato nel giusto e di non dovermi rimproverare nulla, proseguirò la mia battaglia con ogni mezzo ed in ogni sede affianco e nell’interesse della gente.

 

*Consigliere comunale Il Faro

 

Eolie&parcoultima modifica: 2010-11-26T18:52:04+01:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

mpaino.JPGDopo quanto trapelato, con notizie di stampa, circa la reazione dell’Assessorato Regionale a seguito della asabatinipiccolasenzaocchiali.jpgconsegna dell’inutile deliberato del Consiglio Comunale del 16.11.2010 sul Parco, sorge spontanea la scontata considerazione: VE LO AVEVAMO DETTO ! In quella seduta del Consiglio, per bocca del Consigliere Paino, e per onestà anche dal Consigliere Guarino che certo non appartiene ai nostri gruppi, avevamo anticipato di non essere d’accordo a quel deliberato che da li a poco si sarebbe espresso negativamente su questo Parco, invece i Consiglieri di maggioranza si sono  perrsi in una serie di enunciazioni di principio generiche ed inefficaci. Secondo noi quel deliberato non raggiunge lo scopo di impedire l’adozione di questo Parco.

Pur non condividendo quella posizione voluta dal Presidente e dalla maggioranza, perché per noi controproducente e potenzialmente dannosa, abbiamo evitato di votare contro o astenerci e siamo usciti dall’aula per non contrapporci e non far sorgere equivoci o strumentalizzazioni. Certamente questa volta non servivano i nostri voti ad una maggioranza “ricompattata” all’occorrenza, su una posizione superficiale e strumentale, quindi non è stato possibile mediare ed impossibile convincere i nostri colleghi. Abbiamo fatto rilevare a tutti  i colleghi Consiglieri – solo interessati ai facili applausi – che quel deliberato avrebbe raggiunto lo scopo inverso, dimostrando l’incapacità del Consiglio Comunale di essere un attore serio, credibile ed efficace nella concertazione necessaria nell’iter dell’adozione del Parco. 

Noi eravamo e siamo contrari all’adozione di questo parco e di questa perimetrazione, ed è questo che avremmo dovuto deliberare per motivare e  chiarire a chi ci poneva il quesito la nostra volontà; così saremmo stati efficaci. Ancora oggi, per il bene dei nostri concittadini, ci dichiariamo disponibili a una iniziativa Consiliare seria che riesca a essere incisiva nella concertazione che speriamo non sia conclusa.  Ci resta l’amarezza di costatare che chi ha voluto ad ogni costo seguire una strada sbagliata ci sia riuscito, compiendo anche l’incredibile impresa di spaccare un Consiglio Comunale che sull’opposizione a questo parco si era espresso all’unanimità già il 11.07.2010.

UDC  – NUOVO GIORNO

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-11-25T19:17:25+01:00da leonedilipari
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Eolie&parco

apajnoavv.JPGEgr. Direttore,

come molti altri cittadini, ho assistito al Consiglio Comunale di ieri ed ascoltato con attenzione gli interventi dei diversi consiglieri intervenuti alla discussione. Non ho condiviso, ma certamente rispetto,  la scelta di alcuni di essi che hanno preferito lasciare i lavori d’aula pur dichiarandosi apertamente contrari alla istituzione del parco: il prendere una posizione da concretizzare nel voto mi sarebbe sembrata una scelta più coerente essendo essa attinente più al merito ( e quindi alla sostanza) che al metodo, che si può anche non condividere, ma tant’è!
Ho altresì apprezzato, sotto il profilo della manifestata coerenza e onestà intellettuale, l’intervento dell’unico consigliere apertamente contrario alla proposta di delibera: il consigliere Lo Cascio, anche se non ne condivido l’impostazione, chiaramente politica più che pratica, e non supportata da valide argomentazioni in punto di merito.
Allo stesso ho altresì espresso la mia solidarietà per lo spiacevole, quanto deprecabile, episodio che lo ha visto involontario protagonista al momento della dichiarazione di voto. Sono sempre stato del parere che la civiltà di un popolo si misura dal grado di democrazioa che lo stesso è nella potenzialità di esprimere ed è proprio per questo che ritengo assolutamente fuorvianti, strumentali e demagogici taluni interventi al riguardo manifestati sui vari sito di news eoliane da esponenti e simpatizzanti  della formazione politica cui appartiene il consigliere Lo Cascio: come spesso accade quando la faziosità supera la realtà, si è inteso volgere lo sguardo ad dito invece che alla luna. Il consigliere Lo Cascio ha infatti espresso in piena libertà e nell’assoluto rispetto delle proprie prerogative istituzionali il proprio pensiero – purtroppo per lui non condiviso da buona parte dei numerosi citadini presenti – ed episodi come quello, assolutamente da condannare, intervenuto al momento della manifestazione di voto vanno condiderati semplicemente per quello che sono: atti di involontaria stupidità fini a sè stessi, anche se, forse, dettati da una sorta di esasperazione che cresce giorno dopo giorno nella comunità eoliana sulla questione parco.
Mi appare pertanto fuor di luogo scomodare i dizionari della lingua italiana sulla etimologia del termine BUFFONE, o lasciarsi andare ad apodittiche previsioni di catastrofi bibliche qualora non dovesse, come lo scrivente si augura, giungere a buon fine lo scellerato progetto del parco.
Nessuno degli “indignati” ha infatto affrontato, ancora una vola, il merito della questione; nesuno di tali soloni del libero pensiero, ancora una volta, ha accettato la proposta, più volte formulata dalla Associazione “La Voce Eoliana”, per un confronto sereno ma concreto sulle problematiche del parco lasciando da parte la demagogia ed affrontando i vari aspetti scendendo sul piano dei fatti.  Eppure lo scrivente si è dichiarato disponibile in più occasioni ed in ogni sede ma pare prevalere nel fronte opposto  la linea del “vorrei ma non posso”, dell’ambientalismo duro e puro, dell’affermazione del “chi non è con me è contro di me”, del principio, che appare alquanto presuntuoso, del “io sono nel giusto a prescindere, tu sei solo uno stolto ignorante in materia ambientale, vuoi solo cementificare il nostro arcipelago con opere faraoniche, edificazione selvaggia e caccia tutto l’anno a qualsia cosa si muova salvo che siano esseri umani”.
Concetti del genere riempiono le pagine dei vari siti suscitando però, spesso, l’ilarità di chi li legge, tanto sono lontani dalla realtà.
Mai una voce che ci dica che senso avrebbe imporre nelle nostre isole una agricoltura eslusivamente biologica (è previsto nella bozza di regolamento che Palermo ci ha fatto pervenire) quando l’arcipelago è soggetto alle piogge acide provenienti dagli insediamenti industriali e petrolchimici del litorale tirrenico; quale è il senso di una eventuale – ma probabile – istituzione di una area marina protetta quando, ancora per anni ed anni, continueremo a sversare in mare i reflui fognari in mancanza di un vero e proprio impianto di depurazione; qual’è  il senso sotteso alla previsione di decadenza di tutte quelle concessioni edilizie rilasciate, in ossequio al Piano Territoriale Paesistico, prima della istituzione del parco ma i cui lavori non sono ancora iniziati; come si vuole proteggere il mare, conservando quella linfa essenziale per la nostra economia costituita dal diporto nautico, senza approntare una portualità munita di impianti di aspirazione delle acque nere delle imbarcazioni…… e l’elenco sarebbe ancora lungo, caro Direttore, ma rischierei di annoiare chi  avrà la pazienza di leggermi.
Ebbene, di questi argomenti concerti non  vedo traccia  nei discorsi dei seguaci dell’ambientalismo di facciata che si limitano a sostenere l’ipotesi del parco richiamandosi ad astratti, e sempre più smentiti dai fatti, presunti vantaggi per il futuro delle nostre isole, perpetuando la politica dello struzzo nel non voler vedere i disastri (documentati) che l’istituzione di aree “protette” ha portato, in molti casi, nei territori interessati; nel non volere ascoltare le popolazioni di quei territori; nel voltarsi dall’altra parte di fronte alle quasi novecento pagine di ordinanza cautelare in carcere che, di recente, ha investito il presidente di una delle maggiori aree di riserva italiane mettendo a nudo un intreccio tra malaffare e politica che la gente comune di quei territori lamentava da anni.
Contrariamente a quanto vuol farsi credere, durante la seduta del Consiglio diversi sono stati gli interventi che, viceversa, hanno fornito all’uditorio elementi concreti e documentali a sostengo della  proposta di delibera, e mi riferico in particolare al consigliere Fonti ed allo stesso Presidente Longo.
Un’ ultima considerazione: la nostra Associazione è assolutamente contraria al progetto del mega porto di Lipari, proprio perchè in buona parte inutile, del tutto sovradimensionato e di impatto mortale sul territorio, oltre che, naturalmente, per le modalità con le quali si è inteso prevederne la realizzazione svendendo l’intera baia e, in ultima analisi, (stavolta sì) il futuro della nostra gente ai poteri forti – o presunti tali – dell’ imprenditoria e della finanza nazionale: sotto tale aspetto asicuro al consigliere Lo Cascio l’ incondizionato appoggio e la condivisione della Associazione che mi onoro di presiedere.
Per chiudere: ai miscredenti circa la sottoscrizione della petizione popolare – che ha visto coinvolto circa il 60% della popolazione maggiorenne residente nel Comune di Lipari (altro che parte minoritaria) – che qualcuno vorrebbe “vedere con i propri occhi” dico che ne potranno prendere diretta conoscenza presso il Comune di Lipari, presso l’ARTA di Palermo e presso il Ministero dell’Ambiente, ai quali enti  tale petizione è stata rimessa sia in originale che in copia, oltre, naturalmente, presso la sede della nostra Associazione: contrariamente ad altri non abbiamo assolutamente nulla da nascondere. Cordialmente
Avv. Angelo Pajno
Presidente Associazione “La Voce Eoliana”
Eolie&parcoultima modifica: 2010-11-18T08:09:51+01:00da leonedilipari
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Eolie&parco

parena1.JPGdi Paolo Arena

Sul Parco Nazionale delle Eolie ciascuno ha la propria idea. C’è chi teme pericolose infestazioni di rapuddi e conigli. Chi, più lecitamente, lo vede come un poltronificio vuotato di qualsiasi scopo o utlità. E magari c’è qualcuno che spera proprio in questo… Ma c’è anche chi vede il Parco come un’opportunità per le nostre isole; c’è chi ha capito che l’ambiente ed il paesaggio sono il nostro unico capitale, tutto ciò su cui è incentrato il nostro futuro economico e sociale, che ritiene necessario un nuovo modello di turismo, incentrato sulle peculiarità uniche del nostro territorio, e non in un turismo distruttivo, fatto di grandi opere inutili, mega porti, aeroporti, edilizia sfrenata, che non fa altro che erodere il nostro patrimonio. Chi da del buffone a chi fa una scelta impopolare, senza alcun tornaconto personale e legata solo alle proprie idee ed alla propria coerenza con esse, non ha davvero capito da che parte sta il circo ambulante della politica eoliana. Sottoscrivo ogni parola della lettera di Salvatore Agrip.

Eolie&parcoultima modifica: 2010-11-17T19:31:37+01:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

cmandarano.JPGCarissimo Direttore,

Le invio un intervista rilasciata dall’Avv. Giancarlo D’Aniello (Wilderness Italia, Relatore di La Voce Eoliana al Convegno sul Parco delle Eolie) che vorrei dedicare ai nostri politici ed a tutti coloro che, nelle nostre isole, si definiscono fervidi sostenitori del Parco Nazionale.
Non a caso la Voce Eoliana ha scelto Wilderness come modello di tutela per l’ambiente ispirato a criteri di democraticità, dove attività come la pesca, la caccia, la raccolta di funghi e di frutti di bosco ed altre attività tradizionali, potranno continuare a sopravvivere senza per questo cadere nelle maglie dei divieti previsti dalla Legge 394/91 e senza che venga intaccato lo stile di vita delle popolazioni locali.
La mia finalità è quella di far sì che il futuro di queste isole sia ispirato ad una tutela ambientale democratica, molto simile a quella americana, senza che l’ambiente venga trasformato in una macchina per produrre ricchezza a favore di pochi eletti ed a discapito dell’intera popolazione.
Pertanto, ribadisco ancora una volta il mio NO ALL’ISTIUZIONE DEL PARCO NAZIONALE DELLE ISOLE EOLIE. A chi ancora ritiene che le Isole Eolie siano ormai finite, per il semplice motivo che, senza un Parco Nazionale, non faranno parte o non saranno menzionate in qualche celebre lista o rivista patinata, rispondo con un semplice detto del Drake Enzo Ferrari; alla domanda di un giornalista durante gli anni bui quando non si vinceva un titolo mondiale e si temeva addirittura che ciò potesse, in qualche modo, offuscare il mito Ferrari, egli rispose: “La Ferrari vince sempre anche quando perde”. 

Cordiali Saluti.
(Avv. Claudio Mandarano)

Intervista a Giancarlo D’Aniello AIW

WILDERNESS, PER L’UOMO NELL’AMBIENTE

Sono tante le forme di ambientalismo possibile, come dimostra l’Associazione Italiana per la Wilderness, portatrice di una grande storia e promotrice di una conservazione dell’ambiente nella quale c’è posto anche per cacciatori, pescatori e raccoglitori.
Troppo spesso in Italia più che i colpi di doppietta esplodono le polemiche, tra chi si arroga il diritto di farsi detentore di un concetto e chi, capro espiatorio silenzioso, è costretto a difendersi da accuse infondate. È il caso, ormai divenuto una costante, della lotta tra ecologisti e cacciatori, i primi paladini dell’ambiente e i secondi additati, ancora troppo spesso e ingiustamente, come sanguinari assassini e deturpatori della natura. Fortunatamente esistono anche casi di collaborazione tra queste due compagini e anzi, a ben guardare, di genesi comune. Esiste ad esempio l’Associazione Italiana per la Wilderness (Aiw), fondata nel 1985 con lo scopo di diffondere in Italia le prime conoscenze della filosofia Wilderness e del suo “concetto di conservazione”, oltre alla ricerca di concrete forme attuative della stessa. A spiegare meglio questo pensiero, nato dal filosofo ambientalista Henry David Thoreau e da Aldo Leopold, cacciatore e conservazionista, e basato sulla volontà di conservare la natura in quanto valore in sé, inteso come patrimonio spirituale per l’uomo stesso, è Giancarlo D’Aniello, coordinatore nazionale dell’Aiw.
Avvocato D’Aniello, cosa si intende esattamente con il concetto di “wilderness” e quali obiettivi si propone l’Associazione?
Si tratta di un’associazione ambientalista, ma con dei distinguo doverosi, dal momento che oggi tutti si definiscono in questa maniera, salvo poi trovarsi il più delle volte di fronte ad animalisti che si professano ambientalisti. Ecco perché ci definiamo ambientalisti conservazionisti, con l’obiettivo di tutelare quanta più natura selvaggia possibile. Ovvero desideriamo che gli ultimi territori che sono rimasti incontaminati, privi di opere antropiche, così come sono pervenuti a noi, possano essere perpetuati alle generazioni future. Non dimentichiamoci, infatti, che la natura selvaggia è un patrimonio che può diminuire, ma mai aumentare. Un’area selvaggia che conosce l’intervento umano, infatti, è compromessa per sempre.
Già lo Stato e le altre associazioni operano in tal senso. Quali elementi vi contraddistinguono?
La Legge quadro sulle aree protette, la famigerata 394/91, non tutela specificatamente questa peculiarità. Oggi i parchi nazionali, a quasi trent’anni dalla loro istituzione, privilegiano più l’aspetto turistico e considerano in misura insufficiente quello conservazionistico dei territori sottoposti a vincolo, con i problemi che poi si riscontrano quotidianamente. Ecco perché ci troviamo a compiere battaglie serrate contro i parchi nazionali, perché questi sono diventati collettori di fondi europei o statali spesi, per assurdo, proprio a discapito della natura selvaggia. Nel momento in cui si creano piste e sentieri, o si autorizzano costruzioni, non ci si rende conto che si è a un passo dal realizzare vere e proprie strade che sconvolgono queste aree. E spesso con l’inosservanza di quanto imposto da leggi e decreti ministeriali.
L’Italia in quali condizioni ambientali versa e quali sono le lacune lasciate da amministrazioni e associazioni?
Oggi l’ambientalismo tradizionale ha abdicato, almeno nella sua versione originaria, e proprio per questo avvertiamo l’esigenza di scendere in campo. Le varie realtà non sembrano lottare per la salvaguardia di territori incontaminati e appaiono troppo invischiate nei gangli della burocrazia e dell’apparato statale.
Sono accuse pesanti…
È vero, ma è lampante come oggi si finisca per privilegiare l’aspetto legato al finanziamento o al progetto. Ed è evidente che nel momento in cui un’associazione ambientalista punta a farsi riconoscere dalla Regione o dall’Ente parco un determinato progetto da decine di migliaia di euro, o anche da centinaia di migliaia, deve necessariamente scendere a compromessi, mentre noi siamo intransigenti. Così come non siamo contrari all’uso dell’attività venatoria che consideriamo una pratica come tante dell’uomo che, in quanto tale, deve essere regolamentata, ma non certo vietata o demonizzata. Un’apertura che ci distingue dalle altre associazioni e che ha trovato anche molti consensi tra i cacciatori, tanto che vantiamo numerose presenze e sostenitori anche tra “le doppiette”. Anzi, abbiamo scoperto che alla fine molti cacciatori sono anche più ambientalisti delle persone comuni, perché chi vive pienamente la natura, come chi caccia, pesca, raccoglie i frutti del bosco, spesso ne ha più rispetto, e un maggiore interesse affinché il territorio venga salvaguardato.
Certo una posizione inusuale che avrà sollevato diverse critiche da parte delle altre associazioni ambientaliste.
In effetti, molti ci hanno ignorato o contestato, salvo poi entrare a far parte del movimento. Anzi, tanti ambientalisti si sono iscritti, mentre altri citano Leopold, il fondatore, portandolo come esempio emblematico di figura ambientalista, omettendo che era anche un cacciatore. Per noi è inutile mummificare il territorio, come si fa con i parchi e le aree protette. Dobbiamo rifarci all’esperienza dell’America, dove hanno iniziato con i parchi nazionali a inizio ‘900, rendendosi poi conto che l’eccessivo sfruttamento turistico stava sminuendo e mortificando l’essenza stessa del popolo americano, ovvero la frequentazione della natura selvaggia, la caccia in montagna, il trekking, il campeggio nei boschi, la pesca nei laghi. Da qui la volontà di una tutela che salvaguardi un territorio, ma che ne permetta l’esercizio delle attività tradizionali, come la caccia, la pesca, l’escursionismo. Sono nate così le Aree Wilderness, dalla fine degli anni Venti, fino alla legge del 1964 che le ha consacrate e istituzionalizzate. Noi siamo affiliati al movimento internazionale che porta avanti la divulgazione di questa filosofia e ci stiamo battendo per arrivare allo stesso risultato.
E in Italia come si sviluppa la vostra attività?
Nel nostro Paese abbiamo già costituito 60 Aree Wilderness. La differenza fondamentale è che mentre le aree protette tradizionali calano dall’alto su un territorio in quanto imposte dalle istituzioni, le nostre nascono per un processo inverso. Attraverso uno studio su una zona, andiamo a individuare un territorio demaniale ancora selvaggio. A quel punto contattiamo il Comune e la popolazione, li rendiamo edotti del bene e della peculiarità che possiedono, chiedendo loro di continuare a conservarlo così come hanno fatto fino a quel momento, attraverso una delibera comunale. Dunque, tutte le nostre aree nascono con il consenso della popolazione che vive quel territorio, e quel vincolo non è assolutamente avvertito come tale. Anzi, viene apprezzato, all’opposto di quanto avviene per i parchi imposti, checché ne dicano gli ambientalisti. Chi, infatti, vive quelle zone sa perfettamente quanto gravi una tale imposizione.
E per la questione dei risarcimenti dai danni derivanti da fauna selvatica, annoso problema dei parchi e aree limitrofe?
Per citare un esempio concreto, si può osservare quanto accade al parco del Cilento – Vallo di Diano, dove abbiamo un’esplosione demografica di cinghiali. In un’Area Wilderness questo problema non si sarebbe mai posto. Anzi, sarebbe stata una ricchezza per quel territorio, per i cacciatori in primis, avendo la possibilità di praticare in maniera controllata la selezione dei capi, ma anche per l’area, contenendo in quel modo la diffusione di quella specie. Dunque, un beneficio per l’attività venatoria, ma anche per i coltivatori diretti, che non avrebbero visto i propri raccolti devastati. Per noi la caccia può essere anche un bene, purché praticata in maniera etica e nel rispetto di quella che è la normativa vigente. Le nostre aree nascono per tutelare il territorio, per cui tutto ciò che veniva svolto in maniera tradizionale su di esse viene conservato.
In sostanza, una convivenza pacifica tra tutte le realtà presenti.
Assolutamente. Obiettivo primario è la conservazione integrale del territorio, da tramandare, permettendo alle comunità locali di mantenere il proprio stile di vita. Se quindi in una vallata gli abitanti hanno sempre esercitato l’attività venatoria, la pesca o la raccolta nei boschi, noi tuteliamo e manteniamo quello stile di vita.
È curioso che un’associazione ambientalista tolleri i cacciatori e anzi li chiami a sé.
Certo, non solo per noi la caccia non è una minaccia, ma al contrario è una forma attiva di tutela del territorio. Ed è per questo che chiediamo il sostegno dei cacciatori e un aiuto nello sviluppo dei nostri progetti. Si parla sempre di ambientalismo in contrapposizione all’attività venatoria, ma in realtà noi coniughiamo entrambi questi aspetti, superando questa visione dicotomica. Poi in Italia l’ambientalismo ha preso una declinazione animalista, come si comprende dalle dichiarazioni del ministro del Turismo, senza neanche conoscere certe dinamiche e non entrando nel dettaglio. Noi invece siamo una sorta di difesa anche per la caccia, sempre da intendersi in una certa maniera e con una pratica controllata, come è oggi in Italia.
Quali prospettive per il prossimo futuro?
Mi auguro che possa continuare questa crescita e la diffusione del nostro pensiero. Oggi mettiamo in discussione certe soluzioni apparentemente ecologiche, come gli impianti eolici, che non fanno altro che deturpare il territorio e falciare rapaci per una produzione energetica irrisoria. Non ci si può considerare ambientalisti pensando che le pale eoliche possano risolvere il problema energetico. Troppo spesso ci sono interessi economici e politici, anche dietro la gestione dei parchi, perdendo l’originaria funzione di tutela territoriale. Fortunatamente sempre più persone stanno comprendendo le nostre finalità e sposando il nostro pensiero, ma c’è davvero bisogno dell’aiuto di tutti per cambiare la situazione.
Intervista di Matteo Barboni

DALLA CONVIVENZA UNA FILOSOFIA DEL RISPETTO
Le origini dell’Associazione Italiana per la Wilderness risalgono al 1985, grazie all’idea di Franco Zunino, sviluppatasi in Abruzzo e poi concretizzata ad Alberese, in provincia di Grosseto, al fine di diffondere la conoscenza di un pensiero ben più antico. Alla base della Wilderness sta infatti una vera e propria filosofia, sviluppatasi in America nei primi decenni dell’Ottocento e diffusasi in tutto il mondo nel corso del XX secolo. Tale concezione ritiene che la natura debba essere conservata in quanto valore in sé, considerando questo valore un patrimonio spirituale per l’uomo per ciò che esso esprime a livello interiore e di emotività in chi la frequenta. È curioso come i fondatori di questo pensiero fossero, almeno agli occhi di chi oggi si cimenta in polemiche continue, due aderenti ad opposte posizioni. Furono infatti Henry David Thoreau, filosofo e ambientalista, e Aldo Leopold, cacciatore e conservazionista, a lanciare questa idea che si oppone all’uso di massa dell’ambiente, sia per scopi ricreativi che di prelievo di risorse naturali rinnovabili. In realtà la stessa genesi del movimento dimostra come le attività venatorie, quando controllate e mosse da un’etica corretta, siano perfettamente integrate con le attività di tutela e salvaguardia dell’ambiente. Basti pensare allo scopo primario del movimento, ovvero l’applicazione di un Concetto di conservazione che è il mantenimento di vaste aree naturali selvagge, come quelle che fin dal 1964 sono state definite Aree Wilderness negli Usa.
Il fatto stesso che artefice di questa politica di tutela ambientale sia stato Aldo Leopold, ad oggi considerato il massimo ambientalista di livello mondiale, ma anche convinto e appassionato cacciatore, dimostra come l’attività venatoria, se regolamentata, sia un fattore integrato e positivo nei diversi habitat, nonostante la demonizzazione perpetuata da una serrata critica che costantemente alimenta dibattiti mediatici, spesso a senso unico.
Come sostenere l’associazione: c/c postale 10494672 (intestato ad Associazione Italiana per la Wilderness, 17013 Murialdo); c/c bancario: IBAN IT06 L030 6949 4401 Conto 00000000541 – Istituto Bancario Intesa-Sanpaolo. Filiale di Millesimo (Savona), indicando se si vuole essere socio ordinario, sostenitore, benemerito o “Supporter & Garante”.
Per ulteriori informazioni: Associazione italiana per la Wilderness, via A. Bonetti 71 (Borgata Piano) 17013 Murialdo (Sv), tel./fax (+39)01953545, www.wilderness.it,g.daniello@ordavvsa.it

LA DIFFUSIONE DELLE AREE WILDERNESS IN ITALIA
L’Associazione Italiana per la Wilderness, mediante contatti con Aziende regionali per le foreste, Comuni e soggetti privati, opera affinché possano venire designate delle “Aree Wilderness”, adattate alla situazione sociale e fondiaria del Paese, e pertanto tutelate da vincoli meno severi delle originali. Ad oggi queste Aree assommano a 60, distribuite in 19 province, tra Emilia-Romagna, Campania, Liguria, Lazio, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, con un’estensione complessiva di 37.000 ettari. Ad esse vanno aggiunte altre particolari iniziative di tutela, ambienti, fenomeni naturali, per un totale di 19.000 ettari. In particolare, si deve proprio all’Aiw la designazione della Riserva naturalistica dell’Adelasia in Liguria e l’istituzione del nucleo iniziale del Parco nazionale della Val Grande in Piemonte. Le diverse aree, già inserite nella classificazione internazionale delle aree protette dell’Uicn, organismo Onu sostenuto anche dallo Stato italiano, sono suddivise in zone designate o designabili all’esterno delle aree protette, aperte alla caccia, e quelle designate invece all’interno delle aree protette, in cui l’attività venatoria è preclusa per legge.

UN’ECOLOGIA FINALMENTE DEMOCRATICA
L’inclusione nel “Sistema delle Aree Wilderness Italiane” istituito dall’Associazione Wilderness nel 2005, classifica le diverse zone mediante l’indicazione del valore vincolistico e fisico. Questa nuova forma di tutela, intesa come fatto territoriale, avviene in forma assolutamente democratica e non proveniente esclusivamente “dall’alto”. La nascita di un’area è infatti espressione della volontà popolare attraverso i Consigli comunali liberamente eletti, o per iniziativa dei Consigli di amministrazione di Aziende regionali per le foreste, nonché per libera scelta dei proprietari fondiari. Dunque si tratta di una decisione di protezione di patrimoni ambientali per autonoma iniziativa soprattutto delle comunità locali che, venute a conoscere il proprio patrimonio ambientale, se ne fanno esse stesse garanti, procedendo all’inserimento all’unanimità.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-11-12T09:49:37+01:00da leonedilipari
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Eolie&parco

plocasciopiccola.jpgdi Pietro Lo Cascio

E’ noto il mio apprezzamento verso il lavoro svolto dal Parco nell’area delle Cinque Terre in Liguria, come qualcuno ha voluto ricordare in un comunicato stampa apparso qualche settimana fa, dove le vicende giudiziarie del presidente Bonanini venivano equiparate a una dimostrazione del fallimento di quest’area protetta; è con piacere che mi pregio quindi di comunicarle la notizia della recente inclusione delle Cinque Terre tra le 99 coste più belle del mondo in una lista selezionata da oltre 300 esperti e pubblicata dall’autorevole rivista “Traveler” della National Geographic Society. Tale selezione è avvenuta non sulla base della fama dei luoghi, ma su criteri relativi alla loro integrità sociale e culturale, alla qualità ecologica e ambientale, alle condizioni dei siti archeologici e degli edifici storici, alla bellezza estetica, alla qualità della gestione del turismo e alle prospettive in materia di gestione.

Certamente, la presenza di un Parco Nazionale e gli orientamenti seguiti nella sua gestione hanno contribuito al conseguimento di questo brillante risultato. Complimenti sinceri, quindi, al Parco delle Cinque Terre. La lista è consultabile su http://travel.nationalgeographic.com/travel/coastal-destinations-rated/list .
E le Eolie? Peccato, noi non siamo nella lista.
Eolie&parcoultima modifica: 2010-11-11T10:52:49+01:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgFERMIAMO L’ARROGANZA

Ancora una volta registriamo con preoccupazione l’arrogante tentativo di calpestare, deridere, sottomettere alle ragioni di una casta minoritaria la volontà della stragrande maggioranza degli eoliani riguardo alla gestione ed alla salvaguardia del proprio territorio. Le ragioni di tale tentativo, con l’obbiettivo dichiarato di imbrigliare intanto le terre e, successivamente ed a breve, anche i mari dell’arcipelago con il pretesto dell’ambientalismo duro e puro quale panacea di tutti i mali, quale “volano di sviluppo”, quale “marchio di qualità” dal valore aggiunto, sono però   miseramente naufragate alla prova dei fatti. E’ financo troppo facile – e, credeteci, non  ci gratifica di alcuna soddisfazione – per questa Associazione affermare oggi…”ve lo avevamo detto”. Non v’è infatti peggior sordo di chi non vuol sentire, anche di fronte a fatti e circostanze oggettivi ed inoppugnabili  ai quali si contrappongono solo vuote dichiarazioni di principio e demagogia da salotto.

La recente radiografia della “tutela ambientale” affidata a parchi, riserve e aree marine protette, sempre più poltronifici ad uso e consumo di politici e sodali di partito, ci ha consegnato un quadro devastante del quale non vorremmo entrassero a far da cornice anche le nostre isole. E’notizia di questi giorni, infatti, l’arresto di  Franco Bonanini – detto “Il faraone” per il suo modo di gestire il parco delle Cinque Terre di cui è stato presidente sino all’intervento  della magistratura – applaudito relatore al recente convegno liparese di luglio. Pare sia emerso ciò che i cittadini di Riomaggiore andavano lamentando da anni, colpevolmente inascoltati: un coacervo di interessi personali e di gestione nepotistica che ha sconfinato nel malaffare, almeno stando alle indagini in corso. Davvero un bell’esempio da seguire! Miglior sorte non è toccata a quell’altro “campione di buon governo del territorio” anch’esso presente al convegno di luglio: il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Già alcuni mesi addietro il Sindaco di Rio Marina, uno dei maggiori comuni elbani, e parlamentare UDC, Francesco Bosi, aveva presentato alla Camera una interrogazione a risposta scritta al Ministro Prestigiacomo lamentando la “gestione deficitaria sotto ogni profilo” del parco da parte del Presidente, il geologo Mario Tozzi, tacciato di una gestione assolutistica del territorio sorda  alle reali esigenze delle popolazioni e delle amministrazioni locali i cui sindaci sono stati, per ciò solo, invitati da cotanto Presidente a sottoporsi ad una “seduta psicanalitica”  mentre le genti elbane, sempre secondo Tozzi, avrebbero meritato una “deportazione in massa in Montenegro” vista la loro “arretratezza culturale impressionante”.

Questo  dimostra la reale, effettiva, considerazione, al di là quindi delle dichiarazioni di facciata,   che  delle popolazioni locali hanno in genere le strutture di vertice e di gestione dei parchi nazionali, affidate spesso a soggetti del tutto estranei alle realtà nelle quali si trovano ad operare e obnubilati da una sorta di delirio di onnipotenza assolutamente deleterio per i territori amministrati. Ad ulteriore conferma di tale considerazione va detto che un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori della Università di Padova, coordinati dal prof. Camperio Ciano,  ha messo in luce i guasti (altro che “volano di sviluppo”) provocati dalla istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sulla economia e lo sviluppo di quel territorio, trasmettendone i risultati financo allo stesso Ministro dell’Ambiente. Ancora più catastrofica l’esperienza della aree marine protette, la cui istituzione è spesso figlia naturale dei parchi terrestri; solo per restare in Sicilia, quella di Ustica (la prima ad essere istituita in Italia) è commissariata oramai da anni  mentre quella delle Isole Egadi conferma il ruolo assolutamente marginale delle amministrazioni locali nella gestione di tali realtà e l’influenza preponderante della politica nazionale, spesso assoggettata a manovre ed interessi che nulla hanno a che vedere con la effettiva tutela ambientale o con le esigenze di un reale sviluppo eco-sostenibile delle popolazioni interessate.

Anch’essa (manco a dirlo) commissariata, l’AMP delle Egadi è in atto affidata ad un “responsabile della gestione” individuato nell’Avv. Luigi Pelaggi, imposto manu militari dal ministro Prestigiacomo in sostituzione di altro soggetto già indicato dal Sindaco di Favignana. Orbene l’Avv.Pelaggi, oltre a rivestire l’incarico di capo dell’Ufficio Tecnico del Ministero dell’Ambiente, ricopre numerosi altri incarichi, tra i quali,  dal febbraio 2009, anche quello  di commissario straordinario per l’emergenza idrica alle isole Eolie, quello di componente del CdA della ACEA S.p.a., di componente del CdA della SEGESID S.p.a (società in house del Ministero dell’Ambiente), oltre ad esercitare l’attività libero-professionale in Roma. Piacerebbe  (tanto) agli amici di Favignana sapere quando il Pelaggi avrà il tempo di occuparsi anche di loro. Quando si dice il…fascino delle poltrone! Sulla illegittimità di tale nomina l’On. Leoluca Orlando ha poi presentato l’ennesima interrogazione a risposta scritta al Ministro dell’Ambiente (seduta C.D. n.276 del 2.2.2010) ma intanto l’AMP delle Egadi continua il suo calvario, con buona pace dell’ambiente e delle opportunità di sviluppo (?). Restano però limiti e divieti, ci mancherebbe altro!

In questo quadro desolante, e nella assoluta penuria di risorse, si sta tentando di portare avanti, nonostante la contrarietà di buona parte della comunità eoliana, l’istituzione del Parco Nazionale delle isole Eolie. Al riguardo è bene che si sappia che il 23 settembre scorso, addirittura nella vacatio istituzionale del posto di assessore regionale al Territotrio e Ambiente, si è tenuto a Palermo un incontro per definire gli ulteriori aspetti relativi alla istituzione del parco. Ebbene, erano presenti, oltre ai sindaci dei comuni eoliani, tutta una pletora di associazioni ambientaliste, alcune delle quali addirittura rappresentate da più delegati (melius abundare quam deficere), ma NESSUNA RAPPRESENTANZA DIRETTA DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE. A seguito di tale “conclave” il dott. Gendusa, funzionario dell’Assessorato, ha inviato a tutti i partecipati la nuova perimetrazione del parco (sempre e comunque circa l’80% di territorio vincolato) ed una bozza del relativo regolamento, chiedendo ai destinatari di far pervenire eventuali osservazioni entro il 31 ottobre.

Ancora una volta, pertanto ( e smentendo le dichiarazioni di circostanza pronunciate dal ministro Prestigiacomo in occasione del convegno di luglio), si vuole lasciare fuori da ogni processo partecipativo le popolazioni locali, e non vale ad elidere tale considerazione la notizia che, nei prossimi giorni saranno a Lipari alcuni funzionari regionali per incontrare (pare) la gente in quanto, lungi dall’acquisirne la effettiva volontà, essi si limiteranno ad illustrare perimetrazioni e regolamento già discussi e decisi in altra sede. Una sorta di “presa d’atto”, quindi, e nulla di più! Facciamo pertanto attenzione, non lasciamo che ci trattino da gregge poiché stavolta la transumanza non riguarderà il trasferirsi dal mare ai monti o viceversa, ma il ben più amaro e definitivo abbandono delle nostre isole che diventeranno paradiso per pochi innescando così una regressione sociale ed economica dagli effetti devastanti.

Siamo stati tacciati, con monumentale stoltezza: di terrorismo antiambientalista, (come se non esistessero già nel nostro territorio strumenti di tutela più che efficaci come il PRG, oramai in dirittura d’arrivo, il PTP, i vincoli idrogeologici, antisismici, le zone SIC e ZPS,  le aree di riserva e di pre riserva ecc.);  di connivenza con i cacciatori (quasi che questi ultimi non avessero già una ferrea disciplina normativa che ne limita ed indirizza l’attività venatoria); di allarmismo ingiustificato in quanto poco o nulla cambierebbe con la istituzione del parco rispetto ai vincoli già esistenti. F  A  L  S  I  T  A’ che non abbisognano di soverchio sforzo per essere smentite. Basta infatti  prendere conoscenza di quanto stabilito dalla legge – quadro sui parchi e le aree protette, la 394/91 (da più parti oramai considerata obsoleta ed anacronistica tanto che ne è stata proposta una radicale rivisitazione) per rendersi conto di quale mannaia andrebbe ad abbattersi sul nostro territorio senza alcun pratico vantaggio per l’ambiente. E quindi noi gridiamo forte NO AL PARCO NAZIONALE DELLE ISOLE EOLIE, SI ALLA EFFETTIVA E NON IPOCRITA TUTELA DEL TERRITORIO mediante la realizzazione di tutta una serie di infrastrutture ed interventi concreti e non meramente demagogici ed inutili. Per questo motivo invitiamo tutti i cittadini che siano realmente interessati alla tutela ed allo sviluppo del proprio territorio a prendere contatto con la nostra associazione che si mette a loro disposizione  sia per fornire una informazione libera da filtri e condizionamenti, sia per acquisire suggerimenti, esperienze e consigli. Riflettiamoci!

Associazione  La Voce Eoliana (Presidente Angelo Pajno, vice presidente Claudio Mandarano)

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-10-17T07:29:09+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgQuattro nozioni sui Parchi Nazionali. I primi parchi storici Italiani (Abruzzo 1921, Gran Paradiso 1923, Circeo 1934 ecc.) originariamente si ispirarono ai Parchi Nazionali Americani, non solo come idea ma anche per il criterio su cui furono fondati, anche se adattati al sistema politico / sociale e fondiario italiano di quel periodo. L’idea era quindi nata bene: con la tutela della natura, il rispetto della proprietà privata e comunale era, se non garantita, almeno tenuta in ampia considerazione e così garantiti erano anche i diritti delle collettività locali (le leggi prevedevano la possibilità che i parchi acquisissero i terreni per fini di conservazione, li assumessero in gestione o almeno fossero indennizzati i proprietari qualora fosse stato impedito loro il prelievo delle risorse naturali rinnovabili ed in particolare il taglio dei boschi). La nascita di questi parchi avvenne durante la monarchia ed il regime fascista eppure queste prime aree protette sorsero basate su principi democratici e liberali di quella componente politica che li rappresentava; principi che poi furono, paradossalmente di fatto, ma anche per legge cancellati o quasi con l’avvento della Repubblica. Come nei Parchi americani anche in quelli italiani in alcuni casi si era trovato il modo di consentire attività come la caccia (Gran Paradiso ed Abruzzo), contribuendo non poco al loro sostegno finanziario in un periodo di casse vuote. Come nei Parchi americani l’acquisto dei terreni o la loro assunzione in gestione era considerata basilare per ottenere una vera conservazione.

Oggi si è invece preferito il metodo di imporre dall’alto un divieto di taglio, senza prevedere forme di indennizzo o, quando lo si è fatto, finendo per imporre anche questo, quasi mai ai prezzi di mercato; quindi con perdite nette per i poveri comuni montani, costretti a subire vincoli d’imperio per garantire la preservazione di patrimoni ambientali in alcuni casi riconosciuti di valore sovranazionale. Ciò non avviene nei Parchi americani, dove le aree protette, per potersi definire tali, devono assumere in proprietà federale o anche statale i loro territori, pagando ai privati il loro reale valore di mercato. Perchè non è né democratico, né liberale, né giusto che i privati ed i Comuni sui cui territori incidono i parchi, debbano a loro spese assicurare la conservazione dei patrimoni di biodiversità – paesaggistica, floro-faunistica, ambientale e culturale in genere – che appartiene a tutta la collettività nazionale, come avviene, di solito, nelle società socialiste. Tutti i parchi Nazionali e Regionali d’Italia seguiti a quelli storici sono stati istituiti con questi criteri e, per assurdo, le cose sono andate a peggiorare con la Legge 394/1991. Ed è per questa semplice ragione che i nostri Parchi a tutto assolvono meno che alla conservazione dei patrimoni naturali che avrebbero mandato di fare.  Se si sommassero tutti i soldi spesi da tutti questi enti, suddividendoli tra quelli utilizzati per conservare l’ambiente e quelli utilizzati per valorizzarlo, probabilmente alla prima fascia andrebbe forse meno del 10%: il che indica un fallimento delle vere finalità di queste istituzioni! Se alle radici dei Parchi c’è l’esempio americano, allora è da quell’esempio che bisogna prendere spunti per risolvere i nostri problemi, a costo di dover rinunciare ad alcune fette di Parchi o addirittura a Parchi inutili, ne esiste un gran numero nel nostro paese, aree di valore paesaggistico designate in Parchi solo per meri interessi politici!

La recente radiografia della “tutela ambientale” affidata a parchi, riserve e aree marine protette, sempre più poltronifici ad uso e consumo di politici e sodali di partito, ci ha consegnato un quadro devastante del quale non vorremmo entrassero a far da cornice anche le nostre isole. E’ notizia di questi giorni l’arresto di Franco Bonanini – detto “Il faraone” per il suo modo di gestire il parco delle Cinque Terre di cui è stato presidente sino all’intervento della magistratura – applaudito relatore al convegno liparese. Miglior sorte non è toccata a quell’altro “campione di buon governo del territorio” che l’amministrazione liparese ha voluto presente al convegno di luglio: il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Già alcuni mesi addietro il Sindaco di Rio Marina, uno dei maggiori comuni elbani, e parlamentare UDC, Francesco Bosi, aveva presentato alla Camera una interrogazione a risposta scritta al Ministro Prestigiacomo lamentando la “gestione deficitaria sotto ogni profilo” del parco da parte del Presidente, il geologo Mario Tozzi, tacciato di una gestione assolutistica del territorio senza alcun coinvolgimento delle popolazioni e delle amministrazioni locali i cui sindaci, a detta di cotanto Presidente, avevano bisogno di una “seduta psicanalitica” sol perché si erano permessi di rappresentare alcune primarie esigenze delle genti del luogo, mentre queste ultime, sempre secondo Tozzi, avrebbero meritato una “deportazione in massa in Montenegro” vista la loro “arretratezza culturale impressionante”. Questo dimostra la reale, effettiva, considerazione, al di là quindi delle dichiarazioni di facciata, che delle popolazioni locali hanno in genere le strutture di vertice e di gestione dei parchi nazionali, affidate spesso a soggetti del tutto estranei alle realtà nelle quali si trovano ad operare e obnubilati da una sorta di delirio di onnipotenza assolutamente deleterio per i territori amministrati.

Pensate anche al Parco Nazionale del Pollino il cui direttivo ha organizzato un gemellaggio, a spese dei contribuenti, con un Parco del Sudafrica durante il periodo in cui si sono giocati gli ultimi mondiali di calcio, il tutto fatto in nome della BIODIVERSITA’!!! Forse è giunta l’ora che il Governo avvii delle Commissioni d’inchiesta per verificare effettivamente questi signori come spendono i soldi dei finanziamenti pubblici che lo Stato versa ciclicamente.  L’associazione La Voce Eoliana, si pone come fine proprio quello di opporsi a questi carrozzoni politici, che hanno come fine solo quello di creare ulteriori poltrone e vincoli a danno dei cittadini, dove la tutela ambientale assume solo valore marginale, dove gli interessi che vi orbitano sono ben altri. Basta infatti prendere conoscenza di quanto stabilito dalla legge – quadro sui parchi e le aree protette, la 394/91 (da più parti oramai considerata obsoleta ed anacronistica tanto che ne è stata proposta una radicale rivisitazione) per rendersi conto della mannaia che andrebbe ad abbattersi sul nostro territorio senza alcun pratico vantaggio per l’ambiente. E quindi noi gridiamo forte NO AL PARCO NAZIONALE DELLE ISOLE EOLIE SI ALLA EFFETTIVA E NON IPOCRITA TUTELA DEL TERRITORIO mediante la realizzazione di tutta una serie di infrastrutture ed interventi concreti e non meramente demagogici ed inutili. Per questo motivo invitiamo tutti i cittadini che siano realmente interessati alla tutela ed allo sviluppo del proprio territorio a prendere contatto con la nostra associazione che si mette a loro disposizione sia per fornire una informazione libera da filtri e condizionamenti, sia per acquisire suggerimenti, esperienze e consigli Iscrivetevi al nostro gruppo su FACEBOOK “LA VOCE EOLIANA”, oppure contattateci per qualsiasi informazione al seguente indirizzo e-mail: lavoceeoliana@alice.it  Riflettiamoci!

Associazione La Voce Eoliana (Presidente Angelo Pajno, vice presidente Claudio Mandarano)

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-10-16T14:42:51+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

anatolipiccola.jpgdi Aldo Natoli

Alla luce delle vicende giudiziarie che apprendiamo sulla gestione del Parco delle Cinque Terre mi permetto suggerire al Sindaco del Comune, Mariano Bruno, di riorganizzare a Lipari , al fine di far comprendere ai cittadini l’importanza o meno dell’istituzione del “Parco delle Eolie”, un convegno con dei relatori diversi e più credibili. Naturalmente la presenza del Ministro Stefania Prestigiacomo è sempre gradita.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-09-29T21:49:43+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgPARCHI NAZIONALI & PRIVATIZZAZIONI. Gran parte dei lettori sicuramente avranno letto dei tagli della Finanziaria di Tremonti ai Parchi Nazionali, dove i finanziamenti statali sono stati ridotti del 50%  e mentre viene messo in dubbio il futuro dei Parchi Nazionali esistenti, il Ministro dell’Ambiente promuove l’istituzione nella sola regione Sicilia di ben altri 4 parchi nazionali (Egadi, Eolie, Pantelleria ed Iblei), stanziando addirittura delle somme ridicole per dar vita a questi parchi. Per quanto riguarda il Parco Nazionale delle Isole Eolie, si avvia a nascere con una perimetrazione scellerata che ricomprende quasi l’80% del territorio, senza tener minimamente conto dell’elevato grado di antropizzazione delle isole di Lipari e Vulcano e senza la condivisione della popolazione locale, al solo fine di creare ulteriori poltrone da riscaldare. Con simili propositi e con una legge becera come la 394/1991, anche il parco delle Eolie, prima di nascere è destinato a diventare l’ennesimo carrozzone incompiuto, pronto ad aggiungere ulteriori vincoli al nostro già martoriato territorio. Infatti, quando nel 2007, il governo Prodi inserì l’istituzione di questi parchi nell’allora finanziaria, il centro destra gridò allo scandalo, oggi paradossalmente è proprio il centro destra che spinge per creare nuovi parchi a fondi zero; piuttosto che concentrare le poche risorse per quelli esistenti, ne crea altri, con il rischio di far collassare l’intero sistema delle aree protette italiane. In Italia i parchi sono sempre stati considerati dei feudi politici, dove non si accede per meritocrazia, ma solo se si rientra nelle grazie del ministro di turno, trasformando gran parte di questi gioielli naturalistici in dei veri e propri carrozzoni gestiti male e mantenuti peggio e tutto ciò va a ripercuotersi inesorabilmente sulle popolazioni e sulle economie locali. Allo stato attuale e con i tagli per il 2011,  operati dalla finanziaria di Tremonti, una buona parte dei parchi italiani rischia la definitiva chiusura.

La sola strada percorribile che appare all’orizzonte sembra LA PRIVATIZZAZIONE. L’idea della privatizzazione era venuta alla Prestigiacomo già nel 2008. La motivazione era che le aree protette fossero dei semplici “poltronifici” che non giovavano in alcun modo al Paese e, per risolvere questa situazione, la proposta era di creare delle fondazioni private per la gestione dei Parchi e delle loro iniziative. Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli in un suo recente comunicato dichiara: “Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo è in clamoroso ritardo rispetto alla norma che taglia i fondi ai Parchi nazionali, decretandone di fatto la chiusura. Il ministro sarebbe dovuto andare da Berlusconi e mettere sul tavolo le sue dimissioni nel caso in cui questa norma vergognosa non fosse stata eliminata dalla manovra”. Lo stesso Bonelli aggiunge: “Ma forse è più legata alla sua poltrona che alla sopravvivenza dei Parchi italiani”.
“Questa norma è solo propedeutica alla privatizzazione delle aree protette italiane che sono un boccone prelibato per le speculazioni. E’ dal Dpef del 2008 che Tremonti prova a dichiarare gli Enti Parco Enti inutili. A luglio dello stesso anno, poi, fu proprio il ministro Prestigiacomo a proporre la privatizzazione dei Parchi. Il centrodestra ha storicamente tagliato le risorse a favore di questi enti”. Ma chi ci guadagna se il Governo sceglie di non finanziare più i Parchi con fondi pubblici e di svenderli ai privati? Secondo Antonio Nicoletti, responsabile di Legambiente: ”Non i cittadini, che ad oggi delle proprie tasse vedono spendere in questo capitolo non piu’ dell’equivalente di un paio di caffe’ l’anno. Penso invece alle ecomafie, ai clan del mattone, considerando che sono state 28 mila le case abusive tirate su nel 2008 ed e’ stato registrato un numero impressionante di illeciti urbanistici, soprattutto nelle aree di maggior pregio paesaggistico del Paese”.

Probabilmente in questo modo i parchi vengono considerati una possibile fonte di business per fondazioni e altri enti privati che, ancora più probabilmente, si occuperanno in prevalenza di incentivare il turismo, con ogni mezzo, piuttosto che tutelare l’ambiente e l’unicità delle aree protette italiane, i possibili scenari, lucrando sulle nostre bellezze naturali, sono infiniti, primo fra tutti edilizia senza freni, ecomostri, strade asfaltate da adagiare ovunque per permettere a qualsiasi turista di raggiungere i punti più inaccessibili ecc.. Molti speculatori ma anche la criminalità organizzata, in quanto al sud la mafia oggi tende ad infiltrarsi nella gestione della cosa pubblica, hanno già fiutato l’affare e se ciò dovesse verificarsi, significherebbe aver svenduto le nostre amate isole a chissà quali soggetti, pronti a spremere quattrini da ogni angolo per  gonfiare le proprie tasche, infischiandosene delle esigenze delle popolazioni locali e della tutela ambientale. L’associazione La Voce Eoliana, manifesta il proprio totale dissenso verso l’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, poiché, visto anche l’esperienza di altri parchi realizzati in realtà isolane come la nostra (vedi Arcipelago Toscano), dove sono state tradite e disattese tutte le promesse e le aspettative offerte su di un piatto d’argento, un simile ente non avrà alcuna ricaduta positiva sulla già fragile economia di queste isole, tagliate fuori dai trasporti e dalla scarsa competitività delle strutture presenti. Infatti nonostante i benefici ed i vantaggi del Parco dell’Arcipelago Toscano, decantati al convegno tenutosi a Lipari, c’è voluto uno studio condotto da un gruppo di studiosi dell’Università di Padova, fatto tra la gente comune del luogo, per dimostrare che il 95% della popolazione è scontenta del parco, poiché non ha apportato alcun beneficio o ricaduta economica, e ne farebbe ben volentieri a meno, anche questo dato dovrebbe far riflettere il nostro primo cittadino. 

Le conseguenze saranno solo quelle di imporre ulteriori vincoli e limitazioni, il tutto a danno della popolazione, creando solo malcontento, pregiudicando anche qualsiasi possibilità, per le future generazioni, di crescere e risiedere in queste isole, non è un mistero che i territori ricompresi in queste aree protette sono caratterizzati da veri e propri esodi, da parte dei giovani, verso lidi migliori, viste le scarse prospettive che le stesse offrono per il loro futuro. Il nostro dissenso verso l’istituzione del parco trova fondamento nella petizione popolare, dove sono state raccolte oltre 4000 firme tra cittadini maggiorenni residenti nel SOLO COMUNE DI LIPARI e non su Facebook, con improvvisati televoti, dove può votare chiunque da qualsiasi parte del mondo. La Voce Eoliana è prevalentemente composta da giovani che amano queste isole e che vogliono continuare a viverci liberamente ed a coltivare le proprie passioni ed hobby come può fare qualsiasi cittadino nel resto d’Italia, senza doversi spostare altrove. L’UNESCO è stato l’inizio della lunga agonia delle Eolie, anche lì ci furono le promesse di occupazione, finanziamenti e benessere, il tutto si è invece tradotto in disoccupazione, mummificazione del territorio e malcontento generale. Con l’istituzione del Parco, si vuole portare via anche quel poco che è rimasto, dietro promesse illusionistiche di chissà quali vantaggi e ricchezze, al solo fine di soddisfare i capricci del Ministro Prestigiacomo avallati dai nostri amministratori locali.

Oggi nelle nostre isole si sta dissipando tutto ciò che i nostri avi hanno creato e conquistato negli ultimi cinquant’anni con un pressapochismo disarmante, senza che nessuno muova un dito. Sembra che per le nostre isole non ci sia più nessun futuro, poichè il governo centrale e quello regionale stanno ormai declassando gli abitanti delle isole minori, a semplici CONFINATI, senza diritti e libertà, il tutto con la compiacenza dei politici locali. Eppure, altri sindaci ed altri amministratori che un tempo hanno amministrato queste isole, facendole crescere, si sarebbero già opposti con ogni mezzo a questa vergogna ed indecenza, tenendo sotto scacco anche il governo centrale, facendo sentire prepotentemente la propria voce. Peccato che stiamo solo parlando di altri tempi, altri Sindaci ed altri amministratori locali!!!. L’associazione La Voce Eoliana preannuncia la creazione di un fronte comune con le Isole Egadi e Pantelleria, anch’esse interessate dai Parchi, per contrastare con ogni mezzo all’istituzione di questi carrozzoni, poiché siamo eoliani e la storia insegna che il popolo eoliano è sempre stato libero.

LA VOCE EOLIANA

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-09-21T08:48:39+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

edonato.jpgdi Enzo Donato

Sono favorevole all’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, perché ritengo che questa sia la strada giusta per la tutela delle caratteristiche naturali, paesaggistiche e culturali di questo Patrimonio dell’Umanità. Il Parco dovrà promuovere un turismo sostenibile e consapevole, supportare il mantenimento della cultura e delle tradizioni, animare le comunità locali, costituire l’area marina protetta, rendere fruibili le aree di pregio durante tutto l’arco dell’anno. In questo ambito sarà importante valorizzare anche le attività agricole, i prodotti tipici e la rete sentieristica, affinchè le Eolie possano mantenere e migliorare quelle peculiarità che le rendono meta di eccezionale valore tra le destinazioni turistiche del Mediterraneo. La mia adesione servirà a promuovere in ogni sede l’istituzione del Parco.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-09-16T19:14:57+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

Caro Direttore,

aparconograzie.jpgfinalmente sabato, nel programma Linea Blu, il sindaco è uscito allo scoperto, decantando l’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, in quanto il futuro delle isole dovrà essere proiettato verso un turismo eco-sostenibile. Peccato che in quel bel siparietto organizzato ad hoc, il nostro primo cittadino non ha condotto la presentatrice di Linea Blu per le strade comunali di Lipari, ridotte ormai a sentieri, dove gli incidenti sono all’ordine del giorno a causa delle canne e dei rovi che hanno ormai invaso gran parte della carreggiata, per poi non parlare delle buche, della spazzatura e dello stato di degrado in cui versano, mostrando come realmente questa amministrazione cura le nostre isole e le presenta al “turismo eco-sostenibile”. Comunque, in attesa di affrontare questo argomento con calma nel prossimo comunicato,  la nostra rassegna stampa sullo stato dei parchi prosegue, con un articolo tratto da Parks.it, del 14/05/2010, fonte il Tirreno, relativo sempre al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.  

E’ scontro sul Parco nazionale: Arcipelago Toscano. Tozzi, minacciato da Testa in tv, replica allo studio del professor Ciani

Un periodo non facile per il presidente del Parco dell’Arcipelago, Mario Tozzi, nel bel mezzo delle polemiche sollevate da un’indagine di Andrea Camperio Ciani, docente dell’Università di Padova, che boccia il Parco sul fronte della comunicazione, si trova anche ad affrontare le minacce dell’ex presidente di Legambiente Chicco Testa durante la trasmissione Rai “Cominciamo Bene”.
L’argomento è il nucleare e Testa replica alle accuse di Tozzi su suoi presunti guadagni dall’operazione con un «ti spacco la faccia». Un siparietto che si conclude con il «non ti permetto di minacciarmi» del presidente del Parco. Poi i conduttori chiudono lo spiacevole episodio. E Tozzi torna ai suoi compiti istituzionali e replica alle accuse avanzate nei confronti del Parco dall’indagine del professore padovano.
Di certo lo studio, tradotto in una lettera aperta al ministero firmata dallo stesso Camperio Ciani, ha fatto e farà discutere. Perché gli esiti non sono certo lusinghieri per l’ente che sarebbe poco amato dagli elbani e – come afferma Camperio Ciani non sarebbe stato in grado di comunicare con i cittadini. Senza voler entrare nel merito delle diverse posizioni abbiamo colto l’occasione di pubblicare i due interventi, inviati alla redazione sotto forma di lettere al direttore e qui sintetizzati, a firma di Mario Tozzi e Andrea Camperio Ciani.

Due contributi che hanno il merito di aprire il confronto su un tema importante: le strategie migliori per la tutela dell’ambiente. Anzitutto un invito a illustrare, in una delle prossime riunioni del consiglio del Parco, l’indagine. E poi una constatazione: il proliferare, all’Elba – in particolare tra le categorie intervistate dal professore Camperio Ciani (cioè cacciatori, pescatori e albergatori) di luoghi comuni, come testimonierebbe «la distanza dei fatti delle osservazioni contenute nel sondaggio». Parola del presidente del Parco, Mario Tozzi, che risponde così allo studio del docente universitario. Tozzi interviene sul metodo (come ricercatore) e sul merito (come presidente del Parco) dei contenuti dell’indagine e rileva, a dimostrazione delle incongruità dello studio, il caso del contenimento degli ungulati «ridotti a cifre sopportabili – spiega in un lungo intervento – con prelievi vicini ai 1000 capi all’anno (mai fatti prima)» e ancora l’assenza di aree marine protette (Amp). «E’ difficile condividere la critica di un difetto di comunicazione in questo senso – afferma – cosa doveva fare il Parco di fronte alle mappe, false, che rappresentavano il Giglio e l’Elba contornate da aree in cui non ci poteva più neppure fare il bagno? Andare in giro a dire che non erano fondate?». Non meno rilevante la questione dell’interesse dei “portatori d’interesse” (gli stakeholders) in merito all’indagine.

«Nell’arcipelago un metro quadrato costruito vale da 5000 a 10.000 euro, lo credo che chi vuole sfruttarli diffonda informazioni false sul parco. Poi c’è l’ignoranza dei temi base della conservazione e tutela della natura, il principale scopo dei parchi. Ho fatto decine di incontri con la popolazione, conferenze e dibattiti, ho portato l’Arcipelago in almeno una decina di trasmissioni tv condotte da me (e in tante altre condotte da altri), ne ho parlato sui quotidiani ripetutamente e ne ho scritto nei libri: come esperto di comunicazione ho fatto quanto potevo, considerato che sono tutte iniziative individuali e non favorite dall’assenza assoluta di denari.
Ma non ci sono peggiori sordi di quelli che non vogliono sentire, soprattutto quando l’interesse individuale e di corporazione gioca un ruolo così importante». Poi Tozzi ribadisce come il Parco sia incredibilmente antropizzato e fin dalla sua nascita fortemente contestato dagli antiparco. «Comunque – conclude – aspetteremo i risultati pubblicati in una rivista scientifica: come ricercatore, se scopro qualcosa di nuovo sui terremoti, lo scrivo su Geophysical Research, non mando una lettera al ministero e alla Protezione Civile. A meno che lo scopo non sia un altro». «Non sparate sul pianista se la musica non vi piace». Un messaggio diretto agli ambientalisti dal professor Andrea Camperio Ciani in risposta alle polemiche sollevate dallo studio condotto sull’opinione che gli elbani hanno del Parco. Una lunga lettera nella quale il docente dell’Università di Padova ricorda il proprio impegno per la difesa dell’ambiente citando il proprio curriculum che «non credo mi configuri – afferma – come un anti-ambiente o un filo caccia e cemento».

Camperio Ciani cita alcune personali esperienze sul campo in qualità di etologo che si occupa «di parchi, studio e conservazione degli ecosistemi dal 1983». Dai primi monitoraggi ambientali in Indonesia ai progetti di difesa della natura in Sri Lanka, Zanzibar e Pemba, alla battaglia per le foreste del Medio Atlante in Marocco, fino alla collaborazione con il Wwf. «Spero che le mie qualifiche – continua – siano sufficienti per condurre un’indagine all’Elba, un’isola che conosco dagli anni’60. L’indagine è stata condotta, in linea con i miei obiettivi di lavoro, sulle condizioni e la qualità dei parchi così come esse vengono percepite dalla popolazione locale, perché è la loro opinione che conta soprattutto».
«Sono stato accusato di non essermi adeguatamente informato, di non aver interpellato le tante associazioni ambientaliste, di non aver indagato i fatti – continua il professore – verissimo lo confermo. Era proprio questo il prerequisito essenziale di questa indagine.
Ho coinvolto volontari dell’Università di Padova, proprio perché non coinvolti ed ignari di tutte le questioni spinose o meno inerenti la storia passata ed attuale del parco. Lo scopo era riportare l’opinione e le valutazioni del Parco da parte della popolazione locale». Poi torna a ribadire le sue conclusioni: il fatto cioè che dai pareri degli elbani emerge un difetto di comunicazione da parte del Parco. E cita un esempio. «Se il Parco non ha istituito aree marine protette, sarà anche vero – afferma ma quasi tutti gli abitanti di Elba e Capraia sono di opinione diversa (anch’io fatico a convincermene visto che sul sito ufficiale del parco, nella sezione aree marine, si riporta che il parco controlla la più vasta superficie di aree marine protette di Europa)». Ï professore spiega il metodo di ricerca: interviste e questionari stratificati per età sesso e professione degli intervistati e verifiche sul campo, il tutto realizzato tra il 23 e il 28 aprile. «Sarò lieto di venire all’Elba per illustrare la ricerca – conclude in un incontro aperto a tutti».

LA VOCE EOLIANA

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-09-09T08:08:37+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgCaro direttore, visto che la bella addormentata nel bosco, cioè l’amministrazione Bruno, continua ancora a dormire e a non prendere alcuna posizione in merito all’istituzione del Parco delle Isole Eolie, aspettando invano il bacio del principe azzurro, continuiamo la rassegna stampa sul Parco dell’Arcipelago Toscano, descritto, al convegno del 17 luglio u.s., dalla sua direttrice come il paese dei balocchi di collodiana memoria, postiamo un articolo tratto da Elbatrekking del 02/05/2010, questa volta saremo brevi al fine di evitare di tediare i nostri lettori.

Il Parco non parla con l’Elba, e nessuno sa cosa fa. UNO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI PADOVA SUL PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO. RISULTATI SEVERI, ANCHE SE IN GRAN PARTE PREVEDIBILI. SI PARLA DI POCA COMUNICAZIONE E SCARSA PERCEZIONE DELLA POPOLAZIONE. I DATI SARANNO NOTI A BREVE. Mancanza di comunicazione. Incuria della sentieristica. Assenza di percezione delle proprie iniziative e delle proprie funzioni da parte del territorio. Sarebbero questi i risultati di uno studio effettuato sulla presenza del Parco Nazionale sul territorio dell’Isola d’Elba da una equipe di 46 persone, docenti e studenti, dell’Università di Padova. “Siamo un gruppo di studio che si occupa di analizzare i conflitti nei parchi Italiani- ha spiegato il professor Andrea Camperio Ciani, docente di Etologia e Psicologia Evoluzionistica all’Università di Padova – Abbiamo una discreta esperienza in questo settore, avendo già svolto questo tipo di attività nel Delta del Po, nel Parco del Casentino ed altri. E da dieci anni veniamo qua ad osservare la situazione”.

Sono arrivati con un gruppo di quaranta persone per un sistematico campionamento della situazione del Parco oggi all’Elba. Hanno fatto circa 250 interviste e raccolto 400 questionari. “Abbiamo anche percorso 250 chilometri lungo i sentieri dell’Elba – continua il professore Camperio Ciani – rilevando dati sulla fauna, sulla flora, sulle condizioni della sentieristica, gli animali presenti, le loro tracce, l’impatto sulle attività umane”. In particolare, sarebbero state molte le carenze rilevate sulla sentieristica proprio nei giorni in cui si sta svolgendo sull’isola il Walking Festival: segnaletica inesistente o non curata, mancanza di informazioni, turisti stranieri spesso sconcertati e disorientati. Questo ci hanno anticipato i componenti dell’equipe di studio. “L’analisi è ancora in corso – ci dice il docente universitario – I risultati li pubblicheremo e verranno resi noti alla popolazione che ha attivamente partecipato. La partecipazione è stata molto elevata e crediamo che sia innanzitutto a loro che dobbiamo rispondere. Penso – termina – che ci siano anche informazioni interessanti per il ministero dell’Ambiente e per chi oggi decide sulla gestione dei Parchi”. I dati della ricerca dell’università di Padova verranno resi noti fra qualche settimana, probabilmente attraverso una conferenza pubblica che si terrà all’Isola d’Elba.

Elbatrekking, domenica 2 maggio 2010

La nostra rassegna stampa sullo stato in cui vengono tenuti i parchi nazionali in Italia proseguirà con altri articoli tratti da note testate giornalistiche. Per quanto riguarda la bella addormentata nel bosco; beh speriamo che si svegli presto, prima che sia troppo tardi ed il principe azzurro fugga via insieme ai sogni ed alle speranze di noi giovani eoliani di poter continuare ad abitare queste isole per il futuro ed evitare che si trasformino in isole di soli anziani.

LA VOCE EOLIANA  

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-09-04T05:58:53+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgCaro Direttore, rieccoci. Inviamo notizie da un Parco Nazionale simile a quello che dovrebbe (usiamo il condizionale, anche alla luce degli ultimi avvenimenti della politica nazionale) essere istituito nel nostro arcipelago, si tratta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un altro eterno incompiuto che tutt’oggi stenta ancora a brillare di luce propria ed annaspa a causa dei tagli operati dalla Finanziaria. Da un sondaggio condotto da un gruppo di studiosi dell’Università di Padova e dal prof. Andrea Camperio Ciani, sembra emergere un malcontento generale da parte della popolazione locale tanto da determinare, si legge in una relazione inviata al Ministero dell’Ambiente, un “opposizione della popolazione al parco, passata dal 50% al 90-95%”, generata dai vincoli e dalle limitazioni che non si sono trasformati in altrettanti benefici e ricadute economiche, determinando il più delle volte vere e proprie disparità di trattamento. Oggi si chiede una ridefinizione dei confini del parco, divenuto ormai ingestibile, anche a causa delle limitate risorse finanziarie, e per rilanciare il turismo nell’Arcipelago Toscano, messo a dura prova dai continui divieti e vincoli. La stessa Associazione Albergatori Elbani, ha chiesto una riduzione della perimetrazione del parco, infatti in un suo comunicato si legge: “Concordiamo anche con la proposta del Sindaco di Capoliveri di rivedere in tempi brevi i confini del Parco. Questi sono nati sulle carte del Ministero, senza tener conto della realtà elbana. In effetti ci siamo sempre chiesti come possono rientrare entro i confini del Parco alcune zone fortemente antropizzate. Sarebbe certamente più opportuno concentrare le proprie, poche risorse, in quelle parti di territorio che veramente dovrebbero essere oggetto di attenzioni dell’Ente ricche di natura, fauna, flora e tradizioni ambientali.” A questo punto postiamo un articolo  tratto da IL TIRRENO, sabato, 15 maggio 2010, pagina 6, relativo ad un intervista rilasciata da Ruggiero Barbetti.

PORTOFERRAIO.  Un Parco che «ha deluso le aspettative anche di chi era a favore dell’ente proprio per come è strutturato». Parola di Ruggero Barbetti, presidente della Comunità del Parco, sindaco di Capoliveri ed ex commissario dell’ente. Parole che arrivano nel bel mezzo delle polemiche per lo studio condotto dal professor Andrea Camperio Ciani, docente dell’Università di Padova, sul giudizio degli elbani in merito al Parco. Ma che, con quell’indagine, non vogliono avere niente a che fare. A Barbetti, infatti, non interessa fare commenti o entrare in polemica né con i vertici del Parco né con l’Università. Semmai occorre ragionare di come riorganizzare «un ente che oggi galleggia – ammette – e che ha deluso anche quelli che l’hanno voluto». «C’è un primo, indispensabile passaggio da compiere perché la situazione cambi e anche gli elbani vivano in maniera diversa il Parco – afferma – ed è la revisione dei confini delle aree protette.  L’ho detto all’indomani del mio insediamento nella Comunità del Parco, ma lo sostenevo anche quando ho ricoperto l’incarico di commissario, verificando di persona cosa significhi gestire aree così vaste con poche risorse. Aree che, in molti casi, ha poco senso continuare a tenere all’interno dei confini del Parco». Riprendere questa discussione, per Barbetti, diventa ora la priorità perché aldilà di indagini e studi sull’attività dell’ente e su come viene giudicata dalla popolazione ci sono delle difficoltà di fondo da risolvere, a cominciare dallo stato di manutenzione dei sentieri. «Non è possibile prendersi cura nel modo adeguato di aree così vaste – spiega il presidente della Comunità – c’è stato il periodo delle vacche grasse, all’epoca dell’insediamento di Tanelli, quando le risorse per i sentieri non mancavano. Oggi non è più così e credo che anche le amministrazioni comunali, di fatto le proprietarie della sentieristica del Parco che insiste sui loro territori, debbano fare la propria parte, contribuire cioè alla manutenzione magari per un 20% degli importi previsti».Un ragionamento da collegare strettamente alla revisione dei confini delle aree protette «da cui dipende spesso – spiega Barbetti – anche l’opinione di alcuni cittadini che vivono e lavorano nel Parco, cioè quella di essere sottoposti solo a maggiori vincoli senza ottenere alcun vantaggio». Barbetti cita qualche esempio. «Penso al Calamita – afferma – che ha senso considerare, con tutto il sistema della sentieristica, un’area parco delimitata, entrando nella quale il cittadino o il turista si rendano conto di essere all’interno di un’area protetta. Lo stesso vale per il Monte Capanne, Capo Stella o alcune aree a Rio. Tre quattro zone, insomma, localizzate e definite e dunque più facilmente gestibili con le risorse del Parco, appena un milione e 700mila euro con le quali è difficile poter fare qualche cosa».Un contesto in cui si inserisce un ulteriore passo avanti che il Parco e le istituzioni locali devono compiere: la nascita delle aree marine protette «quasi più importanti – afferma Barbetti – delle aree protette a terra se fatte nell’interesse della protezione delle spiagge e della balneazione».

Quello di cui il Parco ha bisogno, insomma «è un giusto mix – aggiunge Barbetti – tra il sistema a terra, con particolare riferimento alla sentieristica, e la valorizzazione delle aree a mare».
Un’ultima valutazione riguarda Pianosa «il classico esempio italiano – conclude il presidente – di una realtà dove insistono troppi enti con proprie competenze che si traduce nel totale immobilismo. Cosa ne penso? Da commissario ipotizzai di favorire l’arrivo sull’isola della Comunità di San Patrignano, cosa che poi non fu realizzata perché la Comunità si tirò indietro. Credo però che una soluzione di questo tipo sia l’unica possibile per Pianosa» (IL TIRRENO). Ciò che ci lascia veramente scioccati è l’intervista rilasciata sempre al Tirreno da Giovanni Frangioni che si è battuto per l’istituzione del Parco dell’Arcipelago Toscano. 

FRANGIONI: IL PARCO NAZIONALE COSI’ NON SERVE. IL PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO, 14 ANNI FA LA BATTAGLIA PER L’ISTITUZIONE. DUE ANNI FA L’ULTIMA PREVISIONE AZZECCATA. OGGI L’ANALISI IMPIETOSA DELLA REALTA’: “SERVE LO SVILUPPO, IL COMPITO PRINCIPALE NON E’ LA TUTELA, QUELLA SI PUO’ FARE ANCHE SENZA ENTE. E COMUNQUE LA PROTEZIONE AMBIENTALE DOV’E’?”  “Il Parco così non serve più”. Non ci sono artifici in politichese, il messaggio di Giovanni Frangioni è chiaro. Ed è un messaggio storico, dato che arriva dalla parte di chi, ormai diversi anni fa, per l’istituzione del Parco si è battuto, eccome. A Frangioni in realtà il quadro è chiaro da tempo, tanto che due anni fa sul settimanale L’isola scrisse un lungo intervento da dirigente del Pd. Una riflessione e un bilancio su questo ente che in sostanza non aveva svolto le azioni significative annunciate e auspicate. Oggi la situazione è la stessa, a conferma delle considerazioni che Frangioni fece allora.

Frangioni, cosa disse allora e a che punto siamo oggi? “Era già chiaro, a quel tempo, che i parchi in Italia, e non solo quello dell’Arcipelago toscano, non erano ascoltati da questo Paese e quindi esistevano già problemi di risorse, di significativi tagli, che non sono partiti da quest’anno ma vengono da molto più lontano. Parchi non ascoltati anche dal punto di vista del rapporto con il governo centrale e con le regioni. Già a quel tempo era difficile e purtroppo oggi si sta concretizzando”.

I nodi sono venuti al pettine? “Un Parco senza risorse disponibili è in grave difficoltà. Alla fine nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano rimangono i vincoli, mentre le opportunità stanno svanendo, e gli obbiettivi che ci eravamo dati tutti, quasi 14 anni fa, se non erro, sono state, anno per anno, disattese. A quel tempo avevo fatto una riflessione sul fatto che, se lo Stato individua i territori destinati a parco e poi non dà l’opportunità di valorizzarli, dia la possibilità ai territori di rimettere in discussione l’istituzione stessa del Parco. Servirebbe anche una discussione sulla 394 perché è una legge vecchia di 19 anni. Un parco, come qualcuno sostiene, che come compito principale ha quello di preservare la natura, non mi trova d’accordo, perché ci sono articoli in cui si parla di sviluppo economico e sociale. Chi comunque pensa che debba essere solo protezione della natura intanto indichi e dica i risultati che in questi anni ha prodotto quella protezione. Ad oggi, a me e a tutti credo siano sconosciuti”.

Dunque senza risorse e attenzioni delle istituzioni sovraordinate il Parco non ha senso? “In questi anni ho visto anche la richiesta forte e significativa di ridurre i perimetri, quindi se mettiamo insieme tutte queste cose il Parco nazionale non serve più”.

E alla luce di tutto questo previsione si sente di fare su questo Parco? “Ovviamente la cosa da fare è un’analisi. I parchi devono non solo sopravvivere ma essere elemento di valorizzazione, di sviluppo, di consolidamento, soprattutto in un’area come la nostra di grande valore. Ritengo che il Parco Nazionale debba andare oltre i suoi compiti. In questi anni si è estraniato da quelle che sono i fenomeni, le criticità. Poteva, invece, dare un contributo ad esempio sulla politica di rifiuti, dei trasporti, sull’urbanistica e su tutto quello che rappresenta una comunità. E’ un po’ anacronistico pensare che non interessi tutto quello che è fuori dell’area protetta”.

E’ da tanto tempo che viene suggerita la revisione della 394, ma non è mai stata fatta? Qual’è la molla che oggi dovrebbe fare invertire un tendenza che si è protratta in questi 14 anni? “Io auspico una diversa intenzione del Governo centrale e della regione Toscana. Urge fare il punto della situazione. Cosi non serve, perché la protezione della natura, pura e semplice e la conservazione si possono attuare anche senza i parchi nazionali. Se l’idea è solo questa si può fare anche con altre norme, che già sono nella nostra legislazione”.

IL TIRRENO, martedì 17 agosto 2010. Questo articolo dovrebbe far riflettere anche i più scettici, vista l’impossibilità di tutelare e gestire un territorio così vasto e variegato come quello delle Eolie con risorse limitate, probabilmente, i fondi assegnati basteranno solo a coprire gli stipendi dei componenti dell’Ente Parco, mentre il degrado e l’abbandono continueranno a dilagare. Sarebbe, inoltre, un errore di inaudita gravità quello di cedere così tanto territorio sulle due isole principali (Lipari e Vulcano) che rappresentano il motore di tutta l’economia delle Eolie, ingessando tutto il territorio, perdendone il controllo a favore di un ente politico come l’Ente Parco e gravandolo di ulteriori vincoli e divieti, cambiando lo stile di vita dei cittadini e trasformandoli in veri e propri cittadini di serie B rispetto al resto d’Italia.  Tutt’oggi, nonostante oltre il 70% della popolazione delle Eolie è contraria all’istituzione del Parco, l’amministrazione Bruno ha ritenuto opportuno non prendere alcuna posizione ufficiale sull’argomento, senza neppure pronunciarsi su di una petizione popolare con oltre 4000 firme, limitandosi soltanto a proporre il “Parco dei Vulcani”, bocciato addirittura dallo stesso ministro, calpestando così la volontà sovrana del popolo eoliano. Lo stesso On.le Nino Germanà, deputato del PDL, in merito all’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, così ha dichiarato: “Pur rispettando le decisioni del Governo, voglio schierarmi ed uniformarmi alla linea seguita dal consiglio comunale di Lipari, che si è giustamente dichiarato contrario alla costituzione di un parco delle Eolie – conclude il deputato messinese – bisogna quindi avallare le istanze e la volontà che proviene dal popolo sovrano, che si esprime attraverso il Consiglio che fa della condivisione la sua bandiera, e che purtroppo a Lipari, non è stato tenuto nella debita considerazione, così come sono state trascurate le 4.500 firme raccolte dai cittadini. Bisogna quindi essere più attenti a condurre battaglie oltranziste contro i tagli senza prima aver improntato la gestione a criteri di efficienza e produttività, ma soprattutto adempiamo all’obbligo di dare risposte alla volontà popolare e al territorio”.

La “famosa” presa di posizione da parte dell’amministrazione Bruno sarebbe dovuta arrivare subito dopo il convegno del 17 luglio, fino ad oggi nulla è dato sapere, nessuna risposta è stata data agli oltre 4000 firmatari della petizione popolare, generando solo uno stato di confusione e di malcontento anche tra i diversi componenti dell’amministrazione comunale, con qualche separato in casa. Pensate invece al clamore che avrebbe suscitato una petizione popolare con oltre 4000 firmatari se avesse avallato una scelta dell’amministrazione, non si sarebbe messo alcunché in discussione, nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare sulle firme, comunicati ufficiali chilometrici su tutti i blog, qualche altro avrebbe proclamato dai balconi del Corso Vittorio Emanuele: “IL POPOLO E’ CON NOI!!!”. Purtroppo, non è così, quando si sbaglia e le scarpe iniziano a stare strette si cerca sempre di trovare il pelo nell’uovo e fare il giro largo per raggiungere la meta, tirando fuori dal cilindro l’ennesimo coniglio, proponendo un parco dei vulcani in formato ristretto. A nulla è servito il convegno organizzato con la partecipazione del ministro, dimostrandosi un vero e proprio disastro, con scarsa partecipazione della popolazione, dove sono stati spesi soldi pubblici per scomodare alcuni noti presidenti di parchi nazionali con relative famiglie al seguito, solo per dire che il parco è un opportunità irrinunciabile, ma cosa vi aspettavate che dicessero? La ditta Prestigiacomo / D’Alì ha promesso, con belle parole (e sappiamo quanto i politici sono bravi con le belle parole!!!) una riforma della L. 394/91, una legge ormai vecchia, retrograda ed antisociale che probabilmente non sarà mai attuata, la riforma di questa legge, unitamente alla L. 157/92, è stato il cavallo di battaglia anche dei precedenti governi, ma nessuno l’ha mai attuata, sicuramente rimarrà l’ennesimo progetto chiuso nel cassetto, visto che l’attuale governo pensa soltanto a riformare la “Giustizia” ed ha altre grane interne da risolvere, infischiandosene delle riforme. Con i soldi spesi per un convegno che non ha chiarito i dubbi di nessuno, si sarebbe potuto organizzare un gemellaggio con le popolazioni dell’Arcipelago Toscano o della Maddalena, altre realtà isolane come la nostra, per sentire soprattutto chi effettivamente il parco lo subisce e non invece chi lo istituisce o lo dirige.

Con un gemellaggio ogni cittadino si sarebbe fatto un idea su come funziona un parco e di quali sono i vincoli e le limitazioni, scambiando opinioni con chi vive in un area protetta ed avere così un quadro reale della vita all’interno di un parco, nulla di tutto ciò è stato fatto da chi dovrebbe rappresentare la comunità eoliana, generando una sorta di folle braccio di ferro tra chi è contrario e chi invece è favorevole al parco, cercando a tutti i costi e con ogni mezzo di spazzare via chi la pensa diversamente e di imporre la propria legge. Tutt’oggi, sembra che in merito all’argomento parco conti solo ed esclusivamente il parere di alcune categorie molto ristrette di soggetti, il popolo non ha alcuna voce in capitolo (a lui ci si rivolgerà solo tra qualche anno per fare il pieno di voti con le solite promesse da illusionisti), deve solo subire in silenzio. Riteniamo che un amministrazione responsabile ha il dovere di pronunciarsi ufficialmente su un argomento così importante qual’è l’istituzione di un parco, è inconcepibile che alcuni suoi componenti siano favorevoli ed altri contrari con eclatanti spaccature che non fanno bene al paese, è, ancora, inconcepibile che la stessa amministrazione, in passato, ha votato contro l’istituzione della Riserva Naturale Orientata, dimostrandosi contraria all’imposizione di nuovi vincoli calati dall’alto, prendendosi gli applausi dei cittadini delle frazioni alte, degli agricoltori e dei cacciatori ed oggi sul parco non si riesce a comprendere qual’è la maggioranza e qual’è l’opposizione. A nostro avviso, cari amministratori locali, la soluzione è molto semplice, bisogna solo avere il coraggio ed il buonsenso di assumere una posizione ufficiale, come hanno, giustamente, fatto l’assessore Natale Famà ed altri vostri colleghi che hanno assunto una posizione netta, decisa e non ambigua, correndo anche il rischio di scottarsi, al fine di restituire agli occhi della gente, ormai delusa e disgustata, dignità e credibilità alla politica eoliana. Di fronte ai cittadini che vi hanno votato e dato fiducia, bisogna dare risposte concrete, non si può essere favorevoli ed al tempo stesso contrari al parco, per far contenti tutti, e poi, alle prossime elezioni, dire: “era una legge dello Stato, io ero contrario ma non ho potuto fare niente!!!”, ormai abbiamo le tasche piene di queste eterne vittime del sistema.

Associazione  LA VOCE EOLIANA

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-09-01T14:40:40+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

amazziotta1.JPGdi Angela Mazziotta

Vorrei porre l’accento su alcuni punti relativi alla problematica apertasi in ordine alla istituzione del Parco delle Isole Eolie; e che,a mio parere,sono stati a tutt’oggi poco evidenziati. In primo luogo,ed in via generale,ritengo non corretto nel caso di un parco o di una riserva l’uso del termine”risorsa”,che è specificamente pertinente all’aspetto economico di un bene od un servizio di cui si intende indicare l’attitudine ad essere economicamente produttivo.Nel caso dei parchi e delle riserve le esperienze ed i fatti–e non la mia opinione-dimostrano esattamente il contrario. E non solo i fatti: questo è quanto resta ampiamente dimostrato anche, ed ancor più dalla stessa preoccupazione del ministro Prestigiacomo di fronte ai tagli operati dal saggio Ministro Tremonti.Se infatti queste strutture fossero veramente una “risorsa”,esse non solo non dovrebbero subire alcun danno dalla riduzione dei finanziamenti statali ma,piuttosto,dovrebbero rappresentare un gettito per le casse dello Stato.Il timore dello stesso Ministro di doverne chiudere addirittura la metà evidenzia,piuttosto,non soltanto che non rappresentano alcun gettito per le entrate dello Stato e che,quindi,non essendo produttivi a maggior ragione non sono una risorsa; ma,ben più gravemente,denuncia quanto queste strutture non siano neppure in grado di garantire a sé stesse la propria autonomia gestionale ed economico-finanziaria. Dunque un onere economico a carico della società,al quale deve aggiungersi l’ulteriore onere sociale derivante dal sacrificio che viene imposto dalla rinuncia al pieno esercizio del diritto di proprietà sui terreni assoggettati al relativo vincolo.

La mia impressione è che il provvedimento del Ministro Tremonti abbia tolto il velo scoprendo finalmente quello che ogni cittadino di buon senso sostiene da sempre quando –tranne che per alcuni ambiti territoriali particolari,già di per sé dotati di valenze proprie a prescindere dal parco- vede la maggior parte dei territori ricadenti in parchi o riserve versare in stato di quasi totale abbandono:e ciò nonostante fin dalla propria istituzione godano dei suddetti finanziamenti statali.Che i finanziamenti statali siano in realtà insufficienti al mantenimento ed alla gestione di un parco è dunque assodato.Personalmente, sono propensa a ritenere che di per sé ed in quanto tale un parco non rappresenta per niente un valore aggiunto a quella che è la valenza propria di un territorio già di per sé pregevole :perché se fosse vero che per beneficio di questo asserito valore aggiunto il territorio sarebbe realmente maggiormente apprezzato,maggiormente frequentato e fruito,le strutture stesse non sarebbero passive come invece sono. Mi sorge piuttosto,al contrario, lo strano sospetto che le uniche risorse certe che questi enti tanto costosi e tanto passivi offrono siano costituite da sgabelli ,sedie,poltrone e poltroncine; per produrre le quali risorse si insediano quali autentici parassiti su territori già di garantita valenza cui nulla aggiungono, ma dalle cui risorse – quelle sì, davvero esistenti e frutto dei sacrifici e dell’ impegno di generazioni,radicate e produttive-,sono piuttosto essi a trarre giustificazione e linfa per la propria sterile esistenza.

A questo proposito,vorrei ricordare che quando nel corso del trionfale convegno con il ministro, il presidente del parco delle cinque terre riferì che il suo stipendio è di sole1500,00 euro e che lui lo fa solo per passione,il dott.Bruno mostrava soddisfazione ed allargava le braccia verso il pubblico come a dire :vedete,tutto qui! Egli infatti nel corso del suo prolegomeno di apertura aveva accusato al ministro la malvagità di quei cittadini che avevano sospettato un suo interesse personale alla istituzione del parco;interesse di cui l’esiguità del compenso liberava il campo.Anche su questo vorrei dire qualcosa specialmente in difesa dei miei malvagi concittadini.A loro giustificazione,sono portata a ritenere che coloro che insinuassero un interesse personale del dr.Bruno ed in ciò sicuramente sbagliando,non si riferissero tuttavia al misero stipendio,quanto piuttosto alla soddisfazione che può procurare gestire un centro di potere tanto enorme quale quello di un Ente Parco,potere e pressione capaci di condizionare l’intera economia di un territorio e di una comunità.Come ? Negando o concedendo quella autorizzazione dell’Ente indispensabile per lo svolgimento di qualsiasi attività ad estranei o proprietari al suo interno.Autorizzazione assolutamente indispensabile in aggiunta alle altre autorizzazioni già dovute –genio civile,soprintendenza,comune,-;autorizzaqzione che può essere negata anche in presenza degli altri pareri favorevoli già espressi, che vengono di fatto annullati dal rifiuto dell’Ente Parco.Forse i miei malvagi concittadini pensavano a questo più che al misero emolumento.Ed io desidero comprenderli e difenderli perché avranno certamente sbagliato……anche se,come dice Andreotti,a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina.

Vorrei anche esprimere la mia opinione su pareri favorevoli all’istituzione del parco eoliano espressi con la motivazione che il parco garantirebbe ancor più e meglio di oggi la tutela del territorio, soprattutto per quanto concerne l’abusivismo edilizio.E devo dire francamente che questa motivazione non mi sembra degna di rilievo:non perché io condivida l’illegalità,ci mancherebbe!. Il fatto è che non esiste forse in nessuna altra parte di Italia un territorio tanto tutelato e regolamentato da norme di ogni tipo,ordine e grado quanto il territorio delle nostre isole e dalle quali l’illecito risulta essere considerato e fortemente sanzionato.Ma poi mi chiedo, e chiedo :come si concilia la devastazione che deriverebbe dalla realizzazione del mostruoso megaporto di Lipari quale è stato presentato ed a tutti i costi voluto da questa amministrazione, con la tutela del territorio dalla stessa amministrazione auspicata e per la quale si giustificherebbe invece l’istituzione di un Ente Parco ed il vincolo di circa il 70% del territorio? Forse mi dedicherò ad approfondire un po’ questo tema,e cercare di capire come mai l’UNESCO, che del nostro territorio sorveglia ogni cosa, non si sia accorta proprio di una bazzecola come il magaporto.

Relativamente,poi,alle voci in favore del parco alle Eolie quale corsia preferenziale per l’attribuzione di benefici economico-finanziari per il territorio da parte dello Stato,ritengo opportuno rilevare quanto segue. Già da ben cinque anni il nostro territorio gode di tali prerogative.Infatti la legge 20 febbraio 2006 n.77 ” Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani inseriti nella lista Patrimonio mondiale posti sotto la tutela dell’UNESCO”, prevede una speciale prelazione sui cospicui fondi del Ministero dei Beni Culturali stabilendo un vantaggiosissimo criterio per tutti i siti italiani UNESCO di assoluta PRIORITA’ nell’assegnazione di tutti i fondi erogati dal Ministero e destinati ad interventi di sostegno ai fini della migliore gestione del territorio.Procedure MAI attivata dalla nostra amministrazione. Inoltre, una Circolare del Segretariato Generale dello stesso Ministero dei Beni Culturali,successiva alla sopradetta legge ed emanata nello stesso anno, riservava a beneficio di ciascun sito Unesco d’Italia un finanziamento di Euro 100.000,00 l’anno a fronte della presentazione di progetti di valenza culturale e che fossero volti alla realizzazione di opere di ripristino e di recupero ambientale del sito.E per quanto possa trattarsi di cifre esigue,ritengo che la loro esiguità non ne giustifichi il mancato utilizzo.Tutt’altro! Alla stregua di quanto detto mi sembra che possano evidenziarsi alcune conclusioni. .Primo:non occorre istituire un parco perché le Isole Eolie godano di criteri di priorità essendo questi già previsti dalla legge. Secondo:che dal 2006 ad oggi –cinque anni,dato che alcun progetto risulta essere presentato per il 2011- il territorio delle nostre Isole Eolie ha perso finanziamenti solo dal ministero dei BBCC per un valore complessivo di Euro 500.000,00. da aggiungersi a quelli previsti dalla legge 2006/77 sempre dello stesso Ministero.Terzo:che una amministrazione inefficiente resta una amministrazione inefficiente. In qualsiasi situazione

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-28T11:25:41+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

di Antonio Pinotti

aparco.JPGSul convegno di Lipari avvenuto sabato 17 Luglio, alla presenza del Ministro Prestigiacomo, è stato detto tutto o quasi. E quindi è inutile ripetere le cose già conosciute. Tentiamo solo di tracciare una strada per qualcosa di concreto che possa avvenire in un prossimo futuro. Parlando si di Lipari, ma allargando necessariamente il discorso a livello nazionale. Lì sull’Isola emblematicamente si sono saldate due realtà civili, una di carattere locale ed una ancora allo stato embrionale rappresentata dal Partito di Caccia Ambiente. Esse sono sospinte non dalla “politica politicante” ma dalla “politica civile”, che nulla ha a che vedere con quella praticata ai più alti livelli, che produce il solo effetto di mandare a votare o di raccogliere i consensi di meno del 50% degli aventi diritto al voto. Ma quale legittimità istituzionale può avere un eletto in queste condizioni ? A questo aspetto se ne aggiunge un altro ben più grave e deleterio, e cioè il fatto che l’eletto non è scelto dai cittadini, ma dai partiti.

Ecco allora un barlume di speranza che viene riposta, dai più, nei movimenti e nei partiti “civili” che nascono e vivono alimentandosi con la passione di tanti cittadini, che pur essendo fuori dalla logica dei vertici del potere, sono profondamente immersi, a livello locale, dentro ai problemi. A Lipari per contrastare i parchi che scendono dall’alto (magari da un elicottero). In altri luoghi Italiani per lottare contro un sopruso. A Lipari chi sono? Senz’altro è una squadra di volontari dotati di “entusiasmo civile” ( è una parola di nuovo conio che ci pare adatta per la circostanza) e che trova la punta di diamante nella “La Voce Eoliana”, una libera associazione, che parafrasando un film di Peter Weir “L’attimo fuggente” è guidata da un Capitano coraggioso ( “Capitano mio Capitano “) e cioè Angelo Paino. Un vice Presidente tenace e leale che si chiama Claudio Mandarano ed una segretaria silenziosa, ma non per questo meno incisiva ed efficiente che risponde al nome di Rita Villanti. Due consiglieri comunali agguerriti e preparati: Francesco Megna e Gesuele Fonti ed un uomo che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo : il Presidente dei cacciatori Eoleani Angelo Scafidi. A livello nazionale esistono tante altre realtà simili a quella di Lipari, ma intanto parliamo di una di esse nata da poco : il Partito di Caccia Ambiente. Noi non siamo iscritti a questo partito, per il semplice fatto che nella vita non abbiamo mai cambiato e non cambieremo mai la nostra “giacchetta”, però abbiamo percepito e respirato un qualcosa di nuovo ascoltando le parole che il Presidente Stango ha pronunciato quasi alla fine del convegno. Parole “dette a bassa voce”, non “urlate” ma non per questo meno efficaci. Esse  hanno lasciato il segno nei tanti presenti ed in noi.

A Lipari è andata in scena una rappresentazione non virtuale di una “resistenza” di tanti cittadini, che contrastano una imposizione, che di fatto viene calata ed imposta sui loro territori dai vertici Istituzionali (Minambiente e Regione Sicilia) e che non è stata sin qui discussa e costruita, come sarebbe stato giusto, attraverso un confronto e un intesa con gli abitanti di questi luoghi. Si tratta dell’istituzione di quattro parchi nazionali : Parco delle Egadi e del litorale Trapanese, delle Eolie, di Pantelleria e degli Iblei. Noi con il nostro intervento al convegno abbiamo cercato di dare voce a queste istanze. La cosa, però, e questo ci appare l’aspetto di gran lunga più importante, ha una dignità per la particolarità dei luoghi, tale da essere assunta e modellata ad una vertenza nazionale sulla efficacia o meno dell’intera rete delle aree protette del nostro paese. Questa lotta civile di Lipari, per la quale siamo stati al tempo stesso spettatori e modesti protagonisti ci ammonisce su di una cosa, che occorre non trascurare. Il coraggio indomito di alcuni abitanti di una piccola comunità è la cartina di tornasole (nel senso positivo) di una zona d’ombra che si identifica nel silenzio assordante che sulla vicenda dei Parchi e delle aree protette hanno le rappresentanze sindacali a  carattere nazionale rappresentative degli interessi degli Agricoltori e dei cacciatori.

Tante vertenze ci sono nel paese : I coltivatori diretti contro l’assurda “franchigia” temporanea contro le “quote latte”; i giornalisti contro il tentativo di mettere un bavaglio all’informazione attraverso la legge sulle intercettazioni ; una parte del sindacato contro l’accordo di Pomigliano D’arco; Confindustria contro la manovra economica del Governo (che riesce a correggere su alcuni punti, ed a suo favore, con una sola telefonata di quattro minuti). Tante vertenze e conflitti si sono accesi nel corso degli ultimi anni nel nostro paese. Ma mai una vertenza nazionale, è stata aperta attraverso una lotta vera e palpabile da parte di chi rappresenta gli interessi dei cacciatori e degli agricoltori, rispetto alla necessità, ormai ineludibile di una radicale modifica della normativa nazionale (L.394/91) che disciplina da quasi venti anni la gestione ed il funzionamento delle aree protette Italiane.

Da una parte il Ministro Stefania Prestigiacomo che descrive i parchi Italiani alla stregua di “Alice nel paese delle meraviglie” : “ Bisogna rendersi conto che i nostri parchi nazionali non sono soltanto dei gioielli naturalistici del paese, ma sono anche giacimenti di biodiversità, con un potenziale economico particolarmente rilevante” (Corriere della Sera di Lunedì 19 Luglio 2010-pag.19). Dall’altra parte una proposta di legge di 105 deputati del PDL e della Lega Nord, presentata alla Camera dei Deputati, per la modifica della legge 394/91 che nella relazione introduttiva sostiene in due passaggi fondamentali “ I cittadini sentono i parchi come corpi estranei, imposti dall’alto, dall’esterno, vessatori, e sono inevitabilmente indotti a contrastarli, ad opporsi alla “legge del parco”, ritenuta frutto di centralismo esasperato e stupido, fonte di apparati burocratici inutilmente costosi, causa di irragionevoli e non accettabili divieti e vincoli, pesantemente limitativi di diritti, interessi, tradizioni, aspettative ed usanze” e più avanti ancora “ Oggi essa, (la legge 394/91 n.d.r), rappresenta un monumento ad un centralismo esasperato e anacronistico, capace di soffocare, sul delicato versante delle aree protette, ogni respiro sociale delle popolazioni, delle comunità e delle rappresentanze istituzionali, negando ogni spazio di effettivo intervento nei meccanismi, nei procedimenti e negli organismi attraverso i quali o nel contesto dei quali si costruisce o si gestisce un parco”

Adesso ci sono i “tagli” decisi dal Governo attraverso una manovra economica chiesta (o meglio imposta) al nostro paese dall’Unione Europea. All’interno di questo provvedimento è previsto il taglio del 50% dei fondi destinati agli Enti Parco. E sempre il Ministro Prestigiacomo, con tono afflitto si domanda : “Lo so che la manovra è stata licenziata al Senato ed arriverà blindata alla Camera. Per questo il mio appello è per un nuovo provvedimento che possa reintegrare le risorse per i parchi. Altrimenti sarò costretta a chiuderne una metà. E con che cuore posso fare la scelta? Comincio dal Parco delle Cinque Terre ? La Majella ?, Il Parco nazionale d’Abruzzo ? Il Pollino? La Sila? Il Cilento? Le Dolomiti?”.  Faccia come crede, in pochi si metteranno a piangere, se darà corso ad una ristrutturazione, congiuntamente alla Regioni, per ottenere una ridimensionamento nel numero dei Parchi e delle Aree protette Italiane, attraverso una nuova riperimetrazione, tenendo conto certo delle eccellenze (poche), che davvero esistono sul territorio.

E che cosa dovrebbero fare le Regioni le Provincie e i Comuni che perdono rispettivamente nel 2011 6,3 miliardi di Euro ( Regioni 4 Miliardi, Regioni a statuto speciale 500 Milioni, Comuni 1,5 Miliardi e Province 300 milioni) organizzare un triduo a S. Giulio (Tremonti) o invece provvedere alla ristrutturazione dei servizi e alla eliminazione delle spese superflue? Un parco che non funziona, mica è una Chiesa che è eterna, è una spesa superflua da eliminare, senza tanti piagnistei.  Ma gli Italiani meno abbienti che cosa hanno fatto in questi ultimi tempi, non hanno forse tirato la cinghia e si sono autolimitati su tante spese superflue? Forse solo l’aria che respirano ne è restata indenne. Chiudere dunque i parchi inefficienti o rimodellare quelli esistenti. Su questo piano abbiamo ascoltato con molta attenzione l’avv. Giancarlo D’Aniello di Wilderness. Egli ha dato in modo magistrale un corpo ed un’anima alle questioni, aggredendo serenamente e con rara efficacia, sul piano culturale, le pseudo filosofie professate dai vari Ayatollah dell’ambientalismo nostrano che sognano parchi da “contemplare”, “Belli ed impossibili” come la canzone di Gianna Nannini, dove i vincoli regnano sovrani a scapito dello sviluppo economico dei territori.

A fronte di questa situazione davvero precaria sul piano della disponibilità delle risorse pubbliche, appare un non senso, dare corso alla Istituzione di nuovi quattro parchi in Sicilia. Punto e basta. Le motivazioni per una revisione della legge quadro sulle aree protette(n.394/91)? Occorrerebbe uno spazio pari ai Poemi di Omero o di Virgilio per descriverle. Da noi 23 parchi nazionali, in Francia 7 portati a 9 con l’istituzione del Parc Amazonien e del Parc National de La Reunion. In Germania sono 15; nel Regno Unito sono 14 di cui 3 in Galles e 2 in Scozia; in Spagna sono 14 i parchi Nazionali che compongono la “Red de Parquet Nacionales”. Ammonta a circa sei milioni di ettari la superficie Italiana destinata a vincolo ambientale o dove di fatto è impedita l’attività faunistica venatoria (Aree protette, Riserve Marine, ZPS, SIC, Aree cuscinetto e Aree contigue, corridoi di connessione) pari ad una superficie stimata tra il 19/ 20%, che si raddoppia se a queste superfici si aggiungono i territori ove di fatto è impossibile cacciare : Strade, ferrovie, fiumi,insediamenti urbani, fabbriche ed aeroporti. Che la cosa contrasta con l’art.10 della legge n.157/92 lo sanno ormai anche i sassi ! Il partito di Caccia e Ambiente, metta al primo posto dunque, nella sua agenda operativa il problema della revisione della legge quadro, a partire dalla richiesta d’istituire una Commissione d’indagine Parlamentare prevista dall’art.82 della Costituzione per accertare lo stato di gestione dei Parchi e delle Aree Protette Italiane; richiami l’obbligo dell’adempimento che grava in base all’art.33 della legge 394/91 sul Ministro dell’Ambiente ai fini della presentazione annuale di una relazione al Parlamento; proponga di riequilibrare le funzioni della legge quadro sul versante delle Istituzioni, rendendo compartecipe la Conferenza Stato Regioni, chieda che venga assicurata negli organismi di gestione la presenza degli agricoltori e dei cacciatori; proponga con nettezza, che ogni Istituzione di un Parco o di un’area protetta, possa avvenire solo in presenza di un referendum consultivo obbligatorio, che interessi tutti i cittadini residenti nell’aria interessata e che ne autorizzi l’istituzione. Siamo partiti da Lipari e torniamo in chiusura di questo editoriale a Lipari. Diodoro Siculo narra che il figlio di Liparo, Eolo, avesse la proprietà di governare i venti. Che un vento propizio come “Zefiro” “ Zefiro torna ed il bel tempo rimena” (2) possa dunque spirare su questi luoghi.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-27T08:39:24+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

gfinocchiaro.jpgdi Peppe Finocchiaro*

Si è concluso il convegno organizzato dall’Amministrazione Comunale di Lipari sul tema Parco Nazionale delle Isole Eolie, ma inizia quello che dovrà essere un lungo e fitto periodo di incontri/dibattiti, che avranno lo scopo di meglio approfondire l’oggetto della contesa al fine di trovare la giusta impostazione dell’applicazione di una legge parlamentare sull’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, così come affermato dal Ministro Stefania Prestigiacomo nel corso del proprio intervento al convegno di Lipari. Ritengo, entrando nel merito della questione, che la condotta dell’amministrazione comunale di Lipari sia stata estremamente seria e responsabile, avendo evitato valutazioni troppo affrettate che avrebbero potuto determinare scelte sbagliate; Oggi, a seguito delle esperienze relazionateci da qualificatissimi relatori, è possibile tracciare una via decisionale nell’interesse del nostro territorio e tutta la comunità. Certamente opportuna e condivisibile la proposta del Sindaco di creare una prima delineazione di Parco dei Vulcani, che vuole essere il primo passo verso un percorso più lungo, ma che possa portare alla realizzazione di un Parco Nazionale delle Isole Eolie maturato con la conoscenza e la partecipazione necessaria per realizzare la valorizzazione delle area già sottoposte a vincoli paesaggistici. Si concretizzerebbe un controllo del territorio più attento che possa orientare le isole verso uno sviluppo eco-sostenibile, valorizzando le caratteristiche del nostro territorio. Cosciente, che le scelte di oggi determineranno il futuro delle generazioni che verranno, affermo, con serena convinzione, pur rischiando oggi di scontentare qualcuno, che il Parco Nazionale delle Isole Eolie è un’opportunità irrinunciabile!

*Assessore agli Affari Generali Comune di Lipari

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-21T07:33:33+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgE’ PROPRIO IL CASO DI DIRLO, meno male che c’è la Prestigiacomo….altrimenti i convegni organizzati dal Comune di Lipari si svolgerebbero in famiglia!!! I membri dell’Associazione La Voce Eoliana si scusano con il gruppo consiliare di Pantelleria Libera se non è stato possibile leggere il loro comunicato durante il convegno sul Parco alla presenza del Ministro Prestigiacomo e con la delegazione delle Egadi, venuta da così lontano senza che abbia neppure potuto prendere la parola ed andata via schifata e disgustata. Ci scusiamo inoltre, con il nostro relatore, Avv. D’Aniello e con quelli dell’Associazione Cacciatori Eoliani, dr Stango e sig. Pinotti per il trattamento ricevuto durante il convegno, ci scusiamo anche a nome di chi, oggi, fa passare per un enorme successo un convegno che si è dimostrato solo un fiasco a livello mediatico, nonostante le migliaia di inviti distribuiti in tutte le isole e l’ampia pubblicità, ed un disastro per l’informazione ed il confronto. Nonostante la qualificata e prestigiosa presenza, cioè quella del Ministro, a prendere parte al convegno, c’erano solo un centinaio di cittadini, di cui una buona parte contrari al parco, i familiari dei relatori, i consiglieri di maggioranza, i soliti albergatori, gli ambientalisti, nonché anche diversi turisti che dopo avere scattato qualche foto si sono allontanati dalla sala.

E’ stata più significativa e massiccia la presenza di popolazione al consiglio comunale tenutosi a Pianoconte (circa 150 persone), eppure lì non c’era il Ministro Prestigiacomo, da ciò si evince quanto ormai la popolazione sia divenuta diffidente ed abbia perso ogni fiducia nei confronti dell’operato di questa nostra classe politica, tutto ciò dovrebbe indurli alla riflessione. Probabilmente, se fossero venuti solo i relatori, i rappresentanti della Regione Sicilia ed il Senatore D’Alì, il numero dei presenti si sarebbe drasticamente dimezzato, pertanto sul successo del convegno e sulla massiccia presenza di persone, ci sarebbe molto, ma molto da discutere!!! Molti dei presenti erano venuti anche per ascoltare i nostri relatori, probabilmente se la Voce Eoliana avesse deciso di non prendere parte al convegno e non presentare alcun relatore, il fiasco sarebbe stato maggiormente colossale, le immagini sul sito del dott. Sarpi, parlano chiaro, escludiamo tutte le forze dell’ordine presenti lì solo per la tutela dell’ordine pubblico e per la tutela dell’incolumità del Ministro, i relatori ed i loro familiari nonchè i consiglieri di maggioranza e provate a contare bene, avrete subito la percezione dei reali numeri del convegno. La Voce Eoliana ha partecipato al suddetto convegno, indicando anche i propri relatori, al fine di avere un serio e democratico confronto. Per quanto riguarda il livello tecnico che politico, non abbiamo sicuramente nulla da eccepire, tuttavia, avremmo sicuramente preferito un gemellaggio con dei cittadini di comuni che ricadono all’interno di un Parco Nazionale per sentire anche il parere di costoro, cioè, il parere di chi il Parco effettivamente lo subisce e non solo di chi i parchi li istituisce o li gestisce. Per la Voce Eoliana non ha potuto parlare nessun relatore alla presenza del Ministro, l’Avv. D’Aniello ha fatto il suo intervento solo nel pomeriggio alla presenza di una quindicina di persone e per pochi minuti, ormai non aveva neppure più senso restare lì e fare bei discorsi, se lo abbiamo fatto è stato solo per educazione nei confronti dei presenti, favorevoli e contrari al parco, lo stesso è avvenuto per il dr Stango dell’Associazione Cacciatori Eoliani.

Ci saremmo aspettati dall’Amministrazione quantomeno le pubbliche scuse anche per il tempo che ha fatto perdere ai relatori facendoli venire da così lontano, piuttosto che sbandierare clamorosi successi, peraltro mai ottenuti, di chi vuole vincere ad ogni costo, dove con una mano ci propone il dialogo e con l’altra nasconde il coltello dietro la schiena. Per il resto, non siamo abituati a polemizzare con chi scrive sui blog, rispettando il pensiero altrui, anche perchè il pensiero del cittadino, di qualsiasi estrazione sociale, merita sempre il massimo rispetto, ma reputiamo sicuramente gravissime le accuse sollevate nei confronti dell’associazione da parte del sig. Tony Scontrino, dove afferma: “ho partecipato al recente confronto sul Parco che si è tenuto a Lipari sabato 27 Luglio, e sono rimasto sbigottito dalle motivazioni che hanno indotto 4055 eoliani a dire NO al parco, sinceramente sentiti i pareri di tanti dei firmatari che si occupano di giri in barca, pescatori e coltivatori delle parti alte delle isole, l’associazione La Voce Eoliana ha fomentato tali persone raccontandogli divieti assurdi (direi di pura fantasia, tipica eoliana) che se sarà il caso sarò felice di raccontare”.  Caro sig. Scontrino, è facile dire “sentiti i pareri di tanti firmatari”, ed attaccare gratuitamente qualcuno, persona o associazione che sia, faccia i nomi di questi tanti “firmatari” che la Voce Eoliana avrebbe “fomentato” e soprattutto faccia anche i nomi di coloro che li avrebbero fomentati. Se ricerca sul dizionario la parola “fomentare”, significa “istigare qualcuno non malignità”, è chiara la presenza del dolo nella fomentazione, pertanto prima di utilizzare simili espressioni, fossimo in lei, ce ne guarderemmo bene, posto che le informazioni divulgate sui blog, dalla Voce Eoliana, sono tratte da eminenti testate giornalistiche (Repubblica, Corriere della Sera ecc.) e non dal primo arrivato, né i membri dell’associazione hanno mai tenuto incontri pubblici per le campagne divulgando notizie sui parchi.  Come abbiamo già in precedenza ricordato, la Voce Eoliana è composta da stimati professionisti e giovani laureati, anche con idee politiche diverse, che credono in ciò che fanno, giusto o sbagliato che sia, non ha importanza, ma ciò non toglie che si possa infangare la nostra immagine. Vede caro sig. Scontrino, quando si accusa qualcuno, sia con lo scritto che verbalmente, bisogna assumersi le proprie responsabilità, visto che sarà così “felice di raccontare”, noi saremo altrettanto “felici di ascoltarla” e se sarà il caso anche di difenderci nelle giuste sedi come si conviene in un paese civile, pertanto riteniamo che le pubbliche scuse nei nostri confronti siano quantomeno doverose da parte sua.

Ormai, sembra sia divenuta una moda attaccare la petizione popolare contro l’istituzione del parco e delegittimare l’operato dell’associazione e quello dei suoi componenti; ma ci chiediamo: perchè il fronte del SI’ non organizza una propria petizione popolare per l’istituzione del parco, visto che sono così convinti che la popolazione stia tutta dalla loro parte? Cosa impedisce loro di organizzarsi e lottare per tutto ciò in cui credono, civilmente, senza attaccare e denigrare chi la pensa diversamente? Questa è la grande civiltà che contraddistingue il nostro paese, quando non si può entrare dalla porta principale, meglio farlo dalla finestra, diffondendo falsità e schiacciando l’avversario denigrandolo, perchè non si ha il coraggio di affrontarlo ad armi pari. Da oggi in poi ci difenderemo ribattendo colpo su colpo, non ci saranno più sconti per nessuno e siamo ancora più convinti nel dire NO AL PARCO. Iniziamo da coloro che ritengono la questione Parco solo una questione di “caccia” e non comporterebbe alcun altro vincolo, bene, discutiamo pure di caccia, sull’argomento ci sia consentita una breve replica al dott. Michele Giacomantonio ed al  consigliere Pietro Lo Cascio. Caro dott. Giacomantonio, forse lei disconosce il numero di cacciatori presenti nelle sette isole, (circa 350), ma soprattutto abbiamo potuto tristemente notare che disconosce totalmente la legge 157/92 e le altre leggi che regolano l’esercizio dell’attività venatoria, tutte le cose che lei puntualmente ha elencato sono di per sé già vietate dalle suddette leggi e per le quali sono previste sanzioni particolarmente pesanti.

Non si comprende, ancora, quale privacy del cittadino possa ledere la caccia, visto che viene esercitata in spazi aperti e non certamente dentro il terrazzo di casa sua. Sicuramente, invece, quanto afferma il consigliere Lo Cascio è vero, nelle isole la caccia non dà occupazione, ma non ci sembra che i relatori si siano limitati a discutere prevalentemente di caccia, quando si è parlato di modifica della L. 394/91 per rendere queste “riserve indiane” più vivibili,  probabilmente il consigliere si era appisolato. Giustamente la caccia è solo un hobby, come lo è la pesca dilettantistica o la raccolta di funghi, ed allora impediamo anche queste attività, impediamo alla gente anche di respirare e di vivere; la domenica, impediamogli di mettere il naso fuori dalla porta, da oggi in poi, dobbiamo metterci in testa che le isole non sono solo degli eoliani, ma sono anche dei turisti e bisogna preservarle per assicurarle alle generazioni future. E’ chiaro, il Parco si deve fare perchè è solo la caccia il principale problema, per le proprietà dei cittadini, per l’agricoltura, per la pesca e per il futuro dei nostri figli non ci sarebbe alcun problema, il parco è il paese dei balocchi, soldi, occupazione, finanziamenti, successo e caramelle a volontà per tutti, complimenti vivissimi, consigliere Lo Cascio, lei sì che ha proprio centrato il problema!!!

I membri dell’Associazione LA VOCE EOLIANA

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-20T10:10:22+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

lchiofalo3.jpgdi Luca Chiofalo

Meno male che c’è la Prestigiacomo… Oltre all’avvenenza, di sicuro gradimento, ieri ho apprezzato i toni decisi del ministro sull’ineludibilità della realizzazione del Parco Nazionale delle Isole Eolie, così come disposto da una legge dello stato. Ho apprezzato meno il goffo tentativo “cerchiobottista” del sindaco di aggirare le contestazioni, proponendo un “percorso a tappe”, che a Lipari non vedrebbe mai il traguardo. Certi equilibrismi sono controproducenti e la comunità è disorientata. Del resto, vorrei fare presente all’attuale maggioranza, non è possibile sostenere allo stesso tempo un megaporto e un parco nazionale, non si può un giorno attaccare i vincoli dell’UNESCO e gli strumenti di tutela ambientale e il giorno successivo presentarsi, credibilmente, come “difensori” del territorio. L’opposizione di centro-sinistra ha scelto un percorso ancora più incomprensibile: contrari al megaporto e pseudo ambientalisti, li ritroviamo oggi contro il parco, in un delirio da crisi d’identità che sconcerta e preoccupa per il futuro. Questo è tempo di idee chiare e di risolutezza; il paese soffre la mancanza di una guida decisa, scivola pericolosamente verso l’anarchia, accetta ormai ogni tipo di furberia o abuso, ma combatte, dimostrando la confusione che lo attanaglia, incredibilmente e furiosamente, uno degli strumenti più incisivi per la tutela e lo sviluppo di territori come il nostro. Se non è follia autodistruttiva poco ci manca, e per questo non è tempo per la nostra sciatta classe politica di curare “clientele”; la scelta è di responsabilità e prospettiva, non è per uomini che guardano al mero consenso elettorale. C’è bisogno di leadership, è necessario smettere di continuare a cavalcare gli istinti più bassi dell’elettorato, atteggiamento irresponsabile causa dei danni che cominciano a manifestarsi in tutta la loro drammaticità. Se non possediamo soggetti capaci di scegliere per il bene di tutta la comunità, meglio che le decisioni arrivino “dall’alto”. Peraltro, gli interventi dei contrari al parco, come mi aspettavo, sono stati davvero vacui nei contenuti e fuoriluogo nei toni; è lecito pretendere di discutere tutto, ma lo si faccia senza pregiudizio e civilmente, evitando spettacoli indecenti come quello esibito ieri in presenza del ministro. Il livello del confronto è tanto basso che il rischio che tutto degeneri in “rissa” è reale, per cui, mi auguro, che chi occupa ruoli di responsabilità esprima in fretta posizioni nette e lungimiranti.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-19T07:41:48+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

NFAMA.jpgdi Natale Famà*

Rimango sorpreso dalle dichiarazioni del Ministro Prestigiacomo che dimenticando che il Consiglio Comunale ha dei compiti affidati dal corpo elettorale indirizzo e controllo, nella riunione del 11 luglio 2010 ha dichiarato che il parco nazionale delle isole eolie si farà.
Tale dichiarazione è in netto contrasto con l’indirizzo voluto dal Consiglio Comunale di Lipari che certamente ha il compito di decidere sul futuro economico delle isole eolie.
Ritengo nella mia qualità di Assessore del Comune di Lipari di interpretare non solo la volontà del Consiglio Comunale, ma anche 4055 cittadini firmatari di una petizione contro l’istituzione del parco delle Eolie. Sono felice di poter capire quali interessi lo stesso mette in moto un meccanismo di prevaricazione della volontà dei cittadini che certamente conoscono il territorio in cui vivono meglio del Ministro Prestigiacomo che probabilmente trascorre due settimane nella sua casa di Panarea non di lavoro ma di vacanza.

*Assessore all’urbanistica del Comune di Lipari

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-18T10:33:00+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

scarbonepiccola.jpgdi Silvia Carbone*

Dopo aver assistito (in verità a tratti un po’ allibita) all’incontro tenutosi oggi al Palazzo dei Congressi, mi sovviene un articolo che copio  e traduco da un sito di “NATUROSTEINERIANIDELL’ULTIMAORA” tedesco. Spero di aver ben tradotto e che il testo vi sia chiaro.

“Non si può più tacere la tragedia che silenziosamente, da troppo tempo, si verifica in Italia. Migliaia e migliaia di persone, forse milioni, valicano ogni anno le frontiere del nostro Paese, abbandonando i luoghi natii ormai vessati da miseria e disoccupazione dopo la nefasta istituzione dei Parchi Nazionali, per cercare un futuro migliore altrove, perfino nei paesi dell’Est, in Libia, in Cina. Un tempo luoghi ridenti e rigogliosi, i Parchi sono oggi selve tenebrose, dove i rami degli ulivi che non è più stato consentito potare crescono in grovigli inestricabili, mentre il suolo è invaso da strati impenetrabili di asparagi e di rapuddi, o piante simili, e viscide distese di funghi porcini – pure per loro, infatti, vige l’assoluto divieto di raccolta – rendono insidioso il passaggio anche ai più ardimentosi. Sciagura e desolazione segnano la vita quotidiana degli sfortunati, ormai privi di ogni diritto civile, che non hanno potuto ancora espatriare; dagli Enti Parco, la notte, giungono invece sordide risate e profumi di copiose libagioni, durante le quali i membri dei consigli direttivi accendono costosissimi sigari dando fuoco a banconote da 500 euro, prima di riunirsi per decidere quale sarà la casa o il terreno da espropriare l’indomani, o su quale giovane donzella locale esercitare lo ius primae noctis; in assenza di donzelle, si consolano con escort e baldracche di vario genere, che vengono poi omaggiate con farfalline – a carico del contribuente – in ossequio al luminoso esempio del Grande Capo. Di giorno, con grande sollazzo, gli stessi aguzzini si divertono a estirpare vigneti e orti, e per tenersi in forma frustano senza pietà i malcapitati contadini, costretti a vivere di bacche e radici. Tutt’attorno, orde di conigli mannari divorano i pochi ortaggi rimasti e spernacchiano senza alcun riguardo i poveri ex-cacciatori, confinati a giocare a biglie sotto precarie tettoie, che li riparano a stento dalle deiezioni dell’avifauna migratoria, divenuta ormai incontrollabile. Tutto questo è tragicamente vero, e ormai inarrestabile; i Parchi dilagano ovunque, mentre fioriscono i poltronifici per dotarli dei necessari arredi. La fuga resta l’unica salvezza.”
Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-17T17:21:00+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

plongopiccola.jpgdi Pino Longo*

Lo scorso 11 Luglio 2010, il Consiglio Comunale ha adottato una delibera con la quale è stato espresso un parere in merito all’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie. La Delibera è stata votata da 10 Consiglieri su 18 presenti, mentre in 8 si sono astenuti. I consiglieri si sono limitati ad esercitare le proprie prerogative prendendo posizione, liberamente e senza vincoli di appartenenza, su un argomento di  interesse generale e di enorme importanza per il futuro delle Isole Eolie.  Il fatto che il Consiglio abbia espresso una valutazione non coincidente con quella dell’amministrazione e che abbia censurato la condotta dell’amministrazione stessa nella gestione della questione parco,  non è certamente un affronto personale al sindaco o tantomeno manifestazione di antidemocraticità, ma rientra nella normale dialettica politica. Tuttavia, per ragioni che non è dato comprendere, il deliberato del consiglio ha scatenato la spropositata reazione del Sindaco e di alcuni consiglieri di maggioranza, al punto tale da “deplorare il comportamento del Presidente del Consiglio Comunale che, contravvenendo ai più elementari principi della democrazia, non ha consentito…al Sindaco di Lipari dott. Mariano Bruno di prendere la parola nel corso del dibattito”.  Nell’intervista  il Sindaco si è addirittura difeso dalla presunta accusa di avere tramato nell’ombra per ottenere la carica di presidente del parco, invitando alle dimissioni i suoi accusatori. Gli è però sfuggito che né il consiglio né i singoli consiglieri hanno mai mosso accuse del genere, avendo semmai denunciato, con reiterate deliberazioni, la totale mancanza di trasparenza dell’amministrazione nella gestione della vicenda.  Il fatto che il Sindaco abbia sentito la necessità di difendersi da un accusa mai mossa potrebbe anche fare riflettere sulle sue reali motivazioni.  Contravvenendo al mio proposito di non alimentare sterili e propagandistiche polemiche sui mezzi di informazione, ho ritenuto necessario intervenire, in questo caso, non tanto per rispondere alle accuse personali, quanto a difesa della dignità e del prestigio del Consiglio Comunale, organo rappresentativo della cittadinanza, che l’Amministrazione tenta in ogni modo di delegittimare. In alcuni articoli apparsi sulla stampa e su internet, si sostiene che al  Sindaco sarebbe stata negata la possibilità di intervenire sull’argomento, all’ordine del giorno del consiglio comunale del 11/07/2010, relativo all’istituzione del parco nazionale.

Il Consiglio, di fronte ad un sindaco disponibile al confronto ed al dialogo, avrebbe violato la più elementare regola democratica, avallato da un presidente che ha “impedito un confronto con il Consiglio da parte dell’Amministrazione”. I presenti alla riunione consiliare, tra questi i numerosi cittadini di Pianoconte, possono senza dubbio confermare che i fatti sono andati molto diversamente. La discussione ha avuto inizio alle ore 10.00. Era all’ordine del giorno l’approvazione della delibera sul tema del Parco e sono intervenuti nella discussione, oltre al sottoscritto, tutti i consiglieri dell’opposizione e del Faro, argomentando le proprie opinioni sull’argomento. Il Sindaco, durante la discussione, non solo non ha mai chiesto la parola, ed ha quindi evitato un confronto diretto ed aperto sulla questione, ma è addirittura uscito dall’aula, manifestando insofferenza ed irridendo da fuori e ad alta voce gli interventi di alcuni consiglieri a lui non graditi. Incurante delle regole relative al funzionamento del Consiglio Comunale, oltre che della buona educazione, è rientrato in aula pretendendo di intervenire a discussione chiusa ovvero al momento in cui era già stata posta in votazione la proposta in esame e concessa la parola al consigliere Gesuele Fonti, e si era prenotato anche il consigliere Bartolo Lauria.  Poiché il regolamento comunale prevede che in tale fase possano essere rese soltanto le dichiarazioni di voto da parte dei consiglieri, l’intervento del Sindaco non è stato ammesso. Nonostante l’atteggiamento irriguardoso fino ad allora tenuto dal Primo Cittadino, per il rispetto dovuto al suo ruolo istituzionale ho comunque posto in votazione una deroga alla regola generale per consentirgli di intervenire. La mia proposta è stata però bocciata dalla maggioranza dei consiglieri presenti.

Convinto di essere al di sopra di qualunque regolamento, il Sindaco si è evidentemente  ritenuto leso dalla legittima decisione del Consiglio Comunale e dal comportamnento del sottoscritto che, a suo parere, non dovrebbe garantire il corretto funzionamento del Consiglio Comunale ma avallare la subordinazione del Consiglio stesso all’Amministrazione. Il Sindaco avrebbe potuto benissimo prendere la parola nel corso della discussione sul Parco, durata oltre quattro ore, anzi un suo intervento di chiarimento e risposta alle obiezioni mosse, sarebbe stato doveroso.  Si è invece sottratto a qualunque confronto ed ha preferito commentare dall’esterno, in modo non certamente consono al suo ruolo, le dichiarazioni che non erano di suo gradimento. Chiunque ha compreso che il suo intento era quello di parlare per ultimo, a discussione chiusa, in modo da non potere essere contraddetto.  D’altra parte ha già più volte dimostrato di non volere affatto un confronto serio sul parco, rifiutando la discussione in qualunque contesto che non potesse essere da lui gestito e diretto.  La posizione dell’amministrazione avrebbe potuto comunque essere chiarita dai consiglieri che la sostengono, presenti in aula, i quali avevano la possibilità di intervenire anche in sede di dichiarazioni di voto. Invece, a fronte di un ordine del giorno in cui erano contenute censure precise e motivate all’operato dell’amministrazione, gli stessi consiglieri si sono limitati ad astenersi, dichiarando unicamente che qualunque pronuncia del Consiglio avrebbe dovuto essere rinviata a dopo il convergno che si terrà g. 17 c.m. alla presenza del ministro Prestigiacomo. Nessuna osservazione è stata fatta sul merito. Il vero problema dell’Amministrazione, dunque, non è stato quello di non avere potuto esprimersi in Consiglio, ma piuttosto di non avere nulla da dire. Il Convegno, organizzato dal Sindaco e quindi da lui meglio gestibile, sembrerebbe essere per l’Amministrazione l’unica sede deputata a discutere del Parco.

Non è chiaro per quale motivo un’organo istituzionale dovrebbe subordinare la propria attività ad un convegno che, per quanto possa essere importante ed ospitare figure  di rilievo come il Ministro Prestigiacomo, è un evento con finalità unicamente divulgativa ed informativa nei confronti della cittadinanza, ma non può essere la fonte delle informazioni ufficiali, di cui il consiglio comunale dovrebbe disporre e che dovrebbe autonomamente esaminare. Il Consiglio ha pertanto ritenuto opportuno esprimere il proprio indirizzo e censurare la condotta dell’amministrazione, tenuto conto non solo delle posizioni espresse dalla cittadinanza con la raccolta di 4.055 firme, ma anche dell’assoluta mancanza di garanzia e trasparenza delle attività preordinate all’istituzione del parco. Vorrei in proposito ricordare che la questione dell’istituzione del parco è venuta a conoscenza del Consiglio Comunale e della cittadinanza di Lipari solo nel marzo di quest’anno ed in modo del tutto casuale. Il 3 Marzo, a Palermo, in occasione di un appuntamento con l’assessore regionale al turismo, ho incontrato nell’atrio antistante la sede dell’assessorato, il Sindaco di Santa Marina Salina, il quale si stava recando ad una riunione a cui sarebbero stati presenti il Presidente della Provincia,  l’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, un delegato del Ministro  Prestigiacomo ed i rappresentanti dei comuni delle Isole Eolie, avente ad oggetto l’istituzione del Parco Nazionale.  Per conto del comune di Lipari sarebbe stato presente il comandante dei vigili Nico Russo. Tornato a Lipari ho tentato invano assieme ad altri consiglieri, di ottenere informazioni riguardo alle attività in corso sull’istituzione del Parco, di cui il Consiglio era completamente all’oscuro, ma al Gabinetto del Sindaco non risultavano documenti ufficiali.  Soltanto dopo difficili ricerche abbiamo appreso che le attività erano in corso dal 2009 (si veda in proposito la lettera della dott.ssa angela Mazziotta) e  si erano già tenute altre riunioni, tra le quali una il 27/1/2010, a cui aveva partecipato sempre il Comandante dei Vigili, senza che il Consiglio, né la cittadinanza e neppure l’Assessore al ramo competente, dott. Famà fossero stati informati.

Lo stesso dott. Famà alla conferenza dei capigruppo del 15 Marzo ha infatti espressamente dichiarato “di non avere alcuna informazione e di non essere a conoscenza di alcun documento sull’iter del Parco Nazionale delle Isole Eolie”, della cui esistenza aveva appreso solo attraverso le domande da me rivoltegli Mercoledì 3 Marzo, al ritorno da Palermo. Alle conferenze dei capigruppo, tenutesi il 9 ed il 15 Marzo, si è dunque immediatamente affrontato l’argomento e si è sottolineata l’urgenza di coinvolgere il Consiglio e la cittadinanza, anche in considerazione della dichiarazione rilasciata alla stampa dal Ministro Prestigiacomo, secondo cui le perimetrazioni avrebbero dovuto essere pronte entro il 31 Marzo. Nonostante le ripetute richieste di trasmissione al Consiglio dei documenti ufficiali (verbali delle riunioni, proposte di perimetrazione, relazioni tecniche) e la copiosa corrispondenza intercorsa con l’Amministrazione ed i dirigenti, nessun  documento ufficiale è stato fino ad ora trasmesso, Con lettera del 18 Marzo i capigruppo hanno ufficialmente richiesto al Ministero l’accredito di rappresentanti del Consiglio e della cittadinanza a partecipare agli incontri istituzionali sul parco, in conformità all’intenzione manifestata dallo stesso Ministro di garantire la massima partecipazione.  Da tale richiesta si sono però ufficialmente dissociati i consiglieri che appoggiano il Sindaco, definendo la legittima richiesta di coinvolgimento del Consiglio Comunale, “una limitazione dell’autorità dell’Amministrazione ed una forma di controllo sulla stessa assolutamente inopportuna”. Il 20 Aprile il Consiglio ha approvato un ordine del giorno sul parco, che il Sindaco, contravvenendo ad un proprio preciso dovere, non ha mai trasmesso alle Autorità Competenti.

I fatti sopra ricordati, tutti documentati, testimoniano l’innegabile proposito, messo in atto dall’Amministrazione, di delegittimare il Consiglio Comunale, in un primo momento tenendolo all’oscuro dell’iter in corso e poi impedendo qualunque confronto serio e non pilotato. Il Sindaco ha infatti tentato di boicottare qualunque iniziativa del Consiglio sull’argomento parco: ha ostacolato la partecipazione dei funzionari della Regione al consiglio comunale, non è stato presente al consiglio convocato a Pianoconte, non si è presentato alle conferenze dei capigruppo sul parco a cui era stato invitato. I fatti sopra riportati, sono la evidente dimostrazione della scarsa considerazione riservata dal Sindaco al Consiglio Comunale e puntualmente dimostrata in ogni occasione: 1) il Bilancio di Previsione 2010, ad esempio, pur essendo abbondantemente scaduto il termine perentorio previsto dalla legge, non viene ancora sottoposto al vaglio del Consiglio Comunale e la conseguente nomina di un Commissario ad acta, limita fortemente le prerogative del civico consesso, gravando la comunità di ulteriori costi.  2)  il Piano Triennale delle Opere Pubbliche, la cui delibera di approvazione è stata esitata positivamente dalla Giunta Municipale nel mese di Novembre del 2009 e pubblicata all’Albo Pretorio del Comune, viene ancora tenuta nel “cassetto del sindaco”, sottraendola al vaglio del Consiglio Comunale nei termini di legge; 3) la scelta della gestione del Servizio Idrico, riservata per legge al Consiglio Comunale, che si è espresso inequivocabilmente e ripetutamente per la forma pubblica, è stata effettuata in netto contrasto con gli indirizzi vincolanti del Consiglio; 4) La Portualità nella rada di Lipari, che secondo i proclami iniziali del sindaco, trasformati in precisi obblighi contrattuali, prevedeva un processo partecipato dalla comunità eoliana, attraverso l’attivazione di “un efficace piano di comunicazione per l’illustrazione alla cittadinanza dei progetti e delle attività, avendo cura di coinvolgere i rappresentanti del civico consesso e delle associazioni produttive maggiormente rappresentative sul territorio” è stata finora gestita avendo cura di mantenere la più assoluta riservatezza. Al Consiglio Comunale non è data ancora conoscere alcuna fase del procedimento, né alcun elaborato progettuale.

Perfino l’obbligo di relazionare annualmente sullo stato di attuazione del programma, a norma dell’art. 17 della L.R. n.7/1992, viene arrogantemente disatteso, tant’è che dal Giugno 2008, nessuna relazione è stata presentata al Consiglio Comunale, impedendo di fatto l’esercizio di una delle prioritarie attribuzioni consiliari che è la verifica sull’attuazione del programma. In conclusione auspico che il Sindaco rispetti i ruoli istituzionali e comprenda che il Consiglio Comunale,  organo collegiale elettivo che rappresenta l’intera cittadinanza, ha una propria autonomia e ad esso sono riservate dalla legge competenze e prerogative su questioni di importanza generale, come la programmazione territoriale e la pianificazione urbanistica.  Appare  evidente che simili questioni non possano essere riservate dalla legge alla discrezionalità di una sola persona, verrebbe infatti , veramente in questo caso, violato il principio della “democraticità” ed il rischio di ingerenze indebite se non addirittura illegali sarebbe altissimo.

*Presidente Consiglio Comunale Lipari

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-16T11:59:06+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

asalvatore.JPGdi Salvatore Agrip

Parco Nazionale delle Isole Eolie: “se non c”è!!! Quale futuro per queste Isole? Io non ci sto! Grazie ai nostri straordinari giornalisti locali che attraverso i loro giornali online, dando spazio a tutti coloro che lo desiderano con comunicati, interviste, lettere, commenti vari, ho avuto la possibilità di seguire il dibattito avviato sul “parco si”  o “parco no”, certamente ringrazio anticipatamente i direttori che vorranno divulgare questa mia lettera. Da cittadino di questo comune e persona attenta e appassionata di quel elemento unico che ha contraddistinto la vita e la cultura di queste isole, in una parola l”Eolianetà”, mi chiedo: se l’istituzione di un parco nazionale su queste isole nella sua gestione tende a conservare per le generazioni presenti e future il patrimonio naturalistico e ambientale; se il parco ha una precisa missione come strumento di collegamento e valorizzazione delle realtà eoliane, che trovano nella loro bellezza e delicatezza del territorio la giusta risorsa del loro sviluppo;  se le finalità del parco, sono , la conservazione ambientale intesa come testimonianza di grado di civiltà di una società. L’integrazione tra uomo e ambiente promuovendo attività tradizionali e di qualità, legate alla cultura materiale sedimentata nel territorio. La fruibilità del territorio, con attività di educazione ambientale, centri visita, musei, aree faunistiche e sentieri costituenti un insieme organico per visite del territorio, quale sistema e forma più avanzate per l’organizzazione del turismo.

Divulgazione attraverso conferenze, libri, siti web, coinvolgimento di scuole ed istituzioni sia nazionali che internazionali. Ricerca attraverso lo studio approfondito del territorio in tutte le sue componenti storiche, sociali, geologiche, faunistiche e floreali. Chi è l’eoliano che potrebbe dire di no al parco? Eppure ci sono (dicono) 4055 firme contro il parco, si dice anche che siano persone residenti, qui nel nostro territorio. Certamente cosa fa la politica o meglio i nostri politici locali, abbagliati da questo numero, ebbene cominciano a dare i numeri anche loro, guardandosi intorno contano e ricontano per capire dove possono attingere i “consensi elettorali” alle prossime amministrative, indiscutibilmente proiettati già nella  prossima campagna elettorale, già li vedo scatenati nel torturarci di belle parole, promettendoci di tutto (ma questa volta meno una, il parco). Oppure, (forse)  non tutti fanno di questi conti, ancora così prematuramente, ma si intravede, qual è l’obbiettivo primario, colpire e far cadere questa amministrazione, che per quanto mi riguarda in tutti questi anni e fino adesso sul piano amministrativo e sociale è stata fortemente carente. Mi dispiace per l’opposizione e qualche amico consigliere a cui avevo riposto la mia fiducia, pertanto chiedo a loro (visto quanto è successo nell’ultimo consiglio comunale) qual’è la prospettiva futura di queste isole. Ma vedo con ammirazione che un distinguo lo fa il consigliere Lo Cascio, quale consigliere di opposizione, riesce a tenere il mirino su l’interesse collettivo e cogliere la proposta dell’amministrazione con serenità in modo positivo e senza pregiudizi.

Ma chi sono gli Eoliani?  Certamente coloro che vivono nelle Eolie e potrei domandare a noi tutti, “ma ci chiediamo cosa vogliono trovare le persone che vengono in queste isole”. Ma in molti e ancor dappiù a decine di migliaia sono gli eoliani, all’estero, spesso attenti a quanto succede in queste isole si vede anche attraverso i siti giornalistici locali. Personalmente li individuo in coloro che attratti dalla straordinaria bellezza delle nostre isole costellata di paesaggi e percorsi unici continuano da tanti anni a frequentare con assiduità le nostre isole (questo tipo di turismo negli ultimi tempi purtroppo è in calo), per capirci meglio sono coloro che alimentano la nostra industria turistica, quella di qualità e non quella del mordi e fuggi che alimentano improvvisazione e accattonaggio (esempio: vedere cosa succede allo sbarco dei mezzi di linea). E allora se così fosse, perché non proviamo a chiedere loro se il “Parco Nazionale delle Isole Eolie” gli farebbe piacere. Proprio a questo punto mi viene da pensare al nostro più illustre Eoliano d’importazione il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che da molti anni ci omaggia della Sua presenza per gustare e assaporare quanto di unico madre natura ha donato a noi tutti e parlo proprio di tutti, per chi ancora non l’avesse capito ricordo che “le Eolie sono Patrimonio dell’umanità” altro che solo di Noi Eoliani, al quale Presidente giunge sulla propria  scrivania un balzello di 4055 firmate da eoliani residenti, al pensiero di ciò mi vergogno di quello che il Presidente Napolitano penserà di noi, ma che certamente non potrà mai dire.

Per ultimo il comitato “La voce eoliana” che con la presunzione di un “padre padrone” di questo territorio (altro che mamma ministro) diffonde, (non me ne voglia l’avvocato Pajno, persona stimabile) solo negatività ricercate in qualche scellerata gestione di parco nazionale sparsi sul territorio nazionale, senza attendere e ricercare i giusti confronti su quello che con il parco si intende realizzare in queste isole. Personalmente non riesco a capire un comitato fatto per osteggiare e indignarsi nei confronti di un parco nazionale , mentre nessun comitato riesce a fare altrettanto, nei confronti di veri scempi ambientali, a titolo di esempi vedi la vicenda dell’escavazione alle cave di pomice culminata con l’intervento della magistratura, oppure lami, vallone bianco se non ultimo quello di un escavatore che in ventiquattro ore riesce a sfregiare e deturpare una delle più belle colline della nostra isola. Posso solo dire concludendo agli amici del comitato “la voce eoliana”, “prima della voce l’anima”. Solo così possiamo dare un futuro certo alle nostre isole.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-14T07:47:00+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

edonato.jpgdi Enzo Donato

Si comunica che giovedì – 15 luglio 2010 – dalle ore 20:00 alle ore 22:00, su Radio Messina International nella trasmissione “Radio Studio Sera” di Giovanni Saija Bisazza   , nella rubrica “EducAmbiente” –  EDIZIONE SPECIALE  dedicata alla “Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile”, lo spazio curato dall’ing. Francesco Cancellieri   , Presidente del Cea Messina Onlus,che avrà come ospiti il Sindaco del Comune di Messina, on.le Giuseppe Buzzanca, il dott. Ettore Lombardo, Dirigente ARFD (Azienda Regionale Foreste Demaniali) di Messina, l’arch. Salvatore Magazzù, Assessore alle Politiche Scolastiche del Comune di Messina, il geom. Felice Amato,   Responsabile della Sezione di Messina della Associazione Ambiente e/è Vita, il prof. Vincenzo Donato, Presidente del CEA Eolie Onlus, il  Sindaco del Comune di Lipari, dott. Mariano Bruno, il Sindaco del Comune di Castelbuono, dott. Mario Cicero, il Sindaco del Comune di Bivona,on.le Giovanni Panepinto, il Commissario del Parco delle Madonie, dott. Angelo Aliquo’, il prof. Letterio Guglielmo,dell’Università di Messina, il dott. Francesco Curcio, Biologo Commissione Vinca del Comune di Messina, il prof.Vincenzo Piccione, dell’Università di Catania, l’on.le Fortunato Romano, Segretario Commissione Territorio ed Ambiente dell’ARS, il Presidente del CEA Sicilia, prof. Vincenzo Liardo, l’ing. Armando Mellini, già Presidente Ekoclub Messina, il dott. Ivan Trovato, Direttore di Siciliaparchi.com, il dott. Giuseppe Castellana, Commissario del Parco Fluviale dell’Alcantara, il Presidente FederParchi, dott. Giampiero Sammuri e il dott. Piergiacomo Pagano, ENEA (Unità Tecnica Valutazioni Ambientali) si discuterà di  “Parchi, Infrastrutture Sostenibili?”. E’ possibile seguire la trasmissione sulle frequenze di Radio Messina International: 106,7 Mhz (Messina Città, Provincia Messina Jonica, Villa S. Giovanni e Reggio di Calabria) e 104,5 Mhz (Provincia di Messina Tirrenica). E’ possibile seguire la trasmissione in diretta sul web all’indirizzo:   http://www.radiomessinainternational.it/new/home.htm Su FB all’indirizzo:  http://www.facebook.com/

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-13T08:00:00+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

plocascionesospiccola.jpgdi Pietro Lo Cascio*

Alla luce del voto espresso ieri dal Consiglio Comunale di Lipari, al quale non ho purtroppo potuto prendere parte per inderogabili ragioni personali, ritengo necessario chiarire la mia posizione sulla questione del Parco Nazionale delle Eolie. Insieme agli altri consiglieri delle forze di minoranza (PD, UDC, Nuovo Giorno), ho condiviso le ripetute richieste rivolte all’Amministrazione comunale – ma rimaste a lungo inascoltate – di potere conoscere in tempi ragionevoli i vari passaggi relativi all’istituzione del Parco, presentando come primo firmatario una richiesta di autoconvocazione del consiglio già alla fine di febbraio. Pertanto, ritengo che le critiche rivolte dalla minoranza all’Amministrazione per come ha “gestito” l’intera vicenda, con posizioni spesso ambigue, inviti a riunioni a Palermo con fantomatici “rappresentanti” di frazioni che non mi risultano essere stati mai eletti a tale scopo, assessori che non partecipano alle riunioni di giunta ma mantengono però le deleghe, ecc., siano assolutamente lecite e – da parte mia – pienamente condivise. L’Amministrazione comunale aveva il dovere di chiedere e ottenere una fase di concertazione ampia e soddisfacente, che non si può ridurre alla fugace apparizione di qualche funzionario regionale, e che avrebbe dovuto prevedere esaurienti passaggi nelle opportune sedi istituzionali, prima fra tutte il Consiglio Comunale.

A questo, si aggiunge la palese incapacità della maggioranza eletta al governo di questa comunità nel mantenere una posizione univoca e coerente su un tema delicato e di importanza fondamentale come quella del Parco Nazionale, affrontandolo nei tempi giusti e nei modi più opportuni, che ne ha permesso invece un uso strumentale e viziato da argomentazioni spesso discutibili. L’assenza di una reale concertazione, l’impossibilità di ottenere dall’unico interlocutore credibile – il Ministero dell’Ambiente – le necessarie garanzie che il Parco possa essere davvero uno strumento di sviluppo sostenibile, o le altrettanto necessarie garanzie che possa essere realmente rappresentativo di una realtà complessa come quella eoliana, piuttosto che un ennesima concentrazione di potere dato in pasto alla lottizzazione partitica, sono lacune che rendono certamente problematica qualsiasi sottoscrizione “in bianco” della cambiale Parco, una cambiale che lo stesso governo nazionale da una parte mette in mano alla nostra comunità, mentre dall’altra già manda in protesto ancor prima che sia firmata (si veda la scellerata riduzione delle risorse destinate alle aree protette). Tuttavia, io sono e resto assolutamente favorevole al Parco Nazionale delle Eolie, e non condivido alcuni punti dell’ordine del giorno che il Consiglio Comunale ha ritenuto di approvare ieri; in particolare, non ritengo che il Parco aggiunga “ulteriori vincoli” a quelli già esistenti: questi esistono già, e lo strumento-parco può semmai trasformarli in ricadute positive per una vasta serie di attività compatibili e sostenibili, come l’agricoltura, ma anche come il turismo.

Questo è ciò che le Eolie, a mio avviso, devono pretendere da un Parco Nazionale. In un momento di profonda crisi economica – che, al di là delle bugie del berlusconismo, è probabilmente appena iniziata – un sistema che vive essenzialmente di turismo deve rilanciare in modo significativo la propria immagine, e lo deve fare cercando di intercettare quei mercati che oggi sono in fuga dal nostro arcipelago, ovvero quelli che non limitano la propria presenza al solo mese di agosto, o che stazionano per poche ore tornando la sera nei villaggi della Calabria e della Sicilia. Un sistema come il nostro, trascinato nel baratro di una profonda crisi economica, deve “ripensare” interamente anche le proprie risorse; qui l’azione di un Parco non può che essere positiva, poiché tra le sue finalità annovera il rilancio dell’agricoltura biologica, puntando su prodotti di pregio e sul loro riconoscimento. E il Parco potrebbe essere ancora lo strumento per intercettare i fondi comunitari che, tutt’ora, giacciono senza essere spesi in dotazione a una Regione che, tra il 2000 e il 2006, ne ha dovuti restituire oltre il 75% per manifesta incapacità progettuale. Il 2013 non è lontano: i fondi assegnati – dopo quella data – diventeranno una eventualità molto meno probabile, e con loro le nostre reali prospettive di sviluppo. Per questo, pur rispettando il voto che democraticamente il Consiglio Comunale ha espresso ieri, continuo a rimanere assolutamente convinto che sia meglio un Parco Nazionale – anche azzoppato da una sciagurata legge finanziaria – che il vuoto assoluto. E continuo a rimanere convinto che gli eoliani saprebbero, o sapranno, condizionare l’azione di un Parco Nazionale per ottenere risposte concrete alle loro esigenze di sviluppo e di occupazione, ma anche di tutela di un territorio che in molti aspetti si presenta profondamente devastato e, in altri, assolutamente inadeguato alla realtà turistica che vorrebbe rappresentare.

*Consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-12T16:58:24+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

edonato.jpgdi Enzo Donato

Desidero prendere parte al dibattito sul Parco, tante cose sono state dette, tantissime inesattezze, qualche volta vere bugie per convincere chi come tutti  noi ama la propria terra, il proprio lavoro e crede che i frutti di un’intera vita siano solo i suoi e di chi gli è più caro. Sparare sul Parco Nazionale delle Isole Eolie è facilissimo, un bersaglio grande ed indifeso, però è necessario quando si spara, lo sanno bene i cacciatori, prendere la mira… contro chi stiamo puntando l’arma del “No parco”? Voglio ricordare la mia professione, faccio l’insegnante e ho a cuore il futuro dei miei alunni e della mia isola. Come ho lottato prima, per ottenere a Lipari i fondi dell’Unione Europea per lo sviluppo regionale nelle scuole, poi per avviare un nuovo percorso di studi nel settore turistico-alberghiero. Oggi vedo nuove opportunità nell’istituzione di un Parco che rispetti innanzitutto la popolazione residente, ne promuova la cultura, la storia, le tradizioni, che permetta nuove forme di turismo specialmente nelle zone alte dell’isola. La natura ed i paesaggi, la riscoperta dei lavori tradizionali, la sentieristica  possono sopperire alla spiaggia ed al mare, che hanno fatto la fortuna di altre frazioni. Credo che ad un tavolo di confronto con il Ministero e con la Regione si potrebbero  cercare delle soluzioni e delle deroghe che mettano d’accordo gli interessi di tutti. Un primo importante appuntamento per l’avvio di questo fattivo confronto potrebbero essere due significativi momenti: giovedì 15 luglio dalle 20 alle 22 – su Radio Messina International nella trasmissione “Radio Studio Sera” di Giovanni Saija Bisazza , nella rubrica “EducAmbiente” dedicata alla “Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile”, lo spazio curato dall’ing. Francesco Cancellieri , Presidente del CEA Messina Onlus si discuterà sul tema: Parchi, infrastrutture sostenibili? Con la presenza di numerosi ospiti. Sarà possibile seguire la trasmissione sulle frequenze di Radio Messina International: 106,7 Mhz (Messina Città, Provincia Messina Jonica, Villa S. Giovanni e Reggio di Calabria) e 104,5 Mhz (Provincia di Messina Tirrenica). Sarà possibile seguire la trasmissione in diretta sul web all’indirizzo: http://www.radiomessinainternational.it/new/home.htm  Su FB all’indirizzo: http://www.facebook.com/event.php?eid=129612787078421

sabato 17 luglio dalle 10 alle 13 a Lipari presso il Palacongressi di via Falcone e Borsellino per il convegno: Parco Nazionale delle Isole Eolie, profili giuridici,tecnici, ambientali, sociali ed economici. Chiedo a tutti di partecipare per avere un’informazione completa e dando il proprio contributo d’idee, nell’unico interesse possibile: il futuro di queste isole e dei nostri giovani.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-10T13:33:00+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

cmandarano.JPGCaro Direttore,
Invio nuove notizie fresche dal fronte parchi pubblicate da “LA STAMPA”. A quanto pare sono finiti anche per loro i tempi delle vacche grasse!!!
Tutt’oggi si tenta ancora di appiopparci un qualcosa di fallimentare già in partenza. Inoltre l’associazione “La Voce Eoliana” é onorata di farsi rappresentare al convegno del 17 luglio da Wilderness Italia, con l’Avv. Giancarlo D’Aniello.
Claudio Mandarano, vice presidente associazione “La Voce Eoliana”
Emergenza parchi “Fondi dimezzati qui stiamo soffocando”
Dall’Appennino all’arcipelago, il grido d’allarme

«NON abbiamo nemmeno i soldi per il carburante delle barche per i controlli, che posso fare se gli yacht entrano nel mare di Pianosa?». Franca Zanichelli, direttrice del parco nazionale dell’arcipelago toscano, non trattiene la delusione. La situazione dell’ente non è buona, e lo sarà ancora di meno se passerà la manovra economica in discussione in Parlamento.
Per il 2011, infatti, lei e gli altri direttori dei parchi nazionali dovranno affrontare un taglio del 50 per cento del contributo ordinario, i soldi che il ministero dell’Ambiente stanzia ogni anno: «Non riusciamo a smaltire le centinaia di pratiche, come i pareri sull’elettrodotto di Terna o i condoni edilizi, figurarsi pulire i sentieri. Siamo in venti, con una sola dirigente, io. Non possiamo ricomprare i computer, io lavoro con quello personale».
Per l’ente presieduto dal geologo Mario Tozzi dimezzare il fondo di 1,3 milioni all’anno vuol dire tagliare posti di lavoro e iniziative. Soprattutto perché alcune spese, come gli stipendi, per legge devono essere pagati con i soldi del contributo statale, non con quelli ricevuti per i progetti.
Il discorso non cambia per gli altri due parchi nazionali sul territorio della Toscana: «Pur di non ricomprare le auto, abbiamo fatto riaggiustare una Brava Fiat ormai decadente» racconta Luigi Sacchini, presidente di quello delle foreste casentinesi, il cui compenso «senza tredicesima» tocca i 1000 euro al mese netti: «Già oggi non sappiamo neppure come fare a cambiare le gomme in inverno».
Va meglio per il parco dell’Appennino, ma solo grazie a un tesoretto accumulato durante gli anni di commissariamento: soldi ora già finiti, però. «Se il taglio dura per treo quattro anni, soffocheremo» spiega il presidente dell’ente, Fausto Giovanelli, «Un atleta può essere magro, non denutrito – spiega – noi riceviamo 1,5 milioni l’anno. Praticamente il nostroè il bilancio di un bar di Roma. Ma se ci sono sprechi, ci dicano dove».
Lo stanziamento statale per i parchi nazionaliè di 50 milioni di euro all’anno. «Ma questa manovra non prevede che i 25 milioni tagliati siano risparmiati. Semplicemente rimangono al ministero, che li usa per altri scopi» denuncia Giampiero Sammuri, presidente nazionale di Federparchi e del parco regionale della Maremma.

Al contrario dei fratelli maggiori, i regionali stanno molto meglio.

«L’assessore all’ambiente, Anna Rita Bramerini, ha promesso che non ci toccherà i fondi, anche se Tremonti toglierà pure alla regione 250 milioni di euro», commenta Giuseppe Nardini, presidente di Federparchi Toscana e del parco delle Apuane. Il cui problema più stringente, al momento,è solo quello di mediare con Comuni e cacciatori i confini delle aree doveè possibile l’attività venatoria.
RICCARDO BIANCHI

LA REPUBBLICA del 7/7/2010

da la Rassegna stampa Provincia di Grosseto

Non c’è associazione ambientalista che non abbia preso posizione contro il governo per i ventilati tagli del 50% al finanziamento dei Parchi Nazionali.
L’AIW sta sul fronte opposto. Si taglino pure i fondi ai Parchi se veramente serve a far migliorare la situazione generale del nostro Paese: se sacrifici devono essere, allora tutti devono fare la loro parte, e non c’è ragione per cui dover escludere i Parchi Nazionali. Anche perché tagliare i fondi non vorrà dire abrogare i Parchi Nazionali, ma semplicemente mettere in condizioni i loro amministratori di gestire meglio le risorse finanziarie di cui dispongono e disporranno. Ci si batta per un taglio meno consistente, non per mantenere un privilegio su altre categorie magari ben più bisognose. Ciò soprattutto a fronte degli sperperi che la gestione dei Parchi Nazionali ha dimostrato, da nord a sud, nel passato ed anche oggi. Sperperi in quanto raramente si è trattato e si tratta di spese a favore della Natura, come troppo facilmente viene fatto credere all’opinione pubblica.
Non è la Natura ad essere messa a rischio col taglio di questi fondi. Non è che a causa di questi tagli, gli alberi smetteranno di crescere, i fiori di fiorire ogni primavera e gli animali a riprodursi. In natura tutto proseguirà come prima, e addirittura la Natura verrà a godere di benefici indiretti. Si deve infatti sapere che la stragrande maggioranza dei fondi pubblici dati ai Parchi non vanno, come credono in tanti, a beneficio della Natura, ma a sostegno di faraonici apparati amministrativi (che potrebbero svolgere i loro compiti anche con staff tagliati, questi sì, al 50%), quando non a sostegno di iniziative spesso molto discutibili e, alla prova dei fatti, più a danno della Natura che non a suo favore (comprese certe ricerche e tante, troppe, iniziative di immagine o per fini turistici, che ben poco hanno a che fare con la finalità prima di un Parco Nazionale che è di preservare la Natura).
Può sembrare assurdo, ma in Italia meno soldi arrivano ai Parchi, più la loro Natura godrà di protezione e rispetto! E, caso mai, se soldi dovranno essere dati ai Parchi da parte dello Stato, se ne vincoli una gran parte a forme di indennizzo a sostegno della fauna od acquisto di boschi, montagne, paludi e coste, che è il modo più sicuro e certo di proteggere la fauna ed i loro ambienti naturali (anche in questo campo, l’America insegna!). Non è potenziando iniziative turistiche che si proteggono i Parchi, o sovvenzionando apparati di gestione che meglio sarebbe abolire e ricondurre tutti ad un unico e meno dispendioso Servizio nazionale (cosa che consentirebbe anche una drastica riduzione del personale, in alcuni Parchi veramente in numero spropositato).
Ebbe a dire il nostro Presidente Germano Tomei: “quando sento di stanziamenti a favore dei Parchi, mi metto le mani nei capelli all’idea di quanti danni saranno arrecati alla Natura!”

IL SEGRETARIO GENERALE
Franco Zunino

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-07-08T20:38:18+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aparconograzie.jpgErrare è umano, perseverare è diabolico! (così recitava un vecchio detto)
Abbiamo avuto modo di leggere la lettera del sig. Piero Roux e come al solito non poteva mancare l’attacco per delegittimare il pensiero di 4055 liberi cittadini che hanno firmato la petizione popolare contro l’istituzione / imposizione del Parco Nazionale delle Isole Eolie e l’operato dell’associazione “La Voce Eoliana”.
Il Roux infatti scrive: “Infine mi rode, da come mi si racconta, ritrovarmi tra i firmatari della petizione che, se fosse vero dimostrerebbe con quanta serietà è stata svolta l’operazione della raccolta firme”.
Caro sig. Piero Roux, la Voce Eoliana ha condotto la petizione popolare con la massima serietà, i firmatari sono stati ampiamente informati di ciò che hanno firmato e soprattutto ognuno ha firmato personalmente.
Per puro scrupolo, ma non avevamo alcun dubbio a tal proposito, abbiamo controllato tutte e 4055 firme e non abbiamo trovato nessuna firma a nome di Piero Roux e se le può interessare non c’è neppure quella del consigliere Lo Cascio, come qualcuno ha sostenuto durante gli incontri sul parco tenutisi al Comune,  è veramente strano che si mettano in giro simili dicerie, ma noi sappiamo già il perchè.
In ogni caso sig. Roux, restiamo a sua completa disposizione per farle visionare personalmente tutte le 4055 firme, senza alcun problema, anche perchè l’associazione La Voce Eoliana non ha bisogno di ricorrere a simili giochetti e non ha nulla da nascondere, ma sarebbe anche l’ora di assumersi le proprie responsabilità per ciò che si scrive.
Infine sig. Roux, i firmatari della petizione hanno pensato positivamente alla istituzione del parco, infatti, nessuno lo vuole e poi figuriamoci a cosa serve un convegno a cui parteciperanno gli autorevoli rappresentanti del Governo che ci vuole calare il parco, è come andare dal commerciante, non ci dirà mai che il suo prodotto è qualitativamente scadente ma ne vanterà sempre l’alta qualità, invogliando gli ignari consumatori ad acquistarlo.

Associazione “La Voce Eoliana”

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-06-29T07:48:53+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

lnatolipiccola.jpgdi Lino Natoli

*Vieni, c’è una strada nel bosco, il suo nome conosco. Vuoi conoscerlo tu?” Così recitava una canzone d’altri tempi, credo cantata da Claudio Villa. L’invito alludeva ad altro che ad una semplice passeggiata. Tra i due amanti s’intrecciava la sfida della seduzione: lui la blandiva con tenera audacia, lei si schermiva con pudica timidezza, indugiava. Allora lui insisteva: “E’ la strada del cuore, dove nasce l’amore che non muore mai più”. A questo punto la proposta diventava irresistibile, anche una statua si sarebbe sciolta per inoltrarsi finalmente nel bosco. Questi romantici versi mi sono venuti in mente leggendo le vicende che contrappongono i sostenitori e gli oppositori all’istituendo parco delle Eolie. Altro che frasi d’amore, volano parole grosse, minacce di querele, petizioni, raccolte di firme. Da una parte quelli che vogliono andare nel parco, dall’altra quelli che nel parco proprio non ci vogliono entrare, anche se lì “nasce l’amore che non muore mai più”. Lo scontro appare così duro che sarà difficile trovare una mediazione, un punto d’incontro (tanto per rimanere in tema). Ma anche se lo si trovasse non credo che ormai rimarrebbe un grande margine di trattativa tra l’applicazione della legge d’istituzione del parco e le richieste dei residenti. Forse in sede di regolamento si potrebbe tentare qualcosa, ma temo che anche questa volta siamo arrivati fuori tempo massimo.

In ogni caso, visto che non costa niente e serve pure a meno, anch’io vorrei fare la mia proposta. Una proposta definitiva, nel senso che renderebbe persino inutile l’istituzione del parco e placherebbe tutte le polemiche riportando serenità e amicizia. Il problema della tutela del territorio infatti, come dice la canzone, sta proprio nella strada nel bosco. Negli anni si sono costruite troppe strade inutili, cementificati sentieri, rese accessibili aree che sarebbero dovute rimanere boschive. Dove c’erano solo ruzzolaserpi sono spuntate strade cementate, ed intorno ad esse capannoni, case, ricoveri per barche, insomma frutti non proprio di bosco. Provate ad immaginare come sarebbe Lipari senza le strade che portano ad Alta Pecora, a Lami alta, a Tivoli, a Monte S.Angelo, a Monte Rosa, a Fontanelle, sotto San Calogero, al Monte, al Semaforo, alle strade che squarciano Vallone Bianco e lascio a voi altri esempi da citare. Se queste strade non esistessero il parco ci sarebbe già di fatto, nessuno si sognerebbe di vietare la caccia, soprattutto ai conigli (a quelli che hanno mangiato tutti i miei cocomeri), nessuno penserebbe di tutelare un territorio già ampiamente tutelato dai residenti, nessuno metterebbe in dubbio la possibilità di potare gli alberi o raccogliere le olive, di pulire un terreno, di piantare la vigna, di ripare un muro a secco, di diserbare un viottolo. Quindi evitiamo di costruire e cementificare nuove strade. Non solo, demoliamo quelle che già esistono. Riduciamole a ciò che erano, cioè sentieri, strade agricole, mulattiere. A strade nel bosco dove una passeggiata fa rinascere l’amore, anche quello abusivo. Lo so, è una proposta molto romantica, molto irreale, effimera, bucolica, forse banale. Come  quei versi che – chissà perché – mi hanno fatto venire in mente l’Ente Parco che, proprio come l’amore della canzone, se nasce non muore mai più.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-06-28T17:46:53+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

anatolinuova.JPGdi Aldo Natoli

Una delle motivazioni che dovrebbe convincere i cittadini ad essere favorevoli all’istituzione del Parco delle Isole Eolie è la necessità di tutelare il fragile territorio delle isole, divenuto Patrimonio dell’Umanità, dall’abusivismo edilizio e dagli scempi che continuano ad imperversare. Il Parco delle Eolie, ci è stato detto dal Sindaco Dott. Bruno, dovrebbe essere il fiore all’occhiello per il Ministro dell’Ambiente, On. Stefania Prestigiacomo, nel prossimo comitato scientifico dell’UNESCO. La competenza sul controllo del territorio e l’applicazione delle varie norme, nelle aree comprese dal  vincolo passerebbe dal Comune al nuovo Organismo di gestione. Orbene, attualmente le Eolie sono assoggettate a diversi vincoli: Paesistico, SIC e ZPS, Idroforestale, Riserva Naturale, Sismico, ed infine il tanto atteso Piano Regolatore Generale. Si tratta di strumenti che se pienamente applicati possono garantire in modo esemplare la tutela del territorio. Anche perché da quanto ci è stato illustrato dal tecnico esperto dall’Amministrazione Comunale, il Geom. Gianfranco Guarino, le linee di tutela del Parco dovrebbero coincidere con quelle dei vincoli citati. Ma allora perché oggi tutti avvertono la necessità di trasferire ad altra Istituzione la tutela del territorio?

La risposta è molto semplice: siamo in presenza del totale fallimento della politica urbanistica posta in essere da questa Amministrazione. Più volte il sottoscritto ha richiamato l’attenzione del Sindaco sulla scarsa organizzazione del Settore che attiene all’Urbanistica; sulla carenza di personale che si protrae da molto tempo e che ha determinato il collasso degli uffici che dovrebbero far vigilare e far rispettare le regole; sulla necessità di dare risposte urgenti alle richieste dei cittadini; sui pericoli del meccanismo “silenzio-assenso”, che avrebbe dovuto rappresentare solo l’eccezionalità e che invece è diventata la regola. Ma anziché riflettere e correre ai ripari magari imponendo ai tecnici di effettuare gli accertamenti sui luoghi entro la scadenza del 30 giorni,  la risposta immediata del Sindaco è stata quella di modificare la Determina n° 27 del 2000, per allocare al primo posto dell’o.d.g. della C.E.C. le pratiche assentite scavalcando così quelle ordinarie che aspettano di essere trattate da anni (si parla di circa 1.500 progetti). Una decisione che non contrasta certamente l’abusivismo edilizio. E’ infatti di ieri la notizia apparsa sulla stampa che riporta l’intervento del Presidente della II Commissione Consiliare di Messina, Domenico Guerrera, che attribuisce il “sacco edilizio” della città al meccanismo del “silenzio assenso”. Ma come speso succede, nessuno è profeta in patria.

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-05-25T09:42:26+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

cdelbonopiccola.jpgdi Christian Del Bono*

Sull’istituendo parco nazionale delle Isole Eolie, abbiamo scritto il 15, il 25 e il 26 di marzo e persino dibattuto in sede assembleare di Federalberghi fino a manifestare pubblicamente la nostra volontà ad un processo partecipato che potesse portare all’istituzione di un parco il più possibile condiviso. A circa un mese di distanza, assistiamo ancora ad “incontri” confusi e decisamente poco produttivi che rischiano di farci perdere di vista quello che dovrebbe essere l’obbiettivo: l’istituzione di un parco che funzioni. Un parco che, stabilite le priorità di sviluppo, diventi un’importante strumento di valorizzazione e tutela del nostro territorio: né insulsa mummificazione né cementificazione miope e scellerata. Ci permettiamo, pertanto, di proporre ancora una volta l’organizzazione di una serie di incontri tecnici nell’ambito dei quali affrontare le varie tematiche inerenti l’istituzione e il funzionamento del parco. Entrando nel merito, non solo della perimetrazione ma anche del regolamento, dell’organo di gestione, degli apparati tecnici, dell’integrazione con gli altri strumenti di pianificazione del territorio ecc. Ciascun incontro dovrebbe essere partecipato dai vari portatori d’interesse locali (categorie produttive, cittadini ecc.) anche in forma di rappresentanza e con un unico obiettivo: l’istituzione di un parco che, nel valorizzare al meglio il nostro territorio, sia in grado di attrarre e produrre ricchezza per la comunità locale. Diversamente, continueremo a terrorizzarci a vicenda sugli ipotetici pro e contro del parco, ritrovandoci alla data di scadenza per la presentazione della documentazione, con un’ipotesi di parco che non avrà scelto nessuno di noi perché, nel frattempo, eravamo troppo impegnati ad azzuffarci anziché a cercare di comprendere come meglio gettare le basi per costruire un pezzo importante del nostro futuro.

*Presidente Federalberghi Isole Minori della Sicilia e presidente Federalberghi Isole Eolie

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-04-20T07:50:30+02:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

cdelbonopiccola.jpgdi Christian Del Bono*

Qualche giorno fa, Federalberghi Isole Eolie, a seguito di una delibera di assemblea dei propri associati, ha manifestato il proprio interesse all’istituzione del parco nazionale delle Eolie, purché vi fosse ovviamente la possibilità di entrare nel merito dei processi decisionali che ne andranno a determinare la perimetrazione e la gestione. È evidente che nessun eoliano, dall’ambientalista più estremo al cacciatore più accanito, possa desiderare che venga calato sulle proprie isole uno strumento di controllo e gestione di cui non ne comprenda bene le finalità e il funzionamento. È altresì indubbio che laddove un parco ben gestito possa costituire una fonte di ricchezza per il territorio, un parco improvvisato ed imposto possa invece rappresentarne una pericolosa occasione di conflitto interno, un ulteriore elemento di vincolo fine a se stesso e o uno stipendificio dalle scarse ricadute economiche sul territorio. Diventa, pertanto fondamentale che ai vari tavoli “tecnici” tenuti presso l’Assessorato e il Ministero ci si possa presentare con elementi progettuali ben studiati e condivisi. Non possiamo permetterci né un parco monco, né uno improvvisato, né uno progettato senza una vision futura, né uno che non sia pianificato ed integrato con gli altri strumenti di pianificazione e gestione del territorio. Accogliamo pertanto positivamente la proroga di due mesi richiesta dal Sindaco di Lipari, Mariano Bruno, e concessa dal Ministero all’Ambiente. Diventa a questo punto, quantomeno auspicabile, che nell’arco di questo prezioso spazio temporale, una commissione di tecnici – nominata dall’Amministrazione e dal Consiglio Comunale – possa, prontamente, mettersi al lavoro per disegnare i contorni del parco. Significherebbe partire dalle zonizzazioni già definite (aree sic e zps, riserve naturali e piano paesistico), verificare l’integrazione con gli strumenti urbanistici e produrre delle simulazioni rispetto alla progettualità esistente e alla coerenza con le ipotesi di sviluppo che si intendono perseguire anche attraverso gli strumenti di programmazione negoziata attivati o che si ritiene di poter avviare nei prossimi anni: distretti turistici, PIST, misure del P.O. FESR 2007-2013, DUPIM ecc. Tali simulazioni andrebbero costruite tenendo conto e andando a recepire – laddove queste non siano in contrasto con gli obiettivi di sviluppo preventivamente stabiliti – le istanze provenienti dalle associazioni di categoria e dalla cittadinanza. Diversamente continueremo a girare in tondo lamentandoci o tifando per un parco di cui non conosciamo né i contorni né gli effetti a breve, medio e lungo termine.

*Presidente Federlaberghi Isole Eolie e Coordinatore Isole Minori per U.R.A.S. Federalberghi Sicilia

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-03-24T07:55:46+01:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

aminoranzapiccola.jpgLe forze di opposizione rappresentate nel Consiglio Comunale del Comune di Lipari ritengono necessario puntualizzare alcune considerazioni sul dibattito accesosi sull’istituendo Parco delle Isole Eolie. Ciò si rende necessario visto il mancato approfondimento della questione in Consiglio Comunale, e l’impossibilità di discutere la nostra autoconvocazione presentata già a febbraio. Si ricorda al Sindaco che il Consiglio Comunale decide sullo statuto e sui regolamenti Comunali, sui programmi di opere pubbliche, sui piani che regolano l’edificabilità del territorio, sul bilancio e su tutti gli atti di programmazione e di indirizzo ai quali il Sindaco e la Giunta dovranno attenersi nella loro funzione di gestione amministrativa. Non riteniamo quindi che altre sedi con riunioni di capigruppo o convocazioni telefoniche della segreteria del Sindaco, ecc… siano le sedi giuste dove chi amministra deve relazionare e poi adottare le azioni necessarie. Già al momento della autoconvocazione ci motivava la preoccupazione che il Parco potesse essere istituito senza la dovuta partecipazione e conoscenza del Consiglio Comunale, unico organo deputato alla programmazione urbanistica nel nostro Comune, senza la auspicabile condivisione delle associazioni, delle Circoscrizioni e della comunità locale. Assistiamo oggi, sempre più preoccupati e perplessi, a dichiarazioni della Amministrazione e della maggioranza e/o di parte di essa che annunciano posizioni e pareri sull’argomento a dir poco contraddittori. Si partecipa a Tavoli tecnici alla Regione Siciliana per l’identificazione della giusta perimetrazione, ed il giorno dopo si descrivono questi appuntamenti a volte come informali, a volte come istituzionali, senza che il Sindaco, ad oggi, abbia ritenuto doveroso riferire nella sede giusta, ovvero il Consiglio Comunale, sull’azione autonomamente svolta dall’Amministrazione. Anzi, quando il Consiglio Comunale attraverso la riunione dei capigruppo prende coscienza della necessità di svolgere il ruolo che gli compete nella programmazione territoriale, ecco subito che uno sparuto numero di consiglieri appartenenti a Forza Italia, contesta la giusta richiesta.

Questa confusione merita invece un chiarimento da parte di tutte le forze politiche sulle aspettative che ognuno di noi riversa sull’istituzione del Parco. Per questo riteniamo doveroso, con la presente, esprimere pubblicamente ciò che pensiamo, visto che ci è stato impossibile farlo in Consiglio Comunale: noi siamo favorevoli all’istituzione di un parco che sia in funzione del territorio. Noi condividiamo la necessità di valorizzazione del nostro territorio e crediamo che un Parco, dotato di una adeguata e giusta normativa, identificato in una altrettanto giusta e proporzionata perimetrazione, possa essere per le Eolie un’opportunità di crescita. Ma il punto è proprio questo. Qual’è la perimetrazione e la normativa giusta che coniughi la valorizzazione del nostro patrimonio paesistico e naturalistico con l’esigenza di non negare ai noi tutti l’uso e non l’abuso del nostro territorio? Con la stessa determinazione con cui condividiamo l’istituzione del Parco, crediamo che la sua realizzazione debba favorire le giuste aspettative di crescita della nostra comunità. Pertanto, riteniamo che la regolamentazione e la conseguente perimetrazione e zonizzazione: non devono annullare la realizzabilità delle attesissime aree artigianali; non devono includere le zone di espansione previste nell’altrettanto atteso PRG o negli altri attuali strumenti urbanistici; non devono compromettere la realizzazione dell’edilizia agevolata e convenzionata; non devono includere i centri urbani e impedire la realizzabilità dei servizi di cui abbiamo bisogno (scuole, impianti sportivi, ampliamento dei cimiteri, attività produttive) non devono precludere la possibilità di attivazione o continuazione di attività agricole, marinare, artigianali e turistiche compatibili con il nostro territorio e con le sue tradizioni.

Debbano recepire, per quanto possibile, le giuste istanze di cittadini ed associazioni di categoria o proposte scaturite dagli incontri con tutta la comunità locale. Convinti che il Parco possa costituire una reale occasione di sviluppo e di valorizzazione delle nostre risorse, ci attendiamo , però, che la sua gestione venga orientata con chiarezza e immediatezza verso: una concreta politica a favore dell’agricoltura, attraverso iniziative di recupero e di rilancio delle colture tradizionali e di pregio; la realizzazione di un riconoscimento dei prodotti agroalimentari “tradizionali” che, a differenza dei DOC, DOCG, IGP ecc. identificati per provenienza geografica, può essere certificato dal Parco mediante iscrizione a un elenco nazionale approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (D.M. 350/1999); la definizione di progetti di recupero e valorizzazione del “vigneto storico” e dei vitigni autoctoni e, in generale, per la sostenibilità della viticoltura nelle aree del Parco; concreti e urgenti interventi correttivi riguardo alla normativa paesistica che attualmente limita nel nostro territorio la realizzazione di interventi finalizzati al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti rinnovabili, e la contestuale attivazione di agevolazioni e contributi a questo scopo; un ampio intervento di recupero del paesaggio terrazzato e dello straordinario patrimonio costituito dai muri in pietra a secco che caratterizzano buona parte del territorio eoliano, altrimenti destinato alla sua irrimediabile perdita; analoghi e sostanziali interventi per il recupero, la manutenzione e la valorizzazione della rete sentieristica; la tutela delle spiagge e delle coste, anche attraverso l’immediata pianificazione di periodici interventi di pulizia che coinvolgano la cooperative e le società di barcaioli e, in generale, la marineria locale;  interventi finalizzati al recupero e alla restituzione alla comunità come “bene pubblico” di quelle aree che si presentano attualmente degradate e abbandonate: in primo luogo le cave di pomice, attraverso una messa in sicurezza che permetta la realizzazione di un parco geo-minerario. Siamo inoltre convinti che l’istituzione del Parco nazionale debba avvenire entro tempi certi, per evitare vincoli di salvaguardia troppo lunghi, e nello stesso tempo debba essere accompagnata da risorse finanziarie in grado di consentire alle imprese locali di potere operare in sinergia con la gestione del parco.

Per ottenere questo risultato è necessario il coinvolgimento più ampio, e in tal senso chiediamo al Sindaco, ribadendo quanto già affermato nell’autoconvocazione, di ritornare su i suoi passi, coinvolgendo – anche se tardivamente – non solo il Consiglio Comunale, a cui tale ruolo è dovuto, ma la parte più ampia della cittadinanza, la quale solo così potrà sentirsi partecipe della costruzione di una possibile opportunità di crescita sociale ed economica  e non vittima di un ennesimo vincolo determinato dall’esterno. A quei pochi Consiglieri, che certamente nello specifico non sono la maggioranza, troppo preoccupati di non ledere le inesistenti prerogative dell’Ammnistrazione e la Sua autorevolezza, rammentiamo ancora una volta che:  il Consiglio Comunale decide sullo statuto e sui regolamenti Comunale, sui programmi di opere pubbliche, sui piani che regolano l’edificabilità del territorio, sul bilancio e su tutti gli atti di programmazione e di indirizzo ai quali il Sindaco e la Giunta dovranno attenersi nella loro funzione di gestione amministrativa (vedi sito ufficiale del Comune di Lipari). Se siete disposti a delegare questo Nostro diritto/dovere, sappiate che Noi invece intendiamo esercitarlo pienamente.

PD – SEL – EOLIE NEL CUORE – NUOVO GIORNO – UDC

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-03-20T13:43:28+01:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

edonato.jpgdi Enzo Donato*

Il Centro di Educazione Ambientale Eolie Onlus sostiene il Sindaco Bruno e l’istituzione del Parco Nazionale delle Isole Eolie. La valorizzazione delle Eolie  è assicurata solo da un progetto di sviluppo integrato tra le risorse ambientali, culturali e turistiche, e può, a breve e a lungo termine, portare nuovo reddito e nuova occupazione per il territorio. Lo sviluppo economico delle nostre isole va ripensato in termini di qualità, di esempio di pratiche virtuose, di eccellenza delle offerte turistiche e di servizi. Esaltando l’identità geografica delle piccole isole mettendole in rete con progetti integrati e sostenibili per l’ambiente, destagionalizzando il turismo e investendo su forme di turismo “verde” oltre che “blu”, si apporteranno benefici stabili alle popolazioni residenti (non solo redditi e lavoro, ma sempre una migliore qualità della vita). Il turismo italiano e straniero è in cerca dei luoghi della diversità e della più tipica tradizione italiana: il Parco offre opportunità per lo sviluppo delle frazioni alte, apre a nuove occasioni di impresa ed è oggi un’etichetta di importantissimo valore. Il Parco, come strumento di valorizzazione integrata delle risorse dell’arcipelago, diventa un’opportunità di semplificazione e di efficienza, capace di rilanciare le tipicità agro-alimentari, la ricettività, i servizi, opere di conservazione di borghi, grazie alla creazione di incentivi e investimenti gestiti in forma partecipata e/o delegata, ma anche grazie all’impegno di organizzazioni sociali locali. Tutto questo con un occhio molto attento alla realtà antropica, affinché si preservino, dove tradizionalmente sono presenti, sia l’ambiente antropico sia la sua cultura. Il Parco quindi diventa una garanzia non soltanto per la protezione ambientale e la pubblicizzazione di una bellezza dei territori, ma anche la forma più garantita per incentivare il mantenimento delle tradizioni locali con finanziamenti ed agevolazioni. E’ miope e preoccupante pensare che lo sviluppo delle Eolie passi con il rifiuto del Parco. Il Parco assicura benefici durevoli e diffusi, inoltre garantirà flussi turistici tutto l’anno. 
Il Parco rappresenta una strategia di offerta integrata e di marketing territoriale capace di intercettare un segmento di domanda turistica nazionale e internazionale, in crescita.


*Per il CEA Eolie
Eolie&Parcoultima modifica: 2010-03-17T07:56:30+01:00da leonedilipari
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Eolie&Parco

cdelbonopiccola.jpgdi Christian Del Bono*

Si è discusso dell’istituendo Parco Nazionale, in sede di riunione di assemblea dei soci di Federalberghi Isole Eolie. A fine riunione è emersa una linea coerente a quella dei colleghi di Federalberghi Ragusa, anch’essi impegnati e interessati all’istituzione di un parco nazionale: quello degli Iblei. È evidente che i vantaggi connessi all’istituzione del parco delle Eolie superano di gran lunga gli eventuali svantaggi. È altresì, comunque, doveroso adoperarsi affinché quest’ultimi siano ridotti al minimo e sia garantito un percorso partecipato tale da coinvolgere adeguatamente gli attori locali. Federalberghi Isole Eolie, pertanto, plaude alle dichiarazioni pro-parco del Sindaco di Lipari, Mariano Bruno e a quelle del Sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo, chiede però formalmente di poter essere parte attiva nel processo decisionale che porterà alla perimetrazione del parco e a definirne il soggetto gestore.

*Presidente Federlaberghi Isole Eolie e Coordinatore Isole Minori per U.R.A.S. Federalberghi Sicilia

Eolie&Parcoultima modifica: 2010-03-16T07:47:52+01:00da leonedilipari
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