Museo del cinema, cui prodest?
Uno dei dibattiti che ha caratterizzato l’estate eoliana è stato quello legato all’ubicazione da dare al museo del cinema. Personalmente più che sulla collocazione mi sono interrogato sul senso che potrebbe avere un museo del cinema a Lipari.
Nelle Eolie sono stati girati pochissimi film e solo tre, girati solo in parte nelle isole, di qualità ( Caro diario, Il postino e L’avventura ) che hanno vinto dei premi. Gli altri, a partire da Stromboli di Rossellini e Vulcano con la Magnani, sono universalmente considerati di scarso valore artistico e quando hanno fatto notizia è stato solo per il gossip. Citando alla rinfusa mi vengono in mente altri tre “capolavori” del cinema mondiale, come: “ Un amore così fragile e violento”, “Senza buccia” con Ilona Staller e Lilly Carati che dopo quel film si sono date al porno e un film del quale mi sfugge il nome del filone di Pierino che non prevedeva nemmeno Alvaro Vitale ( il Pierino originale).
Bastano questi pochissimi film per giustificare la nascita di un museo del cinema? e per esporre cosa? Quali oggetti degni di essere ammirati e quali scenografie si esporranno per attrarre i visitatori e “convincerli” a pagare il biglietto?
Anche se avessi dimenticato qualche film e aggiungendoci,pure, i documentari, rimango dell’idea che non ci sia materiale sufficiente che giustifichi l’apertura di un museo del cinema.
Bisogna considerare, inoltre, che l’apertura di un museo comporta costi di installazione e di gestione, bisogna,quindi, fare un’analisi di costi e benefici.
I più illuminati potranno obiettare che nel campo della “cultura” non si possono fare considerazioni da ragioniere e che le ricadute di queste iniziative sono più ampie e non quantificabili. Giusto. Ma la domanda è: questa è cultura? A mio avviso, no.
Questa è l’ennesima metamorfosi di quella sottocultura che ha dominato per decenni la società meridionale e che aveva nel motto “ l’importante è che arrivino i soldi” la loro stella cometa. Un subcultura che ha sperperato soldi pubblici e non ha restituito ai cittadini nessun servizio decente. Un culturame che ha ingrassato pochi a danno dei molti, tramandando al Paese un debito pubblico di dimensioni enormi. Lo stesso debito pubblico che oggi stiamo cercando di ripagare tagliando e diminuendo servizi essenziali . Servizi ,che giusto per restare alle Eolie, sono: punto nascita, il tribunale e i collegamenti marittimi.
Naturalmente si debbono proporre e sostenere idee che supportino realmente il turismo ed aiutino la società eoliana nella crescita sociale e culturale, ma servono idee che abbiano un respiro più ampio di quelle attuali e superino le logiche passate.