AMBIENTE E TASSA ECOLOGIA

 

604499604.JPGdi Roberto Sauerborn*

 

         Negli ultimi tempi, i mass media ci avevano abituato ad una immagine inedita degli industriali in Sicilia. Quasi fautori, illuminati, di una nuova era per la politica ambientale.

 

         La questione scaturita dall’iniziativa del Governo Regionale pare, invece, aver riportato ognuno al suo rango.

 

         E’ corretta la nuova tassazione che la Regione vorrebbe applicare alle attività inquinanti? O sarebbe più giusto “costringerle” ad inquinare meno, pur sempre nella (triste) consapevolezza che, l’inquinamento, è il prezzo che la nostra società deve obbligatoriamente pagare?

 

Noi riteniamo che sia tutta una questione di equità.

 

Tra la Regione (noi cittadini) e gli industriali.

 

La politica ambientale ha iniziato a trasformarsi da acritica e gridata rivendicazione (di tutela e salvaguardia) in ragionata politica ambientale delle “cose sostenibili” nell’interesse di tutti e contro nessuno. Questa è la nostra posizione.

 

Altrettanto diffusa è la consapevolezza che le imprese devono essere coinvolte per divenire, esse, soggetti responsabilizzati per la ricerca di una “sana” gestione produttiva, un soggetto che deve studiare e attuare sia cicli produttivi meno inquinanti, sia politiche di recupero e di risanamento.

 

In tale ottica, è fondamentale l’azione di controllo.  Un’azione di controllo che perda, in qualche misura, la configurazione tipicamente ispettivo-poliziesca per avviarsi verso una trasformazione che la consideri “momento di supporto agli attori economici”.

 

Ciò comporta che le tematiche ambientali debbono essere affrontate in modo del tutto nuove, sia da parte degli organi che sono preposti alle politiche sociali sia da parte delle organizzazioni produttive, le quali non possono e non devono più immaginare di trattare l’ambiente solo e squisitamente come una opportunità da sfruttare.

 

Le imprese così devono dedicarsi all’utilizzo di strategie “pro-attive” con una maggiore attenzione all’ambiente non solo per aderire all’interesse generale ma per usufruire anche di un ritorno positivo di immagine basato su produzioni in ossequio alle esigenze ambientali.

 

Il rispetto dell’ambiente richiede sempre una molteplicità di saperi legati alla tipica trasversalità della questione ambientale sempre oscillante tra obiettivi di economia sostenibile, innovazione tecnologica e di messa a punto di sistemi industriali dotati di efficienza ed equità.

 

Oggi, è certo che un ulteriore continuo degrado ed impoverimento della dote naturale è un male contro tutti, e altrettanto certo è che il compito delle istituzioni continui ad essere sempre lo stesso: l’interesse generale.

 

Alla luce di ciò, la transazione tra le due posizioni non può più essere rinviata e le deve essere riservata un compito specifico, quello di coniugare positivamente sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica.

 

Infatti, è ovvio che un dato risultato economicamente positivo non rende automaticamente quel risultato lecito e socialmente utile. La liceità e l’utilità sociale sono valori che richiamano l’etica, sono cioè valori che non dovrebbero essere disattesi perché altrimenti si può mettere in crisi la società e di conseguenza la stessa impresa. Impresa che, in quanto soggetto economico, si esprime tramite e nella società e deve essere un soggetto rispettoso dell’etica, per cui il risultato sarà consequenzialmente apprezzabile nella misura in cui è stato realizzato nel rispetto di tutto il “sistema umano”.

 

Così operando devono essere gli elementi etici la parte essenziale dell’analisi e della transazione in atto tra la Regione e gli industriali, dato che nella realtà delle cose non esiste di per se stesso un problema che sia riducibile a un mero rapporto ambiente/impresa ma esiste un “problema umano”, entro la cui complessità si pongono gli effetti della relazione ambiente/impresa.

 

Infatti, in gioco vi sono la visone dell’uomo e del suo (nostro) benessere, non tanto le finalità delle imprese e le sole esigenze ambientali.

 

Così, ben venga la tassa ecologica che, da sola, però non è una soluzione adeguata e nell’interesse generale.

 

         Da parte nostra la disponibilità a dare il nostro contributo al raggiungimento dell’obiettivo.  

*Architetto e Responsabile del Comitato Cepim      

 

AMBIENTE E TASSA ECOLOGIAultima modifica: 2008-07-22T18:07:39+02:00da leonedilipari
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