Quello che la maggioranza ha cercato di evitare fino all’ultimo s’é avverato. L’assessore alla Salute, Massimo Russo, ex pm, al quale il governatore Raffaele Lombardo ha affidato il compito di rimettere in sesto i conti della sanità e riorganizzare i servizi, è stato censurato dall’Assemblea regionale siciliana che ha approvato la mozione del Pdl, chiudendo una fase lunga sette mesi contrassegnata da polemiche tra maggioranza e opposizione ma anche scontri a colpi di regolamento con la Presidenza dell’Ars.
Subito dopo il voto, avvenuto per alzata e seduta con la gran parte della maggioranza fuori dall’aula, Pdl, Pid e Forza del Sud hanno chiesto le dimissioni di Russo, ma l’ex pm, a fine seduta attacca: “Rimango al mio posto, sapevo che l’approvazione della mozione sarebbe stata un’ipotesi possibile. Lo dico però a tutti i siciliani: l’assessore Russo è censurato dagli stessi parlamentari che hanno tollerato Villa Santa Teresa (la clinica dell’imprenditore Michele Aiello condannato per mafia), i rimborsi gonfiati, i retrobottega senza mai muovere alcuna critica e censura”. Pochi minuti dopo, è arrivata anche la difesa del governatore Raffaele Lombardo, assente in aula perché impegnato a Roma nella riunione al ministero dello Sviluppo sulla vertenza Fiat di Termini Imerese.
“L’opposizione ha fallito il suo obiettivo”, afferma. “Pdl e Pid ci hanno tenuto a dimostrare che all’Assemblea – aggiunge – il radicale cambiamento portato avanti dal governo regionale, impegnato a riqualificare un sistema sanitario malato, è ostacolato da meno di un terzo dei suoi componenti, per capirci neanche trenta deputati”. Il voto tuttavia ha confermato i mal di pancia di cui continua a soffrire la maggioranza. Come da accordi assunti poche ore prima, Fli, Mpa e gruppo Alleanza per la Sicilia sono usciti compatti dall’aula durante la discussione della mozione, mentre nel Pd tre deputati (Davide Faraone, Roberto Ammatuna e Bernardo Mattarella) sono rimasti a sala d’Ercole astenendosi, in disaccordo con la linea del resto del gruppo che invece ha abbandonato i lavori. Come preannunciato, anche il gruppo dell’Udc ha partecipato al dibattito e per bocca della capogruppo, Giulia Adamo, ha incalzato Russo: “La sanità in Sicilia non è cambiata come vorremmo”.
La scelta dell’astensione non è piaciuta a Lombardo che aveva promosso incontri tra l’assessore e i partiti di maggioranza, scontenti della gestione “solitaria” di Russo della sanità, uno dei settori su cui in Sicilia si muovono grossi interessi. “Direi – commenta Lombardo – che si tratta di un modo improprio per palesare qualche mal di pancia. Dal voto di oggi – é convinto però il governatore – l’assessore Russo esce rafforzato, e continuerà il suo lavoro con maggiore vigore e con maggiore rigore”. Anche per il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, tra i promotori della pregiudiziale alla mozione respinta dal presidente Francesco Cascio con una conseguente tensione nei rapporti istituzionali, il voto ha un significato relativo: “Il valore politico è pari a zero, la minoranza ‘se l’é cantata e se l’é suonata”. Tuona l’opposizione. Per il capogruppo di Fds, Titti Bufardeci, “il governo non ha più la maggioranza”, mentre per il capogruppo dei Pid, Rudy Maira, parla un assessore lasciato solo e che “deve dimettersi”. “La maggioranza è fuggita, l’assessore si faccia da parte”, aggiunge il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini