CULTURA&CIBO, NUTRIMENTO DELL’ANIMA E DEL CORPO

mpiccoli.JPGdi Marta Piccoli

Vado in giro per Torino nel centro storico, quasi totalmente chiuso al traffico automobilistico, un lunedì di fine ottobre, con il tempo già grigio e mi imbatto, al centro della piazzetta  del Museo del Risorgimento- da poco restaurato-  e al centro della piazza del teatro Carignano, in gruppi di giovani in ascolto. Seduti sulla gradinata intorno al monumento centrale , come sugli spalti di un anfiteatro, prendono appunti  di fronte a una giovane che va avanti e indietro come accade in un’aula al chiuso,  al cospetto degli studenti. Noto da lontano la sua maglia pesante di colore rosso – ché la temperatura si è abbassata-  e lo striscione sul cavallo del monumento centrale con su scritto a caratteri cubitali: Facoltà di PSICOLOGIA.  E più in là nella piazza limitrofa, ancora un docente in camice bianco, accanto a una lavagna luminosa sulla quale si proiettano immagini di fronte a un altro gruppo di giovani,  a terra seduti o su sgabelli da campeggio.  E’ in corso una lezione di BIOLOGIA. La città si è fatta Campus per studenti  universitari e medi. La gente, turisti soprattutto,  intorno rispetta  il silenzio e condivide con naturalità gli spazi delle piazze, senza distogliere troppo l’attenzione  dai percorsi previsti dalle guide. Altrove studenti medi che scendono a fare lezione all’aperto e ascolti di Matematica e Fisica come di Latino e Greco, di Storia e di Filosofia. E’ il segno della protesta che sta animando il mondo della cultura. Vengono distribuiti da giovani in camice bianco, presumibilmente ricercatori,  volantini contro la legge 133, del  6 agosto 2008.  Gianni Vattimo, filosofo dell’ateneo piemontese, fresco di pensione, torna a fare lezione in una delle piazze più note della città nel pomeriggio del giorno successivo. A difesa dell’Università: sebbene piena di difetti va difesa da chi le infligge l’ultimo colpo mortale, si legge sul più diffuso quotidiano cittadino “ la Stampa ” accanto alla foto del docente. Che meraviglia! mi dico, portare la cultura per strada. Che meraviglia che la gente non veda solo cartelli pubblicitari e banchetti con oggetti da comprare ma sia partecipe del lavoro e dell’impegno della formazione dei  cittadini di domani, di coloro che occuperanno anche posti strategici nella società. Che bello se la cultura diventasse concretamente un bene di consumo. Un libro per ogni malessere dell’anima , come una medicina. Le librerie come farmacie dello spirito diceva Massimo Gramellini,  noto giornalista torinese, all’inaugurazione, di recente, di una nuova libreria in centro a Torino. Nell’antica Atene in epoca socratica, l’illustre filosofo con i suoi discepoli passeggiava così discettando di filosofia? Finalmente la cultura che si fa vetrina viva.  La scuola smette d’essere solo oggetto di scambi veloci a tavola tra genitori e figli e rendicontazione di voti presi, di lamentatio nei consigli di classe. E’ di moda dire:  I have a dream, parafrasando Martin Luther King. E anch’io voglio raccontarvi il mio sogno:  La cultura anche nelle fasi formative esca dagli ambienti chiusi, inondi e prorompa nelle strade, diventi visibile e traboccante. Sia sotto gli occhi di tutti, come la pubblicità, e faccia venire tanta voglia di conoscere, di diventare tutti più consapevoli. I genitori non istruiti chiedano ai figli indicazioni su libri da leggere. Quelli istruiti facciano a gara con i docenti a proporre fonti e letture più interessanti.  Diventi un costume la lettura collettiva di libri, come è accaduto per Gomorra di Saviano. Ma come fatto ordinario! Sarebbe più semplice arginare il bullismo; proporre valori positivi a tutti; combattere l’aggressività e il mal costume imperante. Per ogni male dell’uomo ci sarebbe almeno un angolo di strada dove si danno soluzioni positive e si condanna il cattivo operare. Il sistema città avrebbe nelle sue vie e nelle sue piazze non solo mercati ma  esempi culturali positivi a cui attingere. E anche i cattivi maestri scomparirebbero. Come reggere il confronto all’aperto se non adeguati all’educare come e-ducere  . Nel senso di tirar fuori il meglio dagli studenti e da sé? E’ ora delle rivoluzioni dal basso, di mettere in atto comportamenti e strategie  individuali, ciascuno nel proprio lavoro, che puntino alla crescita di una non più rinviabile coscienza civile. Come arginare la carenza morale di cui soffre la nostra società senza svolgere un ruolo di rottura attraverso la proposizione di esempi positivi?  quale migliore inizio, per questo cambiamento, di una diffusione  generalizzata  di Cultura come uno tsunami ?  In altri angoli della città, Torino, ecco banchetti con produttori e contadini che offrono alla gente i  frutti del loro lavoro a prezzi accessibili. Si vuol favorire l’incontro tra il primo momento e l’ultimo della catena agroalimentare.  Abbattendo le storture delle fasi intermedie nella catena di distribuzione , causa del rincaro insostenibile dei prezzi . E’ dell’autunno la parola crisi a livello mondiale, recessione.  Economia finanziaria drogata e inadeguata: si consuma in generale più di quanto ci si possa permettere, in parole povere. Ovviamente per chi consuma molto, per la fetta di privilegiati nella  porzione di mondo di cui noi occidentali facciamo parte.  Crisi finanziaria mondiale e ambiente, i nuovi allarmi.  Continuo il mio sogno:  Ben venga l’epoca di crisi se ci fa tornare alle origini, se ci fa rivalutare le cose vere legate all’operare,  fuori da virtualità troppo invasive. Che si sostituiscono al reale soppiantandolo e deformandolo talvolta. Penso a un ritorno  all’agricoltura, all’artigianato, alle fabbriche che costruiscano trattori e arnesi per la terra.   E l’ambiente? Non possiamo continuare come fino a ora! Nuove forme di energia? Pulita? Certo! Allora servono le fabbriche per costruire i pannelli solari, le pale per l’eolico, i termovalorizzatori per bruciare in modo pulito i rifiuti non riciclabili in altro modo, sistemi per il riutilizzo dell’organico come fertilizzante……e a monte tanta tanta ricerca e studio per ammodernare la nostra società.  Eravamo civili. In ultimo, però,  il progresso distorto  ha incrinato l’equazione progresso uguale civiltà. Emerge dalla cattiva salute dell’ambiente e nostra, in generale. Recuperiamo l’equilibrio nel binomio progresso-civiltà!  E facciamolo nel rispetto dei nostri simili che vivono in altre parti del globo. Quello che succede ai nostri fratelli cinesi o africani o sudamericani ci riguarda eccome! Ce ne stiamo accorgendo! Non trattiamoli come inferiori a noi. Lo dico da laica! E laicamente auspico che l’attuale crisi divenga opportunità e occasione di crescita globale in senso umanitario innanzi tutto.   

CULTURA&CIBO, NUTRIMENTO DELL’ANIMA E DEL CORPOultima modifica: 2008-11-05T20:20:46+01:00da leonedilipari
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