Filicudi. La vita ‘al contrario’ di Monica Blasi. “Una riserva marina per le Eolie”

di Giusi Parisi

mblasipiccola1.jpgE’ bella, bionda e ha detto sì per sempre alla ‘sua’ Filicudi, la piccola isola delle Eolie dove già dall’infanzia trascorreva lunghe estati con i nonni. Monica Blasi, 40enne biofisica romana di Roma, ha detto ‘addio’ agli agi del suo comodo lavoro di ricercatrice presso l’Istituto Superiore della Sanità della Capitale e pinne, maschera e bagagli s’è trasferita a Filicudi diventando, (unità più, unità meno), la duecentesima abitante dell’isola.

Una vita controcorrente, quella di Monica. Che, dal 2009, ha fondato il primo Centro Ricerche e Pronto Intervento per il recupero di cetacei (delfini di tipo Tursiope e Stenella Striati soprattutto) e tartarughe marine. A Filicudi, Monica ha trovato il suo ‘habitat’ naturale e anche l’amore di Antonello Berenati, filicudaro ‘doc’ (il sub che il mese scorso ha avvistato, a quaranta metri di profondità, nella zona del porto dell’isola, il carico di tredici macine d’un relitto di nave romana).

Lì dove l’azzurro intenso del mare si confonde col respiro delle onde, Monica s’immerge, fotografa, raccoglie, studia e salva animali marini e fauna selvatica portandoli al suo pronto soccorso con sede al piano terra dell’hotel Phenicusa, in zona porto (mentre nella piazzetta di Pecorini c’è il centro informazione).

“Non è una vita facile”, dice, “ma è quella che volevo. A Roma mi mancava l’aria anche se, a prima vista sembrava avessi tutto. La mia associazione no profit Wildlife Conservation (tel 349.4402021; mail: info@filicudiconservation.com) si auto sovvenziona ma quello che adesso mi sta più a cuore è che le isole di Filicudi, Alicudi e Salina diventino riserva marina. Al momento, purtroppo, siamo l’unico arcipelago del Mediterraneo a non esserlo a differenza di Ustica, Capo Gallo, Egadi e Pelagie. Non si è ancora capito che il mare è incubatore delle più elementari forme di vita e che dal mare dipende il delicato equilibrio dell’intero pianeta. Essere riserva marina”, continua, “significa avere una serie di limitazioni e divieti che semplicemente regolamentano il transito, la pesca o l’ormeggio delle barche. Invece, questi (banali) vincoli vengono avvertiti dai diportisti come fastidio se non addirittura come freno alla fruizione del mare. Ma le Eolie sono una zona importante di alimentazione specie per le giovani Caretta Caretta che, dopo una fase in acque profonde, risalgono in cerca di cibo”.

Monica conosce ogni pietra e sentiero di Filicudi. Uscire da turista sulla sua barca (che guida e ormeggia personalmente, unica donna dell’isola, ndr) diventa subito una lezione di vita e di mare d’amare: rallenta ad ogni caletta spiegando origine, etimologia di nomi di rocce, uccelli (poiane, falchi regina e gabbiani, i veri abitanti dell’isola) e, con le sue schede didattiche, invita a fare un tuffo dove l’acqua è più blu alla ricerca dei suoi amici pesci. La Blasi è diventata un sicuro punto di riferimento anche per i giovani laureandi biologhi marini delle Università siciliane che l’aiutano nelle sue attività di ricerca.

“Se anche questa diventasse area marina”, continua togliendosi il boccaglio della maschera, “ci sarebbero anche mille occasioni di ‘tour’ non solo estivi spazianti tra storia-archeologia-scienza e antropologia”. Di gastronomia, invece, ‘ob torto collo’, ha dovuto imparare in fretta le tradizioni gastronomiche che la famiglia di Antonello le ha rivelato.

“Vivere a Filicudi anche d’inverno”, dice Monica sorridendo, “significa imparare a fare il pane perché qui da ottobre non c’è panificio o negozio di alimentari che rimanga aperto. Cinema, librerie, edicole e negozi sono “lussi” da città che non conosciamo. Mentre, invece, sappiamo benissimo cosa siano le multe per bollette di luce che arrivano spesso con mesi di ritardo: inutile stare a contestare dicendo che in inverno la posta può non arrivare. L’Adsl è una chimera: con la mia chiavetta internet Wind lavoro notte e giorno anche se, ovviamente, l’immissione dei dati che spedisco a mia sorella Giorgia (laureata in matematica ed esperta in statistica applicata) per l’analisi certi giorni procede a rilento”.

Insomma, come i delfini che Monica studia, anche lei si è dovuta adattare all’ambiente, imparando dinamiche di vita a lei sconosciute. Adesso, però, le brillano gli occhi quando racconta che le sue giornate invernali, prima d’uscire ogni giorno in barca e studiare il mare, iniziano nell’orto della sua casa a monte Palmieri (che si raggiunge solo con un quad) o nei boschi a raccogliere quanto le serve per la cena. Vuoi mettere il romanticismo?

Filicudi. La vita ‘al contrario’ di Monica Blasi. “Una riserva marina per le Eolie”ultima modifica: 2013-07-17T09:16:41+02:00da leonedilipari
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