Francesco, la casa e Silvano

sleonepiccola4.jpgdi Salvatore Leone

Le novità in queste isole si vedono dopo le elezioni. Anzi luccicano. Si parte sempre dall’alto e con classe. La strada di Quattropani mostra i suoi lustrini con la segnaletica luminosa catarifrangente come quella che 40 anni fà collegava l’aeroporto di Tripoli alla città. Tutto adesso è più chiaro in questa instancabile isola patrimonio dell’Umanità. Per il resto tutto é ordinaria amministrazione come prima. Buchi anche stradali continuamente segnalati dagli isolani compresi i muri di contenimento che crollano in modo da dare un avvertimento. Intanto si vogliono ridimensionare i porti. Mentre assoluzioni e condanne del Tribunale sentenziano anche critiche al drastico 181 bis.

Nell’isola in tempesta, la solita voce ripetitiva e monotona di Silvano Saltalamacchia, artista eoliano sfortunato, che vive nel ricordo perpetuo della sua casa che aveva costruito con le sue mani e come desiderava. Con quella venatura di fantasia eoliana. Ma poi, il fallimento costruito su misura in modo artigianale come quella bianca casetta che oggi é la croce dei suoi ricordi. Se il buon Silvano Saltalamacchia non ha avuto la fortuna di godersela, desidera che altri non lo facciano anche se la burocrazia gli allunga all’infinito la regola dei risultati. Adesso che “Silvanieddu” vive a Roma, dopo che si era rivolto al “Presidente Strombolano” Napolitano, può sperare di trovare in “FRANCESCO” il papa amico nell’ascoltare le sue preghiere con la stessa pazienza di questo eoliano che aspetta il miracolo del tempo e se la sua casa, un giorno, sarà acquisita nel patrimonio del Comune di Lipari vuol dire che apparterrà anche al patrimonio dell’Umanità. Diversamente non potrebbe essere il simbolo romantico della grande memoria che non scorda.
Baciamo le mani.

Francesco, la casa e Silvanoultima modifica: 2013-03-15T20:10:05+01:00da leonedilipari
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