di Salvatore Leone

Bomba atomica, guerra fredda, luna (non di miele), Unione Sovietica, USA, bomba atomica contro la luna. Che titoli e titoloni. Gli americani volevano impressionare i russi con la bomba atomica contro la luna. Non perché la luna avesse fatto loro del male, ma per dare una dimostrazione di forza all’Unione Sovietica. Erano pur sempre i tempi della Guerra Fredda. Povera luna nostra, degli innamorati e faro dell’umanità.Il piano segreto degli americani (che di segreto non hanno mai avuto niente), è stato svelato adesso su alcuni giornali britannici, (veri scooppisti) sarebbe stato partorito da uno scienziato. Il suo nome in codice era Project A 11, ma per i giornali era “Dottor Stranamore“.

Le autorità governative statunitensi, al momento, smentiscono. E’ un loro classico. Accanto a “Dottor Stranamore” ci sarebbe stato anche un giovanissimo Carl Sagan, l’astronomo diventato poi famosissimo e lunaticissimo divulgatore americano. Secondo il Pentagono la vista del bagliore dell’esplosione nucleare sulla Luna avrebbe spaventato i sovietici e fatto riprendere gli americani dallo choc dello Sputnik (in attesa dell’impresa di Gagarin nel 1961). Il progetto prevedeva che un missile con una piccola testata atomica, una infinitamente più potente all’idrogeno che sarebbe stata lanciata da una base segreta (naturalmente). La bomba dopo un viaggio di oltre 384.000 km sarebbe esplosa all’impatto con il satellite, incidendo sula superficie della Luna un nuovo cratere del tutto artificiale ma modernamente artistico. A dissuadere gli scienziati ma anche gli stessi militari il pericolo che il razzo (come al solito) potesse precipitare a terra , creando il panico all’andata ed al ritorno.

Poi venne l’italiana “Luna Rossa” che esplose con la sua bellezza nelle regate veliche della Coppa America che sempre americane sono. Questo ci raccontò anche un emigrante eoliano che sotto falso nome ha lavorato al progetto segreto fino ad un certo punto.

di Aldo Natoli

Non passano giorni che il Notiziario delle Eolie online ci mostra delle foto con alberi mozzati, la cui visione è veramente angosciante. La potatura degli alberi è necessaria ed importante, ma deve essere eseguita da personale specializzato. Non mi sembra che nel nostro Comune vi sia qualche dipendente che abbia tale qualifica, quindi sarebbe opportuno che l’Assessore all’arredo urbano ed al verde pubblico arresti questo scempio, altrimenti rischia di trasformare “La valli dilli Munca” di Benito Berlino in “L’isola dilli munca”.

Gent.mo Direttore,

seguendo con molta attenzione le vicissitudini del mio paese natio, vorrei cortesemente porre alla Sua attenzione, la figura di Giovanni Ruggiero, autore del fotolibro: “BARTOLUZZO, UNA TRACCIA SUL MARE EOLIANO” in Memoria di Bartoluzzo Ruggiero.

Giovanni Ruggiero, per molti anni, con devozione e orgoglio, ha raccolto e completato la sua affannosa ricerca di documenti, foto, aneddoti etc. scritto e prodotto il fotolibro, per onorare la nobile arte e figura del padre, per far rivivere la lunga e intensa storia di Bartoluzzo, di questo nostro illustre personaggio liparoto che con i suoi viaggi è stato L’Ambasciatore Eoliano nel mondo, facendo conoscere con la sua appassionante musica e simpatia, la Città di Lipari e di tutto l’Arcipelago Eoliano.

Chiedo pertanto di voler prendere in seria considerazione il mio suggerimento di concedere a: Giovanni Ruggiero “Il Simbolo Di Lipari” di Francesco Bertè. Nel ringraziare anticipatamente e sentitamente l’illustre Direttore Bartolino Leone, colgo l’occasione per inviare i miei saluti e un grande augurio di buon lavoro allo spirito libero delle Eolie. Alla famiglia di Giovanni Ruggiero: (Sig.ra Immacolata, Livio, Christian e a tutta la famiglia, le mie più sentite congratulazioni per il prestigioso Premio “Il Simbolo di Lipari”  In Memoria di un umile ma, grande uomo e maestro di vita Liparoto/Eoliano.

Felice D’Ambra