di Onofrio Zaia
Egregio Dott. Giacomantonio, seguo giornalmente le notizie e in particolare due Suoi editoriali, che meritano, almeno da parte mia, qualche osservazione. Per quanto concerne l’opera nel viale Mons. Bernatdino Re, se è come scrive Lei, è stato sprecato il denaro dei cittadini, ma anche Lei ne ha sprecato di denaro dei cittadini; Glielo dimostrerò in seguito. Per quanto riguarda il Suo editoriale “Turismo, esiste una mentalità e una cultura?” Le ricordo, che essendo stato Lei Sindaco, per due legislature, mi pare, fece vietare l’accesso a parcheggio in quel grande marciapiedi che inizia a partire dal lato opposto, punto ingresso, alla casa delle Suore Francescane fino al torrente Calandra; ora se per cultura del turismo s’intende spingere a calci nei glutei gli indigeni liparesi verso la montagna, la cultura del turismo c’è; né io ne altri abbiamo mai visto di giorno né di notte anima viva fare uso di quel marciapiedi. VotataLe la sfiducia la Sua coalizione, il giorno dopo, sistemati alla meglio con un po’ di asfalto i gradini e tolto il divieto di accesso poterono trovare sosta un buon numero di macchine; come può capire la cosa era all’attenzione anche di altri.
Qualche tempo fa trovandomi a camminare per marina Garibaldi di Canneto, venivo superato, a passo più svelto del mio, da due signori dall’apparente distinto aspetto; discutevano tra loro; sul punto di superarmi sentivo uno dei due dire: “a Lipari lo stato di diritto non esiste”; non capivo; mi misi alla ricerca del significato e trovai che esso nasce sul finire del XVIII secolo contro il potere arbitrario del sovrano; si fonda su una costituzione che salvaguarda gli inalienabili diritti del cittadino con lui nati con il suo nascere; si perfeziona con il perfezionarsi del pensiero liberale e democratico. Dire in lungo e in largo di questo Diritto sarebbe dispendioso di ricerche e di tempo, mentre può essere sinteticamente definito: “il Diritto che presuppone che l’agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti”, MA NON CAPIVO. Nel 1996/97 iniziavano nella via Cesare Battisti di Canneto i lavori di completamento della rete fognaria cittadina. Un percorso viario collega ai suoi due estremi la sudetta Cesare Battisti e la via Nazario Sauro; detto percorso viario è diviso in due tronchi: la via Fabio Filzi e la via Ausonia; la via Fabi Filzi si diparte dalla Battisti, Quota 0,00, sale verso Ovest per circa mt. 7,00, quindi volge con angolo Nord-Ovest di circa 20/25 gradi e sale sulla Filzi costeggiando casa mia dalla Quota 0,00 della Battisti per circa mt. 23 fino a Quota mt. 4,00; da questo punto volge verso Ovest con un angolo di 90 gradi per circa mt. 8,00; ancora un anglo di 90 gradi e inizia in direzione Nord la via Ausonia fino a raggiungere la via Nazario Sauro.
La progettazione per il completamento della rete fognaria cittadina, finanziata con i soldi dei cittadini (legge 18), prevedeva una rete ausiliaria lungo la via Ausonia con deflusso delle acque nere e bianche verso via Nazario Sauro, da qui per collegarsi alla rete fognaria principale in via C. Battisti. La via Filzi, meglio definibile “vico” , è stretta e tortuosa, di larghezza massima mt. 1,83 e minima mt. 0,90: la via Ausonia da inizio a fine è, nella sua maggiore lunghezza, larga mt 4,00 e mt. 3,50. Le quattro utenze interessate hanno i loro sevizii igienici confinanti con la via Ausonia, ma alla superiore previsione progettuale si oppongono; ognuno per un suo personale interesse vuole l’interramento del tubo fognario nel “vico” Filzi e si coalizzano firmando una lettera diretta a Lei Dott. Giacomantonio Sindaco pro-tempore, nella quale si legge la risibile “la via è pubblica e nessuno può opporsi”. L’Assessore alle fognature, commettendo, a mio modesto avviso un abuso d’ufficio, competenza era dell’Assessore ai Lavori Pubblici che al momento era un tecnico, dispone l’interramento del tubo fognario nel “vico” Filzi con la seguente motivazione: “per diminuire il carico nella via Ausonia”; ora non c’è chi non vede che egli ha disposto il deflusso, non il carico. Ella Dott. Giacomantonio avalla. Unutili gli interventi di Amalia Zaia, comproprietaria con me dell’abitazione, e con il tassativo avvertimento: “Sindaco Lei non lo può fare”: La Sua risposta è “e io lo faccio”. E ora io comprendo cos’è lo STATO DI DIRITTO…
Il secondo C.T.U. inviato sui luoghi relaziona che le distanze del tubo fognario dai confini del nostro fabbricato non sono violate: segue quindi la soccombenza in primo grado; ci appelliamo; la Corte d’Appello di Messina fa ripetere la c.t.u. allo stesso tecnico, richiedendo disegno della via Filzi con la posizione in essa del tubo fognario, quote e fotografie. La Corte d’Appello decide conforme legge e consolidata giurisprudenza: per un tubo fognario posto a distanza minore della minima distanza di un metro dai confini esiste la presunzione del danno e non occorre prova. Dott. Giacomantonio, la difesa del nostro diritto, detto DIRITTO SOGGETTIVO PERFETTO, mi è costato, oltre che un patrimonio, minacce di morte, uno sputo in faccia a seguito di una mia lecita protesta per molestie, una infezione da Rickettsiosi che non compresa da un primo medico mi condusse a un’ora dal coma. L’infezione fu causata dalla puntura di una di quelle blatte che, secondo notizia data via antenna locale, volavano da un tavalo all’altro là dove inizia via Vittorio Emanuele. Queste blatte non si trovano nelle campagne, ma solo a Canneto, Lipari, Acquacalda livello mare, sicuramente importate dalle navi americane (American export Lines) che venivano a caricare la pomice; il batterio della Rickettsiosi scoperto negli U.S.A. ; nome della blatta: American Cockroach; dimora: luoghi umidi: come lavandini ed altri; habitat preferito: fognature; nelle località su menzionate: nei pozzi neri.
Da letteratura ho appreso che queste blatte possono diventare un problema per la saluite pubblica, dovuto alla loro associazione con scorie e rifiuti umani ed alla loro abilità di portarsi dalle fogne alle abitazioni. Il loro comportamento è simile a quello dell’ape e della formica rossa: aggredisce (morde) se si crede aggredita; il morso è dolce, quindi inavvertibile. Nell’ultima c.t.u. dell’Arch. Potestà, avendo, questi, fatto aprire il pozzetto sotto la finestra della nostra cucina e in uno nella via Cesare Battisti fuoriuscì una moltitudine di blatte dal primo e nessuna dal secondo. Mi riservo denunzia specifica a tempo e luogo. LA RICKETTSIOSI CHE MI CONDUSSE A UN’ORA DAL COMA. Con l’interramento del tubo fognario era stato istallato un pozzetto sotto la finestra della cucina delloa nostra abitazione. Il 25 luglio 1999 (domenica) avertiti movimenti e viste cinque persone che armeggiavano con una pompa da giardino, ritornavo con la macchina fotogrfica per immortalare la scena (era in corso indagine della Procura della Repubblica); accortiisi, uno dei cinque tentò di togliermi la macchina fotografica dalle mani (violenza privata), un altro mi minacciò di morte (ti torco il collo).
Qualche giorno dopo, trovandomi in cucina, faceva caldo, la camiciola un po’ sciolta, avvertivo qualcosa sul lato destro della pancia all’altezza dell’ombellìco; toccavo con la mano questo qualcosa che istintivamente scuotevo: una blatta; la calpestavo con il piede. Nei giorni che seguono ho un caldo insopportabile, prego le mie tre sorelle presenti di andarcene a Lami. Seduti in terrazzino avverto dei brividi; mi vanno gli occchi sulle braccia: piene di puntini rossi; la febbre: quasi 40 gradi. Consultato il medico, non comprese. Domenica 25 luglio, giovedì 12 agosto inizio a vomitare anche un sorso d’acqua. Venerdì notte mia sorella Amalia, vede in sogno una donna che le porge un foglio con su scritto a gosse lettere MORTE. Ovviamente s’impressiona e si mette in contatto con la Guardia Medica, che sentitala sommariamente, in non più di 15 minuti è da me: diagnosi Rckettsiosi, siamo a un’ora dal coma; trattamento antibiotico: tetracicline. Sulla certezza dell’infezione trasmessami dalla suddetta blatta non c’è dubbio, i tempi ne concorrono: morso, inoculazione, manifestazione, sabato 14 agosto diagnosi un’ora dal coma. SOLDI DEI CITTADINI da Lei pagati/sprecati: un parere pro-veritate ad avvocato amministrativista sulla legittimità di interrare il tubo fognario in “vico” Filzi; il parere fu contrario; onorari, spese e competenze al legale del Comune parte convenuta; ora onorari, spese e competenze al legale di Onofrio e Amalia Zaia parte attrice.
Dott. Giacomantonio il Suo mettersi in bella mostra agli occhi degli eoliani, ostentando difesa dei loro diritti, nient’altro è che narcisimo. Le minacce e gli insulti alla mia persona li ritengo fatti a me da Lei direttamente. Oggi Ella è vicedirettore di Tele Isole; in onore alla lealtà è nel rispetto della libertà di parola la pubblicazione di questa lettera è un atto dovuto. Ella può pubblicamente contestarmi, io La seguirò; La seguirò, perché questa lettera certamente prenderà il via verso tutti gli Organi Istituzionali. 12 agosto 2009, letto, il contenuto di Quella sindrome del “Marchese del Grillo”, Le domando: ma come fa Lei Dott. Giacomantonio a scrivere tutte quelle…in fronte al nichilismo a me e sorella Amalia inflitto? Spietatamente!
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