LA TOMBOLATA

MRISTUCCIA.jpgdi Massimo Ristuccia

Nel periodo delle feste natalizie dall’otto dicembre sino all’epifania si organizzava in un ex cinema di Canneto “il pidoccchietto” , forse allora soprannominato così perché era piccolo, una tombolata “paesana” potremmo dire.
Quel locale era diventato ormai la sede di un gruppo folcloristico, di cui io sono onorato di avervi fatto parte, dove ci si ritrovava per le prove o dove gli appartenenti al gruppo, di tutte le generazioni compreso i dirigenti più adulti, organizzavano altre cose come appunto la tombolata.
In fondo alla sala c’era un piccolo palco con sopra il tabellone dei numeri,tavola e sedia per chi doveva chiamare i numeri estraendoli dal “sacchetto” di stoffa. Lunga la sala erano sistemati in senso verticale dei lunghi tavoli, in realtà ricavati da tavoloni di legno appoggiati a dei cavalletti, rivestiti di cellophane, altrettanto per i sedili tranne qualche eccezione tipo singola sedia o ex sedie del cinema.
Vi era tutta la preparazione iniziale, ci si riuniva qualche giorno prima per accertarsi della disponibilità di tutti, si stabilivano quelle poche regole organizzative e dopo la parte materiale, cioè la sistemazione dei tavoli con tanto di discesa in uno scantinato ed aiuto di un falegname per qualche ritocco. I premi venivano attribuiti mediante dei punti che le persone accumulavano in base alle vincite fatte nelle serate (terno, quaterna cinquina, tombola), alla fine di solito per l’epifania. I premi erano di vario genere, piccoli elettrodomestici, prodotti alimentari ecc.
Di solito venivano presi da commercianti del paese con l’impegno di pagarli alla fine della tombolata.
Dalle 20.00 circa ogni sera iniziava questo appuntamento, gli organizzatori ci trovavamo un po’ prima, arrivavano intere famiglie, ragazzi, persone adulte qualche nonna, c’era chi era un “cliente” abituale, chi era di passaggio, chi veniva da Lipari o dalle altre frazioni. In un clima allegro tra la confusione, le urla di uno di noi che chiamava i numeri ad ogni vincita, il commento al numero uscito sia da parte del banditore dei numeri, con tanto di microfono sia da parte delle persone in sala, chi pronunciava la frase classica di ogni sera “arriminamu” ( rivolto verso il banditore lo si invitava a smuovere i numeri dentro il sacchetto perché probabilmente non gliene era uscito nessuno che avesse nelle sue cartelle). C’era chi scherzosamente già al primo numero urlava la vincita e chi si beccava i commenti degli altri perché aveva accumulato tutte le vincite in successione.
Un classico della serata era l’intermezzo, il banditore si trasformava in presentatore, estraendo a sorte una persona in sala, grande o piccolo non aveva importanza, si faceva un indovinello o un giochetto e se era fortunato vinceva un piccolo premio con nel frattempo, ovviamente, battute e suggerimenti vari da parte del resto dei presenti.
Sul palco a presentare o per meglio dire a chiamare i numeri ogni tanto c’era uno più giovane ma di solito era una persona adulta, il Signor Tanino.
Alla fine dopo un po’ di fatica ma, tutto sommato divertendoci si arrivava alla serata finale, c’era chi rimaneva più o meno soddisfatto dei premi ma intanto si erano trascorse delle serate tenendo unito un gruppo di persone di tutte le generazioni che aveva un’alternativa in più su come passare la sera in quei giorni di festa.
Qualche tempo fa una pubblicità televisiva di merendine aveva come canzone “IL LEONE SI E’ ADDORMETATO…..” mi è tornato in mente un periodo da ragazzo quando si andava in “giro” con il gruppo folcloristico, magari nelle altre isole, alla radio si sentiva questa canzone ed il nostro signor Tanino, piacendole tanto, la canticchiava.

LA TOMBOLATAultima modifica: 2008-10-30T17:44:00+01:00da leonedilipari
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