I “Biviano di ferro e politici di latta”

sleonepiccola3.jpgdi Salvatore Leone

E sempre la stessa storia. Quelli di prima. Si fanno fotografare con chiunque. Sempre prima. Si fanno vedere, sempre prima. Parlano con tutti, sempre prima. Poi scompaiono. E’ impossibile rintracciarli. Non hanno mai tempo. Ci dicono sempre le stesse cose. Ma non sono più come prima. Solo Papa Francesco è rimasto come prima, meglio di prima. Speriamo che duri senza il portaborse ma solo con il portasilenzio. Strane storie politiche, sempre le stesse. Le creature Biviano, due sorelle a Pianoconte a pregare, due fratelli a Roma a protestare di cui uno ricoverato d’urgenza in ospedale, ma fattosi dimettere dopo la visita del ministro della salute (di chi?). Nella loro assurda lotta per la vita negata dalla politica, sempre assente. Anche alla loro disgrazia. Politica che non ha concesso neanche l’uso di due bare per accrescere la loro necessità d’attenzione. Chissà se qualche politico o magistrato avesse un figlio con la stessa inesorabile compagna di morte. Si dice che un padre di famiglia romano passando davanti a questi coraggiosi manifestanti abbia detto: “voi avete la speranza di guarire, loro non guariranno mai. Sono il vero
male dell’Italia”. Chissà se Letta ha …Letto… l’appello alla vita lanciato dai fratelli Biviano. Chissà ..se Letta non fosse stato alla guida del governo, chissà cosa avrebbe detto ai fratelli di “ferro”, chissà cosa avrebbe risposto ai fotografati eoliani di prima e mai del dopo. Vita politica di uomini che cambiano anche il vestito con le cariche conquistate, che a volte scompaiono come Napolitano, che forse
non verrà neanche a Stromboli, per i problemi eoliani di lotta per la vita e per la legge. A volte scompaiono e lasciano altro dolore. Ma quello rimasto ai fratelli Biviano aggrappati a Sta…mina… 
esploderà in questa Roma senza Papa e senza più storia venduta anche a “quattrofratelli4” che cercano ancora con quel poco corpo rimasto i rimasugli dei loro respiri mentre il ministro della salute, saluta e va via. Dove non si sa.
Baciamo le mani

nrussopiccola.jpgLA NOTA PRECEDENTE. Il consigliere comunale Nuccio Russo o l’eoliano Nuccio o papa’ Nuccio ieri ha scritto la sbivianogrupponotte.jpgpagina piu’ bella del Comune di Lipari. Ha portato  avanti da solo ed e’ riuscito a strappare il consenso generale per far donare il bus ai Biviano di “ferro” che nell’ accaldata capitale stanno patendo le doppie pene dell’inferno sia per l’abbandono politico e sia per il caldo torrido accompagnato dall’accampamento provvisorio sotto gli occhi delle forze dell’ordine e non della sanita’. L’ assenza del ministro della Sanita’ al quale su premura dei lettori e’ stato assegnato il “Totano’ d’Oro” costringe i sostenitori dei Biviano d’Italia ad aumentare la pazienza ed il tifo verso questa famiglia in lotta con la vita e con la burocrazia, insaziabile branco di lupi. E pensare che Sandro Biviano aveva lasciato il segno anche nell’aula consiliare contribuendo da esperto fabbro a sistemare i due antichi lampadari abbandonati in uno scantinato del palazzo. Per di piu’ gratuitamente. Ma nessuno – prima di ieri mattina – si era preoccupato in consiglio comunale di far approvare un ordine del giorno per dimostrare la vicinanza ai quattro sfortunati fratelli. Piu’ Russo e meno Lorenzin. Forza Biviano.

I “Biviano di ferro e politici di latta”ultima modifica: 2013-07-26T09:13:42+02:00da leonedilipari
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