Lipari&San Bartolomeo, 1978 in 5 mila – 2013 meno di 500

bferlazzopiccola.jpgdi Bartolino Ferlazzo

1978 IN 5000 – 2013 MENO DI 500.
Come ogni anno la Confratenita Maschile di San Bartolomeo, nella giornata del 16 aprile, ricorda quella terribile notte,terremoto del 9° grado della scala Mercalli, con la celebrazione di una S. Messa in onore del nostro Santo Patrono, per avere preservato le nostre isole dalla funesta forza della natura.- Ricordiamo benissimo la domenica successiva al sisma, una processione interminabile sfilò per le vie di Lipari fino a raggiungere la Cattedrale, dove oltre 5000 eoliani, cercarono di farsi spazio, di trovare un posticino per ascoltare la S. Messa e ringraziare personalmente il Santo Patrono.-
  Bene, nella serata dello scorso 16 aprile nella stessa Cattedrale, si potevano contare solo qualche centinaio di persone, che tristezza, che povertà.- 

Durante l’ omelia, Mons. Sardella, ha fatto presente che la coesione, la solidarietà, l’ essere l’ uno per gli altri è la sola fonte di ricchezza morale ed interiore di un cristiano, credere che Colui che tutto può e tutto decide è l’ unica soluzione dei mali di questa terra, di queste isole, ha continuato facendo presente che essendo, loro, sacerdoti e dunque ministri di Dio, sono chiamati a farsi interpreti dei bisogni, delle ansie, dei problemi, delle speranze ed aspettative dell’ uomo, a farsi voce di chi non ha voce, di essere coscienza critica di quanto ci circonda e dare lettura della realtà quotidiana.-
  Noi da queste pagine, desideriamo riflettere un attimo su queste frasi che suonano come macigni nel rumore del silenzio; è vero gli eoliani hanno oggi, poca memoria e molti l’ hanno persa del tutto, il terremoto è un ricordo San Bartolomeo ci ha protetti, lo invocheremo alla prossima disavventura, come se il nostro Protettore fosse l’ inalatore dell’ ossigeno, la pillola del giorno dopo, un panno usa e getta, quando ciò accade vuol dire che si è perso il buon senso, il limite è stato superato, l’ Altissimo come cancellino dei nostri bisogni; questo vuol dire aver perso la FEDE.- 

La cultura oggi dominante fa leva sull’ arroganza del potere in tutte le sue forme, sull’ utilitarismo settario, sul consumismo a tutto spiano, sull’ ipocrisia di definirsi cristiano, ponendo così le basi per una società malata, fortemente in crisi, spappolata, sfiduciata, senza meta, posta in bella evidenza sull’ altare di un ipotetico progresso a cui abbiamo sacrificato tutto, minimizzato da una crisi morale, esistenziale, economica e di valori senza precedenti, dove il dio denaro è diventato il prodotto inquinante e dove tutto è stato smantellato, famiglia, onestà, fede.- Fino ad oggi anche la Chiesa, non è stato quel faro luminoso da seguire, a cui appigliarsi, non è stato un punto di riferimento cui anelare, anche lei condotta da chi, potendo, non ha condannato la sorda cupidigia di ristretti interessi o di una ristretta cerchia di amici e lobby, a scapito dei più deboli, dei giovani, solo perchè impegnato unicamente al pensiero della carriera facendo il burocrate e dimostrando poco interesse per il proprio gregge.- I problemi che stanno acuendo la crisi della gente eoliana, sono anche di incuria, negligenza, disimpegno, ignavia, cattiveria, che hanno portato ad un degrado senza precedenti, ad un limite oltre il quale troviamo solo l’ anarchia che produce odio, distruzione e morte.- 

L’ ingordigia umana e l’ egoismo a tutto tondo, sono le radici del male, gli uomini uno contro l’ altro come lupi affamati e rapaci, insensibili alle grida di aiuto e di dolore che salgono da parte di esistenze costrette a vivere in povertà ed ai margini della società, perchè chi doveva e poteva, anche nella chiesa non è intervenuto, perchè chi poteva e doveva, anche nella chiesa, dall’ alto del suo mandato, non ha sostenuto tali bisogni.- Desideriamo ricordare a qualche alto prelato, quanto scrisse Giovanni XXIII il Papa buono  ” … se i poveri non saranno attenzionati e presi in considerazione, questi produrranno una rivoluzione … ” e cosa, ancora, affermò Padre Bartolomeo Sorge ” … ogni persona ha uguale dignità, la solidarietà non è un di più, non possiamo non dare, da parte di tutti, sacerdoti in primis, il contributo della nostra intelligenza, del nostro cuore, del nostro affetto, il superamento dei maggiori ostacoli avverrà, in forza di determinazioni essenzialmente morali, umane, cristiane dettate dall’ amore di Cristo … “, concetti questi che Mons. Sardella, ha espresso in una lettera inviata all’ Amministrazione comunale di Lipari il 12 agosto 1993, in prossimità delle festività del Santo Patrono ” … meno luci, meno luminarie, meno giochi d’ artificio, meno spettacoli e maggiori gesti di solidarietà verso chi soffre, verso chi ha fame e povertà, come ricorda la ” Laboren exercens “, questo è un diritto sacro perchè vuol dire concorrere all’ attività creatrice di Dio … ” mai frasi fuorono più profetiche.- 

Basta Mons, Sardella, per alleviare disagi e povertà ? no non basterà mai specialmente se lasciato da solo, ma almeno ci prova, combatte sempre in prima persona, anche se altri e con maggiori poteri stanno seduti a gambe accavallate, ultimamente ho definito Mons. Sardella, nè Monsignore nè Sacerdote ma semplicemente ” PRETE ” perchè si sente molto di più la vicinanza alle persone, ne vorremmo avere tanti come Lui che fanno la politica della fede e non la politica del denaro, della sporcizia, che conforta senza deprimere, che da fiducia senza barattare, se non nella verità e nella Fede.-
  Mons. Sardella, ci scusiamo noi, per tutti quegli eoliani che la sera del 16 aprile scorso, hanno dimenticato San Bartolomeo, hanno dimenticato l’ Altissimo, avere Lei è un riferimento, una costante nel deserto di queste isole, anche se come scriveva Lord Byron ” … pure nel deserto può zampillare una fontana se li c’è Dio …”.-
   Auguri Lipari.-

Lipari&San Bartolomeo, 1978 in 5 mila – 2013 meno di 500ultima modifica: 2013-04-18T07:30:30+02:00da leonedilipari
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