“MAMMA” ALLA LAUDAMO PER IL TEATRO DI MESSINA (20-23 NOVEMBRE)

 

mamma1.JPGFerdinando, Le cinque rose di Jennifer sono i titoli più noti di un autore italiano di MAMMA2.JPGculto, Annibale Ruccello, scomparso nel 1986, a soli trent’anni, in un incidente stradale, che spezzò quella che sarebbe stata certamente una grande carriera di drammaturgo. Adesso la stagione dell’Ente Teatro di Messina “Paradosso sull’autore”, a cura di Dario Tomasello, ospita nella Sala Laudamo dal 20 al 23 novembre Mamma, quattro brevi atti unici di Ruccello, interpretati da Gianluca Cesale con la regia di Roberto Bonaventura.

 

Dopo I Microzoi di Beniamino Joppolo, messo in scena nella scorsa stagione, Bonaventura e Cesale tornano ancora con un autore che esplora la contemporaneità. La lingua parlata dai personaggi di Ruccello, spesso appartenenti alle classi che vivono ai margini sociali, ha un fascino particolare, animato dalla schiettezza del dialetto e dalla parodia dell’italiano televisivo, e racconta piccole tragedie del quotidiano, squallide realtà vissute senza la capacità di scegliere, capire, cambiare. Al centro di tutto, in questo spettacolo, è la mamma, presentata come ossessione, mania, comicità. Un’esilarante galleria di personaggi fissati, strambi, maniacali ed un attore a dare loro forma.

 

I quattro atti unici rappresentano uno dei vertici dell’opera drammatica di Ruccello, rappresentante di quella generazione del “nuovo teatro napoletano” che ha aspirato ardentemente alla creazione di una scrittura scenica, fortemente legata alla realtà, ma al tempo stesso capace di rivelare l’aspetto umoristico e ironico anche all’interno di situazioni tragiche.  MAMMA di Annibale Ruccello con GIANLUCA CESALE messa in scena ROBERTO BONAVENTURA Costumi FRANCESCA CANNAVO’ Musica originale ORAZIO CORSARO Organizzazione MARILISA BUSA’

Le storie che racconto riguardano sempre e soltanto gente banale, comunissima, possibilmente incline a diventare patetica, straziante. Ma per una sorta di terrore a nutrire o a destare pietà mi piace coglierla in un momento estremo della loro esistenza, quando a prescindere dalle loro stesse intenzioni questi personaggi sono costretti a compiere una scelta importante, un gesto eroico o atroce. Per cui si trasformano in personaggi grotteschi o mostruosi, spesso odiosi e insopportabili, comunque sempre meglio che pietosi. E mi piacciono quanto più sono ai margini, relegati, ma non in maniera vistosa (come barboni, criminali e pazzi) bensì in maniera sottile, indistinta. Ed infatti vivono in quartieri della cultura metropolitana, in provincia, sepolti nella periferia.

 

Annibale Ruccello

 

 

Per ogni informazione: 3489514058

 

 

“MAMMA” ALLA LAUDAMO PER IL TEATRO DI MESSINA (20-23 NOVEMBRE)ultima modifica: 2008-11-16T18:55:13+01:00da leonedilipari
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