Per una fotocopia in piu’…

sleonepiccola2.jpgdi Salvatore Leone

Tra le raccomandazioni del Consiglio europeo all’Italia ce n’è almeno una che potrebbe essere messa in pratica in tempi brevissimi, con una legge di poche righe da infilare nel codice penale: la riforma della prescrizione. Ben altri sforzi richiederebbe la messa in pratica delle altre indicazioni distillate da Bruxelles dopo la chiusura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei confronti del nostro paese. Raccomandazioni che vanno dalla richiesta di maggiore efficienza della pubblica amministrazione alle politiche contro la disoccupazione giovanile e femminile, dalla semplificazione fiscale allo snellimento della giustizia civile, e via sfogliando il libro dei sogni delle eterne riforme mancate.

Non è la prima volta che l’Unione europea chiede all’Italia una legislazione più efficace contro la corruzione. L’intervento sulla prescrizione è una delle 22 raccomandazioni rivolte al nostro paese già nel 2009. Molti processi a politici e funzionari corrotti, infatti, finiscono in niente perché il reato si estingue prima della sentenza definitiva. Così i responsabili la fanno franca e questo diffonde una sensazione di impunità. La prescrizione serve a tutelare il cittadino da un’azione penale indefinita da parte dello Stato.

In altri sistemi giuridici, la prescrizione si interrompe una volta che è stato emesso il decreto di rinvio a giudizio: Una volta che l’accusato diventa imputato, subisce la sentenza senza alcuna possibilità di guardare il calendario e fare conteggi per arrivare alla fatidica prescrizione del reato. In Italia qualunque intervento sulla prescrizione, secondo le direttive da Bruxelles è stato sempre bloccato, specialmente dal Pdl; il partito di Berlusconi ha fatto chiaramente capire che la prescrizione non si deve toccare, pena la caduta del governo “salva Italia” di Mario Monti. Anzi, alla fine, hanno ridotto i tempi per il reato di concussione,(sembrerebbe anche con l’appoggio della Severino) ed il Consiglio europeo, non manca mai di bacchettare l’Italia. Tra i solleciti fatti, quello che potrebbe essere messo in pratica quasi subito, con una legge di poche righe da infilare nel codice penale, riguarda la riforma della prescrizione.

Le altre indicazioni distillate da Bruxelles che vanno contro la disoccupazione giovanile e femminile, dalla semplificazione fiscale allo snellimento della giustizia civile, e via sfogliando il libro dei sogni delle eterne riforme mancate, invece sono più complesse. Ma l’Italia quando gli conviene, fa occhio da mercante. In un servizio su una testata nazionale, si dice che è un “bene che qualcuno è riuscito a fare scomparire improvvisamente come una magia la borsa di Borsellino e quella del generale Dalla Chiesa. Magia o non magia. E..se qualcuno non riesce a fare scomparire la conversazione telefonica fra Napolitano e Mancino ci pensa la nostra costituzione a fare scomparire la conversazione. Fortunatamente nel nostro sistema italiano, è prevista sempre la possibilità di fare una fotocopia dei documenti importanti prima della distruzione.(e di ciò, posso dire che lo avevo scritto tempo addietro in questo giornale on line)”. Sempre continuando, il predetto giornale scrive che: “ una circostanza lega le scomparse misteriose delle borse ed il taglio della conversazione Napolitano-Mancini.” Gli italiano non hanno diritto di sapere”.

La stessa politica locale, gli eoliani non debbono sapere. Anzi debbono sapere quello che l’amministrazione decide. Gli isolani devono avere fiducia piena nei loro rappresentanti che si muovono giornalmente, solo ed esclusivamente per gli interessi degli eoliani e solo per loro. I fatti…ne danno
ragione. Povera Italia..povere isole..poveri contribuenti.. poveri noi..e non i veri poveri che più poveri di come sono non possono essere-. Il giornalista della testata nazionale, conclude con una drammatica
verità: “ Non vogliamo ripetere la motivazione della Corte Costituzionale che ha stabilito la distruzione della conversazione.

Chissà se le borse con i documenti scomparsi fossero state a portata dei magistrati. Cosa sarebbe successo? Una loro autorevole distruzione. Certo un filing ci potrebbe essere. Per fortuna, prima di distruggere i documenti, si pensa sempre a fare delle fotocopie”. Così come saranno fatte le fotocopie al Tribunale di Lipari prima di spedire i fascicoli alla sede principale. E’ solo una autorevole tutela per un eventuale smarrimento degli originali. L’industria delle fotocopiatrici e degli archivi dei documenti fotocopiati è in fermento. Forse è tutta un’arte per risollevare l’economia e creare nuovi posti di lavoro di “fotocopiatori” ed “archivisti di fotocopie”. Baciamo le mani e.. facciamo sempre una fotocopia dell’originale. Non si sà mai.

Per una fotocopia in piu’…ultima modifica: 2013-05-31T07:48:00+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo