Rassegna Stampa. “La Repubblica.it” e i “corsi pazzi della Regione”. Stage per economisti in officina

di Antonio Fraschilla

arepubblica.it.jpgPer aiutare i disoccupati siciliani a trovare un lavoro, la Regione stava finanziando con fondi europei corsi di formazione per “operatori turistici” che prevedevano stage in case di cura per neurolesi, corsi per “addetto a servizi alle imprese” con tirocini da svolgere in una rivendita di piante, corsi per “esperto in finanza” da tenersi in una bottega di “lattoniere” e corsi per “rivenditori” con esperienza lavorativa di quattro mesi da tenersi all’Agenzia del demanio. A denunciare queste assurdità è la Corte dei conti, che ieri ha bocciato definitivamente, non dando il visto alla spesa, il mega-bando da 140 milioni di euro di fondi di Bruxelles per corsi di formazione e “work experience in aziende” destinati a 12 mila disoccupati.

Il bando, chiamato “avviso 7”, era stato pubblicato nel 2009, e lo scorso anno il dipartimento Formazione aveva stilato la graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento. Proprio su questa graduatoria e sui criteri di assegnazione dei punteggi delle singole iniziative presentate dagli enti di formazione, i magistrati contabili hanno acceso i riflettori. Scoprendo situazioni paradossali che rasentano la truffa. La Regione rischia adesso di perdere questi soldi, che devono essere spesi entro il 2013: “Faremo a breve un altro bando facendo tesoro dei rilievi che ci ha consegnato oggi (ieri, ndr) la Corte dei conti”, dice il neo-direttore Ludovico Albert.

L’amministrazione potrebbe chiedere inoltre ai componenti del nucleo di valutazione dei progetti incriminati di restituire i compensi: si tratta di consulenti esterni che hanno incassato 100 euro a seduta per esaminare le proposte presentate dagli enti di formazione.
Ieri, nell’udienza che si è tenuta alla sezione Controllo della Corte dei conti, i dirigenti della Regione hanno provato in tutti i modi a convincere i magistrati a dare il visto alla spesa. Ma dalla Corte è arrivato un secco no. La sentenza è stata poi consegnata al direttore Albert. I magistrati contabili hanno messo nero su bianco le decine di anomalie riscontrate nei progetti. Il bando prevedeva un contributo di 800 euro al mese per ogni disoccupato che avrebbe frequentato i corsi di formazione e svolto poi il tirocinio in un’azienda. Gli enti, quindi, dovevano presentare una convenzione “con ditte private” legate, per competenza, al tema dei corsi da svolgere. Peccato però che i magistrati, spulciando tutti i progetti, si siano trovati davanti a iniziative assurde che erano state ammesse a finanziamento: “Alcuni corsi per servizi alle imprese, risorse umane e prestazioni intellettuali prevedevano esperienze lavorative in una sartoria, in un call center e in una rivendita di piante e fiori – scrive la Corte dei conti – O, ancora, un corso per attività inerenti il settore turistico prevedeva come ente ospitante una casa di cura per neurolesi”. Per non parlare del corso per “esperti in processi di internazionalizzazione delle aziende con tirocini da svolgersi in una ditta di surgelati, un ristorante, un’azienda di pose di infissi e un dottore commercialista”.

La Corte dei conti sottolinea che il bando prevedeva l’attivazione di corsi non solo in ditte private, come espressamente prevede l’Unione europea, ma anche in enti locali, con il rischio di nuovo precariato. La Regione stava finanziando progetti di enti che prevedevano esperienze lavorative al Comune di Catania, al Comune di Enna, alla Provincia di Ragusa, all’Agenzia delle dogane, in Ipab, scuole e perfino nell’arcidiocesi di Palermo. In definitiva, scrivono i magistrati, “è impossibile seguire l’iter dal quale è scaturita la valutazione dei progetti, perché i verbali redatti dal nucleo di valutazione stesso si limitano a una mera elencazione di protocolli”: “Alcuni progetti, inoltre, sono stati ammessi a finanziamento anche senza accordi con le imprese per fare i tirocini formativi, mentre in altri casi progetti identici sono stati valutati in maniera differente”, concludono dalla Corte dei conti.

La Regione potrebbe adesso chiedere indietro il compenso ricevuto dal nucleo di valutazione che ha esaminato i progetti. Di certo c’è che l’assessore Mario Centorrino il mese scorso ha annunciato la nomina di “un nuovo elenco di valutatori, individuati questa volta solo tra professionisti affermati”. 

Rassegna Stampa. “La Repubblica.it” e i “corsi pazzi della Regione”. Stage per economisti in officinaultima modifica: 2011-07-08T14:33:00+02:00da leonedilipari
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