Sprecopoli&Sanità. “Costi triplicati e gare su misura”. Ecco le anomalie del buco nero

mbarresi.jpgdi Mario Barresi

È possibile che una confezione di strisce per misurare il glucosio nel sangue, pagata con i soldi pubblici, costi 10 euro in Sicilia e 3 in Veneto? È normale che nel capitolato di gara per la fornitura di un macchinario medico ci sia il ‘copia&incolla’ del depliant dell’azienda che poi vincerà?

Le risposte (retoriche) si perdono in un abisso. Quello degli appalti nella sanità siciliana. Lo stesso “buco nero” denunciato, proprio su questo giornale, dal presidente della commissione Sanità all’Ars, Pippo Digiacomo. Che ci parlò di “sprechi di centinaia di milioni di euro”, mettendo il dito su “gare d’appalto orientate e spesso truccate per forniture milionarie” e sulle “forti pressioni da parte delle lobby” in un contesto di “connivenza di pezzi del servizio pubblico”. Parole pesanti, che hanno scosso i palazzi.

E non solo. In redazione abbiamo ricevuto numerose segnalazioni, cercando di filtrare gli episodi significativi (quelli denunciati ai vertici sanitari, alle forze dell’ordine e alla magistratura) dalle vicende più nebulose, che abbiamo scelto di lasciare fuori. Vi raccontiamo quattro casi, ben documentati, ma sui quali non sono ancora emerse responsabilità né elementi giuridici rilevanti. L’esposto alla guardia di finanza di Trapani, ad esempio, riguarda una fornitura quinquennale di ‘Dispositivi medici e Materiale per Chirurgia’ del 2012, base d’asta 135.125 euro. In uno dei lotti, per un kit di fibra ottica per laser, una ditta viene esclusa per la “non conformità dell’offerta”.

Ma risponde subito all’Asp di Trapani, eccependo che nella descrizione del materiale richiesto c’era indicato un prodotto specifico, addirittura un marchio registrato da un’azienda biomedica, “un nome commerciale ampiamente pubblicizzato”. La commissione tecnica è irremovibile: esclusione confermata. E all’assessorato regionale alla Salute, che chiede chiarimenti sull’iter, l’Asp di Trapani conferma “l’assoluta trasparenza e regolarità delle operazioni”. Spiegando che è applicata “la clausola dell’equivalenza”, ovvero la possibilità di equiparare prodotti di marchi diversi ma con le medesime caratteristiche. La fornitura è aggiudicata all’azienda titolare del marchio, a un prezzo quasi doppio rispetto all’offerta (260 euro) della ditta esclusa. Un altro caso arriva da Siracusa, su una gara per la fornitura di strisce per la misurazione della glicemia.

“Appena letto il bando – racconta un imprenditore – ci siamo accorti che la base d’asta era spropositata per quel lotto”. Ovvero: 2.716.800 escluso Iva, con la stima di 10,15 euro per una confezione da 25 strisce e 1,17 euro per un pacco con altrettante lancette pungidito. “Il termine di paragone – prosegue – era un’analoga gara all’ospedale ‘Papardo’ di Messina, dove lo stessa fornitura era stata appena aggiudicata a 3 euro a confezione. Sul web notiamo anche che l’azienda sanitaria di Mestre aveva fatto una base d’asta di 0,12 a striscia, sempre 3 euro a confezione”.

L’azienda chiede chiarimenti su un altro aspetto del bando: l’offerta, pena esclusione, deve prevedere l’uso gratuito di glucometri per la misurazione dei test, senza l’indicazione della quantità di questi apparecchi.

L’Asp di Siracusa risponde subito: “Non è assolutamente possibile prevedere per l’intero rapporto contrattuale quanti nuovi pazienti saranno in trattamento e con quale apparecchio di quale ditta”. L’azienda partecipa e propone il prezzo di 3 euro a confezione. “Offerta anomala”, perché tutte le altre 10 concorrenti – a luglio di quest’anno – si dividono il lotto con offerte quasi tutte di 10 euro a confezione. L’azienda segnala all’Asp l’indefinita quantità di glucometri come “anomalia che ha portato a triplicare il prezzo del prodotto offerto” in una gara “con elementi indeterminati e aleatori”.

L’Asp risponde che la denuncia di anomalia è “esercizio di parte”, e sostiene “l’assenza di competizione fra le società offerenti”, dovuta a una scelta precisa, “per assicurare la continuità terapeutica”, ovvero quella di “aggiudicare a tutte le società con offerta conforme e purché inferiore alle basi d’asta fissate”.

Un altro caso, denunciato al Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catania, riguarda presunte “anomalie” nel bando per un impianto di uroradiologia risalente al 2008. La cosa curiosa è che a denunciare è il consulente chiamato per collaborare alla redazione del bando, che è anche il tecnico di una ditta specializzata. Che però, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, non vince la gara. Nella versione finale – con un corpo e un carattere diversi rispetto al resto del bando – viene inserita la dicitura “le macchie focali devono essere di dimensioni estremamente ridotte tra 0,9 mm. e 1,0 mm. e avere un’adeguata capacità termica non inferiore a 750.000 HU”.

Nell’esposto, infatti, si segnala “l’esclusività e la peculiarità di alcune caratteristiche tecniche contenute nel capitolato che pregiudicavano il regolare svolgimento della gara d’appalto”. La stessa azienda ‘bocciata’ a Catania ha segnalato “la totale mancanza di rispetto e di correttezza nell’espletamento” per una gara del 2013 all’azienda ospedaliera ‘Papardo-Piemonte’ di Messina. Oggetto: fornitura e posa in opera di un ‘litotritore extracorporeo per urologia’, importo a base d’asta 377.970,54 euro. Le aziende che sul mercato possono fornire questo macchinario sono cinque.

Ma “le caratteristiche tecniche inzialmente richieste dalla vostra azienda ospedaliera – scrive l’azienda al ‘Papardo-Piemonte’ – escludevano tutte le concorrenti ad eccezione di una”. Il capitolato viene corretto. Ma la modifica, sostiene l’azienda, “consentirebbe la partecipazione di un’ulteriore ditta del settore, ma con un’apparecchiatura sì rispondente al capitolato ma dal costo molto più elevato” e quindi “con la quasi certezza che tale azienda non parteciperà per le limitazioni del prezzo a base d’asta”. Potrebbe esserci materiale per la commissione di controllo per gli appalti nelle aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia, istituita lo scorso aprile dall’assessore Lucia Borsellino.

Un organismo presieduto da un dirigente dell’assessorato, Filippa Maria Palagonia, con la presenza di inquirenti qualificati come Girolamo Di Fazio (ex questore di Agrigento) e Ferdinando Buceti (capo investigazioni della Dia di Catania) e la collaborazione della Guardia di finanza. Ma si dà il caso che fra i 19 componenti ci siano 6 dirigenti di aziende ospedaliere, 2 medici e addirittura 3 dirigenti dei provveditorati (proprio l’ombelico degli appalti…) di Asp e ospedali. Come dire: la maggioranza dei ‘controllori’ sono potenziali ‘controllati’.

Sprecopoli&Sanità. “Costi triplicati e gare su misura”. Ecco le anomalie del buco neroultima modifica: 2013-09-12T15:51:00+02:00da leonedilipari
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