Da Torino in linea Marta Piccoli

mpiccoli.jpgdi Marta Piccoli

Sul libro “UOMINI E PIANTE” di Lucilla Zanazzi sottotitolo “ Le passioni dei collezionisti del verde”. Sottotitolo più che mai appropriato per un libro che ci racconta di 32 persone innamorate delle piante, forma di vita che scatena ardori e coinvolge e orienta il percorso dell’esistere di chi ne è colto. Sul condizionamento della vita personale in seguito a passioni civili e sociali la storia ci ha fornito illustri esempi che richiedono rispetto e ammirazione e assurgono il più delle volte al ruolo di archetipi positivi, modelli da emulare, tanta è la venerazione e la stima che suscitano in noi. È stupefacente scoprire attraverso i percorsi esistenziali, riportati  con garbo e leggerezza dall’autrice, che l’affinità innata degli esseri umani per altre forme di vita –  qui il mondo vegetale – è un cammino possibile verso il xalos xai agatos, quindi verso l’armonia. Approdo di questo percorso non può che essere il contesto in cui tale mondo si innesta e inserisce, al di là e a prescindere dalla volontà di chi di questo messaggio è stato nocchiero. Siamo grati, quindi, all’autrice che nella narrazione di 32 storie singolari di vita ”… che… si assomigliano, si intrecciano e incrociandosi …….si ibridano… in pagine dove risuonano emozioni e competenze… “ ci ha svelato una via singolare verso la Bellezza. Emozioni che producono altre sensibilità, dedizione, cura, attenzione e nuovi comportamenti verso il Bene Comune. Talvolta dalle piante al territorio e alle sue vocazioni primigenie, all’ambiente, al paesaggio. Sempre dalle piante alla bellezza, all’armonia.

E riportando dalla prefazione dell’autrice: “…non ho la patente… per raggiungere i miei amici sparsi per tutta Italia ho usato ogni mezzo pubblico a disposizione…compreso l’autostop… “ , scopriamo che le è stato così possibile conoscere ”… certi angoli sperduti … prendere appunti su un vecchio quaderno …” e collegare il viaggio e la meta in una rete impercettibile di emozioni, al di là del visibile. E ancora all’avvio dell’intervista con “ che bambino sei stato ? ” …Ogni volta una conferma alle teorie di Wilson – biologo, ambientalista – sulla predisposizione genetica familiare e le specifiche esperienze infantili…Dunque i nonni, le nonne, i papà, le mamme, le zie, Salgari…hanno avuto il compito di aiutare a germogliare qualcosa che già era presente…di cui… il genoma è concausa… come dalle parole autorevoli di uno degli intervistati.L’autrice, testimone di tagliente lucidità… e di … rara libertà di pensiero ( A. Di Salvo) nelle interviste che ci propone diviene, e lo è anche, complice dell’amore per quel mondo. Amore che in lei ha percorso rivoli diversi ma non la fa essere meno appassionata dei suoi biofili. Come un sistema fisico che risuoni con una sollecitazione esterna, e pronto lì ad accoglierla la riconosca e la faccia sua per propagarla e diffonderla, così l’autrice feconda il suo cuore e la sua intelligenza con le storie di vita dei 32 intervistati e ce le fa amare e apprezzare mentre le sentiamo a noi vicine. E ci lasciamo trascinare nel mondo del verde, come via nuova per un impegno civile possibile a migliorare e a migliorarci. E…. Non appartengono ad una precisa classe sociale, anzi spesso non sono abbienti e comunque per loro non è il valore commerciale delle piante che conta.., ci dice l’autrice.                                                                                                                                                         Chi si fa tramite di un’opera d’arte perché altri la conoscano e ne godano, risponde a un richiamo di passione che evolve in necessità di raccolta, di cura e di condivisione. L’autrice in questo suo impegno di scrittura raccoglie cura e si fonde col lettore coinvolto, alla stessa maniera in cui i protagonisti appassionati, raccolgono, difendono, curano e diffondono le specie vegetali, dove la loro vita ha riconosciuto un principio etico ed estetico.                                                                                                                                                                        E il passo successivo, senza forzature conduce alla Terra Madre e alla sua salvaguardia. È un monito, questo libro, ad amare in ogni espressione etica ed estetica la vita, a partire da quella dell’uomo, testimonianza di alto valore in una rete che interconnette ogni essere vivente nel territorio. Qui ogni palpito dell’esistere, animale, vegetale, finanche inanimato evolve e si trasforma sino pure a perire ma sempre all’interno di un puzzle globale che chiede ascolto, rispetto e non prevaricazione e violenza.

Come il libro Gomorra di R. Saviano è una pietra miliare nell’indicare dove si annidi il male e come arginarlo nella società contemporanea, il libro Uomini e Piante d. L. Zanazzi ci indica una via per perseguire il bene a partire dal mondo del verde, ciascuno nella situazione sua propria.Nella propria casa, nel proprio giardino, come nei luoghi che appartengono a tutti della propria città, nelle scuole, nel proprio quartiere può esserci un laboratorio del verde a salvaguardia della biodiversità, non meno che nei centri di ricerca e nelle sedi universitarie.

E inoltrandoci ora, a volo di farfalla, nei racconti dell’autrice eccoci a Cavriglia nel giardino che ospita un museo vivente di rose e ad Agrigento nella valle dei Templi col museo vivente del mandorlo, dedicato a Francesco Monastra; e ancora in percorsi di piante rare e scopriamo che non necessariamente occorrono giardini estesi. Anche un piccolo cortile lastricato, insieme a tutta la casa, può divenire uno scrigno di preziosità verdi per un collezionista. E siamo condotti in giardini di soli 150 mq, e qui … come in una giungla, ogni pianta ospita altre piante …e anche un piccolo stagno con ninfee e pesci.. Anche i pappagalli parlanti”. E 1000 mq, casa compresa, bastano per far crescere 1500 varietà di piante, con circa 180 varietà di palme.. una sotto l’altra come nelle oasi. Incontriamo chi sostiene che nulla l’ha avvicinato di più al mistero della vita come le ore.. passate in giardino, ricordando quanto aveva scritto in una delle sue ultime lettere Goethe, la cui casa-giardino è stata nel 1998 dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità . Conosciamo chi dopo la musica, il teatro e il Dams a Bologna, catturato dal richiamo delle foglie, accetta l’irruzione del vegetale in lui, e non riesce più a fare a meno di quelle creature al di là del tempo. ”…presenza ancestrale… hanno visto nascere i dinosauri e li hanno visti estinguere… la cycas revoluta… archetipica nella sua precisione radiale…. la massima espressione della geometria nello sviluppo biologico, della spirale logaritmica, dell’equazione esponenziale della serie di Fibonacci…” , si legge. Ognuno ha una chicca da svelarci e con cui stupirci e scopriamo l’isola di Socotra nell’Oceano Indiano, monumento della Biodiversità, straordinario laboratorio di esperimenti unici della Natura dai risultati sorprendenti.                                                                                                                                                                               E a Palermo, dove la Pomelia esposta nei balconi dei palermitani e degli immigrati Tamil è simbolo di fertilità e di integrazione culturale per la comunità indiana che così può testimoniare la palermitanità acquisita, c’è chi scopre la passione per il verde, sino alla coltivazione delle piante, partendo dall’impegno civile …nella difesa del verde cittadino…e nella salvaguardia dei giardini storici dalla speculazione edilizia e dall’amministrazione pubblica arruffona, incolta, e approssimativa… e porta avanti la sua “…crociata… contro la cattiva gestione di spazi che venivano invasi da colate di cemento… sino a raccontare la storia della città.. in “cento alberi illustri” , una delle pubblicazioni a tema ambientale di cui è autore. E incontriamo chi dalle piante arriva all’arte contemporanea e alla poesia e come dal cappero e dal ficodindia il passo verso interessi ambientali e verso l’ecologia sia per lui breve, urge quindi andare oltre “al mondo delle piante e degli alberi in senso economico o ambientale… “, verso interessi più ampi, e ”…Allora il paesaggio! Ed ecco la ricerca sui paesaggi, alla definizione di una metodologia per descriverli, catalogarli in modo che conoscendoli si possa difenderli e valorizzarli.       E da qui ”…Le fonti …rinnovabili…e il petrolio che sta finendo… e si devono ridurre le emissioni di CO2 ,però non possiamo… coprire i paesaggi siciliani di mulini a vento e specchi… Dal cappero siamo arrivati a parlare di modelli di sviluppo e di stili di vita…” , e seguendolo ci inoltriamo con lui nel problema dei consumi, delle risorse limitate e del rischio di distruzione per il pianeta. Il messaggio civile ed etico assurge ora a una dimensione globale e ne deriva l’esortazione e l’auspicio perché i saperi scientifici, tutti, insieme a quelli umanistici imparino a dialogare e collaborino in sinergia. La posta in gioco è il pianeta che lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti.                                                                                                                                                         E Veniamo a sapere scorrendo ancora tra le testimonianze, di come, sotto l’occhio distratto delle istituzioni, l’industria legata al petrolio (raffinazione e produzione energetica) continui a pompare 24 ore su 24 da circa ottanta pozzi per il raffreddamento degli impianti, depauperando la falda acquifera, bene primario nel mondo agricolo. Acqua di raffreddamento che fino a qualche anno fa veniva dispersa in mare. Troppo imporre impianti di desalinizzazione all’industria del petrolio insediata nella valle del Mela dagli anni ‘60?

Ecco perché questo libro, edito da Derive Approdi, va tenuto sul comodino e diffuso, veicolo di formazione civile e culturale in un momento in cui il paese Italia e il quadro mondiale non consentono più di ignorare i temi del Bene Comune. Bene Comune da perseguire in una visione di globalizzazione che abbia come presupposto la ricerca della Bellezza e dell’Armonia.                                                                                                “Uomini e Piante” è un libro che può essere letto a volo di uccello. Aprendolo a caso ci si addentra, infatti, in uno dei 32 racconti di vita. Da non trascurare l’introduzione dell’autrice, specchio della passione dei suoi intervistati, e la postfazione di Andrea Di Salvo, cornice, entrambe che completano e impreziosiscono l’intero lavoro.

Da Torino in linea Marta Piccoliultima modifica: 2013-10-15T14:53:00+02:00da leonedilipari
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