di Riccardo Vescovo
Ci sono utenze telefoniche inutilizzate il cui canone è pagato a vuoto, ma ci sono anche contratti per la fornitura di energia elettrica che costano fior di quattrini. Tra miriadi di bollette recapitate agli uffici regionali, Palazzo d’Orleans ha scoperto un debito di 13 milioni di euro verso Enel e Telecom. Somma alla quale andrebbero aggiunti i 3 milioni dovuti da una società partecipata per il collegamento internet della rete telematica e altri 40 milioni di euro di debiti cumulati dall’Eas, l’ente acquedotti in liquidazione, nei confronti dell’Enel.
In totale fanno 56 milioni di euro che l’amministrazione in un modo o nell’altro dovrà liquidare per evitare il rischio di compromettere la funzionalità degli uffici o della rete idrica. Il dipartimento della Funzione pubblica è già al lavoro per accertare la reale entità del debito e mettere in pratica soluzioni per risparmiare sulle bollette.
I dipartimenti regionali ogni anno pagano una ventina di milioni tra bollette della luce e del telefono. Il debito di 13 milioni si sarebbe cumulato a causa del blocco della spesa dello scorso anno. Spesa che non è centralizzata per via di una legge che ha delegato ai dipartimenti i costi di funzionamento.
«In questi anni è mancata una regia – ammette l’assessore Valenti -così i costi sono lievitati ed è diventato impossibile controllarli». Il risultato oggi è una giungla di contratti, molti mai utilizzati e pagati a vuoto. I funzionari ne hanno contati in tutto 800 con l’Enel e 300 con Telecom riguardanti i soli dipartimenti.
di Giacinto Pipitone
«La realtà supera l’immaginazione»: Rosario Crocetta attacca ancora sul caso Ciapi. Dopo aver annunciato l’intenzione di chiudere il colosso della formazione professionale pubblica, finito al centro di una inchiesta della Guardia di Finanza per presunti finanziamenti illeciti a politici, il presidente mette sul tappeto alcune delle irregolarità rilevate nell’esame dei bilanci e dei carteggi dei corsi finanziati dalla Regione.
E così per Crocetta ci sono «due consulenti inquadrati in periodo di blocco delle assunzioni imputando la spesa al capitolo riservato al pagamento della tassa per i rifiuti solidi urbani, mandati di pagamento nei confronti di terzi senza copertura finanziaria e senza preventivo impegno di spesa producendo danno erariale».
Il capitolo più delicato resta quello sulla promozione e sulla pubblicità. Per Crocetta «hanno speso 3.794.856 euro per annunci pubblicitari. Neppure la Fiat…». E anche gli ispettori di Bruxelles hanno sollevato dubbi su affidamenti pubblicitari ripetuti e «sempre per importi da 211 mila euro, cioè inferiori alla soglia che renderebbe necessaria la gara». È da qui che, secondo la Guardia di Finanza, avrebbe potuto nascere un sistema di finanziamento illecito.