Amministratori locali. Le repliche

aziinoavvocato.jpgdi Alfio Ziino
 
Caro Signor Manni, ricambio davvero la stima che dichiara avere nei miei confronti ed è sopratutto per tal motivo che rispondo alla Sua garbata nota. La forma è sostanza, così come la diligenza è genio a sentir Hegel.

Nessuno si sogna, tra i credenti, di entrare in Chiesa in perizoma o in bikini.  Non si va in tavola, da ospite, a mangiar con le mani od a bere dalla brocca.
Se vi son tali regole una ragione vi sarà e credo sia il rispetto. Il violarle è una mancanza di riguardo, posto che la Chiesa non si appartiene al pellegrino in toples e la tavola non è dell’ ospite.
Aggiungo che mai ho creduto a folkloristiche movenze o spettacolari esibizioni. Di per sè son ridicole, specie se afferenti la cosa pubblica.
Fermo  restando che l’ abito non fa il monaco e  che il vestito grigio non fa il manager, acclarato anche che le citate vesti non son sinonimo di probità, ciò che conta è la capacità.  Affermare così come vox populi afferma che ad un pubblico amministratore si richiede “onestà” mi sembra poco o nulla. L’ onestà è presunta ma di un onesto incompetente o inconcludente non saprei cosa farne. Quel che si richiede è che sappia amministrare.
Del neo Sindaco di Messina è noto solo un tema: “No ponte”. Bene, e poi? pare vi sia il nulla.
Da ultimo. Lei afferma di ritenere che la filosofia di sinistra sia nel panorama partitico quanto di più affine vi è all’ esempio di Nostro Signore.
Non mischierei filosofia e partito, ma tralasciando ciò, ogni qual volta si parla di sinistra bisogna chiarire cosa si intenda.
Se sinistra è quella di Marx, di Lenin, di Mao, di Fidel Castro, di Che Guevara, di Patrick Lumumba e simili, e se chi si dichiara di sinistra costoro osanna, ritengo che Nostro Signore ne sia ben lontano.
Mi si dice che la sinistra non è questa. Bene, ma non mi si dice quale è, così come non mi si dice che cosa si intenda con l’ affermare “son di sinistra”. Fatto salvo il W LA MAMMA.  E fatto salvo che per affermare una propria identità non serve l’ esser “contro”, ma l’ esser “pro”. Ripeto, con stima.
 
mmannipiccola.jpgLA NOTA PRECEDENTE di Marco Manni

Caro avvocato,  sa quanto la stimo sul piano personale privato . Mi colpisce la sua interpretazione del primo ingresso del neo sindaco di Messina a piedi scalzi nella Casa comunale, gesto che invece a mio avviso è di grande umiltà e carico di simbolismo,  non certo di irriverenza o inciviltà. Gesto che mi fa sperare in un reale cambiamento di rotta.

Ho sempre pensato che la filosofia di sinistra, al di là del secolarismo estremo  che mai appartenne  ne mai apparterrà alla cultura italiana, sia nel panorama partitico, l’espressione politica più affine all’esempio di nostro Signore. Molto più dei partiti che imprimono nei propri loghi, simboli ed  appellativi  riferiti alla cristianità. Spiego la mia osservazione col la seguente citazione  che riporto in sintesi:

Esodo 3,1-6: DIO appare a Mosè in un roveto ardente [Or Mosè pascolava il gregge …e l’Angelo dell’Eterno gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo a un roveto. Mosè guardò ed ecco il roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava. Allora Mosè disse: «Ora mi sposterò per vedere …Or l’Eterno vide che egli si era spostato per vedere, e DIO lo chiamò di mezzo al roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Egli rispose: «Eccomi». 5 Dio disse: «Non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo santo».]

Io credo che il gesto simbolico del Sindaco di Messina, vada più correttamente interpretato in tal senso, assimilando la Casa comunale ad un luogo Sacro, davanti  al popolo e davanti a Dio.

Personalmente sono uno di quei cittadini stanchi, di vedere tra i piedi politicanti scorretti e corrotti, ma dal tono di voce distinto e rassicurante, presentabili sono in apparenza: nel vestire.

 
LA NOTA PRECEDENTE. di Alfio Ziino
 
L’elezione del nuovo Sindaco di Messina mi ha ancora una volta portato a riflettere sul “chi ci governa”.
Presentandosi all’ insediamento alla massima carica della città in maglietta e piedi scalzi, il nuovo Sindaco ha recato oltraggio alla Istituzione ed alla Città. Questo è quanto ritenevo, ma così non è. La cosa è stata accolta con manifestazioni di giubilo  e  nessuno dei nuovi consiglieri comunali ha pensato bene, per dire, di lasciare l’aula in segno di protesta. Anche tale neo Sindaco è manifestazione di “movimenti”, tanto amati dalla sinistra che, forse, ma solo forse, inizia a comprendere di avere allevato delle serpi in seno. Sono guai loro, ma non solo loro. L’ amministrazione della cosa pubblica non è materia per scappati di casa, genia che si ritrova anche nei così detti partiti. Fatto sta che, di elezione in elezione, la qualità umana, il livello culturale, il grado di civiltà degli eletti scema di volta in volta.

Nessuno ha un disegno, non una utopia ma un progetto a medio e lungo termine realizzabile, una offerta di concreta speranza, una visione vera dello stato delle cose. Soltanto slogan, parole vuote, al più un viva la mamma. Ed anche a Lipari è così. Gli operatori turistici annaspano, non sono più materialmente in grado di onorare i debiti nè verso i privati, nè verso la pubblica amministrazione. Sono certo che non pochi a breve falliranno e se non legalmente quanto meno di fatto. E forse sarà un bene. Chissà se, sulle rovine, qualcuno si porrà davvero quel quesito che da anni  inutilmente pongo: quale turismo si vuole a Lipari ed alle Eolie in generale: di massa, giovanile, elitario?  e, fatta la scelta, costruire alla bisogna, ben sapendo che occorrerà tempo.

Una nota. Amici mi riferivano che, per recarsi a Ponza, il biglietto dell’ aliscafo, per una traversata di poco più di un’ora, lo han pagato 50 euro e non per andata e ritorno. Chi ne avesse voglia, vada a vedere qual turismo vi è lì. Non sono “democratico”? Beh, pare che di “democrazia” non si viva.

Amministratori locali. Le replicheultima modifica: 2013-07-03T08:01:00+02:00da leonedilipari
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