Armiamoci e paghiamo

sleoneto.JPGdi Salvatore Leone

In questo momento di crisi fatta di tagli per punto parto, per tribunali, per spese mediche indispensabili, lo Stato o meglio rectius la Regione, pensa di sopperire alla soppressione del punto parto delle isole con un contributo di 3.000,00 euro a figlio, che a conti fatti aumenta le spese pubbliche. Ed infatti con 100 nascite l’anno si ha un costo di 300.000,00 euro con il quale si potrebbe gestire il punto parto. Sembra che si tenda solo a debellare il marchio D.O:C. di essere nato a Lipari. S orprende tutto ciò, esistendo spese pazze che potrebbero veramente essere diminuite e/o addirittura eliminate a totale beneficio del popolo italiano.

Grazie ad alcuni giornali, queste spese ed i relativi criteri vengono alla luce. Sono le spese di armamento dove l’Italia non taglia, anzi… L ’Italia da paese che impegna le sue forze per la protezione sociale e il benessere, sta diventando uno Stato che si indebita per le armi. L’Italia ha comprato costosissimi aerei, elicotteri, sottomarini e oltre 70 programmi di armamento, a colpi di quasi 4 miliardi all’anno, senza sommare gli altri investimenti. F-35 , cacciabombardieri e soldati robotizzati. Per gli F-35, i tecnici calcolano che la fase post acquisto sarà più costosa dell’acquisto stesso, nell’ordine di quasi tre volte. Con gli F-35 nei prossimi 20 anni, l’Italia dovrà prevedere una cifra che oscillerà fra i 25 e i 40 miliardi di euro. La Difesa sta spendendo più di mezzo miliardo di euro per l’acquisto da Israele di due Gulfstream 5, aerei americani considerati come Ferrari dei cieli.

Il Parlamento italiano con le armi può pronunciarsi liberamente, a patto che dica sì. Se dice no, l’aereo o il sottomarino si compra lo stesso, perché il voto ha valore solo consultivo. Sorprende che le spese per la Difesa siano stabilite con questi criteri abbastanza disinvolti. E’ vero che qualsiasi paese non può fare a meno di spendere per difendersi perchè previsto anche dalla Costituzione italiana. Ovunque, però, queste spese vengono passate ai raggi X. In Italia, invece, sembra una prerogativa degli stati maggiori tutt’al più d’intesa con il ministro di turno. Se poi il ministro è un militare cresce il rischio di una autoreferenzialità in divisa o divisa. Dipende da chi attacca e da chi difende indipendentemente da chi paga.

Baciamo le mani.

Armiamoci e paghiamoultima modifica: 2013-01-17T09:03:55+01:00da leonedilipari
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