Bertolaso, «Cambiamenti climatici e intervento dell’uomo principali cause del dissesto idrogelogico»

gbertolaso.jpgUn’analisi impietosa quella venuta fuori dal rapporto Ecososistema 2009 redatto da Legambiente e presentato questa mattina a Roma, rispetto all’immobilismo di molti comuni italiani in tema di dissesto idrogeologico. Un rischio che, secondo anche quanto dichiarato dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, incide in molto rilevante sul numero delle vittime e sui costi che il paese deve affrontare per correre ai ripari. Inevitabile il riferimento fatto da Bertolaso proprio alla tragedia che ha interessato la nostra città: “Quanto verificatosi a Messina e Giampilieri – ha dichiarato – è l’esempio lampante di come la questione della prevenzione e della tutela del territorio non venga affrontata nel modo corretto, spesso in modo superficiale”. Alla mano dell’uomo, aggiunge il rappresentante della Protezione Civile, si aggiungono poi cambiamenti climatici che aumentano il pericolo di disastri, ancor di più in zone come quella dei villaggi sud dove la situazione è già al limite. E anche stavolta non manca un rimando alla “bomba d’acqua” esplosa in tutta la sua violenza la notte del primo ottobre, e che nel giro di poche ore ha determinato l’accumularsi di oltre 200mm di pioggia.
Secondo i dati forniti dal rapporto di Legambiente, (correlato l’articolo sulla situazione di Messina), sono ancora molte le amministrazioni comunali italiane che tardano a svolgere un’efficace ed adeguata politica di prevenzione, informazione e pianificazione d’emergenza, poche quelle che svolgono un lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico, e oltre un comune su quattro non fa praticamente nulla per prevenire i danni derivanti da alluvioni e frane. L’indagine condotta su 1485 centri d’Italia rivela che: nel 79% dei casi sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimita’ degli alvei e in aree a rischio frana. Soltanto il 7% dei comuni intervistati ha intrapreso azioni di delocalizzazione di abitazioni dalle aree esposte a maggiore pericolo e appena nel 3% dei casi si e’ provveduto a delocalizzare insediamenti o fabbricati industriali.
Nel 36% dei centri non viene svolta regolarmente un’attivita’ di manutenzione ordinaria delle sponde dei corsi d’acqua, appena il 43% e’ dotato di sistemi per mettere in sicurezza i cittadini in caso di necessita’. Quanto a piani di emergenza e formazione, in Italia i comuni sono ancora in ritardo: il 26% delle amministrazioni ha organizzato iniziative dedicate all’informazione dei cittadini e il 29% ha organizzato esercitazioni: anche in questo Messina non vanta certo primati da record.

Bertolaso, «Cambiamenti climatici e intervento dell’uomo principali cause del dissesto idrogelogico»ultima modifica: 2009-12-09T16:43:00+01:00da leonedilipari
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