
Controcorrente Eoliana

Il giorno in cui al dottor Edoardo Bongiorno comunicarono che avrebbero spostato il monumento creato dal padre in piazza Mazzini, siamo sicuri che quel muro dall’apparenza ciclopica iniziò a crollare e lui liberamente sognò di portarselo in albergo. Ma da gran signore smise di lottare e si accontentò di vederlo all’angolo. Ma niente fù più come prima. Non gli mancò il coraggio della contestazione, gli aumentò il coraggio di restare in silenzio. Quel silenzio che alle luci dell’alba del dopo Pasqua lo vide seduto sul camioncino dell’albergo per arrivare prima in cielo, partendo dal suo nido di lavoro. Poi un bianco telo come sipario si calò davanti all’isola per stabilire il confine fra il sogno e la realtà.
I risultati elettorali, alle Eolie dimostrano tutto e niente. Chi è l’ultimo ad amministrare perde e resta con le pive nel sacco. Per le nazionali non c’é mai stato un interesse particolare e quindi si vota in libertà. Quella vera, senza “cianciuoli&cannolicchi”. Ed é proprio così nel segno della libertà che chi c’era prima si è fatto sfilare un patrimonio con l’arma bianca elettorale della scheda. Ma onore sempre a chi arriva prima, anche se l’importante è vincere durante.
Per sole tremilaseicento euro il geom. Aldo Natoli é riuscito ad esporre il comune di Lipari alla fiera del turismo di Milano. Un miracolo. A questa cifra va aggiunta la spesa del viaggio&pernottamento, per presenziare nello stand, del sindaco, dell’ assessore al Turismo, del presidente del Consiglio e del ragioniere capo del comune con delega al turismo (novità) che posizionati dietro il bancone hanno sudato le 6 magliette corrispondenti alle 6 isole amministrate. Alla fine della fiera é giunta una relazione dettagliata e piangente. Niente invece sui contatti e su eventuali contratti conclusi. Con 600 euro ad isola +vitto, alloggio, spese di viaggio e diaria, Lipari é riuscita ad arrivare a Milano. Salina che delle Eolie fa parte ha preferito restare fuori, puntando su una bacheca a Sanremo. I tre comuni, per la Bit, avrebbero speso qualche migliaio di euro per completare le Eolie. Ma ciascuno è rappresentante di se, salvo squadrare quello che non quadra. Ma qui siamo al settimo quadro con nessuno che vuol far quadrato.
Alle Eolie dovrebbe arrivare anche la signora Fornero, regina dei professori, per chiudere il cerchio delle visite tecnicamente politiche. In tanti hanno voglia di ascoltare il piemontese ministro del lavoro. Potrebbe arrivare fino alle montagne della pomice come fece il suo predecessore Donat Cattin, piemontese anche lui ed anche lui ministro del lavoro prima di finire alla sanità, ma curato a Montecarlo. L’arcipelago ha bisogno di parlatori politici e tecnici per continuare a dormire ed a sognare lo stipendio senza lavoro. Salvo svegliarsi con l’incubo del lavoro senza stipendio.
Giungono notizie dalla Costa Azzurra (da Mentone in su) che i turisti non mancano mai.
Giungono notizie che gru e scavatori costruiscono spiagge libere per bagnanti mettendo a disposizione gratuita anche la doccia.
Giungono notizie che addirittura nella stessa mentone si percorrono i sentieri in groppa agli asinelli facendo impazzire i bambini tedeschi.
Giungono notizie che i prezzi dei ristoranti sono superiori di un 30% di quelli italiani, eppure sono pieni di italiani che attraversano la frontiera.
L’idea è che la crisi del turismo non c’è, salvo nei posti che per il turismo non fanno niente.
Le Eolie – purtroppo – vivono una crisi turistica.
Dai liberi balli nelle aie che sapevano di fieno e di mucche che avevano appena smesso di trainare i pesi, si spargeva la felicità fra gente di campagna e gente di Lipari centro, al suono di una scintillante fisarmonica. Libertà di divertimenti fra panieri stracolmi di frutta e patate lesse “cu piscistoccu”. Crescevano le balle di fieno, lontane dal mare ma con il mare in bella vista. La storia delle balle continua in queste Eolie dove crollano i nuovi porticcioli come anteprima del “megaportoturistico&altrosenzapiscina”, senza suoni, senza frutta e senza balli. Che balle!
Prima o poi verrà fuori che per far valere i diritti di tutte le categorie eoliane, sarà necessario organizzare un comitato permanente di protesta per le Eolie. Sarà necessario assoldare 10/12 professionisti della protesta, di quelli con il curriculum pieno e non i soliti raccomandati dalla politica che poi sono i “cumpari&cumparieddi “. Non c’è altra scelta, non c’è altra strada. Vediamo già l’annuncio per la ricerca del personale. “Comuni eoliani cercano protestanti professionisti, retribuzione commisurata all’esperienza che dovrà essere almeno decennale anche straniera. Titolo di studio richiesto: laurea in protesteria!”.
Il sottofondo musicale che accompagna le vacanze eoliane degli eoliani (non è un errore) è la dimostrazione che in queste isole eternamente in vacanza si vive bene. Salvo la mancanza di servizi ed infrastrutture che la politica non riesce a dare, addirittura peggiorandoli. Nel caso dell’arcipelago eoliano la scelta è per tutte le tasche. Si scopre anche che si può fare a meno dei mezzi di navigazione. Basta saper nuotare. Adesso si chiederà alla premiata Bassino&Fazio di tirare su una scuola di nuoto chiamandola “Le lezioni della vita”. Per galleggiare a suon di bracciate. Questo&altro.
Il voler dimenticare Ginostra, girandosi dall’altro lato dell’isola, porta a pensare che i voti son pochi oppure che la frazioncina di Stromboli deve tornare antica oppure peggio. Se la nave salta, il rollo non c’è, ma gli asini ragliano, si cerca di possedere l’interrogativo perpetuo di chi ci vive in modo naturale ma sacrificato. Rischi connessi. Insensibili alle urla degli abbandonati abitanti, la politica liparota ha una sola arma per difenderli. Le vie legali. Il comune di Lipari che tanto spende in avvocati, sopra tutto forestieri, ha solo da denunciare chi fa il furbo. Interruzione di pubblico servizio. Parcella più, parcella meno, parcella uguale.
Il peso politico, in tempi di diete tirreniche, per le Eolie oltrepassa il confine del grasso per procurare recinti “panciali”. Il difetto dell’arcipelago in mano a nessuno, salvo lo “zompo “in corsa per l’appalto appetitoso di turno. Fra le abbuffate e le diete arriva il peso e li basterebbe prima e dopo pesare i politici per poi votarli un…tot al chilo. Un felice contadino dice sempre: “U votu passa, si posa e pisa”.
Ci sono conti pepati che alle Eolie non vuol pagare nessuno. Fra danni ambientali, progetti dannosi e dannate opere, una parte importante degli isolani si chiede perchè la politica non deve pagare i danni che arreca spacciandoli per doni. Altri chiedono, fregandosene delle leggi nazionali, di far certificare i programmi dei prossimi politici chiedendo garanzie bancarie nel caso dei danni. Sembra una proposta sensata per eliminare il bla-bla “politico&bugiardico”. Almeno alle Eolie la politica deve essere certa quando parla e certa quando agisce. Altrimenti passare alla cassa per pagare e non per incassare. Che bello! Che onestà di principi! Che eolianità!
Nessuno ha voglia di parlare dello “spin off” eoliano per scorporare le Eolie turistiche dalle Eolie residenziali. Questo tipo di bilancio bisogna farlo con urgenza per stabilire cosa gli isolani pagano alla vita turistica e cosa i turisti pagano alla vita isolana. Il tutto diviso isola per isola creando una fase di mutuo soccorso con la speranza che la gestione politica riesca a vedere e leggere i risultati con il taglio degli sprechi ed il relativo risparmio a favore degli isolani. Il fatto grave è che l’unico “spin off” che si può fare alle Eolie è la rintracciabilità della provenienza politica del bilancio in rosso che continua a chiudersi in questo arcipelago più off che on.
Il futuro dice: spendere non è più di moda. Low cost è diventato una bibbia di vita, un tormento del risparmio per chi è anche ricco, salvo i nuovi ricchi tipo “dalla Russia con i rubloni” che scivolano nelle tasche come saponi. Nell’attesa del battesimo Eolie low cost, anche se silenziosamente già produce stanze a pochi euro, farebbe piacere a tutti vedere in queste isole appalti low cost, politica low cost e voti low cost. “Cost quel che cost”. Vedere la trasformazione di Marina Piccola da salotto a tinello per un turismo casual. Ecco l’innovazione eoliana, il futuro da chiamare Casual Cost e tutti alle low cost urne.
Nella terra di Eolo e nel mare di Eolo, si recupera la memoria del piroscafo “Eolo” demolito il 19 aprile 1978 dopo 42 anni di onorato servizio senza lamentele e mal di pancia. Le sostituzioni di quel fantastico mezzo marino non sono certamente passate inosservate. L'”Eolo” ricorda vagamente la vita politica del sindaco Checchino Vitale che a lungo durò e governò lasciando un vuoto “parentelare” nel susseguirsi dei sindaci , pochi dei quali hanno lasciato il “marchio” e senza purtroppo dotare l’arcipelago di sbocchi meritevoli e riconoscibili ad uno stile di clientela importante che è transitata ma mai si è riconosciuta nella vita eoliana.