Da Berlino in linea Gilormino Casali. “La Giornata della Memoria”. Per non dimenticare…

gcasali2.JPGdi Gilormino Casali

Da molti anni faccio sempre la solita strada, o per passeggiare o per andare a fare la spesa, vedevo spesso quelle berlino.JPGtarghette di rame d’avanti a molte case, credevo fossero targhe di riferimento per acqua, gas o luce, finché la curiositá di leggere quello che stava scritto su quelle targhette, mi fece fare un passo indietro quasi spaventato, ma la curiositá vinse la mia paura: mi chinai e lessi quello scritto, c’era scritto: I nomi di famiglie intere che i nazisti avevano prelevato dalle loro case e trasportati nei famosi LAGHER, per lo stermino degli Ebrei, sentivo in quel momento i rumori dei camion, le grida dell SS ( sicurezza di Stato) le grida delle persone, il pianto dei bambini. Per me é stato quasi uno sciock, mai avrei creduto, che in quelle case vicino alla mia, ci fosse stato quel trasporto di persone che mai piú videro la loro casa e forse neache i loro parenti superstiti! Ho visto molti campi di concentrazioni d’Ebrei, non consiglio nessuno di visitarle, vedere ancora oggi, quelle montagne di capelli, occhiali, scarpe di tutte le misure, e i famosi forni e quando vedevo qualche scarpa  di bambini, scendevono le lacrime, senza che Tu te ne accorgevi. Circa sei milioni di Ebrei sono stati assassinati, senza contare gli zingari, Sinti e Roma, prigionieri di guerra di tutte le nazioni, anche la figlia del Re d’ Italia, principessa Mafalda di Savoia, fece la stessa fine. I Lagher di Maidanek, Treblinka, Sachsenhausen, Ausschwitz, Buchenwald, Theresienstadt, e molti italiani Ebrei e prigionieri di guerra, finirono in quei forni !! Fortunato é stato chi fu ucciso a fucilate, cosí non ha sofferto, come hanno sofferto i loro compagni. Il mio professore di lettere, Vito De Vita, che tutti conoscono a Lipari, (Fu pure Lui nei Lagher ma non ricordo in quale), alcune volte ci raccontava a scuola “qualcosa” ma allora io credevo che fossero delle “balle”, ma quando ho visto con i propri occhi (i Lagher), ho chiesto in me “scusa professore De Vita” per me era una cosa impossibile, che una persona potesse avere tanto odio, contro un popolo, cosí intelligente. Finisco mandando cari saluti al signor Giuseppe Mollica di Canneto, perché Lui sa, meglio di me, cosa significa finire un un Lagher. Io li ho visti, Lui li ha vissuto!

Da Berlino in linea Gilormino Casali. “La Giornata della Memoria”. Per non dimenticare…ultima modifica: 2011-01-27T19:00:00+01:00da leonedilipari
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