Da Cagliari in linea Felice D’Ambra

fdambra12.JPGdi Felice D’Ambra

L’Incubo del Ritorno al Passato.

Tutto il mondo è in crisi e tutto ebbe inizio col fallimento dei “Lehman Brothers Holding Inc.”, la società finanziaria americana, che nel settembre 2008, trascinò l’intero globo nella recessione.

La nostra magnifica Italia fece in fretta e da qualche anno, è la causa di una nuova emigrazione che sta interessando la Penisola, maggiormente l’amara terra meridionale e Isole di Sicilia e Sardegna.

Una triste situazione di quel passato che ritorna nella memoria di milioni d’italiani, a ricordare col senno di poi, la distruzione che causò nel nostro territorio e non solo. Tutto iniziò subito dopo la seconda guerra mondiale, quando milioni di nostri connazionali del Nord e del Sud, i più numerosi il popolo siciliano e Isole minori, furono costretti a emigrare lasciando a casa le famiglie, anziani genitori, mogli e figli in tenera età, e partire verso terre lontane, sconosciute. Oggi nel ventunesimo secolo, a causa della continua chiusura di Industrie, fabbriche, medie e piccole imprese che sotto il peso dei debiti, di mancanza di commesse, non sono più in grado di reggere il passo e chiudere bottega, mandando a casa centinaia di operai e dirigenti. Una prova tangibile anche del fallimento di una politica inconcludente senza precedenti, che ha provocato e che continua ancora, una desolazione tale, da riportare la Penisola indietro nel tempo. La disoccupazione ha creato un incubo nuovo e un grosso flusso migratorio verso l’estero, soprattutto in Germania, “eldorado europeo” terra promessa per meridionali, sardi e non solo. Migliaia di siciliani hanno già lasciato la mala terra che non da lavoro, soprattutto di quei paesi della provincia D’Agrigento, Palma di Montechiaro, Aragona e Favara e altri paesini, si apprestano a seguirli.

La partenza dei disperati senza lavoro avviene nelle prime ore del mattino, quando ancora assonnati dalla sveglia notturna e con pochi bagagli appresso, gli emigranti attendono alla fermata, il Bus “Sicilia – Germania” che parte dalla cittadina di Ribera. Quel Bus della speranza di questa generazione e di nuova migrazione, che da alcuni anni non ha mai smesso, continua a trasportare uomini e donne, giovani, ragazzi e intere famiglie. Accompagnati dalla malinconia e dalla nostalgia, i viaggiatori lasciano per sempre la terra che li ha visti nascere e forse, non li vedrà mai più tornare. Il Bus attraversando il territorio d’Agrigento, si lascia alle spalle l’illuminata millenaria Valle e il Tempio di Hera Lacinia (Giunone) e quei paesi abbandonati dalla fame di lavoro. E, come in un film Western, questi paesi restano deserti, con le case abbandonate, finestre e porte sbarrate, come se la maledizione e la lebbra, si fossero impossessate di questi luoghi di carestia, dimenticati da quello strano mondo fatto di figure di cartone, che non ha pietà di niente e di nessuno. Dopo la traversata dello stretto di Messina, il Bus si ferma a imbarcare altri emigranti della terra dei Bronzi di Riace e fare sosta nel meraviglioso lungomare Matteotti di Reggio Calabria, definito dal Poeta Gabriele D’Annunzio “il più bel chilometro d’Italia”. Il Bus della speranza riparte, mentre i malinconici emigranti ammirano il profilo di Messina che ancora al semibuio, brilla di luci e ombre oltre lo stretto, mentre gli emigrati col nodo in gola e le lacrime agli occhi che scendono copiose a bagnare il viso, a dare l’addio a quello struggente spettacolo e alle ostili amare terre di Sicilia e di Calabria. Con la riconferma della Cancelliere di ferro Frau Angela Merkel, la locomotiva della Germania Unita che con la forza dell’industria; è considerata l’unica Nazione in Europa, in grado di offrire posti di lavoro, soprattutto agli italiani, molto apprezzati, anche se non si sa, come siano retribuiti. Anche nell’arcaica Sardegna dell’interno e in Barbagia, si soffre la crisi del lavoro. Molti paesi sono spopolati da  qualche tempo, mentre ora non si parte più da soli, ma intere famiglie hanno già lasciato l’amara arida terra natia. Poiché la speranza di lavoro e la ripresa in Italia sono ridotte al lumicino, altre famiglie; imbarcandosi dall’Aeroporto di Olbia Costa Smeralda, per Berlino Schönefeld, lasciando per sempre le loro case e la Sardegna, ad attenderli, ci sarà una vita migliore. Diverso e triste è stato quel destino crudele  riservato ai tredici immigrati, che dopo aver abbandonato il proprio paese per una vita migliore, frustati e spinti in quel mare che gli ha consegnati cadaveri sulla spiaggia di Sampieri, a Scigli in provincia di Ragusa, poco distante dal set cinematografico del Commissario Montalbano.  

Nonostante la “grande Sicilia” che ha dato i natali a due premi Nobel (Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo), quattro Patrimonio Unesco (La Valle dei Templi, Siracusa Isole Eolie e il Vulcano Etna). La Sicilia di quelle Isolette, gioielli in mezzo a quel mare che a causa dei trasporti; sono lontani dal mondo civile e maltrattati di tutto da un’indifferenza politica e non solo. Definita il giardino d’Europa, ma anche di raccomandati, di servilismo, la Sicilia dei Vespri siciliani, dei mille di Garibaldi, del Risorgimento, del Barocco, del Gattopardo, di una storia millenaria, culla dell’arte e di un’antica cultura, potente turisticamente che vanta tante bellezze uniche, che l’hanno resa celebre nel mondo, e non solo di mafia, spaghetti e altro. In quella Sicilia dal clima meraviglioso, dove si potrebbe vivere di solo turismo tutto l’anno (se fosse ben organizzato), avrebbe la possibilità di offrire migliaia di posti di lavoro; mentre quella Sicilia di oggi, assiste inerme a un incredibile arretramento, a un desolante spopolamento d’interi paesi abbandonati, e a un declino inesorabile senza via di speranza, incredibilmente tornata ai tempi bui di quel passato, che con prepotenza ritorna.

Da Cagliari in linea Felice D’Ambraultima modifica: 2013-10-02T10:35:12+02:00da leonedilipari
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