Da Catania in linea Giuseppe Carrà

Caro direttore,

gcarra.jpgintervengo, in punta di piedi, sulla vicenda della soppressione, dal 13 settembre, della sezione distaccata del Tribunale. Gli appelli si moltiplicano, in queste ore. Il provvedimento di razionalizzazione, deciso dal Governo e convertito dal Parlamento, ha il dna del burocrate ministeriale. Un soggetto che utilizza come stella polare, i freddi numeri, per raggiungere quell’agognato principio del pareggio di bilancio, di recente costituzionalizzato. E’ la somma, dunque, che fa il totale direbbe Totò. Come tutti i provvedimenti che ragionano per numeri, non tengono conto delle esigenze reali dei cittadini, dell’impatto sociale. La paventata, quasi certa, soppressione della sezione distaccata del Tribunale, rappresenta un problema annoso per gli operatori del diritto, che saranno costretti a veri e propri viaggi della speranza, per poter diligentemente assolvere ai loro compiti, ma anche il comune cittadino il quale sarà anch’esso costretto ad affrontare nuovi e, certamente non richiesti, pendolarismi. Che fare??? Ha ragione chi sostiene che il problema è politico, che la strada da intraprendere andava percorsa da tempo. Sollecitando, incontrando, spiegando le peculiarità del territorio e la necessità di tagliare ove relamente gli sprechi ci sono.

Non credo che le sezioni distaccate dei Tribunali delle isole minori, risolvano il problema della spesa pubblica del paese. Una razionalizzazione andava e va fatta. Esistono presidi di legalità a pochi chilometri di distanza, come esistono presidi ospedalieri in un raggio ristretto. Ma il mare che separa una realtà sociale da un’altra è cosa diversa da una strada. Le conquiste del passato, avevano una logica e consideravano questo parametro come vitale. Un arcipelago di isole, così come un’isola, deve avere garantiti i diritti fondamentali più degli altri. I nostri padri costituenti, hanno identificato, nelle terre lontane, quelle che necessitavano di maggiore autonomia, di maggiori poteri. Le isole minori, i comuni, le istituzioni (scolastiche, sanitarie, giudiziarie, di legalità) che operano in questi territori, geograficamente disagiati, devono avere garantita questa specialità.

Per cui la soppressione, di una scuola, di un ospedale, di un ‘istituzione, pesa molto più in questi territori che non in altri e rappresenta una sconfitta, che le istituzioni che ci rappresentano hanno il dovere di tutelare e il diritto di spiegarne l’essenzialità a chi, vivendo nel chiuso di un ufficio, romano, non ha contezza della realtà delle cose ma solo dell’astrattezza dei numeri.
Un caro saluto

Giuseppe Carrà

Da Catania in linea Giuseppe Carràultima modifica: 2013-06-15T14:35:00+02:00da leonedilipari
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