LA STAMPA.IT – Il giorno dopo il violento nubifragio che si è abbattuto sull’arcipelago delle Eolie si contano i danni: si stimano circa 30 milioni di euro anche se i dirigenti della Protezione civile sono al lavoro per redigere un bilancio definitivo.
A Lipari nessuno ricorda un alluvione così devastante in tempi recenti. L’ultima risale al 1860. Il sindaco Marco Giorgianni ha chiesto lo stato di calamità naturale, richiesta che viene avanzata al governo Monti anche da numerosi politici che hanno espresso vicinanza alla popolazione. Sotto un caldo sole, isolani e turisti hanno trascorso l’intera giornata di oggi a ripulire abitazioni, negozi, strade e a tentare di recuperare auto e mezzi travolti dal fango e dai detriti trascinati dai torrenti. Ed è già polemica per la cementificazione di numerosi torrenti, straripati per le forti piogge.
«Per fortuna l’alluvione è durata solo due ore, perchè sarebbe stata la fine; anche stavolta San Bartolomeo ha protetto la sua isola», è il ritornello di alcuni anziani. L’acqua ha trascinato tonnellate di rifiuti abbandonati nella discarica abusiva di materiale da risulta che viene utilizzata da trent’anni nel costone di Annunziata. Tutto il dirupo è crollato e, lungo il torrente di Valle asfaltato e trasformato in centro abitato, ha trascinato di tutto. Il fiume di fango ha allagato la scuola media tanto che il preside Renato Candia è stato costretto a far evacuare il piano terra e a trasferire i 200 ragazzi in sicurezza al primo piano. Domani le scuole rimarranno chiuse, come previsto da un’ordinanza del sindaco. Lungo la via Roma è finito di tutto: vecchi elettrodomestici, motorini, biciclette, la melma ha sommerso le auto, allagando case e negozi.
A Canneto e a Calandra è stato un disastro. La montagna di detriti di pomice si è riversata nella strada, un bus e diverse auto sono state quasi sommerse. Analoga situazione lungo tutti gli altri torrenti. Gli isolani sono rimasti ’sequestratì in casa per alcune ore. Forestali, carabinieri, vigili del fuoco, polizia municipale, volontari della protezione civile, operai comunali e le ditte locali si sono prodigate con ruspe e mezzi meccanici riuscendo a tempo di record a bonificare e ripulire le vie principali. All’opera con scope e pale anche tanti abitanti, turisti e villeggianti. I tecnici sono al lavoro per mettere in sicurezza il costone di Annunziata e soprattutto i torrenti dell’isola (compreso quelli di Lingua a Salina), anche se non sarà facile. Negli ultimi decenni quasi tutti i corsi d’acqua sono stati cementificati, sopra l’acqua sono stati costruiti palazzi.
CORRIERE.IT – ISOLE EOLIE
CRONACHE Piogge torrenziali e fango, chiesta la calamità. Lunedì scuole chiuse
REPUBBLICA.IT – Il giorno dopo il nubifragio che ha danneggiato Lipari si contano i danni: si stimano circa 30 milioni di euro anche se i dirigenti della Protezione civile sono al lavoro per redigere un bilancio definitivo. A Lipari nessuno ricorda un alluvione così devastante in tempi recenti. L’ultima risale al 1860. Il sindaco Marco Giorgianni ha chiesto lo stato di calamità naturale, richiesta che viene avanzata al governo Monti anche da numerosi politici che hanno espresso vicinanza alla popolazione. Oggi sotto un caldo sole, isolani e turisti hanno trascorso l’intera giornata a ripulire abitazioni, negozi, strade e a tentare di recuperare auto e mezzi travolti dal fango e dai detriti trascinati dai torrenti. Ed è già polemica per la cementificazione di numerosi torrenti, straripati per le forti piogge.
“Per fortuna l’alluvione è durata solo due ore, perchè sarebbe stata la fine; anche stavolta San Bartolomeo ha protetto la sua isola”, è il ritornello di alcuni anziani. L’acqua ha trascinato tonnellate di rifiuti abbandonati nella discarica abusiva di materiale da risulta che viene utilizzata da trent’anni nel costone di Annunziata. Tutto il dirupo è crollato e, lungo il torrente di Valle asfaltato e trasformato in centro abitato, ha trascinato di tutto. Il fiume di fango ha allagato la scuola media tanto che il preside Renato Candia è stato costretto a far evacuare il piano terra e a trasferire i 200 ragazzi in sicurezza al primo piano. Domani scuole chiuse. Lungo la via Roma è finito di tutto: vecchi elettrodomestici, motorini, biciclette, la melma ha sommerso le auto, allagando case e negozi. A Canneto e a Calandra è stato un disastro. La montagna di detriti di pomice si è riversata nella strada, un bus e diverse auto sono state quasi sommerse. Analoga situazione lungo tutti gli altri torrenti. Gli isolani sono rimasti ‘sequestrati’ in casa per alcune ore. Forestali, carabinieri, vigili del fuoco, polizia municipale, volontari della protezione civile, operai comunali e le ditte locali si sono prodigate con ruspe e mezzi meccanici riuscendo a tempo di record a bonificare e ripulire le vie principali. All’opera con scope e pale anche tanti abitanti, turisti e villeggianti. I tecnici sono al lavoro per mettere in sicurezza il costone di Annunziata e soprattutto i torrenti dell’isola (compreso quelli di Lingua a Salina), anche se non sarà facile. Negli ultimi decenni quasi tutti i corsi d’acqua sono stati cementificati, sopra l’acqua sono stati costruiti palazzi.Sono numerosi i politici che chiedono al governo Monti la proclamazione dello stato di calamità. Il coro di solidarietà del mondo politico parte dai candidati alla presidenza della Regione. “Ancora una volta una località della nostra Regione lamenta danni gravissimi per un evento legato al maltempo e sinceramente ciò non è più tollerabile”, dice Rosario Crocetta, candidato alla presidenza della Regione siciliana. Gianfranco Miccichè, anche lui candidato governatore, sollecita il governo Monti a dichiarare “lo stato di calamità al fine di avviare tutte quelle azioni indispensabili per ripristinare la normalità nelle isole” e chiede “altrettanto celermente la definizione di un piano regionale di interventi per la protezione del paesaggio e lo sviluppo controllato del suolo e delle coste”. Per il coordinatore nazionale del Pid, Saverio Romano, bisogna “recuperare e valorizzare una pianificazione urbanistica che abbandoni l’idea che un territorio valga solo se potenzialmente trasformabile in metri cubi da costruire, incentivando quell’edilizia sana che recuperi, nel contempo proteggendolo, il suolo già compromesso”. “Il governo nazionale si attivi immediatamente per decretare lo stato di calamità naturale”, affermano in una nota congiunta, i parlamentari nazionali Carmelo Briguglio (Fli), Pippo Fallica (Grande Sud) e Giovanni Pistorio (PdS) secondo i quali “il silenzio sull’ennesimo dramma che sta colpendo alcuni cittadini siciliani non può e non deve indurre nessuno al menefreghismo”. Anche per il deputato regionale Filippo Panarello (Pd) “quanto accaduto ripropone la necessità di attuare interventi di messa in sicurezza in un territorio che troppo spesso viene stravolto da eventi climatici: servono opere di prevenzione da attuare con la sinergia fra Stato, Regione ed enti locali”.
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