di Clara Raimondi

Vincenzo Consolo, noto scrittore di origini siciliane, lascia Milano dopo oltre 40 anni e, all’età di 76 anni, decide di fare definitivamente rientro nella “sua” Sicilia, a Sant’Agata Militello.

«Oggi la Milano dei miei sogni e delle mie aspettative è una città irriconoscibile, per dirla con Rushdie. Una centrale della menzogna. Adesso pero’ e’ giunto il momento del ritorno. Torno nella mia terra. Voglio morire nella mia Isola» ha dichiarato ieri al al settimanale Asud’ Europa del Centro Pio La Torre.

La notizia era già stata anticipata a marzo di quest’anno nell’ intervista eoliana  che mi ha gentilmente concesso nella sua bella casa milanese, stracolma di oggetti siciliani a testimonianza di un legame mai interrotto con la sua terra d’origine: «Al momento sono impegnato a scrivere un’opera per Mondadori, alla conclusione della quale l’editore ristamperà tutta la mia produzione nella collana Meridiani. Dopo quest’ultima fatica, mi piacerebbe lasciare Milano e tornarmene finalmente nella mia amata Sicilia», aveva già dichiarato allora. 

Consolo realizza così il sogno di migliaia, anzi milioni, di emigranti che dopo una vita di lavoro desiderano solo passare la vecchiaia e morire nel luogo dove sono nati. Lui ci riuscirà, nonostante le resistenze della moglie bergamasca, forse anche perché non ha figli che lo trattengano nella città dove ha lavorato una vita intera. Altri invece continuano a sognare la loro terra ma ci tornano solo nella bara, come è successo quest’anno a Saverio Camporeale e a molti altri prima e dopo di lui.

A tutti gli emigranti eoliani che vivono al nord ma sognano ancora il loro scoglio, auguro di continuare a sognare e di poter un giorno realizzare i loro sogni.