Da Napoli in linea Franco Ortolani

fortolani.JPGdi Franco Ortolani*

Mi sono posto alcuni quesiti: chi comanda in Italia nell’attuale epoca della “monnezzacrazia”? Chi comanda, cosa vuole? Che futuro si intravvede per l’ ”italiano qualunque”? E per l’ambiente e le risorse naturali di importanza strategica? Ragionando scientificamente ho ricostruito molto sinteticamente le vicende non dette, e che non si possono dire nei teatrini affollati di replicanti, che ci hanno traghettato nell’attuale periodo di neocolonialismo informale caratterizzato dal fatto che gruppi di persone che detengono il potere economico (lobbies) esercitano un dominio di fatto, teso a trarre profitti parassitari, a scapito di varie parti del territorio nazionale. Non si può non ricordare che nel dopoguerra vi è stato un “comando” che faceva riferimento al nordamerica, alle lobbies nazionali e ai rappresentanti dei cittadini nazionali. Tra questi ultimi vi erano i servitori delle lobbies e servitori dei “cittadini qualunque” costituiti da numerose persone di notevole qualità culturale e morale. Molto è stato fatto nei decenni postbellici grazie anche ad una forte e qualificata opposizione politica, fortemente radicata nel territorio, che aveva numerosi rappresentanti popolari in parlamento. Gli ordini delle lobbies erano fortemente contrastati dalle forze di opposizione e dalla personalità di vari esponenti della maggioranza anch’essi fortemente radicati nel territorio di provenienza.

Negli anni 80 è iniziato a venire meno il contrasto ai comandi delle lobbies che realizzavano i loro ordini tramite fedeli servitori che hanno perso progressivamente le radici che prima avevano nel territorio di provenienza. Anche nell’opposizione politica è iniziato a cambiare qualcosa: si è fatta largo, in alcuni partiti storicamente di opposizione, la tendenza a voler diventare servitori delle lobbies per accedere ai posti di comando. All’inizio degli anni 90 la corruzione dilagante tra i servitori delle lobbies e tra i servitori dei cittadini qualunque che occupavano incarichi di governo nazionale e locale ha determinato il noto terremoto giudiziario che ha causato la scomparsa di quasi tutti i rappresentanti storici servitori delle lobbies e dei cittadini. E’ iniziata, così, una nuova epoca per l’Italia senza una vera e propria opposizione politica. Si è aperto così il campo per instaurare il comando delle lobbies tramite finti rappresentanti dei cittadini raggruppati in schieramenti di centro sinistra e centro destra che comunque dipendono dagli ordini lobbistici. Sono sopravvissuti gruppi di sinistra, come blandi difensori dei cittadini, che hanno messo in campo armi sempre più spuntate fino alla fine del 2007 e alle elezioni della primavera 2008 quando sono stati democraticamente messi fuori dal parlamento. E oggi? Siamo in un’epoca caratterizzata dal comando delle lobbies attraverso personaggi intercambiabili eletti dai cittadini ma senza radici nel territorio.

Le lobbies fanno il bello e il cattivo tempo. Più brutto, per il cittadino qualunque, che bello! Le lobbies si caratterizzano per le attività parassitarie connesse ad opere e interventi pubblici, finanziati con le tasse dei cittadini qualunque. Interventi molto spesso derivanti da poteri speciali demandati dal Consiglio dei Ministri a strutture governative con potere di spendere denaro pubblico senza dover sottostare alle leggi che sovrintendono alla spesa pubblica. Lavori che devono essere eseguiti con il massimo del profitto ricorrendo all’uso spietato di tutti i mezzi possibili, compresi leggi ad hoc, e di tutte le collaborazioni possibili anche scoppiettanti. E’ evidente che il malloppo di cui impossessarsi è rappresentato essenzialmente dal denaro pubblico: senza rischi di investimenti le lobbies che comandano si spartiscono la preda. Per fare ciò cosa occorre? Personaggi intercambiabili nei posti di governo ordinario e straordinario, assolutamente fedeli agli ordini, esecutori spietati il più possibile distanti, per coefficiente intellettivo, da personaggi tipo Guglielmo Marconi o Einstein. Occorre un controllo assoluto dei mass media che contano per diffondere una “verità finta”. Occorre altresì tentare di controllare esponenti della magistratura delle sedi più importanti per fare in modo che abbiano un “comportamento rispettoso”. Occorre uno stuolo di avvocati che sfornino leggi tese a fornire uno scudo giuridico ai servitori e alle lobbies stesse. Con queste premesse le lobbies ingrassano parassitariamente e i loro servitori godono di favori e privilegi finchè sono utili e spendibili. La mancanza di una opposizione politica lascia ampi spazi di manovra. Ma l’Italia dove va? Il territorio non è più rappresentato da persone radicate in grado di difendere le prerogative regionali quali le risorse ambientali e naturali di importanza strategica come il suolo e l’acqua, i monumenti naturali. Il territorio è solo uno spazio indifeso dove allocare interventi e opere funzionali ai guadagni parassitari lobbystici.

Un esempio di questo scellerato comando lobbystico attuato da servitori appartenenti indifferentemente a vari schieramenti partitici è rappresentato dallo scandalo quindicennale chiamato “emergenza rifiuti in Campania”. Una cosa è certa: le lobbies e i loro servitori pensano essenzialmente ad ingrassare oggi; del prossimo futuro non si preoccupano. Come camperanno i cittadini di domani con suolo e acqua inquinati? Il territorio deve essere usato oggi per lucrare a scapito della salute e dell’ambiente: il bello, o meglio il brutto, è che i cittadini qualunque pagano le lobbies per farsi inquinare. Un sistema spietato; le lobbies come sanguisughe fameliche che portano alla distruzione il corpo di cui si nutrono. I servitori felici e appagati di servire coloro che causeranno anche la loro fine. I cittadini documentati che si oppongono sono lasciati soli: nessuno può e vuole raccogliere i loro documentati allarmi. Non ci illudiamo! La decadenza della monnezzacrazia non può che causare disastri ambientali e sanitari: è triste considerare che solo dopo le prevedibili catastrofi che potranno avere l’effetto di una “livella” si potranno creare le condizioni per una rifondazione sociale, morale e ambientale. Che tristezza! Solo dopo, forse, inizierà una nuova epoca.

*Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università di Napoli “Federico II”

Da Napoli in linea Franco Ortolaniultima modifica: 2010-05-19T09:09:26+02:00da leonedilipari
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