Fino a qualche anno fa restare isolati, almeno a Lipari, era un evento che si verificava all’incirca 5-6 volte l’anno. In questi anni i mezzi di trasporto marini si sono evoluti, aliscafi e navi moderne hanno preso il posto dei vecchi mezzi sgangherati. Quindi sarebbe stato logico aspettarsi un ulteriore diminuzione dei giorni di isolamento. Invece stiamo assistendo ad un costante aumento del fenomeno: basta il mare leggermente mosso per fermare mezzi grandi e piccoli, facendo montare il dubbio che qualcuno stia facendo il furbo. Dubbi che diventano fondati sospetti quando si scopre che dove non osano i mezzi ufficiali osano i barconi adibiti al trasporto turistico in estate. Barconi sicuramente meno attrezzati dei mezzi ufficiali. Oppure quando si naviga con qualche mezzo che si “avventura” nella traversata e si scopre che il mare non è particolarmente mosso. Questo fenomeno ha per gli eoliani (e non solo) costi sociali rilevanti. Se ci si trova nell’impossibilità di tornare a casa da Milazzo, significa per un malcapitato spese di albergo e di ristorante non previste e, in alcuni casi, non sostenibili. Oppure se ci si trova nelle isole e si ha la necessità di raggiungere la Sicilia per motivi di salute danni che possono avere conseguenze tragiche; ad esempio: un appuntamento per un esame ospedaliero atteso da mesi, in cui la non presentazione comporta la perdita della priorità acquisita e conseguentemente altri mesi di attesa prima di poter usufruire della prestazione sanitaria. Senza contare i danni al turismo. Come si può tentare di allungare i mesi di soggiorno turistico se con frequenza si verificano interruzioni dei servizi marittimi? Come si può, per esempio, organizzare un convegno di medici ad ottobre se al primo stormir di fronde non viaggiano navi ed aliscafi? Ci si aspetterebbe che dalle amministrazioni locali, sindaci in testa, proteste ed azioni atte a porre fine a questa deprimente commedia. Amministratori autorevoli e credibili pretenderebbero l’inserimento nella convenzione che regola il rapporto tra la regione Sicilia e le società di navigazioni di un dato minimo nella scala di misurazione dello stato del mare sotto il quale non è possibile fermare la corsa; pretenderebbero forti penali (possibilmente da pagare direttamente ai comuni) in caso di mancata attuazione del servizio. Invece niente. Un ulteriore dimostrazione di inadeguatezza al ruolo.
Da Roma in linea Stefano Imbruglia. Eccesso di discrezionalità
Da Roma in linea Stefano Imbruglia. Eccesso di discrezionalitàultima modifica: 2009-10-25T15:15:34+01:00da
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