Da S.Agata Militello in linea Nando De Vita

ndevita.JPGdi Nando De Vita

Qualche giorno fa ho letto con piacere la rubrica “Amarcord” e mi sono ritrovato indietro di 40 anni, ai fatti di filicudimafiosi2.jpgFilicudi e ai bei tempi di una gioventù spensierata piena di sogni, ideali, speranze ed    ……. illusioni.

Io c’ero.

Quasi incredulo mi sono riconosciuto in una foto mentre ci stavamo imbarcando sul “rollo” per lasciare l’isola dopo aver passato “eroicamente” insonne la notte a contrastare il reparto di celerini  al di qua della barricata  posta a metà del lungomare e formata da tavolacci, pezzi di barche rotte, mobili vecchi, fusti di metallo, bombole di gas vuote, ecc.

Celerini che fra l’altro non hanno mai tentato una vera “sortita” che ci avrebbe sicuramente spazzato come fuscelli, ma,  forse,  qualcuno si sarebbe fatto male e siccome non era il caso di riscaldare ancor di più gli animi ci fu una situazione di  stallo, un tacito accordo di non belligeranza fra i tutori dello Stato e i “ rivoluzionari” difensori del territorio eoliano che tentavano di non far  tornare  le isole  ad essere identificate come zona di confino coatto tristemente nota nel recente passato.

Si è vero, ci fu grande ilarità nel vedere spuntare la nave carica di automezzi, camion e idranti  nell’impossibilità di sbarcare sull’isola, allora senza viabilità. Ci fecero capire la mancanza di  programmazione e di coordinamento delle nostre forze dell’ordine.

Ricordo che quell’episodio ci ringalluzì e ci fece stare più pronti e più vigili sulle nostre barricate affinché non “ passasse lo straniero”, animati da quello spirito di rivolta tipico degli entusiasmi giovanili.

Poi, fortunatamente prevalse il buon senso. Ci furono incontri, riunioni e controriunioni  tra i nostri politici e gli esponenti delle Istituzioni che fecero promesse e diedero assicurazioni.

Tutto rientrò.

Ricordo ancora quando l’indimenticato e indimenticabile Spartaco ci disse che era tutto finito, noi ragazzi si rimase con l’amaro in bocca e quasi con un senso di ingiustizia e di impotenza  ci imbarcammo sulla nave mandata per farci evacuare.

Rivendicavamo allora la nostra vocazione turistica perché le nostre isole si stavano inserendo nei programmi e nei consensi dei più importanti tour-operator,  perché avremmo trasformato le meraviglie in cui viviamo nelle mete più ambite del turismo nazionale ed internazionale, avremmo raggiunto Capri, Ischia, la Costa Azzurra, Saint-Tropez , ecc. per diventare la perla del Mediterraneo.

Fu vera gloria ? Ne valeva la pena?

Oggi dopo 40 anni esatti  ancora non so darmi una risposta.

A parte che non siamo arrivati neanche lontanamente ad avvicinarci alle località turistiche di cui sopra per una cronica mancanza di organizzazione e di capitali (limitiamoci a questo),  la mia domanda è: “dove sono i liparoti”?

Forse ci siamo perduti strada facendo?  

Dove sono i liparoti che, come quella volta a Filicudi,  di fronte ad una emergenza comune, ad un obiettivo condivisibile, fanno unico blocco, dimenticano i rancori personali, discutono le vere esigenze e tentano di trovare le soluzioni più appropriate per il bene comune di questo paese ?

Lungi da me creare qualsiasi tipo di polemica o dar l’impressione di schierarmi da una parte o dall’altre nelle varie vicende che in questo momento spaccano in due la nostra comunità.

Io parlo  di cuore. Parlo di cuore eoliano.

Parlo di amore verso la nostra terra, verso il nostro mare, i nostri colori, la nostra storia che dovrebbe tutti accumunarci in un sentimento comune di rispetto verso il nostro territorio con uno sguardo al futuro che avanza che ci obbliga a certe scelte per tenere il passo con le altre realtà, pena l’essere lasciati fuori o scavalcati, come credo stia avvenendo.

Vorrei chiarire inoltre che non sono il portavoce di nessuno (chi mi conosce sa che le cose non le mando a dire e che non sono la eco di chicchessia) e che, sebbene con riluttanza, quello che mi ha spinto a formulare queste mie righe è stato il cuore e il profondo rispetto che nutro nei confronti dei vari Gerolmino, Aldo, Fernando, Edoardo, Piero, Adolfo e tanti altri che, ciascuno in modo personale e diverso, dimostrano grande amore verso la propria terra.

Io ho un sogno!

Dicono che il 21/12/2012, secondo la profezia Maya, sia una data dalla quale inizierà un periodo di 400 anni di pace.

Sogno che il 21/12/2012 eoliano sia già domani, sogno che si riesca a smorzare i toni e rasserenare gli animi, sogno che tutti insieme spinti dal fine comune dell’amore e dell’attaccamento verso la nostra terra ci si adoperi per trovare le soluzioni più idonee nel rispetto dell’ambiente e delle esigenze della comunità tutta e del singolo individuo.

Lo so, è un sogno di un innamorato pazzo, ma quella foto mi ha fatto ritornare ai miei 19 anni quando avevo sogni, ideali, speranze e …… tante illusioni.

Da S.Agata Militello in linea Nando De Vitaultima modifica: 2011-02-16T18:15:00+01:00da leonedilipari
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