Da Stromboli in linea Fabio Famularo

ffamularonapolitano.jpgdi Fabio Famularo

I giorni della guerra, quando i tedeschi sbarcarono a Stromboli.

Denominata il “Faro del Mediterraneo” fin dai tempi antichi, Stromboli era conosciuta a tutti coloro che percorrevano le rotte del mar Tirreno. Essa era un punto di riferimento, utile a orientarsi durante la navigazione e ancor più di notte, i suoi bagliori sembravano indicare a tutti la giusta via da seguire. Proprio come avevano fatto nei tempi antichi i romani, i greci e i turchi, anche i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, data sua posizione strategica, decisero di occuparla e di farne un punto d’osservazione privilegiato.

L’arrivo dei soldati stravolse la vita della pacifica popolazione dell’isola, che composta per lo più da pescatori e contadini, si trovò librofabio.JPGimprovvisamente a dover combattere una guerra silenziosa contro la fame e le rigide regole dettate dai militari. Molte furono le battaglie che si combatterono a poche miglia dal vulcano, nell’ampio specchio di mare e nei cieli dell’isola, e diversi furono gli avvenimenti che gettarono i suoi abitanti nello sconforto. Uomini coraggiosi furono reclutati a combattere in luoghi lontani, completamente diversi da quelli in cui erano nati, chi in Albania, chi nella lontana Africa, chi addirittura visse la grande tragedia dell’affondamento della corazzata Roma.

Il rumore dei cannoni si sostituì a quello del vulcano, così come i bagliori delle sue esplosioni si mescolarono a quelle delle bombe che cadevano sulle città della costa, ben visibili sulla linea dell’orizzonte. Anche il vulcano, da sempre irruente e permaloso, sembrò soffrire la presenza di quei “profanatori” e proprio come i suoi abitanti, per tutto il periodo se ne rimase nascosto sulla cima della sua montagna come se fosse impotente di fronte alla guerra. La gente di Stromboli con grande amore e determinazione, riuscì a superare le tante difficoltà di quel lungo periodo e quando anche la guerra finì, attese con impazienza di risentire la voce prepotente del vulcano che da sempre l’aveva accompagnata e solo allora si sentì nuovamente libera.

Da Stromboli in linea Fabio Famularoultima modifica: 2011-05-02T17:21:57+02:00da leonedilipari
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