Da Torino in linea Angelo Sidoti

asidotipiccola10.jpgdi Angelo Sidoti

In questi anni il nostro territorio ha beneficiato dei più svariati interventi di finanza agevolata regionale, nazionale e comunitaria. Purtroppo, gli investimenti sono stati realizzati in un territorio privo di un vero programma di sviluppo del settore trainante del Turismo (grande errore sia da parte del pubblico che del privato), e l’inserimento nei siti Unesco è rimasto solo un simbolo stampato in alto alla carta intestata dell’Ente Pubblico. Spero che qualche studente della facoltà di Economia del Turismo rediga una tesi su questo argomento ma sopratutto censisca il dato quantitativo relativo alla realizzazione di nuovi impianti turisti, ristrutturazione o ammodernamento di quelli esistenti, trascurando solo quelli relativi alla categoria delle cosiddette riconversioni, tipologia che di fatto negli anni non è stata mai valutata redditizia se non a determinate condizioni. E non mi spingo oltre su quest’ultimo punto. Pensiamo un po’ quindi ad indicatori come: a) Investimenti realizzati b) Reddito prodotto da queste iniziative ed incidenza pro-capite c) Numero di nuovi posti di lavoro creati d) Ammontare del capitale investito dai singoli imprenditori rapportato ai contributi a fondo perduto erogati dallo Stato e dalle sue strutture periferiche. Ritengo, che oggi l’analisi di questi indicatori ci farebbe riflettere a lungo ma sopratutto potrebbe mettere in evidenza gli errori commessi. Oggi qualcuno si vanta di avere la delega alla programmazione del territorio ma “nel concreto” di ragionamenti seri ne ho sentiti pochi. E mi esprimo con un nostro detto: insomma non vorrei che siamo di fronte ad una “fabbrica i fumu”. Eppure ieri abbiamo creato unioni tra pubblico e privato (Sviluppo Eolie,LeaderII), oggi invece GAC, GAL e Distretti Turistici. I risultati di queste aggregazioni del passato sono davanti ai nostri occhi. Ma in che contesto hanno operato queste società ed in quale queste nuove forme di aggregazione operano? Hanno una visione globale o solo limitata a sfruttare risorse finanziarie, per fortuna, oggi non più di facile erogazione? Perchè il cittadino deve restare all’oscuro di tutto quello che Ente, Associazioni di categoria, Imprenditori pattuiscono in queste strutture para consortili? Anche in questo caso un po’ più di “trasparenza” non guasterebbe. Poi un piccolo richiamo garbato all’amico Del Bono. Puoi esprimere cosa pensi dell’attuale situazione del turismo all’Eolie? Quale sono le esigenze del settore che rappresenti e se hai avuto riscontri positivi da questa amministrazione? Non rispondere in politichese però… Bastano poche parole ma chiare e dirette. Da quello che leggo dai giornali on-line certo non trovo riscontri positivi. Se penso ad esempio a: servizi di trasporto marittimo qualitativamente discutibili ma sopratutto staccati dalle esigenze dell’utente (per non parlare dell’aspetto costo), strutture che riducono il personale occupato o addirittura i servizi che vengono resi all’interno dei loro alberghi (vedi ristorazione), attività di marketing di settore abbastanza scarsa o mediocri se non per iniziative promosse dai singoli o dalle organizzazioni, peso dei costi di struttura sempre più elevati anche per effetto degli investimenti effettuati negli anni precedenti, incidenza del costo denaro sempre più elevata determinata dagli effetti di accordi di Basilea, grande attenzione del sistema bancario al merito creditizio ed alla solvibilità del proprio cliente, livello impositivo sempre più devastante e per concludere una politica disordinata di pricing. Invito, pertanto, tutti a riflettere prima di intraprendere nuove strade che dovrebbero facilitare lo sviluppo economico del nostro Territorio. Oggi gli aiuti di stato sono minori, la concorrenza è spietata e sopratutto gli utenti “turisti” sono più attenti alla spesa ed alla qualità del servizio reso. Nota: sarei curioso di conoscere due dati relativi all’anno 2012 numero passeggeri ed indice di permanenza medio nelle nostre isole dei vacanzieri.

LA NOTA PRECEDENTE. Per le Società partecipate che negli ultimi esercizi hanno chiuso i propri bilanci negli ultimi anni in perdita arrivano tempi duri. La Corte dei Conti della Lombardia con alcune deliberazioni del 2013 non lascia dubbi interpretazione sul loro scioglimento. Attenti poi ad utilizzare le partecipate come strumento per aggirare i limiti posti all’ente nella gestione economica e finanziaria. Anche su quest’ultimo punto ci sono le prime deliberazioni della Corte dei Conti molto severe. Che dire auguro un buon lavoro agli organi dell’Ente sia amministrativi che di controllo.

Da Torino in linea Angelo Sidotiultima modifica: 2013-07-05T07:57:19+02:00da leonedilipari
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