Da Torino in linea Michele Sequenzia

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Indigeribili pasticci costituzionali.

Signori Deputati, per cortesia ascoltate: prego Signori…oggi senso obbligatorio: voi ,..prego,  andate a destra …voialtri,andate a sinistra…. Rotatoria obbligatoria da qui fino a  Natale. Attenzione ci sono spie ovunque. Si affacciano nuovi poteri costituzionali… In   Parlamento si compiono le scelte strategiche di domani, acquisti e vendite di stock di Deputati, tutti all’asta. Parlamento ridotto a supermercato discount. Merce avariata.  Noi cacciamo via due cattivi e ne prendiamo tre buoni. Ordine del giorno :ripulire urgentemente prima di Natale la Camera dei Deputati Italiani, da certi parassiti progressisti, eletti a furor di Popolo: basta con i loro bizantinismi, riottosi, traditori. Pulizia etnica, avanti a tutta forza, facciamoli fuori, via dal Parlamento.. Domani, tra un mese, tra un anno sarà come oggi, una nuova maggioranza formata sugli stessi equivoci, che fa gli stessi errori, che ripete la stessa farsa, ci  porta dritti  alla miseria, come la Grecia ieri e l’Irlanda domani. I “nuovi” al governo non sapranno che cosa fare tanto è il disastro sociale. Italia è una enorme pattumiera piena di leggi inservibili, fatte per non far funzionare,  da buttare nella spazzatura. Debito pubblico alle stelle, al 120% di quello che produciamo. Vale a dire che non produciamo proprio nulla se non debiti, nuove calamità, solo miseria.  Napoli docet!  Aspettiamo che passino le nottate, almeno fino al 14 dicembre..A Maroni, il guardiano  delle coste libiche, Saviano non piace, non gli è mai piaciuto; perché Saviano è un terrone che ha la testa, il cuore grande ed un immenso coraggio. Io amo Saviano è il mio più caro amico.

Saviano è un italiano che ha coraggio di dire in faccia al pubblico ciò che pensa. Grande italiano, grande patriota. Medaglia d’oro!  Per Maroni, ministro degli interni, dovrebbe ringraziare Saviano per quello che fa e scrive . Per Maroni , Saviano è e rimane- malgrado le smentite ufficiali, livido in volto,-   “infame  la sua ricostruzione sulle infiltrazioni di mafia in Lombardia, terra della Lega. Le sue velenose frasi fanno il giro del mondo.  E’ la stessa frase “ mafiosa” pronunciata dal boss Francesco Schiavone detto Sandokan, che  fece pervenire attraverso il suo legale,  dopo che l’autore di Gomorra lo invitò a pentirsi. “Voglio vedere se Saviano ha il coraggio di dire quelle cose guardando Sandokan negli occhi” disse l’avvocato di Schiavone. Dalla Lega solo orrende accuse, insulti per Saviano. Berlusconi come  Ponzio Pilato. Fuori dall’Italia Saviano!. Mandiamolo ai lager, esponiamolo al ludibrio della storia. Saviano è un terrorista! Il giorno dopo la cattura di Iovine, Maroni si esalta in TV , insuperbito, gonfio di boria leghista, per essere riuscito ad arrestare il Capo dei Capi. “La questione con Saviano è chiusa”. Resta aperta, caro Maroni, la questione con gli Italiani. Con la cattura di Iovine, Saviano è fuori dalla Rai, licenziato, non serve più.  Basta con questi personaggi scomodi che parlano di Mafia in Lombardia.Tutte balle! Facciamola finita con questi personaggi, ridicoli e pericolosi, che fanno male alla libera circolazione delle informazioni. L’informazione la facciamo noi.

Da Torino in linea Michele Sequenziaultima modifica: 2010-11-18T10:46:00+01:00da leonedilipari
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Da Torino in linea Michele Sequenza

msequenza.JPGdi Michele Sequenzia

Cantando “Tripoli  bel suol d’amore”, il 29 settembre 1911 le truppe italiane comandate dal generale Caneva sbarcano a Tripoli.

Sai dove s’annida più florido il suol? Sai dove sorride più magico il sol? Sul mar che ci lega con l’Africa d’or, la stella d’Italia ci addita un tesor.
Ci addita un tesor! Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon! Sventoli il tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce la stagion. Tripoli, terra incantata, sarai italiana al rombo del cannon! A te, marinaro, sia l’onda sentier. Sia guida Fortuna per te, bersaglier. Và e spera, soldato, vittoria è colà, hai teco l’Italia che gridati:”Và!” Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon! Sventoli il tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce la stagion. Tripoli, terra incantata, sarai italiana al rombo del cannon! Al vento africano che Tripoli assal già squillan le trombe, la marcia real. A Tripoli i turchi non regnano più: già il nostro vessillo issato è lassù… Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon! Sventoli il tricolore sulle tue torri al rombo del cannon! Naviga, o corazzata: benigno è il vento e dolce la stagion. Tripoli, terra incantata, sarai italiana al rombo del cannon!

“Tripoli bel suol d’amore”,  uno degli hit –parade del regime Mussoliniano,divenne ben presto una popolarissima canzone , proprio quando il governo necessitava del massimo  consenso  per muovere guerra alla Turchia allo scopo di impadronirsi militarmente dei  suoi possedimenti in Libia. La canzone, assai orecchiabile,  è stata scritta da Giovanni Corvetto,cronista della Stampa di Torino, autore di innumerevoli piacevoli, canzoni in piemontese ed in italiano e di un incalcolabile numero di riviste ed operette, morto a soli 45 anni nel novembre del 1923. La canzone ebbe la luce proprio nella redazione della Stampa di Torino, e venne musicata , con felice intuizione, da Colombino Arona. Il compenso fu di sole 150 lire, che diviso con il compositore , non bastò a risanare le pallide finanze del brillante redattore, sempre canzonato per l’amore di Bacco e per il suo enorme unico dente canino che le malelingue dicevano servisse a bucare i biglietti del tram

(La Stampa 19 marzo 1912)

La fortuna arride agli audaci. Proprio qualche giorno prima della invasione della Libia,  L’8 settembre, siamo nel 1911, la bellissima cantante Gea della Garisenda, nome d’arte di Alessandra Drudi (1878-1961), amatissima dal pubblico maschile,  infiammò il  teatro Balbo di Torino, cantando questa canzone, tutta amor di patria, per una guerra “ santa e giusta”, mentre in scena si era presentata  avvolta nella sola bandiera tricolore. Sappiamo tutti bene come andò a finire la guerra Italo-Turca. Malgrado la retorica di regime fu un completo fallimento: strategico, militare, politico, economico. Ancora oggi dobbiamo leccarci, amaramente, le ferite e non sappiamo per quanto tempo ancora.

Da Torino in linea Michele Sequenzaultima modifica: 2010-09-22T18:29:48+02:00da leonedilipari
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