Da Torino in linea Michele Sequenzia

msequenzia.jpgCaro Direttore,
leggo oggi  con vero piacere che il Tuo giornale, sta veleggiando molto bene, anche perchè gli  dedichi tanta energia, passione  ed entusiasmo:  ieri al 7 ° posto nazionale, l’altro ieri addirittura al 5′ posto. A noi, che amiamo il giornale,  non basta, proviamo e puntiamo al 4°, a breve!!

Fa piacere leggere la pluralità di opinioni, le ricche, variegate voci, di donne e di uomini, dirigenti e popolo, di ogni classe ed  età, che ogni giorno affrontano di petto, a cuore aperto,  molte problematiche di cui le Isole soffrono.

Le scuole, gli Ospedali, la Sanità, i Trasporti, sono ferite aperte per tutti i cittadini che abitano, vivono e pagano le tasse nel territorio Eoliano, sparso tra  mari, vulcani  e  tempeste,  cittadini della Repubblica Italiana che hanno il diritto di ottenere rispetto come tutti gli altri ,a pieno titolo.
Tante nuove voci che ogni giorno si aggiungono alle altre e che significano vita, democrazia, sviluppo e crescita  per tutti, lettori ed operatori. Continuamo a farci sentire.

Ottimo lavoro caro Direttore, buon giornalismo, onesto, coraggioso, ” di punta” , di cui siamo tutti orgogliosi.
 
Quello che mi preme aggiungere è che la nostra storia nazionale e quella siciliana in particolare  da secoli soffrono  gli stessi mali, già descritti nel ” Il Gattopardo” ,tanto per ricordare il grande scrittore Siciliano, che tutti  amiamo,  Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ( Palermo 23 dicembre 1896 – Roma 23 luglio 1957) , un vero maitre à penser.
 
“In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘fare’.
Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi.
Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui noi abbiamo dato il ‘la’; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei Chevalley, e quanto la regina d’Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia.
Non lo dico per lagnarmi: è colpa nostra. Ma siamo stanchi e svuotati lo stesso.” (pp. 161-162).
 
Michele Sequenzia
Da Torino in linea Michele Sequenziaultima modifica: 2011-10-07T20:04:00+02:00da leonedilipari
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