Da Torino in linea Michele Sequenzia

bnatale19.jpgCaro Direttore,

leggo, anche questa mattina, brutte, pessime notizie circa la Società Tirrenia , uno dei tanti  obbrobri Italiani: costi in crescita, fabbrica di  debiti, nessun miglioramento strutturale, gestione fallimentare” ad libitum”. Tutto regolare. Tutto questo ammontare di  inefficienze, managers affetti da paranoia di governo e di insensibilità,  si ribalta pesantemente sui contribuenti, operatori turistici, trasporti, finanza locale, amministratori pubblici, studenti, famiglie, anziani, pescatori, agricoltori, commercianti, professionisti e  turisti, etc. non solo delle Eolie ma  di tutta Italia. Diventiamo tutti …giorno dopo giorno, sempre più poveri! Altro che  finanza e governo stabili! 
Ti allego, sempre se di interesse per i tuoi lettori, un breve estratto che ho tratto  da notizie/ commenti  sul web  relativi alla gestione della  società Tirrenia. Tutti possono accedervi, grazie a Dio, e vedere in quale pessima situazione ci troviamo!!
 Sono particolarmente indignato, stanco di sentire/ vedere  il nostro Premier e i suoi Ministri che ci raccontano bufale su bufale, che tutto va bene, che faremo il Ponte di Messina, che il Premier lavora 24 ore al giorno, senza sosta  per il bene dell’Italia, che il Governo resta anche se non più la maggioranza, che è solido, che stanno tornando le ” sue” pecorelle smarrite,  che stiamo tutti con la pancia piena, che siamo i “migliori”, mentre  l’opposizione è come la nebbia: gruppo di persone che usano ogni mezzo pur di apparire, fondono partiti, Terzi Poli, tutta roba di scarto, che non ci serve. E’ gente che mira, come sempre,  solo al loro interesse personale. Non ci sono idee in giro, caro Direttore.
Sarebbe questo il “loro”  Federalismo? Garibaldi ha fatto l’Italia. Ma di Italiani ne vedo assai pochi in giro. Scusami. 

Michele Sequenzia

Il 2008 è stato un anno importante verso la privatizzazione della Tirrenia. Lo sottolinea la Corte dei Conti sottolineando come tale percorso debba essere condiviso con l’UE affinché avvenga nel rispetto del Trattato e delle disposizioni comunitarie. La Corte dei conti ha reso noto oggi il contenuto della propria relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria Tirrenia di Navigazione per l’esercizio 2008, che include nel bilancio consolidato i risultati delle società regionali Caremar, Saremar, Siremar e Toremar.  «Dal lato degli assetti organizzativi – rileva la Corte dei Conti in una nota – il 2008 rappresenta, indubbiamente, un anno importante verso la privatizzazione di uno dei maggiori operatori italiani nel settore del cabotaggio mediante un percorso tracciato dal legislatore nazionale, i cui principali riferimenti sono contenuti nelle disposizioni della legge finanziaria per il 2007; percorso da condividere con l’Unione Europea, perché il passaggio della proprietà del gruppo, costituito da Tirrenia e dalle sue controllate regionali, dalla mano pubblica a quella di operatori privati, avvenga nel rispetto del Trattato e delle disposizioni comunitarie concernenti l’applicazione del principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi fra gli Stati membri».  La relazione evidenzia la «rilevante esposizione debitoria della società nei confronti, soprattutto, del sistema bancario. I debiti di natura finanziaria di Tirrenia – spiega la Corte dei Conti – erano, infatti pari, a fine anno 2008, a 725,1 milioni di euro al netto delle disponibilità liquide e dei crediti finanziari a breve; situazione, questa, non molto distante da quella registrata nel 2007, allorché l’esposizione debitoria netta di natura finanziaria era risultata pari a 715,9 milioni di euro». Il patrimonio netto di Tirrenia è passato dai 299,7 milioni di euro del 2007 ai circa 358 milioni nel 2008. Quanto ai risultati reddituali, il saldo tra valore e costi della produzione è stato pari nel 2008 a 40,7 milioni di euro, in miglioramento sul 2007 per circa due milioni.

 

All’andamento di questo saldo, a fronte di un aumento dei costi trainato dalle maggiori spese per l’acquisto del carburante delle navi – precisa la Corte di Conti – concorre in misura importante l’incremento della sovvenzione di equilibrio corrisposta dallo Stato, che passa dai 46,3 milioni del 2007 a 101,6 milioni. L’utile di esercizio è ammontato a 16,2 milioni di euro (circa 14 milioni nel 2007). A livello di gruppo l’esposizione debitoria di natura finanziaria, al netto delle disponibilità liquide e dei crediti finanziari a breve, è risultata pari a circa 829,3 milioni di euro; situazione, questa – rileva la Corte – non molto distante da quelle registrata nel 2007 in cui l’esposizione debitoria netta di natura finanziaria era ammontata a 814,5 milioni di euro. Il patrimonio netto è passato dai 295,4 milioni del 2007 a 352,2 milioni di euro nel 2008. Quanto ai risultati reddituali, il saldo tra valore e costi della produzione è risultato pari nel 2008 a 63,2 milioni, in flessione sul 2007 per circa due milioni di euro. L’utile di esercizio è stato pari a 14,7 milioni di euro (15,4 milioni nel 2007). Per ciò che riguarda la società capogruppo Tirrenia i dati del 2008 mostrano come il valore iscritto in bilancio della flotta della compagnia, che è costituita da 25 navi (10 delle quali di età inferiore a dieci anni), sia pari a fine esercizio a 855,3 milioni di euro. A livello di gruppo, invece, il valore della flotta, che è costituita complessivamente da 72 navi (20 delle quali interamente ammortizzate), a fine 2008 è risultato pari a circa 986 milioni di euro.

Ultimo aggiornamento (Lunedì 27 Settembre 2010 20:06)

 

Ettore Livini scrive:

“Tutti la vogliono. Ma, alla fine, nessuno se la piglia. La privatizzazione della Tirrenia, come in un gioco dell’Oca nautico, torna alla casella di partenza: la mano pubblica. La super-dote da 1,24 miliardi di sussidi garantiti dal governo ai promessi sposi dei traghetti di Stato non è bastata. Armatori e private equity si sono defilati. E, salvo sorprese dell’ultima ora, l’Alitalia dei mari sarà protagonista del primo caso di devolution nautica: il controllo passerà dal Tesoro alla Regione Sicilia, capofila poco privato dell’unica offerta arrivata sul tavolo di Fintecna. Una partita di giro (Ue permettendo) a saldo vicino allo zero – i potenziali acquirenti hanno messo sul piatto 10 milioni – in cui gli unici che rischiano di pagare un prezzo salato sono i contribuenti italiani: nel 2008, tanto per dire, hanno sborsato di tasca propria 22 euro per ognuno dei 10,5 milioni di biglietti staccati dal gruppo. E la via crucis è destinata a durare almeno fino al 2022 visto che il bando di privatizzazione, se così si può ancora chiamare, garantisce al compratore 72,6 milioni di aiuti pubblici l’anno per otto anni per Tirrenia e 55,6 (per 12 anni) per Siremar, la linea di navigazione regionale siciliana all’asta con la casa madre. Una pioggia d’oro. Quest’ultimo “aiutino” porta quasi a 3 miliardi il conto pagato dagli italiani per tenera a galla le loro (poco) gloriose navi di Stato. Da almeno trent’anni infatti tra vascelli fantasma, stipendi d’oro e contratti di lavoro da favola : il carrozzone di stato galleggiante contende l’Oscar dello spreco di denaro pubblico alla vecchia Alitalia. Le sovvenzioni, per carità, in molti casi sono necessarie. L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di abitanti su isole (7,5 milioni).

A Pelagie, Gorgona, Eolie e Tremiti varie ,va garantito un servizio di trasporto pubblico adeguato anche fuori stagione.”

Fonte Repubblica.it  Ettore Livini -30 giugno 2010

Da Torino in linea Michele Sequenziaultima modifica: 2010-12-30T10:36:00+01:00da leonedilipari
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