Diplomazia internazionale e sistema bancario contro WikiLeaks.
Si annuncia un Natale gelato, con un sacco pieno di nuovi preoccupanti segnali di destabilizzazione. Alla crisi monetaria che investe i mercati internazionali piu’ esposti al debito pubblico , ieri Grecia , Irlanda oggi, si è aggiunta una violenta bufera tra le diplomazie Usa , Europa e Medio Oriente, travolte da incandescenti indiscrezioni da parte di WikiLeaks . In affanno la diplomazia della Casa Bianca che ne ha avuto il danno maggiore. Tutto cio’ a causa della diffusione di un impressionante numero di 251.287 files- documenti compromettenti le buone relazioni, anche Est-Ovest , per le pesanti indiscrezioni in essi contenuti- che hanno messo a nudo i nervi sensibili del piu’ potente sistema di difesa civile e militare. Ci troviamo – volenti o no- in mezzo ad una guerra che si annuncia senza quartiere, e dalle conseguenze incerte. Molti lettori, confusi da una certa stampa faziosa, non ne capiscono i meccanismi perversi, ritengono invece salutari e per molti versi giustificabili le “informazioni”, spesso di assai cattivo gusto, contenute nelle migliaia di file lanciati nel web, da parte dell’astuto australiano che risponde al nome di Julian Assange. Bloccati i trasferimenti di denaro da parte di Master Card, Visa, Postfinanz,PayPal, l’intero sistema bancario è in stato di assedio. Aumenta la segretezza, imposto il silenzio stampa, bloccati i circuiti dell’informazione. La democrazia, le nostre nostra libertà costituzionali possono essere spazzate via se non le difendiamo.
Cosa ci aspetta domani se la stampa non è libera? Emerge piu’ che mai prioritario – pena nuove irrazionali guerre diplomatiche-, con gravi ripercussioni sugli assetti economici e finanziari dell’intera società umana, la necessità di provvedere urgentemente a ripulire, mettere ordine, quello che è chiamato il sistema dei media, “il mercato globale dell’informazione”, basato spesso sul mero tornaconto economico, senza riguardo per la moralità di cio’ che si produce e si vende. Tutto cio’ è contrario all’etica professionale. Nell’ultimo numero di “ Der Spiegel”, autorevole settimanale tedesco, letto da milioni di lettori, il suo Direttore ha rinnovato l’appello per tutti coloro che esercitano la professione/mestiere di giornalista, di mantenere inviolabile l’ altrui reputazione, separare sempre il vero dal falso, essere esempio di etica professionale, grazie ad una propria autonomia di giudizio scevro da preconcetti di partito o da pressioni di Potere. Parole sagge. Chi scrive, chi si rapporta ad altri, chi segnala ed indaga, non ha certo bisogno di provocare scandali, seminare zizzania, vendicarsi di torti subiti, allo scopo di scalare la vetta del plauso dell’opinione pubblica. Certi noti personaggi che per denaro vendono le altrui reputazioni, seminando il male sono altrettanti Julian Assange, che circolano, riveriti, ospiti in molti talk – shows. Altrettanto si puo dire di personalità del mondo dell’informazione, direttori di giornali o di riviste, portavoce di governo compresi, che sono ricevuti con tutti gli onori, ottengono promozioni e laute ricompense spesso immeritate. Oppure l’informazione dovrà essere ridotta al rango di semplice stampella per il Governo?
Caro Direttore, con i miei migliori auguri di Buon Natale a tutti i nostri lettori.