Dalla Romagna in linea Massimo Ristuccia. I ricordi

mristuccia.jpgdi Massimo Ristuccia

Le SUPERIORI.

Alle superiori c’è l’incontro con altri ragazzi e ragazze, chi proviene da altre frazioni, chi da altre isole, con non poche scomodità. E’ l’inizio, per tanti, di quel pendolarismo, in questo caso scolastico che poi da uomini adulti continueremo a vivere per raggiungere il posto di lavoro. Sulle scuole superiori a Lipari e nelle isole Eolie c’è da fare una premessa di fondo, le scelte su quale scuola intraprendere dopo le medie non è che fossero tante, nell’isola principale a Lipari, c’è un istituto tecnico per ragionieri e geometri, di cui l’indirizzo più frequentato è sicuramente quello per ragionieri, infatti negli anni si è creato un detto che se un sasso caduto dal cielo arrivasse sulla testa di qualcuno a Lipari, questi sarebbe certamente un ragioniere. Bisogna dire che cerca di sopravvivere anche il Liceo, con pochi frequentatori e mai con una sede fissa per più anni. All’interno dell’istituto tecnico inizialmente non c’era un particolare sovraffollamento, sopravvivevano due campetti esterni (di mattoni), una palestra ed in generale tutti gli spazi erano sufficienti, col passare degli anni non so se la situazione sia peggiorata. Durante gli anni passati alle superiori, soprattutto in inverno, essendo la maggioranza degli insegnanti provenienti da Messina e provincia, solo qualcuno per dei periodi prendeva una casa in affitto a Lipari, quando il mare era agitato la mattina appena giunti a scuola si viveva quell’attesa condita di speranza che i mezzi (nave – aliscafo) non viaggiassero, in modo da saltare le lezioni e proprio in quell’ultimo  anno nel 1982 ci fu una grossa mareggiata che più per il giorno di vacanza che facemmo ricordo per altre cose.

Passando per: cambiamenti di insegnanti, qualcuno rimandato (esistevano ancora gli esami di riparazione), i primi amori, le fughe, arrivammo all’anno che credo sia per tutti quello particolare, l’ultimo il quinto. Proprio nel quinto vi furono le maggiori fughe, grazie anche al fatto che nel frattempo arrivò un compagno che aveva la patente; una volta tutti i maschi della classe non entrammo dirigendoci in altri luoghi, essendo successivamente “sonoramente” richiamati dalla vicepreside, un’altra volta un gruppetto andammo a giocare a tennis e ci mancò poco che lungo la strada uno di noi venisse beccato dal padre. Tra di noi c’era, come credo normale che sia, chi era più portato per le materie tecniche chi era bravo in italiano e storia, chi riusciva meglio nel compito in classe, magari su un tema d’attualità e di solito il più bravo della sua materia aiutava gli altri. Alcune volte ci si ritrovava a casa di qualcuno per studiare ma alla fine tutto si faceva tranne che studiare, costringendo, magari, chi l’indomani doveva essere interrogato ad alzarsi in piena notte per recuperare.

Una “combriccola” di noi per un periodo creammo una specie di “società” per giocare al Totocalcio, sviluppando un sistema ridotto che richiedeva la compilazione di una “marea” di schedine. Aspetto caratteristico dell’epoca era che, non essendoci nell’isola una ricevitoria, le schedine si davano ad un signore che ogni fine settimana andava a Milazzo a giocarle per gli altri. Un momento indimenticabile per tutti fu sicuramente la gita scolastica. Per sovvenzionarla si vendevano all’interno della scuola, nella pausa, dei panini acquistati da un fornitore di fiducia e rivenduti ad un prezzo leggermente maggiorato o si organizzavano serate danzanti in una discoteca presa in affitto, il tutto per alleggerire il costo della gita. Negli anni dalle varie generazioni che si sono succedute si sono sentiti racconti di gite: più o meno lunghe, belle, chi si perse a Vienna, chi mise il lassativo al professore a Parigi, chi rimase colpito dalla visita ad un campo di concentramento, chi ne combinò di tutti i colori in albergo a Barcellona ecc. Sicuramente la gita di fine ciclo scolastico, del quinto, resta un ricordo indelebile per tutti e per qualcuno è stata anche una delle rare occasioni per fare un viaggio all’estero.

Arrivati agli ultimi mesi di scuola, quando già si conoscevano le materie d’esame, allora non si portavano tutte le materie, si tralasciavano quelle che non erano uscite, diciamo così, ed ognuno si concentrava  sulle due  che avrebbe portato agli esami, in realtà c’era sempre il rischio che a qualcuno gliele potessero cambiare ma si trattava di casi rari. In quel periodo credo che si sia vissuto il momento più intenso, bello direi, del rapporto tra insegnanti ed alunni, soprattutto, ma non solo, con gli insegnanti delle materie da portare agli esami. Io in particolare debbo dire che quell’anno uscirono delle materie orali per cui ero maggiormente portato. Per alcuni la scelta delle materie non era facile ma tra ripassi, aiuti degli insegnanti, preparazione di bigliettini vari si arrivò agli esami. Credo che ognuno abbia un ricordo personale, chi era convinto di aver fatto meglio il compito d’italiano invece andò meglio in quello di ragioneria, magari ampiamente copiato, chi era particolarmente teso, chi si emozionò, chi affrontò tutto tranquillamente. La commissione di esami era composta da un solo membro interno mentre gli altri provenivano da fuori, quindi, non conoscendoli caratterialmente era soprattutto per i primi esaminandi una sorpresa.

Per fortuna in quei momenti di tensione, qualche volta, si verificano anche degli episodi simpatici: un membro della commissione faceva una battuta sulle lezioni extra fatte dagli studenti prima degli esami, un ragazzo prendeva alla lettera l’invito a bere un bicchiere d’acqua e via dicendo. L’esito finale per qualcuno fu una liberazione, qualcuno non fu particolarmente soddisfatto, chi dopo anni brillanti si trovò un voto non consono per presunti discorsi in commissione di fatti extrascolastici, comunque in un modo o nell’altro la maggioranza superammo gli esami. Prima di chiudere il ricordo delle superiori, il mio pensiero va ad una cara amica, una ragazza simpatica, allegra, con cui negli anni successivi quando capitava di tornare a Lipari incontrarla era sempre un piacere, purtroppo oggi non c’è più. Forse visto il luogo di cui parliamo, riferimento per tutte le altre isole, ci sarebbe voluto una scuola che preparasse in aspetti tecnici, turistici, scientifici, sportivi, attinenti al mare, scuole che specializzasse o preparasse i ragazzi in quelle mille opportunità che il mare e luoghi di mare possono offrire, come ad esempio: pesca, marecoltura, biologia marina, tecniche subacque ecc.. Purtroppo dai miei tempi ad oggi non mi sembra che sia cambiato granchè! Potremmo anche dire, discorso comune a tante scuole superiori, che la preparazione finale non ti consentiva di entrare nel mondo del lavoro già pronto. Tante volte si verifica un intreccio negativo tra mancanza di spazi e mezzi tecnologici obsoleti, per esempio o manca lo spazio per la sala linguistica o per la biblioteca o gli strumenti o i libri sono superati; tutto ciò a scapito degli studenti.

Dalla Romagna in linea Massimo Ristuccia. I ricordiultima modifica: 2010-12-07T09:43:57+01:00da leonedilipari
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