Lipari&Tribunale che se ne va. -14

liparitribunalepiccola.JPGdi Alfio Ziinoaziinoavvpiccola1.JPG

Egregio Direttore, mi auguro, ma son francamente scettico, che le iniziative
da aluni ancora  proposte per tentar di salvare il Tribunalein Lipari, possano avere successo. Il Ministro Cancellieri non ha cognizione alcuna del mododi porsi  innanzi l’opinione pubblica, almeno di quella chequalcosa capisce.Ha dichiarato, il Ministro, di avere  realizzato una epocale rivoluzione nel sistema giudiziario italiano dimezzando gliuffici giudiziari senza  licenziare alcuno, e di aver fatto ciò d’ intesa con il Presidente della  Repubblica oltre che coi magistrati.Il ministro, con la “m” minuscola, è un asino. La pubblica amministrazione non compete nè al nominato Presidente nè ai magistrati, ed il menar  pubblico vanto del concorsodi questi è solo mortificazione della delega concessola. E che il Presidente della Repubblica ami invasioni di camponulla muta.E’ un asino, poichè il menar pubblico vanto del concorso, più onestamente  del diktat  fedelmente eseguito, viola lenorme comportamentali tra istituzioni o poteri diversi.E’ un asino quando  afferma di aver dimezzato gli uffici in questione senza aver licenziato alcuno, posto che non si vede come avrebbe potuto licenziare pubblici dipendenti. E’ un asino perchè ritenere che in tema di pubblici serviziaccentrare e risparmiare (?) risponda alla “ratio” appunto del servizio al cittadino, è una bestialità. E’ un asino perchè ritenere che una riforma della giustizia si faccia “sentendo i magistrati” e nessun altro è il colmo dell’ ignoranza delle tematiche in tema di amministrazione della giustizia stessa.

LA NOTA PRECEDENTE. – Mentre ci sono tribunali che chiudono con il silenzio, ci sono tribunali che vogliono restare aperti con il clamore.
Gli avvocati che contrastano la nuova geografia giudiziaria si sono consorziati nel “Coordinamento degli ordini forensi minori” tempestando con numerosi appelli le varie istituzioni. Intanto sempre nell’agguerrita cittadina di Rossano Calabro, il sindaco del paese, furioso come non mai, ha chiuso tutta l’area intorno al tribunale per 6 giorni. Causa o con la scusa della festa padronale ha montato un palco lungo il viale che porta al Palazzo di Giustizia. Mentre due grossi fuoristrada impediscono qualsiasi passaggio di camion, soprattutto a quelli usati per il trasloco, mentre gli avvocati impediscono fisicamente il riempimento degli scatoloni. Il Tar della Puglia ha sospeso la chiusura  della sezione distaccata di Bitonte mentre a Casale Monferrato sono stati concessi ancora 3 anni di vita per smaltire il lavoro. Chi fa i conti scentificamente e non politicamente dimostra sempre di piu’ che l’aggravio di spesa equivale ai risparmi e quindi non c’e’ nessuna convenienza per lo stato. Alla fine verra’ chiuso solo il tribunale di Lipari che e’ quello che costa di piu’? Questo si direbbe dal silenzio delle 4 amministrazioni comunali che non si rendono ancora conto cosa vuol dire la chiusura della casa della giustizia. O forse si.

anatolipiccola.jpg-di Aldo Natoli

Gentile Avvocato Pajno. Come cittadino, come professionista e come
Presidente dell’Associazione Geometri Eoliani mi consideri a completa disposizione per ogni iniziativa ritenuta opportuna e necessaria per salvare la sede del Tribunale. Debbo ricordarLe che nella seduta del Consiglio Comunale sull’argomento mi sono permesso affermare, considerata la latitanza dei nostri rappresentanti politici, che l’unica possibilità che avevamo per salvare il Tribunale era qualla di prendere un bus e recarci tutti a Roma per protestare, ovviamente
in modo pacifico.

– di Angelo Pajno*apajno.jpg

Adesso basta!
basta con le ipocrisie, con l’approssimazione, con l’approccio “morbido” e “diplomatico” ad un problema dalle conseguenze deflagranti per la collettività eoliana.
Prendiamone atto: la politica ha fallito clamorosamente sulla soppressione del Tribunale di Lipari; e se è pur vero che le nostre amministrazioni locali sono in ottima ed affollata compagnia (inutili si sono infatti ad oggi rivelate le occupazioni delle sedi giudiziarie – vedi Chiavari – o la riconsegna delle fasce tricolori da parte di una pletora di sindaci), è altrettanto vero che è giunto il momento di mostrare gli attributi da parte della gens eoliana e smetterla di piangersi addosso o, peggio, piegarsi ad una rassegnazione che collide in maniera stridente con le battaglie di civiltà e di progresso che sono state combattute, e vinte, in passato  (le manifestazioni popolari per i coatti a Filicudi e quelle per mantenere in linea la “Caravaggio” e la “Piero della Francesca” docunt).
Mi rifiuto di credere che gli isolani si siano ridotti ad una massa amebica, priva di spina dorsale e piegata ai voleri dei signori “romani” della politica. Il servilismo sciocco di cui mirabilmente parla l’amico ing. Ruben Piemonte in un suo recente intervento sul Notiziario lasciamolo a chi ama nutrirsi di tale sterile linfa, è tempo di rimboccarsi le maniche.
Non è più tollerabile che le Eolie siano sistematicamente ricacciate in un passato di emarginazione sociale ed economica, di ghettizzazione territoriale.
Emblematici gli esempi dell’Ospedale e del Tribunale, ma non dimentichiamo altri allarmanti segnali quali, sempre a titolo di esempio, le carenze infrastrutturali (leggasi: porti), la mobilità (leggasi: trasporti), lo smantellamento/ridimensionamento della rete degli uffici postali e del servizio di recapito nelle isole minori dell’arcipelago.
Che a Roma siano dei conclamati somari in geografia è oramai un dato di fatto e sarebbe gratificante istituire (per restare in tema suggerisco come location la “Spiaggia dell’Asino”, a Vulcano Gelso) dei corsi serali in tale materia riservati ai tanti signori della politica che vengono a riposare, nella stagione estiva, le “stanche membra” nelle nostre isole. E ancor più gratificante sarebbe averli (s)graditi ospiti durante tutto il periodo invernale allorquando, messi a secco gommoni e natanti vari, ci si dovrà spostare da un’isola  all’altra o verso la terraferma per andare a partorire o per rendere una testimonianza o richiedere un certificato presso la Procura o il Tribunale; e magari in una bella giornata di forte scirocco o di maestrale restando bloccati per uno o due giorni fuori di casa, sulle spese. O magari, ancora  per restare in tema di esempi, aspettare una decina di giorni e più per potersi vedere recapitata la posta o saltare lo scalo in quanto, nonostante il mezzo di linea abbia effettuato la corsa, per ragioni di sicurezza non è possibile ormeggiare alla banchina priva di adeguato riparo.
Politicanti dalla memoria corta i quali, tornati a frequentare le ex paludi dell’Agro Pontino romano, discettano – mancando di connessione tra il cervello e la lingua – sulla esigenza di portare a termine quella scellerata riforma della “geografia giudiziaria” che ha semplicemente distrutto il diritto di ogni cittadino di accedere alla giustizia intasando oltre ogni immaginabile limite i c.d. Tribunali accorpanti con la conseguenza di un allungamento ulteriore dei tempi di definizione delle controversie civili e dei processi penali.
E ciò scadendo talvolta anche nel ridicolo come insegna il caso emblematico dell’istituendo Tribunale di Napoli Nord che sarà allocato addirittura…. in un’altra provincia.
Tornando al nostro ambito territoriale un pensiero compassionevole mi sento di rivolgerlo al Dott. Michele Galluccio,  Presidente del Tribunale di Barcellona, il quale dopo essersi unito al coro di quei Magistrati assolutamente favorevoli alla soppressione delle sezioni distaccate, ha dovuto prendere atto che non è possibile celebrare le nozze con i fichi secchi trovandosi quindi costretto a destreggiandosi ossessivamente tra un decreto via l’altro nel tentativo, disperato, di porre una qualche toppa alla atavica e grave carenza di organico, vero ed unico virus dal quale è contagiato il nostro sistema giudiziario; il resto sono solo vacue chiacchiere .
Passando quindi al concreto, e dato quasi per scontato (salvo augurabile smentita) che dal 13 di settembre l’ufficio giudiziario liparese sarà soppresso,  non resta che  attivare ulteriori iniziative ad istanza della classe forense locale e dei semplici cittadini.
Mi riferisco in particolare alla possibilità di ricorrere all’istituto referendario per ottenere l’abrogazione della sciagurata normativa in argomento.
La legge prevede che, qualora il quesito referendario sia presentato entro il 30 di settembre, e nel caso esso sia  dichiarato ammissibile dalla Corte di Cassazione, la consultazione popolare sia indetta entro il 30 aprile dell’anno successivo.
Certo, i tempi sono obiettivamente ristretti se l’iniziativa dovesse partire dai semplici cittadini e non sarebbe  quindi possibile raccogliere entro la suddetta scadenza le 500.000 firme necessarie.
Tale ostacolo si prospetta però agevolmente superabile qualora, ai sensi dell’art.75 della Costituzione, l’iniziativa referendaria sia portata avanti da almeno 5 Consigli Regionali.
Ora, già il Consiglio Regionale dell’Abruzzo ha deliberato in tal senso ed a giorni analoga iniziativa sarà concretizzata dal Consiglio Regionale pugliese.
Analoga iniziativa sarebbe all’attenzione della Regione Liguria, della Regione Lombardia e della Regione Campania.
Partendo quindi da una tale possibilità, nei prossimi giorni conto di essere ricevuto dal Presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, al quale rappresenterò, nell’interesse del Foro eoliano ma, soprattutto, della nostra comunità, la opportunità che anche la nostra regione (peraltro duramente colpita dalla norma “ammazza tribunali” che prevede la soppressione degli uffici di Mistretta, Nicosia e Modica e la soppressione di ben 28 sezioni distaccate e di 87 Uffici del Giudice di Pace) si faccia carico di tale iniziativa mediante una semplice deliberazione dell’Assemblea ed costo zero per le casse regionali.
Naturalmente il quesito referendario dovrà passare, come dicevo, al vaglio di ammissibilità della Cassazione ai sensi del secondo comma del surrichiamato art.75 Cost. ma confido in una decisione positiva non trattandosi, nella fattispecie, di legge tributaria  o di bilancio (ipotesi escluse dalla procedura referendaria).
Mi auguro di essere coadiuvato in tale mia iniziativa da quei colleghi e quei cittadini che lo desiderassero e rivolgo in tal senso un invito particolare ai giovani ed intraprendenti colleghi Luca Zaia, Giulia Leone e Giusy Biviano con i quali ho sino ad oggi proficuamente interloquito.
Naturalmente mi riservo di aggiornare la comunità eoliana sull’esito dell’iniziativa alla quale non farebbe difetto l’appoggio, finalmente convinto e deciso, delle amministrazioni locali che sino ad oggi, e salvo sporadiche eccezioni, si sono distinte principalmente per il loro assordante silenzio, da ultimo anche sull’esito della interrogazione parlamentare che avrebbe dovuto essere discussa alla Camera il 28 u.s.
 
*Avvocato

-Nicola Marino, presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua), ha fatto un’analisi sulla chiusura dei Tribunali a proposito
della nuova geografia giudiziaria. «Dal 13 settembre in Italia la giustizia è a rischio caos, molti uffici (tribunali, nmarino.jpgsedi distaccate…), spesso di grandi comuni, non sono pronti per la chiusura e non a caso il ministro Cancellieri ha già prorogato, approfittando della disattenzione estiva, il termine in diverse realtà, ma solo in alcune e con un criterio francamente incerto e inadeguato (anche se purtroppo sembra quello del ‘divide et impera’ vista la forte opposizione sociale nel Paese contro questo provvedimento). Serve invece un intervento generale come chiesto dal Parlamento». È l’analisi di Nicola Marino, presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) a proposito della nuova geografia giudiziaria. «Questa presunta ‘revisione’ – dice Marino in una nota – tanto ‘strillata’ sui giornali non fa risparmiare nulla, si pregiudicano interi territori a livello
economico e in alcune centri come, appunto, Rossano, si rischia di lasciare il campo libero alle organizzazioni criminali. Proprio in queste ore, vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà agli
abitanti e agli avvocati di questa città calabrese che manifestano da ieri presidiando gli uffici giudiziari anche con una protesta forte come l’occupazione». «Comprendiamo – aggiunge Marino – il grande
disagio e la rabbia di fronte a provvedimenti scellerati come questo che, di fatto, decapitano la macchina giudiziaria italiana. Non a caso, nei prossimi giorni, sono state annunciate iniziative analoghe in tutto il Paese. L’Oua é a fianco di tutte queste città che vogliono difendere il servizio giustizia». «D’altronde – ribadisce Marino – anche il Parlamento con un ordine del giorno ha chiesto al Governo una proroga generale perché sono evidenti le criticità emerse. Insistere su questa strada da parte della Cancellieri è ingiustificabile, non è una questione di difesa del piccolo orticello o del campanile come si è detto, purtroppo, da più parti con molta superficialità, ma una scelta di buonsenso per avviare, invece, una seria revisione e modernizzazione della geografia giudiziaria a tutela degli interessi generali del Paese e dei cittadini».

E’ una triste realtà che cambierà la giustizia degli eoliani che dovranno giocarsela in trasferta, come le partite di calcio con tutte le relative conseguenze. Ma quello che sorprende è la totale assenza dei nostri politici ad iniziative forti come quelle di Rossano e…la deludente posizione di Casini che ha votato contro la proroga ed al quale abbiamo dato la cittadinanza eoliana. Scandalo-Scandaloso.

– Mentre a Rossano Calabro, il presidente dell’ordine Serafino Trento guida con avvocati e politici la protesta per la chiusura del tribunale salendo sul tetto, 40 sindaci del Roero hanno hanno consegnato la fascia alla Prefettura di Cuneo perche’ non vogliono la chiusura di Alba dove anche il presidente della Regione Piemonte e’ intervenuto a muso duro con la Cancellieri. Anche Chivasso protesta con 22 sindaci, non vogliono la chiusura perche’ la ndrangheta si infiltrerebbe ancor di piu’. A Logonegro addirittura  e’ scesa in campo l’Unione Cattolici Italiani. Indietro i soldi spesi per la struttura grida il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi. In Liguria dove vige la legge del pesce grosso che mangia il piccolo la deputata Deborah Bergamini guida la riscossa come il governatore Luca Zaia in Veneto. In Sicila solo Ragusa ha avuto una proroga di 2 anni per motivi logistici immobiliari. Il resto tace. La giustizia concentrata e’ una cassata dice una avvocato in pensione mentre i fascicoli prendono la strada dell’archivio  morto, alla salute di tutti. Lipari non pervenuto, movimenti politici soffici e privati.

-di Aldo Natoli

Caro Avvocato Luca Zaia il tuo continuo interessamento sulla soppressione del Tribunale di Lipari è veramente ammirevole. I tuoi scritti, i tuoi suggerimenti, il tuo continuo e pressante impegno per mantenere ” le luci accese” su un problema di grande importanza, e non solo per gli avvocati, ma per tutti noi, è straordinario. Quindi ti rivolgo come cittadino e come amico, un sentito grazie. Purtroppo bisogna rassegnarsi perchè ci troviamo dinanzi ad una triste realtà: ai nostri rappresentanti politici regionali e nazionali del Tribunale di Lipari non gli interessa niente! Tutto s’inquadra, come più volte mi sono permesso di segnalare, in un disegno politico che deve ridimenzionare le Eolie. Quindi via tutto! Oggi ai politici non interessa il consenso dei cittadini, ma bensì quello delle loro segreterie. Pertanto, caro giovane amico, attendiamoci tempi peggiori!

lucazaia.jpg-di Luca Zaia

Diritto24 continua a fornire notizie interessanti sul fronte dell’imminente attuazione della riforma della geografia giudiziaria, anche al fine di individuare un termine di paragone tra l’operato politico dei rappresentati politici di altri territori e quello posto in essere (?) dai nostri rappresentanti. Ed infatti in due articoli pubblicati ieri si legge: “Ventisei parlamentari hanno inviato al presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta e al Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri la richiesta di un decreto correttivo della riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Provvedimento che permetterebbe di escludere dall’elenco dei Tribunali da sopprimere Pinerolo, Bassano, Chiavari, Lucera, Rossano e Tolmezzo. I tempi sono ristretti considerato che la data di attuazione della Riforma è fissata per il 13 settembre. “Com’è noto la scelta di queste sei circoscrizioni – si legge nel documento dei parlamentari – è motivata da valutazioni tecniche che non solo non contraddicono lo spirito della riforma, ma la rendono ancora più efficace nel rispetto dei parametri indicati dalla legge delega, e relativi alla popolazione, all’estensione del circondario, al carico processuale, all’organico dei magistrati, alla situazione infrastrutturale, alla presenza di criminalità organizzata, alla necessità di decongestionare e razionalizzare il servizio Giustizia nelle grandi aree metropolitane, il tutto proprio con riequilibrio delle competenze attuali degli uffici limitrofi della stessa area provinciale caratterizzati da rilevante differenza di dimensioni. L’iniziativa che si richiede al Governo interpreta, infine, l’orientamento di ampia unità e convergenza tra tutte le forze politiche parlamentari”. Ed ancora: ”Il Ministro Annamaria Cancellieri chiederà di sospendere il trasloco del Tribunale di Alba ad Asti. Lo ha annunciato stamane il presidente della Regione Roberto Cota, giunto al palazzo di Giustizia albese per portare la propria solidarietà al presidio di sindaci della zona che da dieci giorni occupano simbolicamente il corridoio del tribunale per impedirne la soppressione, prevista dal 13 settembre”. Il trasloco avrebbe dovuto iniziare già il 26 agosto. “Ho parlato personalmente con il ministro Cancellieri – ha detto Cota -: mi ha garantito che si farà un provvedimento correttivo del piano di accorpamento delle sedi giudiziarie che salverà il Tribunale di Alba”.

Probabilmente verrò identificato come l’Avvocato delle domande, ma sarei curioso di conoscere:l’esito dell’interpellanza presentata nell’interesse della sede del Tribunale di Lipari, di cui, ad oggi, non abbiamo avuto alcun riscontro dagli organi istituzionali;se il Presidente Crocetta, prendendo esempio dal collega Cota, abbia profuso lo stesso impegno, attuando un pressing politico sul Ministro, cercando di ottenere un analogo risultato. Ma è ovvio che se l’imput non parte da Piazza Mazzini il presidente Crocetta non perorerà – così come non ha fatto – una delle cause più importanti della storia del Comune di Lipari. Ovviamente, le mie resteranno solo domande e il 4 settembre è sempre più vicino…

LA NOTA PRECEDENTE. Lipari – Il decreto del presidente del Tribunale di Barcellona con il quale assegna ai magistrati in servizio presso la sede centrale del Tribunale di Barcellona i procedimenti penali provenienti da Lipari.

Per la visione cliccare nel link che segue:

decr-presid-n-97-del-26-8-13.pdf

Lipari&Tribunale che se ne va. -14ultima modifica: 2013-08-31T14:00:20+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo