DEPURATORE, GLI ERRORI DI IERI, SI PAGANO OGGI

1989125231.JPGdi Salvatore Leone

Ho avuto modo di leggere la vicenda dell’impianto di depurazione, collocato nella zona di S. Caterina, accanto al cimitero e in pieno centro 2107251817.JPGurbano. Si ricorderà sicramente la “battaglia” intrapresa con gli amministratori dell’epoca e il progettista dell’opera. Era difatti impensabile scegliere quella zona per la collocazione di un’opera del genere per una serie di considerazioni. Anche il “Giornale di Sicilia”, con un vero e proprio sos lancio’ l’allarme per i pericoli che incombevano anche su Marina Lunga.

Il tempo ha dato ragione alla protesta. Vorrei anche ricordare che un amministratore dell’epoca pensò di spostare l’opera a torrente Valle, ma poi non se ne fece nulla. Il depuratore, o meglio l’impianto di pretrattamento doveva rimanere a S.Caterina, accanto al cimitero a testimoniare, ancora oggi, che i nostri cari defunti avevano bisogno delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie. Cosi’ si leggeva testualmente nel pezzo pubblicato sul giornale siciliano.

D’altronde il ragionamento dei politici sulla carta era chiaro. Se esiste un cimitero è evidente che non è centro urbano, in quanto le costruzioni devono essere realizzate fuori dal raggio dei 200 metri. In considerazione di ciò l’impianto può star bene. I politici dell’epoca alle critiche che “piovevano” un po’ da tutte le parti e anche alla denuncie presentate dai cittadini al pretore, al medico provinciale e alla Capitaneria di porto,  rispondevano seccatamente che “l’impianto non avrebbe emanato cattivi odori, tutto verrà realizzato sotto terra (sic!!!) e dentro si può anche mangiare. Abbiamo visionato un impianto simile e tutto è a…posto. In ogni caso, non si può piu’ spostare perchè le pendenze della condotta sono state fatte e non è piu’ pensabile spostare l’opera”.

Tutto a posto o quasi per loro, ma poi nella realtà le cose sono andate diversamente. E non era una novità che un impianto del genere deve essere realizzato lontano dai centri abitati. Oggi quello che allora era impossibile, diventa realtà grazie all’intervento di Sua Eccellenza il Prefetto di Messina Francesco Alecci.

Ci tengo a precisare – ma non è una novità perchè in questi anni tutti lo hanno notato e soprattutto sentito – l’impianto di S.Caterina che ha creato problemi non indifferenti con l’emanazione di odori naueseabondi, non è un’impianto di depurazione, ma un impianto di pretrattamento dei reflui. Ovvero non depura, ma tratta i reflui e può servire per una popolazione di 20 mila abitanti. All’epoca si diceva che era modesta, in quanto nel periodo estivo non poteva sopportare il peso delle presenze turistiche che si moltiplicavano e quindi non poteva ritenersi funzionale. Erano state fatte anche delle proposte alternative. Oltre a Valle, si era anche parlato di Monte Rosa e in ultima analisi Porticello ove l’impianto poteva essere realizzato, sfruttando le caratteristiche della pomice tra l’altro “filtrante” che certamente avrebbe consentito il recupero delle acque ricavate dalla depurazione, utilizzandole per l’irrigazione.

Ciò avrebbe anche risolto il problema dello scarico a mare, in quanto difficile ricercare per le caratterisitche dei nostri fondali e per i diversi venti, la “linea neutra” che è quella che spinge i liquami al largo senza possibilità di farli tornare a riva. E non è stato un caso che si è anche dato il colpo di grazia alla rada di Marina Lunga che si è ritrovata con una condotta sottomarina che come un vulcano per tanti anni ha scaricato liquami altamente inquinanti (all’epoca il tutto era stato anche documentato con un video televisivo ripreso da alcuni sub con immagini davvero choccanti…).

Gli interessi dell’epoca hanno avuto il sopravvento, rispetto alla scelta funzionale dell’area. Poi almeno la condotta sottomarina è finita al largo di Monte Rosa. Ora toccherà al depuratore. 

Dunque bisognerà correre ai ripari con i soldi pubblici… tanto per cambiare!!!! 

DEPURATORE, GLI ERRORI DI IERI, SI PAGANO OGGIultima modifica: 2008-09-17T17:44:15+02:00da leonedilipari
Reposta per primo quest’articolo