Da Cagliari in linea Felice D’Ambra

fdambra11.jpgdi Felice D’Ambra

Dal Trenino Verde della Sardegna, un nuovo modo di fare turismo. Il treno reale sta allontanandosi da Cagliari per atrenino.JPGSassari salutato dalla folla enorme e dalla banda che intona l’inno, era il 30 aprile dell’anno 1899: Il secolare “Trenino Verde” della Linea, Mandas – Arbatax, 160 chilometri d’ indiscutibile bellezza, viene qualificata ” la linea più bella del mondo”. La definizione può sembrare enfatica ed esagerata, ma nel percorso che questa insospettata e antiquata ferrovia attraversa, si scoprono la meraviglia di un natura selvaggia ed incontaminata del territorio delle Barbagie del  Gennargentu e delle aspre bellezze del cuore d’Ogliastra. Questo, straordinario itinerario, per un nuovo modo di fare turismo unico geograficamente, una specie di spontaneo parco naturale alla ricerca di lunga vita in una terra antica che comprende altipiani e brevi pianure, vallate profonde come quella del Pardu di Gairo Sant’Elena, torrenti come fiumi tumultuosi, azzurri laghi artificiali, foreste e boschi, Tonniris e Taccus, orridi precipizi come quello di “Sa Babbaieca” ( luogo dove buttavano vivi i vecchi che non erano più utili ), campagne a pascolo simili ad immensi campi di fiori e bellezze di una viva macchia mediterranea. Lo scopo ufficiale della ferrovia, nata a cavallo tra l’800 e il 900, era quello di eliminare dall’isolamento secolare la zona montuosa centrale, aprendola al traffico e alle iniziative economiche. Ma, ben presto, il popolo sardo si rese conto che la concretezza era ben diversa, perché numerosi speculatori, con l’interessato benestare del potente gruppo politico di allora, rivolsero lo sguardo alle immense ricchezze boschive di arie intatte del Sarcidano, del Mandrolisai, delle Barbagie e dell’Ogliastra.

A restare delusi, però, furono gli abitanti dei paesini che avevano sperato di vedere la fine dell’isolamento. Il pittoresco e rumoroso trenino verde della locomotiva a vapore, sbuffando e con fischi acutissimi, sferragliando lontano dai centri abitati e da quasi e da stazioncine silenziose a parecchi chilometri di distanza e senza collegamenti, rompeva il silenzio di una terra immobile. Gli elementi più rilevanti che questi paesaggi immutati, creano ancora le stesse emozioni d’ itinerari da fiaba di allora, tanto è vero che, a distanza di un secolo dalla nascita della strada alavoro4.JPGferrata della Sardegna, le tappe dell’affascinante Trenino, riescono ancora ad emozionare i visitatori Internazionali che, grazie anche al libro “Viaggio in Sardegna” del famoso scrittore Inglese “David Herbert Lawrence” che, dopo aver visitato in lungo e in largo la Sicilia, è sbarcato a Cagliari per visitare la Sardegna “del regno dei Savoia”e la terra delle antiche tradizioni. I Tour, Operator Inglesi, da parecchi anni ormai, organizzano gli “Steam Safaris” utilizzando il Trenino Verde della più affascinante tratta Mandas – Arbatax, che lo scrittore insieme alla moglie Frieda, colse in quell’ indimenticabile ed emozionante viaggio straordinario nei luoghi più meravigliosi di una terra da fiaba, circondata da  paesaggi ricchi di incantevoli e di fitte foreste come quella di “Bittìli” nelle vicinanze della stazione del paese di  Esterzili.

La storica data del 24 febbraio del 1894, resterà scolpita nella mente della gente del posto ( che sarà tramandata alle future generazioni ), che increduli attendevano l’arrivo dell’orribile mostro di ferro che arrancando in salita, fischiava alle porte del paesello montano per fermarsi emanando calde nuvole di vapore, alla stazioncina di Seui a 800 metri s.l.m. Lontano, dopo la miniera di antracite e la valle dell’argento, appare un Villaggio di pastori di pecore e cani guardiani mastini fonnesi incastonato tra alberi altissimi, vivono nelle pinnette, fuori dal mondo come preistorici  in un contesto unico, mentre in alto, sempre in agguato, volteggiano aquile reali in attesa di qualche pasto per sedare la fame. Il trenino prosegue l’itinerario stabilito ed arriva alla alavoro3.JPGlontana stazione di Ussassai, il paese della “Sa Coja Antiga” il rito antico dello sposalizio e dopo la cantoniera d’Anulù e  il famoso ponte di Santu Gironi dove capre e mucche sdraiati sulle rotaie, indifferenti ai fischi del treno all’uscita della galleria,  come se l’attendessero per salirvi, restano a guardare, mentre il treno fischiando, raggiunge, come d’incanto, la silenziosa e straordinaria vallata incontaminata, ricca di ruscelli, sorgenti, uno dei punti più pittoreschi di Gairo Taquisara, dove il treno come per magia e come in un sogno, sosta nella stazioncina del paesino del vento “su logu de su entu”. Da questa stagione, una nuova azione per il turismo in aiuto al paesino del vento viene, dall’escursioni guidate della grotta di “Su Marmuri (marmo), di Gairo Taquisara, della  visita al Nuraghe Serbissi, del Centro documentale, del sentiero di Trekking, del “Murales” dipinto dal pittore Antonio Aregoni, della visita di Gairo Vecchio e di Perda ‘e Liana, Monumento Protetto e dell’apertura del ristorante L’Asfodelo a pochi metri dal centro del paese e dalla stazioncina.

Nel luglio 2008, Maria Assunta Mura, dopo aver ristrutturato con ciò che ha risparmiato con sacrificio negli anni di duro lavoro lontano dalla sua terra natia, senza l’aiuto di alcuno, ha effettuato, il restauro di quella che era la vecchia scuola elementare del paese, salvandola da sicura rovina. Oggi il Ristorante, l’Asfodelo, di Maria Assunta, così è chiamata dalla gente del posto, ha portato una ventata di professionalità ed è una realtà di prestigio, un locale rustico ma elegante, capace di offrire un servizio di qualità utilizzando prodotti genuini del territorio per una cucina tradizionale ogliastrina, sarda e siciliana. Negli anni settanta, ha lavorato, come tanti altri del posto, in quello che era allora un albergo di prestigio, il famoso “Hotel Su Sirboni” sulla Costa Orientale Sarda della Marina di alavoro2.JPGGairo, ma dopo la chiusura del locale, Lei è con altre ragazze, è partita alla volta di quel meraviglioso importante mondo turistico della Calabria, ed a Crotone la Città di Pitagora, all’Hotel Costa Tiziana, ha proseguito immediatamente con umiltà e ferrea volontà nella carriera alberghiera. Da allora Mary Mura, non si è, mai fermata. Ha intrapreso e operato in tutti i settori dell’albergo, impadronendosi di una notevole esperienza di pregio che l’ha vista , anno, dopo anno, acquisire qualifiche importanti. Lei, è anche un’esperta di ristorazione essendo stata per molti anni “Food & Beverage Manager” nell’Hotel quattro stelle “Villa Campana” di Charme & Relax, immerso in un parco con giardino fiorito a centro metri dal mare dello Splendido Golfo di Orosei. In tutti questi anni d’esperienza, ha acquisito la qualifica di Direttrice d’Albergo ed è iscritta all’A.D.A. Sardegna, Associazione Direttori Albergo Italia che ha sede Nazionale a Roma.

Il Trenino Verde è stato elogiato da molti giornalisti, scrittori e poeti entusiasti di questi itinerari da fiaba. Il Poeta Benvenuto Lobina di Villanovatulo, con parole struggenti narra il distacco della gente dei paesi che parte per luoghi lontani definendo così il treno. “maladittu trenu”e idda mia, cantu genti nd’hasi pigau… ( O maledetto treno, del mio paese, quanta gente hai portato via.), più solenne e ispirata è la visione del treno in un’ ode del poeta di Desulo, Antioco Casula detto Montanaru, che esalta la Barbagia: << Intantu che armonia de tempus piùs serenu in s’adde intendo a mùilu, a fischios su trenu furiòsu currinde porternde civiltàde a sos frades che gridan Giustizia e Libertade >>, ( ” Intanto, come simbolo dell’armonia del tempo più sereno, sento nella valle che muggisce e fischia il treno, mentre avanza portando la civiltà ai fratelli che gridano Giustizia e Liberta” ), il poeta  nuorese Sebastiano Satta descrive ” hat nadu , cando hat bidu chi fruschiande ch’est insèrghia bia cue sa ferrovia” (. e ha detto quando ha visto che, fischiando,  è sfrecciato via di là il treno.: ), lo scrittore nuorese Salvatore Satta, descrive alavoro1.JPGinvece nel suo romanzo “il giorno del giudizio”il viaggio dei pastori che caricavano le pecore sui vagoni per la transumanza nel Campidano di Cagliari e degli emigranti e passeggeri in partenza dalla stazione di Via La Marmora, dell’unico treno che unisce Nuoro a Macomer e da lì verso il “Continente” e il mondo. Ora, nel terzo millennio, il sogno sulla rotaia diventa, forse, realtà. La Regione Sardegna ci crede e L’On. Liliana Lorettu, Assessore ai trasporti, ha avviato la procedura di richiesta e punta a far diventare il Trenino Verde, patrimonio dell’Unesco, come per l’Arcipelago della Maddalena e l’Isola dell’Asinara. Sarà vero?

Oppure, vagherà nel limbo dei candidati con compagni celebri? In mezzo c’è, però la certezza che poggia su dodici milioni d’Euro. Sino ad oggi, la Regione Sardegna, ha ottenuto il titolo di “Patrimonio dell’umanità” soltanto per il complesso della Reggia nuragica di Barumini. Col progetto Trenino Verde, la Regione Sardegna, avrà una forza operativa in più di destagionalizzare il turismo, volano importantissimo per l’economia dei paesi della tradizione dell’interno e non. Quello che alavoro5.JPGè importante, costruire all’interno una Direzione dedicata esclusivamente al turismo, mirata non soltanto all’organizzazione dei viaggi ma, necessario per coinvolgere tutti gli imprenditori turistici ed incentivare le nuove attività che nasceranno sul più suggestivo percorso che soltanto col Trenino Verde, si può ammirare soprattutto nel cuore della Provincia Ogliastra ” La Bella Selvaggia “.

Da Cagliari in linea Felice D’Ambraultima modifica: 2010-05-24T07:59:00+02:00da leonedilipari
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