Eolie, che fine ha fatto il progetto del ciclo dell’acqua?

gmichel.jpgdi Michele Giacomantonio

Ci sono quasi 40 milioni di euro che ormai da diversi anni sono  stati assegnati al nostro arcipelago per dare una soluzione definitiva alle problematiche del ciclo dell’acqua delle Isole Eolie e passano gli anni, si avvicendano i commissari – prima per molto tempo il Sindaco di Lipari, poi, per un anno, il Prefetto di Messina, ora il dott. Pelaggi, consigliere  d’Amministrazione della Sogesid – ma nessuna soluzione appare nell’orizzonte immediato. Eppure ci sono due gravi problemi  che dovrebbero spingere all’urgenza. Il primo è il costo del rifornimento idrico che ormai nelle Eolie ha raggiunto i 25 milioni di euro all’anno offrendo un servizio  zeppo di inconvenienti per gli abitanti. Il secondo è lo stato della depurazione dei reflui che , almeno dal 2004, per Lipari avviene fuori norma perché è dal 2004 che la Regione Sicilia ha certificato che quest’isola in estate supera i 10 mila abitanti e quindi il semplice pretrattamento della depurazione è decisamente inadeguato. Eppure dopo il 2004 non solo privati ma anche diversi esercizi pubblici – gli alberghi per esempio – si sono allacciati alla rete fognaria…Ed i problemi della depurazione non riguardano solo Lipari ma anche Vulcano. Il Prefetto di Messina  in una lettera inviata il 19 giugno scorso alla Procura regionale della Corte dei Conti della Regione Sicilia, alla Procura della Repubblica di Roma ed alla Procura della Repubblica di Barcellona P.G. informava che nel 2008 un primo stralcio del progetto preliminare riguardante l’approvvigionamento idrico e la depurazione del sistema fognario di Vulcano aveva superato l’esame di una conferenza di servizio fra i soggetti interessati il 31 dicembre 2008 mentre su un secondo stralcio riguardante l’impianto di depurazione di Lipari non si era arrivati a nessuna determinazione perchè – dice il Prefetto – “erano insorte difficoltà riguardo alla localizzazione del manufatto”. E per quanto ci è dato sapere passi in avanti su questo punto, nell’ultimo anno, non se ne sono fatti. Ricordiamo che il Comune, ormai famoso nell’individuazione di siti impossibili, aveva indicato in progress due aree che si erano dimostrate entrambe inutilizzabili perché già impegnate per altre destinazioni: la prima concessa per realizzare un’area artigianale attrezzata, la seconda concessa ad una società per dare vita ad una attività produttiva.  L’impressione che si ha è di uno stato di confusione dovuta alla concitazione di trovare un’area diversa da quella individuata dall’ATI con capofila la Lotti nel 2000 per giustificare in qualche modo l’abbandono di quel progetto scelto sulla base di una pubblica gara e l’affidamento alla Sogesid dello stesso progetto con un incarico, da parte del Sindaco di Lipari/Commissario per l’emergenza, nel 2007, senza effettuare alcuna gara. Di fronte a queste difficoltà il nuovo Commissario pare abbia cercato di aggirare l’ostacolo stabilendo di impegnarsi innanzitutto, per quanto riguarda l’isola di Lipari, non nella depurazione ma nell’approvvigionamento stabilendo un finanziamento di 22 milioni di euro ( presi da 40 disponibili) per realizzare un nuovo dissalatore e un campo fotovoltaico di supporto in località Monte Sant’Angelo. Certamente il dissalatore esistente  è divenuto obsoleto fino all’inaffidabilità ed insufficiente soprattutto nel periodo estivo e quindi è giusto che ci sia una revisione, un potenziamento o addirittura una sostituzione con la consapevolezza però che la sua realizzazione non risolverà il problema dell’autonomia idrica delle Eolie ma tutt’al più quella di Lipari per cui rimane da affrontare l’approvvigionamento delle altre isole se non si vuole continuare a dipendere dalle navi cisterna. In secondo luogo pare che l’appalto concorso, da poco pubblicato, parli della sola costruzione del dissalatore e niente dica invece sulla sua gestione una volta realizzato e di come questa gestione dovrà essere finanziata contravvenendo così a quanto previsto dall’art. 201 del Dlgs 267/2000 meglio conosciuto come Testo Unico degli Enti Locali. Una tale “dimenticanza” rischia di fare ricadere i costi della gestione o sulla tariffa provinciale dell’ATO o, peggio,  sui soli cittadini di Lipari che corrono il rischio di essere chiamati a pagare l’acqua  più di quanto si pagava  fin’ora al Comune o all’EAS. Un tale rischio dovrebbe essere fatto oggetto di attenzione da parte del Consiglio Comunale che ha competenza sulle tariffe attuali e future. Infine una domanda. Ma era proprio necessario che si impegnassero ben 22 milioni di euro nella dissalazione che potrebbe essere invece realizzata con la finanza di progetto coinvolgendo nel finanziamento anche privati interessati alla gestione? E che privati siano disponibili lo si è visto in questi mesi anche attraverso la corrispondenza di Acque blu. Ma è un campo di riflessione da cui Sindaco e Sogesid paiono rifuggire. Forse perchè 40 milioni di euro sembrano tanti? Ma se con essi bisogna garantire oltre che la depurazione a norma ( possibilmente col recupero dei reflui depurati per l’irrigazione delle campagna e dei giardini) anche il rifornimento idrico delle isole certamente non bastano e sarebbe bene cominciare a pensare di integrarli – almeno dove è possibile – da apporti di privati.

 

Eolie, che fine ha fatto il progetto del ciclo dell’acqua?ultima modifica: 2009-08-05T07:16:57+02:00da leonedilipari
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