Eolie e fondi Fas. Il sindaco Bruno si appella a Berlusconi e Lombardo

mbruno15.JPGdi Mariano Bruno*

L’aver posto al centro dell’agenda politica nazionale la questione meridionale da parte del Premier, Presidente Berlusconi, supportato da azioni a ciò volte  di Ministri e Parlamentari, è un dato di grande attenzione e sensibilità del Governo, che si aggiunge ad altrettanti favorevoli interventi posti in essere. Certamente  lo sblocco dei Fondi FAS con una apprezzabile destinazione al Sud, per interventi rivolti, in particolare, alle opere infrastrutturali, rappresenta un importante traguardo dell’azione di governo nei confronti di tali aree più svantaggiate, che per molto tempo hanno risentito del forte divario economico-strutturale ed anche sociale rispetto alle regioni del nord. E, parimenti, costituisce, come ha affermato il Presidente Raffaele Lombardo, “il segnale del ruolo forte della Sicilia”.  

Sicilia, terra ricca per la sua storia millenaria, per le sue tradizioni e le bellezze artistiche e culturali, per i suoi vulcani, ma anche fiera della passione ed il calore della sua gente laboriosa;  Sicilia, regione del meridione che, tra le altre, per troppo tempo è stata etichettata terra del “profondo sud” e parimenti posta in una condizione sacrificata, a volte dimenticata, dai passati governi centrali, costringendola a porsi in una collocazione quasi agli antipodi rispetto alle regioni del nord. Un divario strutturale ed economico tra società  che ha racchiuso, a lungo, dissensi, malcontenti  e notevole malessere  sia nei rappresentanti istituzionali che nelle comunità locali. 

La notizia, poi, che il Piano per il Mezzogiorno  preveda  l’istituzione di un Comitato per lo sviluppo del Sud – spazio in cui mettere a punto le strategie per le regioni  beneficianti e per  il coordinamento degli investimenti nel meridione – costituisce altrettanto motivo di soddisfazione e pone, al tempo stesso, la necessità di una considerazione di carattere istituzionale. Infatti, nel voler affermare il riconoscimento del legittimo ruolo propositivo, decisionale e gestionale degli enti territoriali minori, circa le scelte che determinano sorti e condizioni del proprio territorio e che i Sindaci rappresentano i veri protagonisti del governo locale, parrebbe opportuno che nella struttura dell’istituendo Comitato vi partecipino i rappresentanti dei comuni insulari, perché possano apportare il proprio contributo rispetto alla giusta evidenza delle esigenze e delle criticità  territoriali. 

Salvaguardia-sviluppo diviene binomio inscindibile ed imprescindibile, cui bisogna costantemente guardare ed in funzione del quale operare senza sosta, sia a livello locale che regionale e nazionale, per sostenere il percorso di crescita delle isole e garantirne sempre meglio condizioni di vivibilità, di rispetto ambientale, di civiltà. Pur in presenza di significative opportunità d’intervento offerte da accordi di programma ed altri strumenti di programmazione regionali, nazionali, comunitari (APQ, PIT, POR, PIST, DUPIM, etc.), maggiori e più incisive iniziative devono  essere rivolte alle isole minori,  più confacenti alle esigenze nascenti da una particolare conformazione geografica, legate alla loro marginalità e frammentarietà territoriale. Il problema delle isole è economico perché, oltre “agli svantaggi strutturali dell’insularità”, riconosciuti per le isole a livello comunitario con il Trattato di Amsterdam, vengono al pettine i nodi di un sistema economico spesso insostenibile per queste realtà, ma è anche politico perché sia a livello regionale che nazionale occorre maggiormente verificare i riflessi, su piccoli territori, di disposizioni legislative ed amministrative di carattere generale. L’occasione è propizia per sostenere, oltre la necessità della presenza dei Sindaci delle Isole Minori nel Comitato di cui in premessa, anche la esigenza di una legislazione speciale per le isole minori, tanto discussa, dibattuta e tanto attesa.

Azioni d’intervento durevoli si palesano  necessarie per realizzare infrastrutture adeguate, creare nuovi servizi, migliorare quelli esistenti, specie nei settori nodali  (portualità, trasporti, rifornimento idrico, rifiuti, servizi sanitari, etc.). Si è più volte  discusso sullo sviluppo delle Isole Minori il quale deve rappresentare un obiettivo prioritario per il Governo Nazionale e la Regione Sicilia. Ridurre la marginalità e la perifericità dei territori insulari attraverso l’eliminazione degli svantaggi strutturali, può divenire l’occasione per la definizione di un modello di sviluppo sostenibile. In tale direzione è auspicabile maggiore attenzione ed impegno. Il sistema delle isole minori rappresenta, infatti, un importante elemento nell’ambito dell’offerta turistica integrata di qualità in Sicilia, il cui sviluppo rappresenta quel volano che può essere effetto ed allo stesso tempo nuovo input riguardo alla valorizzazione dello straordinario patrimonio naturale, archeologico e culturale ed alla preservazione e crescita di attività tradizionali come l’agricoltura, l’artigianato e la pesca. I magri bilanci comunali derivanti dai consistenti tagli alla spesa  e dalla conseguente riduzione di finanziamenti ai Comuni, sia a livello regionale che nazionale, impongono una politica mirata e di maggiore attenzione dei governi per ridurre le pesanti limitazioni economiche  e dare respiro e rinnovato impulso alle sorti delle comunità insulari.

Pur nel rispetto e nell’equilibrio della spesa pubblica, assume carattere di inderogabilità, per la sopravvivenza delle isole, per non arrestarne il processo di crescita e sviluppo economico-sociale, la individuazione e l’attuazione di misure urgenti d’intervento che apportino adeguate risorse finanziarie. Le politiche di tutela e di valorizzazione dei territori insulari e delle connesse risorse vanno attuate superando una visione restrittiva delle isole – in quanto concepite in un rapporto di appartenenza all’organismo comunale – ed inserendo le stesse in un quadro generale, promuovendone un’identificazione unitaria attraverso politiche di rete e di marketing territoriale, centrate sulla connotazione di Parco mediterraneo “unico” delle isole siciliane. Trasformare, dunque, le isole da comunità marginali e periferiche della Sicilia in un sistema “a rete” in grado di promuovere occasioni di sviluppo economico e sociale, attraverso nuovi modelli organizzativi fondati sul recupero e la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali, economiche e sociali esistenti nei diversi contesti territoriali, dando priorità al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni locali. 

E’ innegabile che vi sia un interesse sempre crescente  intorno alle isole minori. Lo testimoniano il flusso di presenze, i numerosi reportage sulle riviste, la cinematografia  e le televisioni che le omaggia di attenzioni. E’ facile comprendere, d’altronde, che in un mondo sempre più nevrotico e disincantato esse rappresentano un luogo del “desiderio e della nostalgia”. Del pari, è auspicabile che il Decreto anticrisi possa apportare misure d’intervento più consistenti per il Meridione e per le isole in particolare. Si è certi che la risolutezza del Presidente del Consiglio, nell’ambito dell’azione sensibile verso il Sud, la Sicilia e le sue isole, sempre mostrata,  non farà mancare il raggiungimento di questi importanti obiettivi di carattere economico che ridarebbero respiro all’economia delle regioni meridionali. In tale contesto, questo Sindaco anche in qualità di Coordinatore Ancim-Sicilia, risolleva l’antica questione legata  agli svantaggi strutturali che i territori insulari, come ampiamente noto, soffrono a motivo di carenze sostanziali sia in ambito di servizi che di infrastrutture, come sopra  illustrato.

Forse prolissa e ripetitiva  apparirà la esposizione testè fatta riguardo alle problematiche che affliggono le isole minori, ma non ci si può stancare di rappresentare i reali deficit e le criticità che le attanagliano, anche nel forte convincimento di continuare a difendere i diritti degli isolani che, al pari degli altri consociati, sono anche essi cittadini della Repubblica Italiana ed auspicano da parte dei loro governanti nazionali e regionali misure concrete e realmente volte ad assicurare livelli di civiltà adeguati, in armonia e nel rispetto della continuità territoriale e della domanda di mobilità dei cittadini  che  garantiscono il soddisfacimento dei bisogni primari  (salute, istruzione, sicurezza, giustizia, lavoro) ossia di quei diritti che, unitamente all’uguaglianza non solo formale ma, soprattutto, sostanziale di cui all’art.3, trovano fondamento nei principi sanciti dalla carta costituzionale ed oltretutto rappresentano beni di interesse superiore tutelati dalle fonti comunitarie.

Si chiede, dunque, che nel “Piano per il Sud” che sarà, si spera, attuato al più presto, sia  presa in debita considerazione la condizione delle isole, anche alla luce delle vicende che ne stanno seriamente compromettendo lo sviluppo e la crescita e le cui preoccupazioni sono state meglio evidenziate in separate note indirizzate al governo sia nazionale che regionale (vicenda Tirrenia per i trasporti marittimi,strutture ed infrastrutture portuali, servizi smaltimenti e trasporto rifiuti, chiusura industria pomicifera con soppressione posti di lavori, ……)  Si rivolge appello al Governo Nazionale perché, in una sinergia d’intenti e propositiva con la Regione Sicilia, siano posti in essere opportuni mirati interventi, anche a carattere legislativo,  che diano voce alle istanze delle amministrazioni e delle comunità locali e che della presente formano oggetto.

*Sindaco del Comune di Lipari

Eolie e fondi Fas. Il sindaco Bruno si appella a Berlusconi e Lombardoultima modifica: 2009-09-09T08:11:00+02:00da leonedilipari
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