Eolie. La Rabbia e l’orgoglio di un arcipelago dimenticato

dcotroneopiccola.jpgdi Davide Cotroneo

Che le Isole Eolie fossero serbatoio di voti in periodo elettorale e di inchini durante le vacanze di qualche politico era abbastanza palese, ma è vergognosa l’assenza di comunicati da parte dei tanti politici che durante la stagione estiva ricevono inchini, applausi e parate di circostanza, frutto della tipica politica da Bar e di paese quella che ad oggi ha portato il fango per le strade, evidenziando come vi sia la più elementare mancanza di prevenzione.
La grande assente è stata la Politica di Tutela del territorio, che ha ceduto il posto a una spasmodica corsa ai finanziamenti regionali e patti territoriali che hanno dato il via a una corsa alla cementificazione selvaggia e senza criterio, che ha affamato la piccola economia eoliana con il mito di uno sviluppo mai arrivato, con il 50% delle strutture ricettive in mano alle banche e dove ancora una volta si e’ preferito al bene comune il lucro di pochi, aumentando l’offerta ma non pensando alla domanda in continuo calo e alle infrastrutture carenti.
Piu’ che “Sviluppare le Eolie”, invece, si e’ distrutta la piccola economia locale nonostante i molti esperti d’oltremare e locali si siano premurati a farne un cavallo da battaglia.

Stride il blu del mare mentre si tinge di fango quasi a volerlo arginare, stride il silenzio di coloro i quali dovrebbero rappresentare lo Stato con il rumore delle pale e le voci della gente che cercano di salvare il salvabile,stride il buio della notte con le sirene dei mezzi di soccorso.
Questa alluvione e’ una perfetta metafora del disinteresse per il territorio, messo in secondo piano rispetto agli interessi personali e di cordata, che invece primeggiano nei momenti delle scelte importanti per il bene delle isole eolie.

Allora sarebbe da chiedere ai tanti politici che hanno appena abbandonato il nostro mare, dove siano oggi mentre gli eoliani sono invasi dal fango e dall’acqua,dove fossero ieri quando venivano tagliate le gambe a questo arcipelago attraverso un insensata sforbiciata ai collegamenti marittimi,mentre mettono alle corde le madri eoliane costrette ad abbandonare la propria terra pur di far nascere i propri figli,quando il tribunale viene chiuso e le isole eolie diventano a tutti gli effetti una lontana provincia subordinata al volere delle alte sfere.
Forse di questo silenzio si ricorderanno gli Eoliani quando in periodo elettorale verra’ il “Peppone” di turno a chiedergli il voto facendo qualche discorso da “Istituto Luce”,forse si ricorderanno di questo silenzio anche quando resteranno bloccati a Milazzo la Vigilia di Natale o ancora quando per andare al Tribunale dovranno recarsi altrove.
Ma la storia ci insegna che la memoria in queste cose e’ molto corta e quindi la prossima stagione rivedremo inchini e piroette dei nostri politici locali all’arrivo del notabile di turno.
Intanto a Lipari e’ calata la notte,la gente torna a dormire e in lontananza si sente il rumore di una Ruspa,una sirena squarcia il silenzio surreale delle contrade di Lipari ma quello piu’ fragoroso resta fermo nell’aria.

Eolie. La Rabbia e l’orgoglio di un arcipelago dimenticatoultima modifica: 2012-09-17T21:38:00+02:00da leonedilipari
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