di Romana Villari*
L’energia pulita c’è anche per le Eolie, ed anche una possibile fonte di reddito. Sì perché ognuno può diventare utente e produttore di energia elettrica grazie al fotovoltaico, che è una forma di produzione di energia da fonte rinnovabile. Deriva da accumulatori collegati a pannelli irraggiati dal sole. Caratteristiche positive nelle nostre isole, poiché, l’ irraggiamento è tra i valori più alti del bel paese e la brezza marina impedisce un eccessivo riscaldamento dei pannelli. Oltre al beneficio ambientale, sono due le forme di ritorno economico legate alla produzione di energia elettrica: l’incentivo in “conto energia” e lo“scambio sul posto”. Il primo, economicamente interessante, consiste in un incentivo per 20 anni ( buona parte della vita dell’ impianto fotovoltaico) della totale produzione di energia elettrica dell’ impianto stesso, misurato in € per ogni kwh prodotto. L’ incentivo è gestito e pagato dal GSE – Gestore Servizi Elettrici, un ente istituito ad hoc proprio per fornire ai produttori, spesso privati cittadini, incentivi sull’energia da fonti rinnovabili. importo incentivante varia in base alla seguente tabella (Fonte: www.gse.it , attività-fotovoltaico-servizi-nuovo conto energia) : impianti entrati in esercizio dal 01/01/2009 al 31/12/2009
Taglia di potenza dell’impianto
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Non integrato (€/kWh)
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Parzialmente integrato (€/kWh)
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Integrato (€/kWh)
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1 kW <= P <= 3 kW
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0,392
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0,431
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0,480
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3 kW < P <= 20 kW
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0,372
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0,412
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0,451
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P > 20 kW
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0,353
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0,392
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0,431
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Il Decreto Ministeriale 19-2-2007 inoltre aumenta gli incentivi del 5% in alcuni casi, tra cui: -se il soggetto titolare dell’ impianto fotovoltaico è
una scuola pubblica o paritaria od una struttura sanitaria pubblica ; -se i pannelli fotovoltaici vengono montati direttamente nella struttura esterna di un edificio che ha subito la sostituzione di coperture contenenti amianto, acquistando, così, la “totale integrazione” che percepisce l’incentivo maggiore. Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato l’Architetto Massimo Berardi:
- Abbiamo visto cos’è il “conto energia”, ma cos’è lo “scambio sul posto”?
E’ una convenzione , del tutto estranea al conto energia, stipulata e gestita sempre con il GSE (Gestore Servizi Elettrici) per impianti di potenza fino a 200 kwp (kw di picco), nuovo limite di potenza stabilito dal recente DM 18-12-08. Essa consiste in un “bilancio economico” tra l’energia elettrica prodotta dall’ impianto fotovoltaico (FV, in gergo) ceduta al GSE, che provvede alla vendita, e quella acquistata dal gestore locale fornitore di energia elettrica per le proprie esigenze. E’ bene chiarire che la bolletta dell’ energia elettrica al gestore locale si continua a pagare normalmente, indipendentemente dall’impianto, anche perché alla rete si è allacciati comunque e, quindi, si usufruisce di un servizio. A questo punto il GSE, periodicamente ed oltre una soglia minima, versa all’ utente un importo, chiamato “contributo in conto scambio”, pari al minore tra il valore economico dell’ energia ceduta al GSE e quello dell’ energia acquistata per le proprie esigenze, al netto dell’ IVA già pagata. Se il valore dell’energia ceduta è maggiore di quella acquistata, il surplus positivo per l’utente viene tenuto a credito per i periodi successivi.
(Fonte: http://qualenergia.it/view.php?id=822&contenuto=Articolo).
2. Restando allo “scambio sul posto”, è vero che se si supera una certa potenza
dell’impianto si diventa ufficialmente produttori anche per la tassazione dello stato, e
ci sono problemi di extra reddito?
Produttore e venditore di energia elettrica, per il meccanismo tecnico dello scambio sul
posto, l’utente lo è comunque. Ciò che cambia è la tassazione, variabile in base alla
soglia di potenza di 20 kwp dell’impianto, all’uso ipotizzato
dell’energia elettrica prodotta dallo stesso ed al tipo di utente utilizzatore, tutto ai sensi
della Risoluzione n.13/E del 20-1-09 dell’Agenzia delle Entrate.
Riferendosi ad utenti domestici, al di sotto di 20 kwp dell’impianto, soglia già elevata
per questo utente, si ritiene che l’impianto sia finalizzato al consumo per la propria
abitazione e quindi si è soggetti a nessuna tassazione. Oltre 20 kwp, l’impianto si ritiene
finalizzato anche ad attività commerciale di vendita di energia elettrica, producendo la
tassazione della cessione di energia al GSE e la conseguente fatturazione allo stesso
per l’incasso del contributo in conto scambio. Tutto ciò consiglia, quindi, di stare
sempre al di sotto dei 20 kwp di potenza per evitare troppi “fastidi” fiscali.
- Quali sono i costi per l’installazione di un impianto per una casa monofamiliare, per esempio di 6/8 stanze? Costi ai quali andrebbero in contro gli Eoliani che volessero installarlo.
Premettendo che ogni edificio, avendo caratteristiche e peculiarità proprie, rappresenta sempre un caso a sé meritando, quindi, i dovuti approfondimenti, ciò che conta non è tanto la composizione architettonica, ma il consumo di energia elettrica, misurato in kwh, da parte dei suoi abitanti con le loro esigenze e stili di vita.
Il costo di un impianto, comprese l’ installazione e la gestione burocratica, si aggira intorno ai 6-7000 € al kwp utilizzando, per i moduli fotovoltaici, tecnologie collaudate come il poli o monocristallino.Per chi vuole, al fine di agevolare economicamente l’acquisto di un impianto FV, ormai molte banche hanno creato dei finanziamenti “ad hoc” con diverse soluzioni organizzative.
- In caso di malfunzionamento e/o manutenzione dell’impianto, quali sono, in linea di massima i costi e la facilità di reperimento di personale qualificato. Importantissimo per un posto come le Isole.
Certo, calandosi nel caso isolano, si deve pensare prima alla logistica di qualsivoglia intervento che non allo stesso in sé.Per quanto riguarda il malfunzionamento, sull’ impianto c’è la garanzia di legge biennale data dall’ installatore, che può essere un qualsiasi impiantista elettrico qualificato all’ installazione di impianti FV, per cui l’intervento dovrebbe essere gratuito, a meno che l’addetto, venendo da fuori, non pretenda un indennizzo quale “scomodità” dell’intervento. Al di là del possibile indennizzo, comunque, anche per un numero non elevato di impianti FV montati potrebbe essere conveniente la formazione di impiantisti locali unendo, così, risparmio sull’ “indennizzo scomodità” e maggior velocità di intervento.Oltre alla biennale viene data una garanzia “di produzione”, variabile in base alla marca dei moduli FV, che copre l’eventuale diminuzione produttiva al di sotto di una certa percentuale lungo gli anni di vita dell’ impianto.
La manutenzione può essere distinta in 2 parti:una consistente in revisione periodica, di solito annuale, dei componenti e delle parti elettriche, effettuata dall’ installatore tornando, quindi, al discorso di prima, incidente per circa 1,5 % del costo dell’ impianto e l’altra consistente, ove possibile fisicamente, in una pulizia “fai da te” dei moduli cercando di non farli sporcare troppo, non utilizzando prodotti chimici, bensì panni morbidi appena umidi per pulire solo la superficie soleggiata dei moduli e non assolutamente parti elettriche.
- A chi bisogna rivolgersi?
Per chi volesse ulteriori info e/o chiarimenti, sono contattabile via mail al seguente indirizzo: Berardi Arch. Massimo, e-mail: berassimo@tin.it Grazie per la cortese collaborazione. Ricordiamo che l’installazione dei pannelli fotovoltaici è soggetta al vincolo della sovrintendenza dei beni culturali, perché con l’uso indiscriminato possono deturpare l’ambiente!!!
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