Sempre più spesso mi soffermo a pensare alle nostre amate Isole e cerco di contemplare,aihmè senza successo,il reale valore del posto in cui abbiamo il privilegio di stare o provenire. Le Isole Eolie che a mio parere dovrebbero essere motivo di orgoglio e vanto da parte della regione Sicilia e dell’Italia tutta,riversano oggi in condizioni precarie sotto tutti gli aspetti fondamentali per l’esistenza ed il progresso dei suoi abitanti. Ospedale,tribunale,trasporti,beni culturali,ambito sociale ed economico sono tutti settori e strutture che stanno via via scomparendo per lasciare posto all’angoscia e al disagio. Il fatto che più mi rammarica è che questi sentimenti dovrebbero essere propri di una comunità che per sua sfortuna non gode di risorse sufficienti a soddisfare il proprio fabbisogno in termini sia economici che sociali ed in tutta onestà guardandomi intorno non mi pare affatto che la nostra terra così come gli abitanti che vi fanno parte,siano scarsi di risorse ed opportunità.
Ciò che per certi casi ci indebolisce,riferendomi alla nostra condizione di insularità,è in realtà ciò che ci contraddistingue e ciò che potrebbe allo stesso tempo ci valorizza. Ho letto diversi interventi su questo notiziari ed anche se qualcosa non la condivido,sono però consapevole che rappresentino un punto di vista e chiaramente una voce di disagio da parte degli autori, anche perché credo che altrimenti non possa essere poichè vorrebbe dire che allora ci si lamenta solo per il semplice gusto di farlo,e capiamo bene che in una comunità che deve nuovamente crescere e progredire non si può non accettare altro che dei pareri e delle opinioni positive e costruttive atte a contribuire al progresso,altrimenti non si va da nessuna parte. A chi esprime commenti e pareri scettici sull’amministrazione,sul suo operato e sulla capacità di ripresa degli stessi abitanti,non posso che non esprimere il mio rispetto per il punto di vista ma la mia totale lontananza e non condivisione con quanto asserito.
Accolgo però per buona la proposta che “i liparoti” devono cambiare,credo però che i liparoti non debbano cambiare,bensì prendere semplicemente coscienza del posto in cui si trovano e delle risorse che hanno a disposizione per tornare ad essere il centro di interesse del mediterraneo. “Amministrare” non vuol dire decidere e comandare sul da farsi,vuol dire bensì coordinare ed assistere tutte le iniziative che vengono proposte,chiaramente in primo luogo da coloro che hanno questo onore ed onere. Lamentarsi che l’amministrazione non fa nulla o che sia inadeguata a ciò che si deve fare non credo sia la strada migliore per risolvere i problemi. Non è certo mio intento sollevare gli amministratori dalle loro responsabilità,però credo che l’unione fa la forza e certamente se la popolazione unisse i propri saperi e le proprie competenze e si presentasse all’amministrazione con idee serie e concrete,sfiderei chiunque a dire che la stessa non si metta in moto per realizzare i progetti ricevuti. E’ agli occhi di tutti che i dieci anni passati non sono stati proprio all’insegna del fare e del voler fare,però non mi sembra nemmeno che da parte di tutti noi ci sia stata volontà di cambiare registro,anche sotto la vecchia amministrazione.
Accusare l’amministrazione di turno è facile,molto meno facile mettersi in gioco per provare a dare una mano. In questi anni è mancata la comunità di intenti ed una comune visione di come si realizzi un’offerta turistica seria e programmatica. In un posto piccolo come Lipari,trovo impensabile che tutti i produttori dei vari settori,non si siano riuniti in un consorzio formando un unico marchio “eolie” da esportare in Europa e nel mondo,perché,riallacciandomi al fatto che siamo ricchi e non ce ne rendiamo conto,il marchio Eolie nel mondo è conosciuto ed apprezzato. Per la nostra invidia e la nostra ipocrisia ed a volte anche per testardaggine,ci siamo proposti tutti sempre come piccoli individuali che operano alle Isole Eolie,ma non ci siamo mai proposti come piccoli individui che danno forma ad un marchio unico e comune per tutti. Penso questo per quanto riguarda i produttori dei nostri prodotti tipici locali,parlo di chi opera nell’edilizia,che con tutto il rispetto,non vedo troppo utopistico un progetto in cui tutti gli utenti del settore formino un consorzio per permettere ai nostri giovani di lavorare a rotazione e quindi di dare opportunità di lavoro a tutti.
Parlo dei ragazzi che si lamentano che non c’è lavoro,ma non ho visto nessun giovane andare dall’amministrazione vecchia o presente a farsi dare in concessione dei sentieri per pulirli,e farvi un business attorno cosi da creare ricchezza per il paese e dare lavoro ai suoi coetanei. Parlo dei nostri artisti che abbiamo la fortuna di avere:sul nostro territorio ci sono figure artisticamente ineccepibili,sia giovani che più ageè,e non ho mai visto nessuno prendersi la briga di organizzare degli eventi per valorizzare le loro doti ed allo stesso momento attrarre turisti. Parlo del settore sociale,in cui pochi si sono impegnati in questi anni per organizzare eventi di carattere benefico per finanziare opere di interesse pubblico sociale,non mi risulta nemmeno che nessuno in questi anni si sia preso la briga di organizzare alcunché per i nostri bambini e le nostre famiglie,se non le associazioni alle quali va tutto il mio rispetto e la mia stima per quello che riescono ad organizzare come singole istituzioni. Per non parlare delle immense opportunità che offrono la valorizzazione dei beni culturali in termini di presenze e richiamo di turisti.
Noi ci siamo scordati cosa voglia dire fare turismo,ma sono fiducioso che pian pano ritorniamo a ricordarcelo per essere più competitivi in un mercato che ci ha tagliato fuori da tempo. Se andiamo a vedere i numeri al posto delle parole,cosa che consiglio vivamente a tutti noi,ad oggi con 500 € ci si permette pacchetti completi di tutto per Grecia e Spagna,che sono le nostre principali concorrenti,mentre da noi solo il costo dei trasporti e le modalità di arrivo sull’isola già superano la cifra stessa per non parlare di ciò che (non) offriamo una volta arrivati sulle isole. Ci sarebbe davvero molto da scrivere su una buona offerta turistica programmatica,ma non credo che sia questa la sede,può però essere la sede per far capire alle persone,che per esempio l’assessore al turismo,chiunque egli o ella sia,non deve essere visto come il punto di arrivo a cui si devono delegare le facoltà di pensare ed agire al posto nostro,deve bensì essere uno “strumento” per realizzare le idee espressione dell’intera comunità.
Tutti gli ambiti ed i settori delle nostre isole sono di interesse nostro in primis e pubblico poi,anche se non ho visto grandi presenze o grandi movimentazioni quando negli anni passati furono tagliati i trasporti da e per le isole,eppure credo che siano la nostra fonte principale di interesse dato che qualsiasi programma si possa ideare,senza un adeguato piano di trasporti non si va da nessuna parte e li si allora che la nostra insularità non diventa risorsa ma disagio. In ultima istanza quanto sopra,non è prodotto con spirito di critica ai giovani ed agli operatori dei settori sopra citati come esempi,ma ha l’intento di “risvegliare le coscienze” e suggerire che se in questi anni non si è fatto molto,non è solo colpa delle amministrazioni,ma bisogna anche farsi un piccolo esame di coscienza come società civile.
La nostra comunità come già scritto,ha immense doti e risorse che dobbiamo solo risvegliare,sono altesì sicuro che con l’aiuto di questa amministrazione,che per parere ed esperienza, mi sembra molto disponibile, si possa ritornare a fare turismo a certi livelli e si possa contribuire allo sviluppo economico e sociale delle nostre amate isole. Ora sta a noi dimostrare le cose,perché tutto questo scritto,come molti altri,sono solo parole e lungi da qualsivoglia concezione grillina,la rete è uno strumento e non un punto di arrivo nel quale si esaurisce ogni riflessione ed opinione, i fatti vanno realizzati sul campo. Il fondo lo abbiamo toccato da diverso tempo adesso si vedrà chi si lamenta perché vuole contribuire al progresso e chi si lamenta per patologica insoddisfazione personale.