Eolie&porti

lnatolipiccola.jpgdi Lino Natoli

Ognuno ha il proprio karma, dicono gl’indiani. Noi, che siamo imparentati con i greci, lo chiamiamo destino. Il nostro è quello di non poter avere degli approdi decenti. Con i soldi della legge per la messa in sicurezza dei porti si è realizzato il prolungamento del braccio lato sud di Marina Corta. Ai progettisti fu chiesto di collocare il muraglione di difesa al centro della banchina per consentire anche l’ormeggio alle navi da crociera nel lato esterno, verso il mare.

Ma la timida mano del progettista, guidata dal destino ostile, tracciò quel muro ad appena un metro dal ciglio della banchina. Ne è venuto fuori una specie di vicolo, subito interdetto dall’autorità marittima, recintato con una rete metallica e prontamente consegnato al naturale utilizzo di bagno pubblico con vista mare.

Chi si trovasse a passeggiare la sera lungo quel molo avrebbe di fronte la romantica vista della piazza di Marina Corta, le luci dei lampioni barocchi, i profili delle case antiche, e l’acre compagnia di un odore inconfondibile che la brezza marina conduce sino alle narici più distratte. Guardando verso il mare, invece, potrà notare la sagoma di un relitto. Non è un vecchio porto sepolto, è uno dei  cassoni che dovrebbero essere collocati Sottomonastero, sempre per mettere in sicurezza pure quel porto. Anche lì è stato chiesto ai progettisti di realizzare un braccio che potesse essere utile in entrambi i fronti, in modo da ampliare l’operatività del porto commerciale.

Ma il destino ha deciso diversamente. Durante i lavori è venuto alla luce l’antico porto romano, con la conseguenza che sia la collocazione che l’inclinazione del braccio dovranno essere modificate, tanto da far pensare che è meglio non farlo per niente quel braccio anziché rischiare di compromettere ulteriormente la già precaria funzionalità del porto di Sottomonastero.

Il destino non ha risparmiato nemmeno Filicudi: dopo mesi di discussioni se realizzarlo più verso destra oppure sinistra, se iniziare in primavera oppure in estate o meglio in autunno, finalmente i lavori sono cominciati e quasi subito finiti. Nel senso che ora anche quel porto giace sepolto per via delle mareggiate. Insomma, è come se vi fosse qualcosa d’imprevedibile e sovrannaturale che impedisce di migliorare i nostri scali. Neppure la sorte del Piano Regolatore dei Porti è stata meno infelice.

Durante l’amministrazione Giacomantonio sembrava che dopo anni di discussioni, predisposizione di bozze, elaborati, studi, ipotesi, si fosse giunti alla conclusione. Invece, ancora il destino avverso prese il sopravvento. Non più piani, si disse, retaggi di culture da vecchia Unione Sovietica, ma fantasia e iniziative private. Allora subito la fantasia si mise al lavoro per immaginare darsene, sventramenti di Marina Lunga, ponti levatoi, abbattimenti di case, un traforo del Monte Rosa per collocarvi la centrale elettrica.

Poi, per qualche anno, la fantasia dovette piegarsi alla ragione,  ma ecco che ora torna più vigorosa che mai con la generosa offerta privata di costruire un megaporto per tutti. La conclusione è che non abbiamo un Piano Regolatore dei Porti, non abbiamo un porto, ma in compenso dobbiamo periodicamente combattere contro qualcuno di fantasia animato dall’insaziabile voglia di prendersi tutto in cambio di niente.

L’imminente campagna elettorale sarà, ancora una volta, una buona occasione per parlare di porti. Non c’è dubbio che tutti i candidati avranno delle proposte da fare. La volta scorsa un candidato, che poi risultò vincente, si fece accompagnare durante i comizi da un legale che in qualche modo rappresentava la società interessata a realizzare il megaporto. Comizi memorabili, pieni di promesse e rassicurazioni: più porti per tutti, per parafrasare il poeta.

Il destino non può essere piegato neppure dagli dei, sostenevano i greci. Erano d’accordo pure i romani, che a Lipari sono stati gli ultimi a costruire un porto decente. Mi piacerebbe che il prossimo Sindaco osasse sfidare il destino promettendo l’ordinaria manutenzione degli scali esistenti, la redazione – finalmente – del Piano Regolatore dei Porti e una maggiore attenzione verso la possibilità di accedere a finanziamenti pubblici per la realizzazione di nuove strutture. Il minimo, insomma, che però già sarebbe il massimo.

Eolie&portiultima modifica: 2011-10-27T17:44:00+02:00da leonedilipari
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Eolie&Porti

PLAGRECA1.JPGdi Pino La Greca

Ho letto la notizia  in merito alla legge Formica votata qualche giorno fà all’ars.  Per quanto riguarda il riferimento a Lipari la norma prevede due notività importanti: a) la norma agevolativa non si applicherà a favore di società miste partecipate dai comuni o da altri enti territoriali; b) è stato interamente cassato il comma 4 del disegno di legge secondo il quale il provvedimento della conferenza dei servizi e l’approvazione del consiglio comunale sarebbero equivalsi ad approvazione di variante al Piano Regolatore Generale e del Piano regoatore portuale.
Senza aver ancora approfondito il testo in tutti i dettagli, credo che nel caso del Comune di Lipari non si possa prescindere dall’approvare il Piano Regolatore dei Porti come votato dal consiglio comunale nella seduta del 6 febbraio 2009 e che qualsiasi opera da realizzare, chiunque sia il progettista o la società proponente, deve andare soggetto a gara o evidenza pubbliche che dir si voglia.

Eolie&Portiultima modifica: 2009-02-28T13:59:02+01:00da leonedilipari
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