Dato che è ormai notorio il fatto che io mi occupi prevalentemente di “papuzze”, La disturbo per un argomento certamente attinente e sul quale vorrei richiamare la Sua urgente attenzione. Si tratta del Rhynchophorus ferrugineum, altrimenti conosciuto come punteruolo rosso, autore di una impietosa strage di palme che sta modificando irrimediabilmente il paesaggio urbano e dei giardini della Sicilia.
Nel 2007 avevo inviato una breve interrogazione, dove Le chiedevo di emanare un’ordinanza – sulla falsariga di quanto fatto a Ustica dalla locale amministrazione comunale – per prevenire il problema e vietare temporaneamente l’importazione di palme nel territorio del nostro Comune. Ho apprezzato il fatto che, seppure con un anno di ritardo, il Comune abbia emanato questo provvedimento. Tuttavia, ho avuto notizia che, nonostante l’ordinanza, il punteruolo è arrivato nell’isola di Vulcano, dove sta già producendo vistosi danni alle palme esistenti. I privati proprietari delle piante colpite hanno già comunicato agli enti di competenza i dati e si accingono a intraprendere azioni di profilassi, ma è evidente che soltanto attraverso una iniziativa immediata e di carattere istituzionale, sarebbe possibile esigere con autorevolezza una vasta azione preventiva che deve interessare tutte le palme dell’isola e che rappresenta un fatto prioritario, poiché le Eolie – finora non raggiunte dal parassita – si trovano ai margini dell’areale di distribuzione della specie sul territorio regionale. L’immediatezza è motivata anche dal fatto che la stagione attuale rappresenta il periodo nel quale si completa lo sviluppo larvale e gli adulti del punteruolo si disperdono, colonizzando altre piante ospiti. La invito pertanto a contattare con la massima urgenza i responsabili dell’Assessorato regionale di competenza e quelli del Servizio Fitosanitario per predisporre un piano di interventi che potrebbe, forse, scongiurare il pericolo di una diffusione del punteruolo nelle altre isole del Comune di Lipari.
La vicenda ricorda, per certi tratti, quella della fillossera, che ha distrutto le viti eoliane alla fine dell’Ottocento. Qui non si tratta di una minaccia all’economia agricola, ma certamente il danno potenziale al paesaggio dei nostri giardini, dei lungomare ornati da palmizi, e di altri contesti, appare tutt’altro che trascurabile.
*Consigliere comunale Sinistra Democratica