FILICUDI, IL SACCHEGGIO DEI “TESORI SOMMERSI”, BOTTA E RISPOSTA PROVINCIA-SOPRINTENDENZA

NRICEVUTO3.jpgFILICUDI – “Non è possibile che il museo sottomarino realizzato nell’isola eoliana sia continuamente saccheggiato dai tombaroli”. Il presidente della Provincia Giovanni Ricevuto e l’assessore alla cultura Mario D’Agostino per salvaguardare i fmuseo1.JPG“tesori sommersi” apprezzati anche dall’ex ministro ai beni culturali Giovanna Melandri e dall’ex vice premier Francesco Rutelli che hanno a casa a Filicudi, hanno richiesto di correre ai ripari. E hanno scritto al direttore della Soprintendenza del Mare Sebastiano Tusa a Palermo e alla Soprintendenza di Messina.

“In riferimento – hanno evidenziato – ai furti di reperti archeologici avvenuti sulle navi greche e romane adagiate sui fondali di Filicudi si chiede di sapere: quali misure di prevenezione si ritiene di voler utilizzare per arginare tale fenomeno; se è ipotizzabile ai fini della vigilanza l’utilizzo del personale umano in atto alle dipendenze del museo archeologico di Lipari, alla luce della naturale conoscenza dei luoghi da parte degli stessi e dell’eventuale risparmio dell’impegno economico e se è possibile avvalersi di personale volontario dalla comparvata esperienza ai fini della tutela del patrimonio artistico giacente nei fondali.

Non si è fatta attendere la risposta della Direttore della Sopritendenza del mare Sebastiano Tusa e del direttore del servizio Teodoro Miceli: STUSA.gif“La campagna di sensibilizzazione – hanno scritto – e la creazione di percorsi sottomarini guidati a Filicudi, promossa dalla Sopritendenza e dall’assessorato regionale al turismo, dimostra tra l’altro che questi percorsi rappresentano una concreta forma di monitoraggio e presidio di protezione dei beni sommersi, com’è esperienza consolidata presso altri siti. Le forze dell’ordine che pattugliano regolarmente il sito di Capo Graziano, verificando il rispetto dell’ordinanza di tutela, emesse su iniziativa di quest’ufficio alle Capitanerie di competenti, le realtà locali piu’ sensibili, e le imprese abilitate alla fruzione dei beni (i Diving incaricati delle visite guidate hanno compiti di custodia al sito guidato “Relitto A”), sono attente, sensibili e attive alla difesa, non solo del bene archeologico sommerso a cui sono direttamente interessate, ma sicuramente anche dell’intero contesto che lo circonda”.

fmuseo.JPG“Bisogna specificare inoltre – hanno proseguito Tusa e Miceli – che per Capo Graziano, tutti i Dinving eoliani autorizzati alla visita hanno l’obbligo di comunicare alla Capitaneria di Porto i nominativi delle persone che effettuano la visita sul sito, che si trova a ben 30 metri di profondità, per raggiungere il quale si devono effettuare immersioni particolari, certamente non alla portata di qualsiasi subacqueo sportivo o volontario, mentre i relitti in questione risultano ubicati a lunga distanza dalla secca e per di piu’ a maggiore profondità. In collaborazione con il museo archeologico di Lipari è già stato designato per controlli di sorveglianza del “Relitto F” uno specifico dipendente del museo. Sembra opportuno precisare che per il “Relitto F” che la fossa di scavo di natura clandestina, già denunciata al Nucleo Tutela Patrimoniale dei carabinieri nel 2005, non sembra essere il risultato di una depredazione recente, come risulta dal folto archivio fotografico, è piu’ probabile che l’apparizione di alcuni colli di anfore sia dovuto piuttosto ad uno spostamento della sabbia sui fondali in ripido pendio e soggetti a fortissime correnti”. “Si sta valutando – hanno concluso – uno studio di fattibilità per eseguire la ricopertura a protezione del sito, sono stati inoltre depositati al superiore assessorato due progetti per il telecontrollo del sito e del percorso, con telecamere subacqueo e di monitoraggio a terra”. 

FILICUDI, IL SACCHEGGIO DEI “TESORI SOMMERSI”, BOTTA E RISPOSTA PROVINCIA-SOPRINTENDENZAultima modifica: 2008-11-22T16:07:00+01:00da leonedilipari
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